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Un beer lover in Nazionale: intervista a Luca Gatteschi

gatteschiForse stenterete a crederlo, ma nella Nazionale italiana che si appresta a debuttare ai Mondiali di calcio in Brasile c’è un pizzico di passione per la birra artigianale. Il portabandiera di noi beer lover è infatti Luca Gatteschi, che dal 2006 – sì proprio quel fatidico anno – è in pianta stabile nello staff medico degli azzurri. Luca è medico e nutrizionista, specializzato in Medicina dello Sport e con un impressionante curriculum professionale in ambito sportivo. Ma è soprattutto un grande appassionato di birra artigianale, tanto che da alcuni edizioni è giudice nel più importante concorso birrario d’Italia: Birra dell’anno di Unionbirrai. Ho approfittato dell’approssimarsi dei Mondiali per contattare Luca e sottoporgli alcune domande su birra, alimentazione e sport. Le risposte – per le quali lo ringrazio enormemente – sono molto interessanti e faranno crollare più di qualche credenza al riguardo. Buona lettura.

Luca tu sei medico e nutrizionista, oltre che un grande sportivo. Tuttavia l’aspetto più importante per noi è che sei anche un amante di birra artigianale. Com’è nata questa tua passione? Come l’hai sviluppata in questi anni?

La passione è nata molti anni fa grazie ad alcuni amici di qualche anno più grandi, e poi approfondita in occasione di un bel viaggio in Belgio e Olanda. Conoscendo questa passione mi fu chiesto di organizzare alcuni corsi e una serata per il consolato britannico, e da li è esploso tutto. Successivamente ho cercato di non perdere occasione per aumentare contatti e conoscenze. Il mio lavoro, e non solo quello con la nazionale di calcio, mi ha portato a viaggiare molto: questo rende più difficile essere disponibile per organizzare corsi o serate, ma cerco di approfittarne per “allargare” le mie esperienze pratiche con e sulla birra.

La tua specializzazione è nel campo della nutrizione e dell’alimentazione, quindi chi meglio di te conosce il ruolo della birra in un contesto del genere. A tal proposito mi sembra utile approfondire un tema molto dibattuto: può la passione per la birra sposarsi con uno stile di vita salutare? Se sì, bisogna osservare precise accortezze?

La risposta è sicuramente sì. Le uniche accortezze sono quelle di tenere conto che l’apporto di alcol non deve superare il limite massimo consigliato nella giornata, e di considerare la quantità di calorie, che non sono comunque superiori a quelle di molti alimenti comuni. Per dare un riferimento una bottiglia da 330 ml di birra con 4-5 gradi ha un apporto calorico leggermente inferiore a quello della stessa quantità di un succo di frutta.

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A tal riguardo il consumo di birra artigianale rispetto a quella industriale porta vantaggi o svantaggi? Per quali motivi?

I vantaggi sono quelli legati a un consumo di un alimento più fresco e vivo, meno trattato. Quindi il consumo di birra artigianale, ricordando sempre di aggiungere “di qualità”, non cambia l’apporto alcolico ed energetico, ma migliora quello di vitamine del gruppo B e di minerali.

Questa è una ottima notizia per noi appassionati! Passando oltre, proverbiale è la tua dedizione verso l’attività sportiva, che ha contribuito a farti entrare nello staff medico della Nazionale. La domanda quindi è quasi automatica: è possibile concepire come compatibili l’attività sportiva (anche a livello agonistico) con un consumo continuativo di birra? Oppure gli sportivi devono mettersi l’anima in pace e rinunciarvi nel modo più assoluto?

Di nuovo sicuramente sì. La differenza è che lo sportivo, a tutti i livelli, deve considerare l’influenza negativa che l’assunzione di alcol, anche in quantità moderata, ha sulla capacità di prestazione, ed in particolare sui meccanismi di produzione di energia e su quelli di eliminazione di calore. Quindi sì alla birra, ma mai nelle ore che precedono l’attività.

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Ed  è vera la leggenda (o presunta tale) seconda la quale una birra è meglio dell’acqua per reidratarsi dopo l’attività sportiva?

La birra presenta, rispetto all’acqua, sia vantaggi che svantaggi. Il vantaggio è quello di fornire anche una piccola quota di zuccheri, importanti per il ripristino delle scorte energetiche, e di minerali. Lo svantaggio è dovuto al fatto che l’alcol stimola la produzione di urina, per cui rallenta in parte la reidratazione. Quindi, la birra può essere utilizzata come unica fonte di reintegro solo se le perdite di liquidi sono state di piccola entità, mentre quando le perdite sono state più elevate deve rappresentare solo una parte, piccola, delle bevande utilizzate.

L’intervista sta per concludersi, quindi lasciamo spazio alle curiosità. A tal riguardo mi chiedo sempre se ai calciatori della Nazionale in ritiro in Brasile è consentita una birra ogni tanto, almeno dopo le vittorie.

Certamente, e speriamo che le occasioni siano molte! In qualche occasione ho potuto far assaggiare allo staff qualche birra artigianale di buona qualità, e devo dire l’apprezzamento è stato notevole. Purtroppo in Brasile non avremo molte possibilità di scelta, ma ci accontenteremo.

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In ultimo chiudiamo un pronostico. Secondo te quale risultato otterrà l’Italia ai prossimi Mondiali?

La domanda più difficile! Tutti ci stiamo impegnando e ci impegneremo per permettere di esprimere il massimo risultato. Ti dico solo che spero al mio rientro di dover offrire molte birre, artigianali ovviamente.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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9 Commenti

    • Non mi sembra abbia scritto questo.
      Anzi, a voler leggere bene, senza entusiasmarsi per partito preso, conferma le solite limitazioni delle bevande alcoliche.

      P.S.
      per la cronaca ci sono studi che dimostrano che la coca cola è un buon integratore nelle attività di endurance. Sicuramente sembrerà strano ai più; insomma si può dire tutto e il contrario di tutto.

      • Beh ci mancherebbe che le bevande alcoliche non siano limitate, alla fine l’alcol è una sostanza tossica per l’organismo.
        Il punto è che la birra è meno invasiva (o negativa) di quanto l’opinione pubblica voglia far pensare. Secondo me il senso dell’intervista è questo: non solo la birra è compatibile con uno stile di vita “sano”, ma – volendo estremizzare – offre piccoli vantaggi anche per chi pratica attività fisica ricorrente (e a livello agonistico).

        • Sulla prima parte sono d’accordo, e ci mancherebbe. Una tipopils la sera non può far male a nessuno.

          Penso che il senso del discorso fosse che una birra ogni tanto può essere “tollerata” da un atleta senza provocare problematiche particolari.

          Non mi convince però il fatto che possa essere utile in qualche modo e dubito che ai calciatori sia concesso qualsiasi tipo di alcolico in preparazione o durante i ritiri.

          P.S.
          ovviamente cocktail e alcolici vari lontano dagli sguardi indiscreti si sprecano; e lì sta giusto alla professionalità dell’atleta regolarsi.

          • No utile no, altrimenti invece di reintegratori gli sportivi andrebbero avanti a suon di Keller 🙂 Però non vedo quali ripercussioni negative può avere una birra a fine giornata per un calciatore, se ovviamente non diventa un’abitudine strettamente quotidiana. Questo da un punto di vista prettamente sportivo, poi i regolamenti che hanno le squadre in ritiro è un altro discorso

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