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Finalmente a Londra il National Pub of the Year 2010

Il Camra, l’attivissima associazione inglese per la promozione della birra artigianale, ogni anno incorona il miglior pub della nazione. E’ facile immaginare l’importanza di questo premio in un paese la cui storia è intrisa di birra, perciò non sorprende che ci sia sempre molta attesa per i risultati annuali. Ebbene, proprio questa mattina il Camra ha rivelato il nome del vincitore del 2010: è il pub The Harp di Londra, gestito da Bridget Walsh, stimata pioniera delle Real Ale. Anche se può sembrare assurdo, è la prima volta che un locale della capitale si aggiudica il riconoscimento: dal 1988 – anno di debutto del concorso – ad oggi avevano vinto solo pub di piccole città o di veri e propri villaggi.

Sicuramente la notizia sarà di gradimento per gli appassionati di tutto il mondo, visto che per visitare i pub vincitori delle scorse edizioni spesso bisognava allontanarsi dai classici itinerari turistici, se non addirittura perdersi tra le stradine della campagna inglese. Ora invece basterà rimanere a Londra, senza neanche allontanarsi dal centro: il The Harp si trova a Chandos Place 47, due passi dalla famosa Covent Garden. Probabilmente chi sarà passato da quelle parti avrà già avuto modo di imbattersi nel pub: la facciata esterna è estremamente pittoresca, con la scritta in stile retrò, i dettagli molto curati e un trionfo di vasi di fiori.

Ecco come la Good Beer Guide 2011 del Camra descrive il The Harp:

Un piccolo e accogliente pub indipendente, diventato un rifugio sicuro per la selezione delle birre, che generalmente include una mild o una porter, Dark Star e stagionali dai microbirrifici della città. Il piccolo bancone è ornato con specchi, cimeli teatrali e ritratti. Non c’è musica o tv invadente e un’accogliente sala al piano superiore offre un’ancora di salvezza dalla folla sempre presente.

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Personalmente non ci sono mai stato, ma dalla descrizione non sembrerebbe esattamente un paradiso per la selezione di birre presenti. Come può dunque aver vinto? Beh, tenete presente che l’offerta birraria non è l’unica variabile che il Camra tiene in considerazione. Sono infatti fondamentali anche l’atmosfera, l’arredamento, il servizio nei confronti del cliente, il rapporto qualità/prezzo, la tipologia di clientela, ecc. Insomma, secondo l’associazione è giustamente un mix di variabili che fanno grande un pub, non solo ciò che ci permette di bere.

A spiegare meglio i motivi della vittoria del The Harp ci pensa Julian Hough, responsabile dei pub per il Camra:

L’aspetto più impressionante del The Harp è che riesce a mantenere la sua atmosfera di vero locale, nonostante sia situato nel cuore turistico della capitale. Ciò che rende grande un pub è la sua capacità di far sentire a casa sia i clienti abituali che i nuovi, e l’Harp ci riesce alla perfezione.

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Per concludere, una parentesi sulle modalità con cui viene assegnato il premio. Il pub dell’anno è giudicato dai circa 120.000 membri del Camra. Ogni sezione dell’associazione vota per il proprio pub preferito. I vincitori di ogni sezione sono inseriti in 16 competizioni regionali, che definiscono i 16 finalisti che si sfideranno nella competizione nazionale. Insomma, una sorta di meccanismo geografico/piramidale, niente a che vedere (per fortuna, aggiungerei) con i premi assegnati in base alle recensioni degli utenti di siti specializzati.

Chi di voi è stato al The Harp? Cosa ne pensate, è giusto considerarlo il miglior pub del Regno Unito?

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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16 Commenti

  1. Bella notizia, non so se è il miglior pub del Regno Unito ma meritava un riconoscimento senza dubbio. Perché dici che non è un paradiso birrario?
    Io ricordo di aver bevuto sempre bene, in particolar modo ricordo un pomeriggio intero passato a bere litri di Landlord con Giorgione nella minuscola strada pedonale su cui si affaccia il retro (ma un retro può affacciarsi?) del locale.
    Probabilmente qualcosa è cambiato visto che fino all’ultima volta in cui ci sono stato di Darkstar neanche l’ombra, mentre la Hophead extra si trovava praticamente in ogni pub “camra approved” di Londra, ma Darkstar fisse + micro a rotazione non mi sembra proprio una selezione da buttar via..

    • Beh magari averlo sotto casa un pub del genere, però dalla descrizione non mi sembra niente di eccezionale… sicuramente di alto livello, ma non da miglior pub del Regno Unito. Fermo restando che finché non lo visito sono solo supposizioni…

      • a me invece non dispiace. sei linee fatte bene di cui almeno un paio rotanti rotanti spesso valgono più di 40 linee caso. specie in un panorama come quello britannico dove le differenze si giocano sulle sottigliezze

        cmq per la mia esperienza non è proprio comune a londra avere più di 6 real ale a disposizione. ce n’è, ma non sono molti, se escludi qualche modernista che a volte mi lascia perplesso (magari interessa gli autoctoni ma non vado a londra per trovare 15 linee di mikkeller) e che possono avere un ambiente moderno ma freddo e per nulla tradizionale. a tal proposito, mi pare evidente che la componente ambiente sia stata cruciale. altrimenti premiavano il Bree Lousie che ha più offerta, è cmq tradizionale, ma a me come atmosfera ha fatto un po’ schifo

  2. Sono stato diverse volte all’Harp (grazie Kuaska…). Sicuramente un posto dove si sta bene, ma direi che nella stessa Londra c’è molto altro. Non mi esprimo sul premio, ma personalmente se devo scegliere un pub a Londra non scelgo quello…

  3. E’ stato il primo pub che ho visitato lo scorso gennaio, perchè in effetti ne avevo sentito parlare un gran bene su internet. Si in effetti solo 6 Ales ma tutte di grande qualità, tra cui una buonissima Dark Star Hophead. Ambiente confortevole, età media abbastanza alta, zero tv e zero videogiochi. Sopra una’ltra sala stile salotto. Non mi pare facciano grande cose in cucina: quando andai io dovemmo ripiegare su due panini. Comunque molto economico: 2 pinte e due panini 11 pounds (se c’è una cosa che fortunatamente costa meno a Londra rispetto all’Italia è proprio la birra. Quella vera. Altro pub che consiglio vivamente comunque è il Market Porter vicino i Borough Market.

    • Vabè l’Harp non è affatto malaccio…mi ricordo di essere partito da lì qualche anno fa per il mio London pub crawl, e di essermi fatto qualche Dark Star Hop Head, che meritava parecchio. Poi se ci si annoia lì vicino c’è il Porterhouse dove c’è un pò più di vita…..Miiiiinchia il Market Porterrrrrrr…..si quello si che merita!!! Comunque tutta la zona di Borough-Southwark merita dal punto di vista birrario. Ci sono sei tra interessantissimi pub e beershop nel giro di poche centinai di metri. Se si cerca un pub caratteristico il Jerusalem Tavern (55 Britton Street, Town Pub of the Year 2009) è quello che ci vuole…talmente caratteristico che può essere definito vecchio, quasi casca a pezzi, però è il pub ufficiale della St. Peter’s

  4. Cmq in definitiva direi che seppur un bel pub, non gli assegnerei la palma di migliore, seppur nel quadro della mia limitata esperienza londinese. Ma leggendo pure il good beer guide mi sembra che i pub con le caratteristiche per vincere il titolo non manchino di certo..

  5. posso fare il Turco? qual’è il vostro pub londinese preferito? io Wenlock Arms senza esitazioni (atmosfera compresa). però ho qualche buco che devo colmare questa estate

  6. Io sono molto contento per la vittoria dell’Harp….
    è da sempre uno dei miei preferiti …..piccolo (praticamente un corridoio…) ma si respira la passione della famiglia (in particolare la grande “vecchia” sempre presente al bancone) per la birra tradizionale, in particolare ho sempre trovato il servizio a livelli eccezionali. In particolare mi riferisco alla qualità di gestione dei cask e delle spillature a pompa…siamo in presenza del top a riguardo e credo che il premio sia arrivato anche per questo. Per quanto riguarda il tanto decantato White Horse… ho trovato un ambiente molto fighetto e trendy con una ottima presenza di gnocca (non guasta) ma sul piano del servizio devo dire un vero disastro con birre industriali e micro americane servite ghiacciate e senza schiuma (ti espodevano nello stomaco) e con quelle in cask servite alla meno peggio da studenti precari senza arte nè parte….bell’ambiente…tante birre ma servizio pessimo…non all’altezza della fama del locale, sicuramente diventato troppo “commerciale”…..

  7. Per me il premio se lo merita.
    Non andavo da un paio di anni e la selezione è aumentata/migliorata.
    Tante dark star, anche quelle meno conosciute e 3-4 guest sempre azzeccate.

    Poi forse è anche un premio alla gestione, un posto così puro proprio in centro è sempre complicato trovarlo.
    Il salottino su è fantastico.

  8. Buon pub The Harp, ma per favore non scherziamo sul White Horse, un tempio della birra di qualità: l’ultima volta che ci sono stato (durante il GBBF dell’agosto 2010) aveva una miriade di birre inglesi, ma soprattutto americane da spavento e di “industriali” solo la Veltins. E si mangia anche bene (per non parlare delle gnocche, che effettivamente accompagnavano alla grande la birra). Concordo peraltro col Catalizzatore sul servizio reso da giovani ragazzi che potrebbero servire le spine anche meglio di come effettivamente lo fanno.

  9. come si e’ detto, nella selezione del POTY si tiene conto anche altri fattori (ambiente, ecc) ma il focus principale resta la birra. Attenzione pero’, nel caso delle real ale l’approccio e’ diverso, infatti (dico ad Andrea ;-)) e’ impossibile giudicare l’offerta e qualita’ birraria di un pub leggendo una lista. Il fatto e’ che vista la delicatezza delle real ale la “qualita’” di una birra dipende da come viene “gestita” dal landlord, almeno tanto quanto la “qualita’ di base” della birra stessa. Mi e’ capitato di bere delle “normalissime” Chiswick o ESB spettacolari e assaggiare birre piu’ rare e/o blasonate e/o interessanti sulla carta, ma deludenti perche’ in scarsa forma. I pub che entrano nella GBG (e tanto piu’ fra i POTY) vengono visitati diverse volte e tutte le volte tutte le birre devono essere OK.
    Sono daccordo che un pub con solo un paio di real ale (magari molto comuni), non possa avere grandi ambizioni di POTY ma solo di essere nella GBG; ma se parliamo di 6-8 birre, tutte sempre in forma, e magari con scelte bene e con un po’ di rotazione ecco che ci avviciniamo all’ideale 🙂
    Oltretutto diversi pub magari non hanno molte handpump ma ruotano le loro guest quasi giornalmente, tanto che alcuni in un anno possono avere 500 o 1000 birre diverse… ottimo soprattutto per i “local”.
    Venendo a The Harp, le prime volte che sono andato aveva una selezione di birre abbastanza classiche, in ottima forma, consigliabile per chi inizia a scoprire le real ale o per chi voglia “ripassare”; negli ultimi tempi pero’ la selezione si e’ fatta piu’ interessante e varia, senza perdere di qualita’, direi che il premio non e’ cosi’ sorprendente…

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