Sembrava una provocazione destinata a una magra figura, invece il Partito della Birra in Austria ha ottenuto un successo senza precedenti. Alle elezioni presidenziali di domenica 9 ottobre, infatti, il movimento fondato da Marco Pogo, al secolo Dominik Wlazny, si è piazzato al terzo posto, raggiungendo l’8,4% dei voti. Le elezioni sono state vinte da Alexander Van der Bellen, che è stato riconfermato Presidente con il 56,1% dei voti, seguito da Walter Rosenkranz del Partito delle Libertà di estrema destra (17,9%). Il Partito della Birra è andato ben oltre il 5% che i sondaggi gli accreditavano, risultando addirittura il secondo partito più votato a Vienna, con oltre il 10% delle preferenze arrivate soprattutto tra i giovani under 30. Da notare che nel 2020, sempre nella capitale austriaca, il Partito della Birra aveva ottenuto solo l’1,8% alle elezioni comunali.
Ricordiamo che il Bierpartei si definisce un “movimento birrocratico” e punta a instaurare una “birrocrazia” fondata sulla libertà di opinione e di scelta delle birre da bere. Promuove le proprie idee attraverso video satirici, rivolgendosi a chiunque abbia voglia di cambiare lo status quo. Tra le sue proposte c’è la creazione di una fontana di birra nel centro storico di Vienna, la fornitura mensile di un fusto di birra a tutte le famiglie austriache, l’abolizione delle tasse sulle bevande in bar e locali, sostegni speciali per le “persone con meno talento nel bere”, l’imposizione di test attitudinali obbligatori per i politici, la predisposizione di aiuti di stato a favore del settore culturale.