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Come (non) impostare il restyling dell’immagine di un birrificio

Immaginiamo di possedere un birrificio… bella prospettiva, eh 🙂 Ma andiamo avanti… Immaginiamo di voler improvvisamente dare una rinfrescata all’immagine della nostra azienda: nuovo logo, nuove etichette, nuovo sito… insomma, tutto nuovo. Ottima idea, ma ora dobbiamo scegliere che impostazione dare al restyling generale: ci piacerebbe seguire la filosofia dei birrifici più “cool” del momento, con una comunicazione aggressiva, un’immagine giovane, un packaging di sicuro effetto. Perfetto, abbiamo gettato le basi per iniziare il lavoro… eppure… eppure manca ancora un punto di riferimento cui ispirarci. Beh non è difficile, basta guardare al birrificio che ha sconvolto i costumi birrari di mezza Europa: Brewdog!. Ok ci siamo, non ci resta che lanciare la nostra nuova immagine coordinata!

Eccola:

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Eccoci qui. Etichette chiare, scudo nel logo, cagnolino come mascotte e una single hop in produzione che non fa mai male. Ovviamente anche il sito dovrà essere coordinato, magari con qualche altra fonte d’ispirazione, tipo un bollino “Satisfaction 100% Guarantee” già visto altrove. Ogni cosa al suo posto, si parte! Incrociamo le dita e speriamo che la nostra birra diventi famosa in tutta Europa, anzi… in tutta Europa tranne la Scozia!

P.S. Il sito del birrificio in questione oggi non è raggiungibile… peccato.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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43 Commenti

  1. Lo styling di un birrificio secondo me deve andare tra virgolette di pari passo anche all’immagine che vuoi dare alla tua birra, cioè se hai uno styling di impatto come brewdog lo stesso si deve ripercuotere sulle tue birre quindi anch’esse dovranno essere di impatto al consumatore che le vorrà assaggiare!!!non basta usare uno styling uguale ad un altro birrificio per dire che le tue birre sono uguali o meglio di quelle!!!

  2. E’ una vergogna… non oso pensare dove abbiano trovato le ricette.. probabilmente copiate da qualche libro o pagina web vista l’impostazione del birrificio

    • In parte sta funzionando.. immagino che oggi molte più persone del solito hanno visitato la loro pagina Facebook (infatti ho notato che ora hanno aggiunto le immagini delle etichette stile Brewdog, ora che il “fattaccio” è diventato pubblico) e ne hanno parlato..

      Come disse Oscard Wilde “Parlate male di me, ma parlatene”…

  3. A mio avviso è grave sia imitare spudoratamente l’immagine di altri birrifici, che copiarne (cambiando magari solo una consonante o una vocale) i nomi delle birre.
    Tempo fa, Andrea, facesti un post proprio su questo argomento e la gravità è equivalente nei 2 atteggiamenti di “contraffazione”o pseudo-tale.
    Mi chiedo come si possa tentare di “emergere” nel mercato birrario con mezzucci del genere. Mah!!!

  4. Sono senza parole. E ci “preoccupiamo” in Puglia della quantità di birrifici che si ispirano a Federico II con nomi simili di birre…
    Ma questi qui sono ai limiti del plagio!!!

  5. Condanna al 100%.

    Definirsi “artigianale”, quindi direi anche “artista” in termini più ampi (non me ne vogliano pittori, compositori, scultori e scrittori) e poi andare a copiare le “copertine” / perchè magari poi dentro la bottiglia non si sono preoccupati di fare un prodotto simile e con quelle qualità – troppa fatica / è come se oggi scrivessi sul titolo del mio libro “La Divina Commedia” e poi ci fossero le barzellette di Gino Bramieri (sant’uomo!).

    Però.

    Però, se proprio si deve riflettere sopra a questa, chiamiamola “vigliaccata di marketing” (che poi magari ai due Brewdoggers piacerà anche), la riflessione che dobbiamo porre è questa: i “buoni” birrifici italiani, intendo quelli che partono dal fare una buona birra (e NON una buona etichetta!) non dovrebbero aver bisogno di un pò di marketing (anche “furbo”, magari non troppo “vigliacco”) in più per prendersi quei giusti meriti delle loro creazioni?!
    Insomma arrivano premi internazionali, arrivano miglioramenti (leggeri) dei consumi di “artigianale”, non è il momento di pensare che se fai un prodotto “buono”, anzi “ottimo secondo anche la critica”, non agire sul mercato con politiche commerciali forti.., cosi da ottenere anche il giusto successo economico..?!?

    L’ho sparata grossa?!

    • NON penso proprio che ai BD bros la cosa potrebbe piacere. Sono meno disponibili e simpatici di quello che vogliono far credere e -soprattutto- il gioco è bello se lo conducono loro.

      Più che altro mi domando con quale mentalità si possa mettere in piedi una cosa del genere pensando che nessuno lo noti. Io da consumatore mi sento sottovalutato e preso in giro 😀 poi non so se loro non ci arrivano a comprendere la situazione.

      P.S.
      Personalmente già la “vicenda precedente” mi era sembrata sbagliata e da non far passare liscia. alla fine però quelle birre ce le siamo bevuti tutti. ne valeva la pena? mah…

    • questo non è marketing. è violazione di leggi vigenti su marketing e protezione marchi

      se copi il logo nike e fai le tue scarpe e le chiami Nicchio secondo te si fanno due risate o ti fanno scuoiare vivo dai loro avvocati?

  6. Da Toscano mi vergogno…..siamo conosciuti per la fantasia e viviamo in un territorio dove non può mancare l’ispirazione a livello artistico,paesaggistico,storico….
    la mia sensazione è che manca davvero la passione,spero non sia un altro di quei casi dove si cerca di cavalcare l’onda di un settore in crescita e dove apparentemente si hanno facili guadagni,quando non si hanno le capacità di emergere per il prodotto(spero di sbagliarmi,appena avrò l’occasione cercherò di provare le birre) si cerca di farlo con questi mezzucci!

  7. e nel caso della super sayan del bi du? ok, birra mai più rivista ed in tiratura limitatissima (mi sembra di ricordare), ma cmq l’etichetta riportava un disegno di Akira Toriyama, seppur con il volto photoshoppato. può essere considerata violazione anche quella?

  8. ..a questo punto si spera che almeno il prodotto sia buono.

    Per il resto, direi che si sono “ampiamente ispirati”.

  9. Anche io, cadendo in tentazione, ho visto il commento di Schigi sulla loro pagina Facebook che riporto di seguito: “‎”ispirati a loro” mi piace…mi ricorda Troisi in non ci resta che piangere quando fischietta Yesterday”….risultato? Sono stato 30 secondi a ridere follemente!

  10. Che bello vedere molti commenti e manco uno che abbia provato a vedere se esiste davvero il birrificio!

    🙂

    Dovevamo inserire i testi sul sito e mi son detto proviamo a farlo direttamente online così vediamo se qualcuno ci nota….direi che l’esperimento è riuscito. Avete parlato di un birrificio che non esiste..non avete notato che non c’è uno straccio di partita iva in homepage che deve essere obbligatoria per legge?

    Addirittura uno ha scritto una mail simpatica per provare a venirci a visitare per vedere se esisteva il birrificio (letto su mobi).

    Ma manco uno che abbia detto: ma esiste questo birrificio?

    La risposta ve la dò io. No! o almeno non esiste ancora. Lo stiamo preparando e stiamo studiando ancora logo e etichette, le birre le bevono solo i nostri amici e non sono assolutamente in vendita.

    Su una cosa avete ragione a noi piace l’idea brew dog per questo abbiamo reso omaggio ai grandi. Sicuramente faremo etichette e logo diverso al loro, ma le etichette saranno chiare e con tutti gli ingredienti scritti non con un semplice malto luppolo lievito e acqua, fra le altre cose l’acqua proverrà da una sorgente che si trova nel podere dove sorgerà il birrificio.

    Sicuramente la grafica sarà di stile punk…oddio magari qualcuno penserà che abbiamo rubato anche questo ai punkettari brew dog. Chissenefrega! Anche perchè il un nasce nel 77 e anche i brew dog non hanno inventato nulla.

    A noi l’idea piace…una rottura con le birre industriali ma anche con molto mondo dell’artigianale.

    Ora dico ma con tutti i problemi che ha il mondo della birra italiana dovevate perdere tempo a esaminare un birrificio che non esiste?

    Buona Birra a tutti!!

    Ciao

    Massimo

    • Credo tu non abbia capito il succo del discorso, eppure è lì, facilmente comprensibile, ma vabbè…

      Felice per voi che abbiate deciso per una correzione di rotta. Tranquilli che lo stile e la grafica punk non è propria di Brewdog e tanto meno di proprietà… ad esempio il birrificio Elav tranquillamente usa uno stile del genere e nessuno ha mai avanzato ipotesi di plagio… segno che il vostro caso era un attimino diverso. Ah ora attenzione a non scopiazzare Elav però 😉

      In quanto ai problemi della birra artigianale italiana, credo che la mancanza di originalità (mettiamola così) possa meritarsi il podio senza problemi.

      Buona Birra a voi.

  11. Se si è sicuri del proprio styling che si vuole dare al birrificio non si apre un concorso per sapere quale logo ed etichette piacciono alla gente…a mio parere si mostra soltanto l’insicurezza di non volere commettere un passo falso!!!Se poi vogliono farsi solo pubblicità per un birrificio che ancora non esiste facciano come credano meglio, anche perchè a cosa serve fare pubblicità se nemmeno si è aperti?o se esiste il birrificio?o se ci sono delle birre?
    Tanto alla fine quello che conta è cosa riesce a dare il birrifico, contano i risultati concreti, cioè la birra!!!Se piace quella è la stessa birra a farti ottima pubblicità!!!e non la pubblicità in se…

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