Sì lo so, parlare delle multinazionali del settore non è il motivo per cui è nato questo sito e in generale è un’attività poco esaltante. Però si parla pur sempre dello stesso settore economico e spesso questi aggiornamenti ci permettono di capire come sta evolvendo l’intero settore, del quale fanno parte anche i prodotti artgianali. E direi che in questo caso di indizi ce ne sono molti, tanto che secondo me le quattro brevi notizie che riporto oggi sono particolarmente interessanti.
Bando alle ciance allora, e passiamo alle novità…
- Come riportato dal Corriere del Mezzogiorno, circa un anno fa Confconsumatori presentò un ricorso sullo sfruttamento del nome Birra Messina, uno dei brand di “birra locale” più conosciuti in Italia. Il motivo è che il marchio è da tempo passato sotto il controllo di Heineken, che ne ha spostato la produzione nel suo impianto a Massafra, in Puglia. L’Antitrust ha accolto l’obiezione dell’associazione consumatori, confermando che il nome Birra Messina, il simbolo Triscele e le diciture “antica ricetta” e “dal 1923” veicolano significati non corretti. In poche parole, si tratta di un messaggio ingannevole, di cui il consumatore è vittima. Come conseguenza, l’Heineken avrà 6 mesi di tempo per modificare le etichette, riportando con grande evidenza che la località di produzione è Massafra e non Messina.
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La Forst è forse il più “artigianale” tra i birrifici industriali italiani. Ebbene a inizio luglio l’impianto di produzione di è arricchito di un nuovo, gigantesco tino di filtrazione, del peso totale di oltre 21 tonnellate. Visto le dimensioni, è stato spedito da Bürgstadt (in Baviera) fino in Italia separato in 4 parti. Un viaggio non proprio agevole, che ha comportato anche la chiusura temporanea della strada che porta a Lagundo a causa della larghezza del tino. Una volta saldate tra loro, le quattro parti unite avranno un diametro di 8 metri. Ah, inoltre la Forst ha da poco lanciato il suo nuovo sito web, dove campeggia in bella mostra lo spot con i bicchieri antropomorfi, che probabilmente avrete anche visto in tv.
- Una recente ricerca Makno per Assobirra dimostra come la birra sia una bevanda in costante crescita nel nostro paese. Al ristorante è ormai preferita al vino (20,6% contro 18%, anche se immagino la categoria comprenda anche pizzerie e altre particolari tipologie di locale), in generale è apprezzata in modo crescente tra gli italiani, è raddoppiato il consumo quotidiano e quello casalingo. In generale sembra aumentare anche la consapevolezza dei consumatori: la schiuma, ad esempio, è ormai considerata importante per 3 bevitori su 4, fatto che dimostra un’inversione di tendenza rispetto a uno dei luoghi comuni storici sulla bevanda. Per i dettagli visitate il sito di Assobirra.
- Infine, sta rimbalzando su diversi organi mainstream (come Repubblica) la notizia che le donne stanno acquistando un crescente spazio come assaggiatrici di birra, grazie alla loro naturale predisposizione nei confronti delle sensazioni olfattive. Attenzione però, perché si parla più che altro di addette al controllo qualità delle grandi industrie, dove sembrerebbero più abili dei colleghi maschi nello scovare i difetti della birra. Tanto per capirci, la aziende citate sono SABMiller, Carlsberg e la già citata Forst.
veramente sulla foto c’è scritto nuova sala cottura…
@bertinotti
Sì perché il tino sarà uno degli elementi della nuova sala di cottura, la quinta
Tra sala di cottura e tino di fermentazione però c’è una sottile differenza.. 🙂
Sì, ho modificato la didascalia
@ Andrea
Eh, eh Andrea, certi errori non si fanno, non mi fare arrabbiare il Berti.