Come molti di voi sapranno, sabato scorso è stato assegnato il premio Birraio dell’anno 2015, che è andato a Fabio Brocca del Birrificio Lambrate di Milano. Fabio ha preceduto nell’ordine Valter Loverier di Loverbeer, Agostino Arioli del Birrificio Italiano, Bruno Carilli di Toccalmatto e Francesco Mancini del Birrificio del Forte. È una vittoria importante, che arriva a 20 anni esatti dall’apertura del Lambrate e in un momento di transizione fondamentale per l’azienda: possiamo considerarlo un ottimo punto di ripartenza per inaugurare una nuova fase nella straordinaria carriera del birrificio meneghino. È inoltre un riconoscimento che da una parte eleva all’attenzione dell’opinione pubblica un birraio che per troppo tempo è rimasto dietro le quinte, dall’altra premia tutta la “famiglia” Lambrate, segno distintivo di questo storico produttore.
Come in tutti i concorsi che si rispettino non sono mancate le polemiche – stimo chi ha ancora ha la forza di seguirle 🙂 – ma mi sembra che la vittoria di Fabio Brocca abbia messo un po’ tutti d’accordo. Il concorso Birraio dell’anno dovrebbe premiare gli ultimi 12 mesi di produzione, ma talvolta i giudizi arrivano senza tener troppo conto di questa importante regola. Che dunque sia stato inteso come un riconoscimento per le performance del 2015 o per l’intera carriera del Lambrate poco importa (almeno ai fini dell’analisi generale): in entrambi i casi la vittoria di Fabio è meritatissima.
È interessante notare che a parte il secondo posto ottenuto nel 2009, nelle precedenti edizioni del contest Fabio Brocca non era mai entrato nei primi 5 e quasi mai nei primi 10. Poco da aggiungere poi sulle posizioni successive: ognuno di noi ovviamente avrà le sue preferenze, ma è pacifico che gli altri quattro birrai menzionati rispondono tutti a nomi di primaria importanza nella scena brassicola nazionale.
Sempre sabato è stato anche assegnato il premio per il Birraio emergente. Qui a trionfare è stata la coppia Cecilia Scisciani e Matteo Pomposini di MC-77, che han così ottenuto un (altro) prezioso riconoscimento nel percorso intrapreso ormai tre anni fa, ma cresciuto sensibilmente negli ultimi due. La seconda posizione è andata a Stefano di Stefano del birrificio Argo, mentre la terza a un’altra coppia, quella composta da Gioia Ravasio e Paolo Algeri di Hop Skin. A concludere la graduatoria troviamo nell’ordine Andrea dell’Olmo di Vento Forte e Josif Vezzoli di Birra Elvo. Anche in questo caso la vittoria di MC-77 è tutt’altro che sorprendente: Cecilia e Matteo hanno un grande talento e una straordinaria capacità di confrontarsi con stili e tipologie assai diverse tra loro.
Ora sarà interessante verificare la vittoria di Fabio Brocca in un test difficilissimo come Birra dell’anno di Unionbirrai, il più importante concorso italiano sulla birra artigianale. Lì si giudicheranno le singole birre (in assaggi alla cieca) e non il birraio tout court, ma è chiaro che l’aspettativa nei confronti del Lambrate sarà altissima.
Quali sono i vostri commenti all’edizione 2015 di Birraio dell’anno?
PECCATO NON CI SIA STATO VALERIANI DELL’HAMMER TRA I PRIMI POSTI.
Valeriani non partecipava proprio…
Vincitore perchè è stato finalmente riconosciuto che le sue IPA a bassa sono più pulite e digeribili???