Il 27 marzo 1942 nasceva Michael Jackson, colui che è diventato nell’immaginario collettivo The Beer Hunter, il cacciatore di birre. Scomparso il 30 agosto del 2007, Jackson è stato uno dei pionieri della divulgazione birraria, riuscendo con i suoi libri e la sua attività di promozione a far appassionare tanti neofiti. Per capire il suo impatto sul movimento birrario mondiale, basta riportare la definizione che ne diede Kuaska: “il padre di tutti noi”.
Il vuoto lasciato da Michael Jackson è a distanza di due anni confermato da una serie di iniziative che continuano ad essere ideate per onorare la sua memoria. Proprio oggi, ad esempio, sarà messo in vendita il libro Beer Hunter, Whisky Chaser, a cui hanno partecipato molti dei migliori scrittori internazionali di birra e whisky con dei loro articoli celebrativi (oltre che della nostra amata bevanda, Jackson era infatti anche un esperto di questo distillato).
L’iniziativa, la cui notizia è riportata su Angel’s share, è legata a una campagna inglese per la raccolta di fondi a favore della Parkinson’s Disease Society. Il libro costerà circa 13 sterline e tutti i proventi saranno devoluti in beneficienza.
Sempre allo stesso istituto andranno parte degli incassi ottenuti dalla vendita di un whisky commemorativo che porterà il nome dello scrittore. Il whisky sarà prodotto da Berry Bros & Rudd in collaborazione con Whisky Magazine e consisterà in un blend realizzato con le bottiglie aperte della sua sterminata collezione. Anche in questo caso la fonte è Angel’s share.
Tornando alla birra, tante informazioni sono presenti sul suo blog commemorativo, tra cui l’ultima intervista di Micheal Jackson rilasciata a Dan Shelton. Suggestive le parole con cui si apre il video (che trovate a seguire):
Il 7 agosto 2007 feci visita a Michael Jackson nella sua casa di Londra. Volevo comunicare il puro piacere di sedere insieme e condividere una birra con lui
bè, il primo libro sulla birra che ho letto è stato “BIRRA – Le migliori 500” un testo sacro che spiega il perchè si chiami orval e come sono nate le doppelbock grazie al digiuno pasquale e ai monaci italiani, insomma, è davvero “il padre di tutti noi”.
forse un evento commemorativo nn è il luogo adatto a polemiche, ma personalmente nn avrei mai rovinato la sua raccolta di whisky, l’avrei lasciata alla polvere a mo di museo (e perchè no, dato che di beneficenza si tratta…)
Anche io ho conosciuto Micheal Jackson grazie a quel libro ed ora cercherò di recuperare anche le alter sue opere.
Peccato che la maggior parte non sia tradotta per il grande pubblico italiano.
Anche se non conosco bene tutte le sue produzioni e non ho letto tutte le informazioni che ha raccolto nei suoi libri, sicuramente vedere un grande di un settore “smegnersi” in quelle condizioni è abbastanza triste, per quanto invece il suo spirito e passione per il suo lavoro siano rimasti immutati ( e questo è davvero ammirabile ).
bravo andrea a sottolineare l’ importanza di questa data in ricordo di un grande, anche se non ho mai avuto il piacere di conoscerlo fisicamente ma solo leggendo qualche libro che è stato tradotto. Un brindisi birresco in sua memoria dunque..credo sia il modo migliore per ricordarlo…
E’ un onore per me condividere il compleanno con quello di Micheal Jackson!
bè, allora auguri postecipati 😉
Auguri Zurgo, anche se in ritardo!
“BIRRA, Le migliori 500″ è la mia bibbia… non passa giorno che non la consulti, poi il modo di scrivere e descrivere di Micheal Jackson è semplicemente fantastico… Piccolo aneddoto, a volte in negozio i clienti meno esperti si soffermano nell’angolo lettura (ho predisposto un piccolo angolo dove è possibile sfogliare libri inerenti whisky, rum, birra, grappa ecc. ecc.) e sfogliano il libro di Micheal Jackson chiedono se è opera del cantante…