Finalmente ci siamo. Dopo gli assaggi tenutisi a inizio ottobre presso l’Associazione Piazza dei Mestieri di Torino, ora possiamo svelare i risultati dell’IGA Beer Challenge, il primo concorso internazionale completamente dedicato alle Italian Grape Ale. I 18 giudici internazionali hanno espresso le proprie valutazioni alla cieca, individuando le birre più meritevoli nelle quattro categorie previste dal regolamento e stabilite in base a due criteri fondamentali: alta e bassa gradazione alcolica, acide e non acide. Oltre alle medaglie, in alcuni casi i giudici hanno scelto di assegnare delle menzioni d’onore per produzioni che non sono riuscite a salire sul podio, ma che si sono rivelate particolarmente interessanti. I riconoscimenti sono stati annunciati durante un grande evento di premiazione, che si è svolto presso la sede di Gai Macchine Imbottigliatrici (sito web) di Ceresole d’Alba (CN). Dopo questa doverosa introduzione, passiamo allora alla parte più attesa: i risultati del concorso.
Cat. 1 – Italian Grape Ale non acide, bassa gradazione alcolica (minore o uguale al 7%)
1. Prima classificata: Tonda di Malaspina Brewing.
2. Seconda classificata: Gadduresa di Harvest Sardinian Craft Beer.
3. Terza classificata: White IGA di Fèlsina Birrificio.
Menzione d’onore: Polyphemus di Birrificio dell’Etna.
Menzione d’onore: Politianus I.G.A. di Birrificio di Montepulciano.Cat. 2 – Italian Grape Ale non acide, alta gradazione alcolica (superiore al 7%)
1. Prima classificata: Casana 2018 di Crak.
2. Seconda classificata: Genesi di Birra dell’Eremo.
3. Terza classificata: Vulpes Barrel di 61Cento.Cat. 3 – Italian Grape Ale acide, bassa gradazione alcolica (minore o uguale al 7%)
1. Prima classificata: Gargan-IGA di Birrificio Agricolo Sorio.
2. Seconda classificata: Nature Terra 2019 di Microbirrificio Opperbacco.
3. Terza classificata: Insolita di Fabbrica della Birra Perugia.
– Menzione d’onore: Old River #3 di Birrificio Castagnero.Cat. 4 – Italian Grape Ale acide, alta gradazione alcolica (superiore al 7%)
1. Prima classificata: Regola Zero di Alveria.
2. Seconda classificata: Merlot Riserva 2017 di Crak.
3. Terza classificata: Nature Terra 2020 Cuvée di Microbirrificio Opperbacco.
– Menzione d’onore: Nature Viva 2020 Terraviva di Microbirrifcio Opperbacco.
Tonda di Malaspina Brewing
L’oro nelle IGA non acide e a bassa gradazione alcolica è andato alla Tonda (7%) di Malaspina Brewing, che parte da una base Saison e poi prevede nella fase conclusiva della fermentazione primaria l’aggiunta di vinacce di Foglia Tonda, un antico vitigno toscano. Si tratta di un risultato eccezionale per la beer firm di Segrate, in provincia di Milano, che ha cominciato la sua avventura solo nel 2018. La Tonda, che ha preceduto la sarda Gadduresa di Harvest (Vermentino di Gallura) e la White IGA di Fèlsina (Chardonnay), è stata particolarmente apprezzata dalla giuria per essersi rivelata:
Un’elegante birra che rappresenta iconicamente lo stile IGA, mettendo al centro del palcoscenico le note fenoliche, magistralmente gestite, e frutta a bacca rossa date dal vitigno, che vengono però correttamente integrate in una solida base birraria.
Casana 2018 di Crak
Il primo posto tra le IGA non acide ad alta gradazione alcolica è stato invece conquistato dalla Casana 2018 (8,5%) di Crak, appartenente alla linea Cantina del produttore veneto. È un blend di Italian Grape Ale maturate in barrique ex-Chardonnay, con una seconda fermentazione spontanea attivata tramite l’aggiunta di mosto di uve Cabernet dei Colli Euganei. La Casana ha preceduto la Genesi di Birra dell’Eremo (Verdicchio con metodo classico) e la Vulpes Barrel di 61Cento (Cabernet Franc). La giuria ha spiegato la vittoria con queste parole:
Ampia, elegante, ricca nell’olfatto come dinamica nell’assaggio, ottima gestione della freschezza. Chiude fine e raffinata. Grandissima interpretazione.
Gargan-IGA di Birrificio Agricolo Sorio
Nella categoria relativa alle IGA acide a bassa gradazione alcolica ha trionfato la Gargan-IGA (5,8%) del giovanissimo Birrificio Agricolo Sorio, che curiosamente impiega il mosto fresco di Garganega sulla base di una Gose, antica tipologia tipica di Lipsia che raramente viene utilizzato per creare Italian Grape Ale. L’idea del produttore di Gambellara (VI) è stata di esaltare la decisa mineralità del vitigno con lo stile brassicolo salato per eccellenza. Un’intuizione felice, che ha permesso alla Gargan-IGA di precedere nell’ordine la Nature Terra 2019 di Opperbacco (Montepulciano d’Abruzzo) e l’Insolita di Birra Perugia (Trebbiano Spoletino). Secondo la giuria, la creazione del Birrificio Agricolo Sorio:
Convince per carattere, complessità aromatica e freschezza. Dinamica, con acidità molto ben integrata, elegante.
Regola Zero di Alveria
Infine nelle IGA acide ad altra gradazione alcolica la medaglia d’oro è stata assegnata alla Regola Zero (7,5%) del birrificio siciliano Alveria. Data la sua provenienza non è un caso che la scelta del vitigno sia ricaduta sul Moscato, il cui mosto è stato aggiunto durante la fermentazione primaria, avvenuta in legno in maniera spontanea. La Regola Zero ha preceduto due birre di birrifici già incontrati nei precedenti podi: rispettivamente Crak, con la sua Merlot Riserva 2017 (Merlot), e Opperbacco, con la sua Nature Terra Cuvée (Montepulciano d’Abruzzo). L’IGA di Alveria ha conquistato la giuria perché mostra:
Un’ottima espressione dell’uva: aromi complessi e molto persistenti, con note floreali, speziate e fruttate. Piacevole bilanciamento tra gli elementi dolci e acidi nelle percezioni gusto-olfattive.
Conclusioni
Oltre alle menzioni d’onore per le IGA di Birrificio dell’Etna, Birrificio di Montepulciano, Birrificio Castagnero e ancora Opperbacco, è stato assegnato anche un riconoscimento speciale da parte di Vinibuoni d’Italia in collaborazione con Rastal per la migliore valorizzazione di un vitigno autoctono in una Italian Grape Ale. Il premio è andato alla Regola Zero di Alveria (Moscato di Siracusa), per aver saputo preservare e mettere in evidenza le caratteristiche del varietale autoctono utilizzato, che contribuiscono a dare unicità e una forte connotazione territoriale.
I vari riconoscimenti hanno dimostrato una distribuzione discretamente omogenea tra le varie parti d’Italia, ma soprattutto un impiego estremamente variegato dell’ingrediente principe, l’uva. Quello delle Italian Grape Ale si conferma uno stile molto variegato, dove non esistono particolari paletti alla creatività dei birrai. Questo è un aspetto di grande valore per le IGA, ma secondo alcuni osservatori rappresenta il suo punto debole. Di fronte al grande fermento positivo che questa tipologia brassicola dimostra, forse al momento è meglio lasciare le maglie larghe che provare a imporre dei vincoli inutilmente limitanti. È probabilmente questa la sfida più grande che attende le Italian Grape Ale nel prossimo futuro e speriamo che un concorso del genere risulti prezioso per guidare l’evoluzione dello stile.
Con la pubblicazione dei risultati si chiude quindi la prima edizione dell’IGA Beer Challenge, un’iniziativa che ha richiesto un grande sforzo organizzativo, ma che ci ha regalato enormi emozioni. Ringrazio i miei compagni di viaggio in questo entusiasmante percorso: Guido Palazzo, Andrea Camaschella, Diego Lupano, Andrea Piacenza e Chiara Busso. Tutto questo sarebbe stato impossibile senza un team di grande valore e soprattutto senza il supporto dei nostri sponsor e partner. Ricordo che il concorso è organizzato da Associazione FoodAround, My Personal Beer Corner, Cronache di Birra e Atlante dei Birrifici Italiani, con la partecipazione di Vini Buoni d’Italia, ed è realizzato in collaborazione con l’Associazione Piazza dei Mestieri, Beer Zone, Microbirrifici, Italy Beer Week, Whatabeer, PuroMalto, I Ristoranti della Tavolozza, Shrimp Creative Studio e Val Vetri, con la media partnership di MoreNews, Dissapore, Travel Eat e Malto Gradimento, e grazie al contributo di GAI Macchine Imbottigliatrici, TrovaBirre, Bici & Birra e Rastal.
Appuntamento al 2022 con la seconda edizione del concorso, ma nel frattempo restate sintonizzati perché le sorprese non mancheranno.
[…] Dopo lo splendido risultato dello scorso anno, in cui aveva ottenuto un oro nella categoria 4, il birrificio Alveria si conferma al top tra i produttori di Italian Grape Ale. Con l’altra IGA della casa, la Regola Aurea (6,3%), il produttore siciliano si è spinto persino oltre: non solo ha sbaragliato la concorrenza nella categoria 1 (non acide, bassa gradazione alcolica), ma ha addirittura conquistato il premio Easybräu-Velo per la migliore Italian Grape Ale di tutto il concorso, superando le altre tre birre vincitrici di categoria. Un traguardo eccezionale per una birra di grandissimo livello, in cui il mosto di uve Moscato Bianco di Siracusa è impiegato in maniera magistrale. La Regola Aura, che ha preceduto rispettivamente la Vineyard di Birra Gaia e La Baronz 2022 di An.Gi.Bi., è stata apprezzata poiché: […]