Una delle cose che è cambiata negli anni a Beer & Food Attraction (e in altre manifestazione del settore) è l’attenzione che i birrifici rivolgono alla propria immagine. Ve ne sarete accorti dalla cura con cui sono allestiti molti stand in fiera, alcuni dei quali raggiungono vette impensabili fino a qualche anno fa. Questa benedetta attenzione si ritrova anche su molte scelte grafiche: non è un caso che sempre più spesso i birrifici italiani decidano di rinnovare la propria identità visiva, sentendo soprattutto la necessità di comunicare queste sclete. Nel pezzo di oggi riassumiamo le novità grafiche di quattro produttori artigianali, avvenute più o meno di recente: uno spaccato che dimostra come ci sia sempre più sensibilità nei confronti di un tema imprescindibile per ogni azienda di successo.
Elvo
Se oggi siete a Rimini per l’ultimo giorno di Beer & Food Attraction, troverete Birra Elvo tra i primi stand all’ingresso del padiglione A7. Non vi sfuggirà la nuova identità visiva del birrificio piemontese, che ha scelto la più importante fiera italiana di settore per presentare la sua nuova veste grafica. È un lavoro radicale che ha coinvolto il logo, le etichette e tutto il packaging, e che a breve sarà visibile anche sul relativo sito web. Tutti elementi che necessitavano da tempo di una rinfrescata e che Birra Elvo ha deciso di rinnovare con un intervento organico e ben pianificato. La grafica segue un gusto molto minimal, con un studio approfondito sul lettering e sulla scelta di tonalità cromatiche “delicate”. L’idea evidentemente è di comunicare il legame con il territorio e con la natura incontaminata della zona montana in cui sorge il birrificio, obiettivo rafforzato dalla nuova tagline “La nostra valle, la vostra birra”. Lo stesso stand a Rimini veicola le stesse suggestioni, con elementi minimalisti e tanto verde, inteso come piante ornamentali.
Molto interessante l’impostazione delle nuove etichette, che seguono lo stesso stile generale privo di fronzoli. Su ogni bottiglia oltre al logo Elvo (non più preceduto dalla parola “birra”) e al nome della birra (che spesso coincide con lo stile) compaiono altri due componenti testuali: una descrizione in un linguaggio tendenzialmente aulico – o comunque discretamente ricercato – e un aggettivo che ne riassume le caratteristiche principali, come “coccolona” per la Dunkel, “festosa” per la Märzen, “briosa” per la Weizen e via dicendo. Nessuna illustrazione, nessuna immagine, ma solo testo, almeno nell’etichetta frontale. Una scelta sicuramente coraggiosa, che punta a catturare il consumatore non tramite effetti speciali, ma con un approccio più “didattico”. Vedremo se la scommessa di Elvo darà i suoi frutti.
Claterna
Aperto da quasi dieci anni, l’emiliano Birrificio Claterna ha cominciato a farsi conoscere fuori dalla zona di appartenenza solo in tempi relativamente recenti. Il giusto interesse ricevuto dagli operatori di tutta Italia ha spinto l’azienda a rinnovare le etichette delle proprie birre, che nel frattempo sono passate dalla bottiglia alla lattina. Le nuove grafiche sono ammirabili in anteprima presso lo stand che il birrificio ha allestito a Beer & Food Attraction, giocando molto sull’interessante novità. Lo stile scelto è quello riconducibile ai pattern grafici con forme geometriche: niente che non sia già stato visto, sia chiaro, ma la resa finale è davvero convincente anche grazie ad alcuni effetti ottici che le distinguono da altri lavori del genere. Come sempre in questi casi la presenza di tutte le lattine una accanto all’altra fa la differenza e regala un senso di identità e unità nonostante le profonde differenze grafiche tra un motivo e l’altro. Se non siete stati a Rimini o vi è sfuggito lo stand di Birra Claterna, vi basterà attendere il Ballo delle Debuttanti della Italy Beer Week… ma fermiamoci qui perché abbiamo già spoilerato troppo!
Petrognola
Il birrificio Petrognola rappresenta uno dei primi produttori della “seconda ondata”, quelli cioè che aprirono a metà degli anni 2000 inaugurando quel boom della birra artigianale che sarebbe esploso nel periodo subito successivo. A fine 2022, a distanza di quasi 18 anni dall’inizio della sua avventura, l’azienda toscana ha deciso di rinnovare la propria identità visiva, rivedendo profondamente logo, etichette e altri elementi grafici legati alla produzione brassicola. Il logo è finalmente degno di questo nome: pulito, coerente e facilmente declinabile in vari formati e dimensioni, riporta esclusivamente il nome del birrificio – rispetto al passato ha perso dunque le parole “birrificio artigianale” e i riferimenti geografici, a favore ovviamente di una maggiore chiarezza e immediatezza. Le etichette puntano a risaltare sugli scaffali, con il nome della birra a caratteri cubitali che occupa gran parte dello spazio, evidenziato dalle contrapposizioni cromatiche con i colori di fondo. In alto è presente il logo, in basso una breve descrizione e lo stile di appartenenza, insieme al titolo alcolometrico e alla capacità della bottiglia. Scelte grafiche non certo rivoluzionarie, ma dall’indubbia efficacia commerciale. Nel complesso è comunque un lavoro ben congeniato, assolutamente necessario per accompagnare Petrognola in questa nuova fase della sua evoluzione.
Les Bières du Grand St. Bernard
Facciamo ancora un passo indietro, perché all’inizio dello scorso anno il birrificio aostano Les Bières du Grand St. Bernard ha rivisto le etichette delle proprie birre, arricchendo la precedente impostazione con nuovi elementi grafici e una generale riorganizzazione. Il logo rimane al centro della bottiglia, ma ora è realizzato in rilievo lucido; il nome della birra si sposta nella parte superiore dell’etichetta con un lettering più moderno e, soprattutto, senza la terribile differenza di font tra un prodotto e l’altro che caratterizzava le bottiglie precedenti. In basso compare la tagline “From the top of the Alps” che richiama la forte identificazione con il territorio, confermata dalla presenza del profilo del maestoso massiccio del Grand Combin che campeggia su ogni etichetta.
Il lavoro è frutto del confronto con l’agenzia Stopdown, anch’essa valdostana. Questo è il modo in cui il birrificio ha presentato la novità:
Dopo tanti anni sentivamo l’esigenza di un’evoluzione a livello visivo, la necessità di meglio comunicare le origini del nostro marchio, la nostra filosofia ed al contempo le particolarità di ogni nostra birra. Mantenendo l’identità cromatica che contraddistingue storicamente ogni prodotto della linea principale, abbiamo voluto rendere protagonista il profilo del Grand Combin, maestoso massiccio isolato che si erge a 4000 mt subito a nord della cresta di confine italo-svizzera e re incontrastato della Valle del Gran San Bernardo, la nostra vallata appunto.
Il nostro logo in rilievo lucido, centrale ed incastonato tra le sue rocce, è un richiamo ed un legame con il nostro passato, che vedeva proprio il marchio al centro dell’etichetta. Sentivamo però altrettanto necessario dare più spazio alla singola identità delle nostre birre ed abbiamo deciso di farlo tramite una serie di illustrazioni raffiguranti i concetti chiave, specifici per ogni prodotto, semplici ed immediate. Queste immagini, realizzate ad-hoc, raccontano di valli boscose, di pellegrinaggi, di materie prime e di sensazioni, proprio come il gusto unico di ogni nostra creazione.
Il nome di ogni birra diventa quindi logo, grazie ad un carattere fresco, inclinato e proiettato verso il futuro, che si staglia in finitura lucida sulla carta opaca, mentre ai fianchi prendono spazio la descrizione e tutte le informazioni relative al prodotto stesso.
Ciliegina sulla torta,per quanto riguarda elvo, bottiglie da 50cl. anziché 33. Secondo me….
Giusto! Apprezzabile il nuovo formato da 50 cl