Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto? È questa la domanda che nasce spontanea spulciando i risultati dello European Beer Star (qui disponibili in pdf), uno dei più importanti concorsi birrari del mondo. La cerimonia di premiazione tenutasi ieri ha infatti regalato un nuovo record di medaglie per i nostri birrifici, ma anche qualche delusione per loro la distribuzione, non propriamente omogenea. I riconoscimenti totali sono stati 32, dato che migliora il primato registrato lo scorso anno, ma gli ori appena 4: un calo piuttosto evidente dopo cinque edizioni in cui l’Italia era tornata a casa con non meno di sette medaglie d’oro (e 9 nelle ultime tre edizioni). In altre parole è stata una spedizione vincente ma un po’ sfortunata, perché gli argenti sono stati 15 e i bronzi 13: sarebbe bastato davvero poco per rendere ancora più prestigiosa la partecipazione italiana al concorso di Monaco di Baviera. Ma proprio per questo motivo possiamo considerare il bicchiere mezzo pieno: in diversi casi è mancato lo step finale, ma nel complesso il movimento si dimostra decisamente in salute. Su Beer Zone abbiamo creato una sezione che riepiloga tutte le birre italiane premiate allo European Beer Star.
A proposito di concorsi birrari, nel commento ai risultati di Birra dell’anno di qualche mese fa sottolineammo (in maniera un po’ provocatoria) il dominio di Ritual Lab e MC-77 nei principali contest nazionali degli ultimi due anni. E indovinate quali sono i birrifici italiani che meglio si sono distinti allo European Beer Star? Proprio loro. Ritual Lab ha ottenuto un oro, due argenti e un bronzo. Il metallo più prezioso è arrivato grazie alla recente Kush, che si è imposta nella difficilissima categoria delle American IPA, mentre i due argenti sono stati assegnati alla Nerd Choice (Session Beer) e alla Head Space (American Pale Ale) e il bronzo invece è stata premiata la Papa Nero (Ultra Strong Beer). Se non vado errato – ma potrei sbagliarmi – è stata la prima partecipazione di Ritual Lab allo European Beer Star e non poteva esserci debutto migliore.
Il marchigiano MC-77 ha invece conquistato una medaglia per ogni metallo. L’oro è arrivato nella categoria delle Witbier grazie alla San Lorenzo, migliorando la prestazione dello scorso anno quando si era fermata sul gradino più basso del podio. Con l’argento è stata premiata la coraggiosissima Zebster Bitterbier (categoria affumicate), appartenente a un antico stile della Germania centro-orientale, mentre il bronzo è stato ottenuto dalla Fleur Sofronia nella categoria Herb and Spice. Da notare che a fine agosto MC-77 aveva trionfato a Birra dell’anno quasi con le stesse birre: anche in quel caso la San Lorenzo era arrivata prima e la Zebster Bitterbier seconda, a cui si era aggiunto l’oro della Breaking Hops. Questa costanza trasversale e ripetuta di anno in anno restituisce il livello raggiunto ormai dalle produzioni di MC-77.
Il terzo oro italiano è stato conquistato dalla Cosmic del Birrificio Lambrate (sito web), che ha sbaragliato la concorrenza nella categoria delle Session Beer. Se siete attenti saprete che una parte di quella concorrenza è stata incarnata proprio dalla Nerd Choice di Ritual Lab: in altre parole la categoria è stata praticamente dominata dall’Italia, che ha lasciato le briciole (cioè il terzo posto) allo statunitense Anderson Valley con la sua Black Rice Ale. Il quarto oro infine è stato ottenuto dalla Vineyard di Birra Gaia (sito web), che merita un discorso a parte. Questa birra infatti appartiene allo stile delle Italian Grape Ale, ma lo European Beer Star non prevede una categoria apposita. È stata allora iscritta tra le Fruit Beer, riuscendo non solo a trionfare, ma addirittura a precedere un prodotto storico come la Framboise di Boon. Un ottimo risultato dunque per il birrificio brianzolo, ma anche un’ulteriore consacrazione per una tipologia che celebra la cultura brassicola italiana.
Tutte le birre italiane premiate
Chiusa la purtroppo breve parentesi dedicati agli ori, vediamo gli altri risultati italiani allo European Beer Star. L’Umbria si conferma una regione brassicola di alto livello, con due birrifici locali che non solo hanno portato a casa un argento e un bronzo ciascuno, ma soprattutto lo hanno fatto con birre già premiate nell’edizione 2020. Abbiamo già spiegato quanto sia difficile e importante confermarsi di anno in anno, dunque questi riconoscimenti valgono doppio. Birra dell’Eremo è riuscito nell’impresa ottenendo un argento con la Tuka nelle Specialty IPA (così come nel 2020) e un bronzo con la Selva Sour nella categoria a fermentazione spontanea (prima nel 2020, quest’anno concorreva anche la Geuze Mariage Parfait di Boon che non a caso ha ottenuto l’oro). Birra Perugia ha imitato i vicini di casa con l’argento della Cosmo Rosso tra le Bitter (prima nel 2020) e con il bronzo della ILA nelle Strong Ale (seconda nel 2020).
Poco sopra abbiamo citato due medaglie italiane nella stessa categoria, ma quello delle Session Beer non è stato un caso isolato. Nelle Herb and Spice la già citata Fleur Sofronia è stata preceduta dalla Witwit di Nix (una Double Blanche), mentre la ILA di Birra Perugia ha dovuto lasciare il passo alla Fortezza Nuova di Piccolo Birrificio Clandestino, che lo scorso anno aveva conquistato un oro. Interessante quanto accaduto nella categoria delle American IPA, dove è andato in scena un interessante derby: la Head Space di Ritual Lab, che abbiamo segnalato in apertura, è infatti arrivata seconda ai danni della Siki di Alder, terza. Proprio in questi giorni i due birrifici sono stati protagonisti della cotta di una birra collaborativa, di cui abbiamo scritto ieri. Sempre Alder ha poi portato a casa anche un prestigioso argento nelle Stout con la sua Brick Lane.
Oltre a quelli citati, ci sono altri birrifici italiani che hanno ottenuto almeno due medaglie. Hammer ha conseguito due argenti grazie alla Spring (Traditional IPA) e alla Daarbulah (Imperial Stout); Batzen ha conquistato un argento con la Julitta IGA (Sour e Fruit Sour) e un bronzo con la Honey (birre al miele); Biren è stato premiato con due bronzi grazie alla Tosco (Rauchbier) e alla Extra Charlotte (Weizenbock scure). Restando alle seconde piazze troviamo poi l’argento (un miglioramento rispetto al bronzo del 2020) della Ocra di Diciottozerouno (Saison moderne), quello della Saison del Villaggio di Birrificio del Forte (Saison tradizionali), quello della Flavia di Rubiu (Belgian Golden Strong Ale) e quello della Rauch di Grand St. Bernard (Rauchbier). Passando ai bronzi invece occorre segnalare la Danko di 50&50 (Robust Porter), la Magnus di Croce di Malto (Dubbel), la Blue Tornado di Liquida (Double IPA) e la Dirty Love di Lucky Brews (Lager moderne) e l’Alba di Serra Storta (Strong Smoke).
Curiosamente quest’anno le medaglie italiane sono mancate in stili più tradizionali, come quella delle Pils non filtrate che i nostri birrifici dominavano da anni. Ma l’aspetto davvero positivo è che l’Italia si conferma seconda nazione per totale di riconoscimenti, subito dietro gli imprendibili tedeschi padroni di casa. E quindi una volta di più il bicchiere appare mezzo pieno, ma anche fosse mezzo vuoto berremmo ugualmente. Complimenti ai birrifici premiati per questa ennesima grande prestazione in uno dei concorsi più prestigiosi del mondo. Abbiamo bisogno anche di queste notizie per chiudere il 2021 e cominciare al meglio il 2022.
La vera chicca del concorso è la Delirium Tremens che trionfa nella categoria delle Tripel.
🙁
[…] record, portando a casa 35 medaglie totali. È il miglior risultato di sempre, che rappresenta un piccolo ma significativo passo avanti rispetto allo scorso anno: nel 2021 i riconoscimenti furono 32, ma le medaglie d’oro appena quattro. Questa volta […]