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La beffa che si rinnova: ancora una riduzione delle accise a favore dell’industria

Vi ricordate quale sorpresa riservò la politica italiana al comparto brassicolo artigianale poco meno di un anno fa? Vi rinfresco la memoria: una clamorosa beffa rappresentata dalla riduzione delle accise di 2 centesimi di euro per ogni ettolitro prodotto. Perché una beffa? Perché fu una riduzione che, in barba agli emendamenti su cui Unionbirrai e alcuni politici avevano lavorato per mesi, non prevedeva una distinzione tra industria e microbirrifici, applicandosi a tutti i produttori indipendentemente dalle loro dimensioni. Di conseguenza l’intervento ebbe in termini assoluti un effetto tangibile solo per le multinazionali, mentre ai birrifici artigianali non restò che accontentarsi dell’offensivo risparmio di poche centinaia di euro su base annua. Insomma, fu una presa in giro colossale e su questo furono tutti d’accordo. Ma come definire una presa in giro ricorrente, che torna a distanza di un anno? Avete capito bene, poiché è notizia di qualche ora fa che nella Legge di Stabilità in via di approvazione sarebbe prevista una riduzione delle accise esattamente identica a quella di novembre 2016: ancora 2 centesimi di euro e ancora destinata a tutto il settore, senza alcun distinguo.

L’allarme è stato lanciato questa mattina proprio da Unionbirrai sul suo sito web, tramite un comunicato stampa di cui riportiamo gli estratti salienti:

Da notizie dell’ultim’ora, nella nuova legge di bilancio (cosiddetta ex finanziaria) arriva una nuova aliquota accise. A partire dal 2019 l’aliquota sarà unica: 3 euro/ettolitro/grado-plato, in sostituzione dei 3,02 euro/ettolitro/grado-plato attuali. Insomma, due centesimi in meno. Cosa buona? No. Un’aliquota indifferenziata per grandi, piccoli, produttori industriali ed artigianali è sbagliata, ingiusta e favorisce il gap competitivo a favore delle grandi industrie. […]

Unionbirrai è diventata associazione di categoria da meno di un anno. Stavolta, seppur alle prime armi, c’era. Ha a lungo interloquito con tutte le parti politiche, nessuna esclusa; tutto l’arco parlamentare è stato coinvolto, sensibilizzando tutti, anche per iscritto, sulla necessità assoluta di evitare una riduzione indifferenziata. A questo punto, tutti sapevano tutto, erano informati e sensibilizzati. Non ci sono quindi alibi. La scelta, sbagliata ed ingiusta, di un ribasso indifferenziato è consapevole e, come tale, ancor più colpevole.

Come forse saprete, il lavoro di Unionbirrai per sensibilizzare il mondo della politica sulle esigenze dei piccoli produttori (soprattutto in termini di accise) va avanti da anni. Nonostante il costruttivo dialogo instaurato con le diverse parti politiche e gli emendamenti in linea con le istanze dell’associazione, il risultato di oggi è quanto di più lontano dalla visione dei microbirrifici e un intervento che non porta alcun vantaggio, mantenendo piuttosto una situazione assolutamente gravosa.

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Oltre alla beffa in sé, difficilmente pronosticabile, lasciano esterrefatti alcune dichiarazioni ufficiali del mondo della politica, come quelle dell’on. Luca Sani che ricopre il ruolo di Presidente della Commissione Agricoltura della Camera – cioè la commissione che si è occupata dell’argomento. Sul suo profilo Twitter ha infatti dichiarato che la riduzione delle accise in via di approvazione dimostra il costante impegno a favore dei piccoli birrifici.

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Una gaffe che si spiega solo in due modi: o il Presidente della Commissione Agricoltura non ha capito nulla delle necessità dei microbirrifici, o il suo è un tentativo di far passare questo intervento per qualcosa che non è.

Per avere una visione completa di quanto accaduto nella mattinata ho raggiunto telefonicamente Andrea Soncini del Birrificio Oldo, che è uno dei membri del consiglio direttivo di Unionbirrai nonché una delle risorse coinvolte sul tema (almeno da quest’anno). A lui ho rivolto alcune domande per capire quanto avvenuto.

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Ciao Andrea, cosa ne pensi di questa ulteriore riduzione delle accise?

Premesso che la nostra posizione è quella espressa dal comunicato di oggi, secondo me la questione è in parte da ridimensionare. Il motivo è che la nuova Legge di Stabilità curiosamente prevede che la riduzione delle accise si applichi a partire dal 2019, riferendosi quindi a un contesto che sarà oggetto della prossima Finanziaria. In altre parole l’intero provvedimento potrebbe essere rimesso in discussione in futuro, rendendo praticamente insignificante il suo attuale valore, almeno dal nostro punto di vista. La frittata è preannunciata, ma non è fatta.

Pensi quindi che ci siano dei margini per riformulare il provvedimento nei prossimi mesi?

Vorrei che sia chiaro che noi come Unionbirrai abbiamo lavorato, coinvolgendo tutti i gruppi parlamentari, nessuno escluso: 5 Stelle, PD, Lega e gruppi trasversali come il Club dei parlamentari amici della Birra. Detto questo, c’erano degli emendamenti alla Legge di Stabilità che incontravano i nostri interessi coerentemente con i due temi su cui ci battiamo da anni: disciplina a scaglioni per le accise e semplificazione della stessa con rilevazione a livello di magazzino. In particolare uno degli emendamenti prevedeva una riduzione a 2,93 € per tutti i produttori, in aggiunta a una logica per produzione annua: -30% sotto i 60.000 hl e -40% sotto i 10.000 hl.

La cosa che a noi da veramente fastidio è che chi ha approvato questa riduzione beffarda sta facendo finta di niente. Non ci sono più alibi: stiamo parlando di emendamenti trasversali e di questioni sollevate e ribadite negli anni. Non nutrivamo grandissime speranze, ma considerando il coinvolgimento delle diverse parti politiche e l’innalzamento del PIL italiano, ci aspettavamo un esito completamente diverso. Sinceramente non so dirti che cosa sia scattato e quali siano le ragioni di questa evoluzione. Per fortuna ci sono anche aspetti positivi: ora abbiamo un testo sul quale si sono impegnati tutti i gruppi parlamentari e Unionbirrai oggi si presenta come associazione di categoria e non più come soggetto culturale.

Cosa ne pensi delle dichiarazioni dell’on. Luca Sani? Ritieni che siano figlie di un vostro fallimento nel far capire alle politica le esigenze dei microbirrifici o una comunicazione di stampo “politichese” non particolarmente riuscita?

Io non so quali ragionamenti abbia fatto l’on. Sani o chi per lui. So solo che siamo stati perfettamente trasparenti con tutti i nostri interlocutori, che sapevano molto bene quali erano le nostre istanze. Non abbiamo avuto alcun segnale che la questione potesse evolvere in questo modo.

Alla luce di quanto accaduto pensate che sia opportuno cambiare strategia o interlocutori?

Considerando che la beffa diventerebbe concreta solo dal 2019, al momento la nostra idea è di continuare per la strada già tracciata. La priorità è risalire ai motivi che hanno portato a questo provvedimento e poi rafforzare il percorso intrapreso potendo godere del nuovo status di associazione di categoria. Capiremo quale strategia adottare, ma siamo fiduciosi dei risultati ottenuti negli ultimi tempi, in particolare essere riusciti a ottenere il sostegno di parlamentari di diversa estrazione politica.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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