Sembra il soggetto di un film comico, ma è tutto vero. Alle prossime elezioni politiche che si terranno in Austria a inizio ottobre, si potrà barrare il simbolo del Partito della birra, il Bier Partei. Il movimento è stato fondato nel 2015 come atto satirico, ma negli anni ha guadagnato un discreto seguito, tanto da aver raggiunto circa mille tesserati ed essere riuscito a far eleggere 11 consiglieri distrettuali a Vienna. Il fondatore, Marco Pogo, ala secolo Dominik Wlazny, è un ex medico di 35 anni che il 9 ottobre sfiderà altri sei candidati alla presidenza del paese, tra cui l’uscente Alexander Van der Bellen. Il partito si definisce un “movimento birrocratico” e punta a instaurare una “birrocrazia” fondata sulla libertà di opinione e di scelta delle birre da bere. Promuove le proprie idee attraverso video satirici, rivolgendosi a chiunque abbia voglia di cambiare lo status quo. I messaggi alternano toni spiccatamente ironici con momenti più impegnati.
Tra le proposte del Bierpartei c’è la creazione di una fontana di birra nel centro storico di Vienna, la fornitura mensile di un fusto di birra a tutte le famiglie austriache (la quantità è calcolata sulla composizione del nucleo familiare, bambini compresi), l’abolizione delle tasse sulle bevande in bar e locali, sostegni speciali per le “persone con meno talento nel bere”, l’imposizione di test attitudinali obbligatori per i politici, la predisposizione di aiuti di stato a favore del settore culturale. Il Partito della Birra afferma che la diversità della cultura birraria arricchisce la vita, dunque si dimostra tollerante nei confronti delle birre straniere. Disprezza invece le Radler, considerandole evidentemente un’aberrazione dell’idea di birra – come dargli torto!
Nonostante le idee ampiamente condivisibili, al momento i sondaggi attribuiscono a Pogo un misero 5%. Chissà se i risultati ai seggi riserveranno qualche sorpresa…