Venerdì 7 e sabato 8 ottobre si è tenuto a Kortrijk, nelle Fiandre Occidentali, l’Oud Bruin Fest, il primo festival di sempre dedicato alle Oud Bruin (ma con una buona presenza di Flemish Red Ale). Originariamente avrebbe dovuto tenersi nel dicembre del 2021, ma l’ondata di Covid in Belgio aveva costretto gli organizzatori al rinvio. C’era quindi piuttosto interesse da parte degli appassionati per questa rassegna completamente dedicata a uno stile di birra che, dopo essere stato dimenticato per troppo tempo, oggi viene invece riprodotto e apprezzato sempre di più.
Nonostante a livello belga la distinzione non sia così marcata, nelle competizioni birrarie internazionali si è soliti denominare come “Oud Bruin” le birre che vengono prodotte nelle Fiandre Orientali (in particolare nella zona di Oudenaarde) e in “Flemish Red Ale” le birre prodotte nelle Fiandre Occidentali (in particolare nella zona di Roeselare). Tradizionalmente ambedue gli stili sono realizzati tramite un blend di birra giovane e birra invecchiata. Le Oud Bruin sono caratterizzate dall’utilizzo di tini di acciaio per la fermentazione e da un’acidificazione tramite batteri lattici che contribuiscono a esaltare la parte maltata. Le Red Flemish Ale sono contraddistinte dall’utilizzo di tini di quercia e da fermentazioni tramite batteri acetici, lattici e da lieviti selvaggi. Rispetto alle Oud Bruin hanno un’acidità più acetica e sono più “vinose”.
Per molti anni questi stili sono stati confinati alle rispettive zone originarie del Belgio, tuttavia la rivoluzione delle birre artigianali ha fatto sì che nuovi produttori, in diverse regioni del paese, si lanciassero, con buon risultati, nella loro produzione.
Sugli scudi è sicuramente il Birrificio t’Verzet, situato ad Anzegem, organizzatore e motore produttore del festival, oltre che della produzione del Megablend, realizzato la prima volta nel 2021 e replicato quest’anno – molto più buona la seconda edizione per la cronaca. Il Megablend è prodotto miscelando le creazioni dei vari produttori e prende spunto da quello brassato da diversi anni dai produttori Horal del Pajotteland in occasione del Toer de Geuze.
L’Oud Bruin Fest si è tenuto in un locale solitamente adibito allo stoccaggio merci nella zona industriale di Kortrijk. È stato un festival molto ben riuscito, a dimensione umana e con un’eccellente scelta di birra, a cui hanno partecipato tanti bevitori locali ma anche diversi appassionati stranieri. Oltre agli organizzatori di t’Verzet erano presenti birrifici storici come Lindemans, Cnudde, Van Steenberge, Omer Vander Ghinste, Rodenbach, Strubbe, Van Honsebrouck, De Brabandere, Verhaeghe, De Struise e De Ranke. Non mancavano birrifici più giovani ma con prodotti interessantissimi, come Alvinne, Vandewalle, Sosab, Toye, Rolling Hills e De Leite. Per i beerhunters e gli amanti dell’hype è stato inoltre possibile degustare i prodotti del birrificio Antidoot, le cui birre, molto buone, sono praticamente introvabili data la fama che le accompagna.
Inoltre erano presenti birrifici provenienti da altre parti del Belgio che si sono lanciati nella produzione di Oud Bruin: da Bruxelles Ermitage, Source, Brasserie de la Senne e Brussels Beer Project, da Gent DOK Brewing. Infine, a dimostrazione di come le Oud Bruin abbiamo definitivamente travalicato i confini delle Fiandre e del Belgio in generale, non mancava una folta rappresentanza straniera: il “nostro” Loverbeer (presente il birraio Valter Loverier), i norvergesi Nøgne Ø e Haandbryggeriet, l’ungherese MadX, lo svedese Brekeriet, l’estone Tanker, lo scozzese Holy Goat e il francese Brasserie du Pays Flamand.
Oltre ai classici stand, la due giorni proponeva alcune interessanti masterclass con i birrai presenti con degustazioni annesse. Fra i prodotti migliori che ho degustato segnalo la Cuvée Uncle Paul della Brasserie de Leite e la Haandbakk di Haandbryggeriet.
Il festival, a mio avviso, è destinato a diventare uno degli appuntamenti fissi è più interessanti del panorama brassicolo belga e continentale. Sarà interessante osservare nei prossimi anni se le Oud Bruin e le Flemish Red Ale riusciranno a ripercorrere la scalata al successo del Lambic e se, anche in questo angolo di Belgio, i birrifici locali si federeranno con un’associazione modello Horal.