Da qualche ora sono disponibili i risultati della World Beer Cup, uno dei più importanti concorsi al mondo sulla birra artigianale, organizzato ogni due anni dall’americana Brewers Association. Dopo il totale digiuno della scorsa edizione, come appassionati italiani possiamo tornare a sorridere perché sono due i birrifici (entrambi toscani) che sono riusciti a conquistare una medaglia. Il riconoscimento più prestigioso è stato ottenuto dal Birrificio del Forte con La Mancina, capace di ottenere l’oro nella categoria delle Belgian Pale Strong Ale. Ma un ottimo risultato è anche quello del birrificio Brùton, che ha conquistato un bronzo con la sua Bruton di Brùton tra le Summer Ale. Rispetto al 2014, ultima edizione in cui i produttori italiani andarono a podio, il totale delle medaglie è inferiore (all’epoca furono 4), tuttavia l’oro mancava da ben otto anni, quando a conquistare il metallo più prezioso fu la Vudù del Birrificio Italiano.
Questi dati restituiscono il senso dell’impresa compiuta da Francesco Mancini del Birrificio del Forte, che ancora una volta ha dimostrato di essere uno dei migliori birrai che abbiamo nel nostro paese. Le sue creazioni continuano a mietere successi sia in Italia che all’estero e in particolare La Mancina si conferma come una delle migliori produzioni nella sua tipologia. Basti pensare ai premi che questa birra ha ottenuto negli ultimi anni: oro solo pochi mesi fa a Birra dell’anno 2018, bronzo a Birra dell’anno 2017, argento allo European Beer Star del 2016, bronzo a Birra dell’anno 2016, oro a Birra dell’anno 2015, oro allo European Beer Star 2014. E qualche ora fa questa splendida, ennesima affermazione. Una Belgian Strong Ale di altissimo livello ed esempio dell’eccezionale capacità di Francesco di districarsi con i non facili stili belgi, soprattutto in un periodo in cui vanno per la maggiore ben altri tipi di birre.
Merita menzione anche la terza posizione conquistata dal birrificio Brùton, un produttore troppo spesso sottovalutato e che invece meriterebbe maggiore attenzione sia per i tanti premi ottenuti in Italia e all’estero, sia soprattutto per la qualità delle sue birre. La Bruton di Brùton – che appena qualche settimana si era aggiudicata un bronzo anche al Barcelona Beer Challenge – è stata superata solo dalla Beaverton Blonde di Golden Valley (oro) e dalla Provider di Steel Toe (argento), in una categoria che immaginiamo straordinariamente affollata. Davvero un bel risultato per Iacopo “Apo” Lenci e tutto lo staff del birrificio, che immaginiamo davvero felici per questa prestazione.
Quest’anno la World Beer Cup è cresciuta ulteriormente, raggiungendo numeri davvero impressionanti. Il totale delle birre iscritte ha superato l’incredibile muro delle 8.000 unità, fermandosi a 8.234 (+25% rispetto al 2016). I birrifici presenti sono stati 2.515 a rappresentanza di 66 nazioni, la maggior parte dei quali, come al solito, provenienti dagli Stati Uniti: solo il 32% di essi (807) arrivava da altri paesi. Non deve perciò sorprendere se la stragrande maggioranza delle medaglie è stata assegnata a birrifici statunitensi, aspetto che rende molto interessante la percentuale di vittoria per ogni nazione calcolata sul numero di birre iscritte a concorso. Scopriamo allora che gli USA sono solo in settima posizione, perché hanno sì conquistato 242 riconoscimento, ma a fronte di 5.814 birre presentate (4%). Davanti al paese ospitante troviamo sia realtà che sono riuscite nell’exploit (Panama, Taiwan, Finlandia), sia superpotenze mondiali del settore (Belgio, Regno Unito, Olanda). L’Italia è in undicesima posizione (3%).
L’elenco totale dei riconoscimenti assegnati (qui scaricabile in pdf) è ovviamente sconfinato, con 302 medaglie suddivise in 101 categorie (lo scorso anno erano state 96). Se i conti non vi tornano è perché i giudici hanno deciso di non attribuire l’oro nella categoria 36, quella delle International-Style Pilsner. Spulciando i nomi non è raro imbattersi in marchi controllati dalle multinazionali o in birre prodotte direttamente dall’industria. La World Beer Cup non pone limiti alle iscrizioni in questo senso – a differenza, ad esempio, del nostro Birra dell’anno – quindi situazioni del genere possono (più o meno) tranquillamente accadere: pensate che nelle due prime edizioni del concorso (2004 e 2006) le uniche birre italiane premiate furono di Birra Moretti. Tornando ai riconoscimenti, quest’anno curiosamente mancano i premi generali, che fino allo scorso anno venivano assegnati a birrifici e brewpub in base alla loro dimensione.
Tra le tante informazioni fornite dall’organizzazione del concorso ce n’è una particolarmente interessante, che difficilmente troviamo in concorsi del genere: l’elenco di tutti i birrifici partecipanti. Consultando la relativa pagina del sito, scopriamo che l’Italia ha portato alla World Beer Cup 65 produttori, tra cui alcuni molto in voga nell’ambiente. L’obiettivo per la prossima edizione è di riuscire a piazzare a podio un numero maggiore di birrifici italiani, alzando quel Winning Rate che probabilmente vale più delle singole medaglie, almeno a livello generale. Per il momento godiamoci i due riconoscimenti di quest’anno, facendo i complimenti a Birrificio del Forte e Brùton.