Vi ricordate quando in Italia la birra fu definita un prodotto agricolo, creando una vera rivoluzione nell’ambiente? Era il 2010 e questo cambiamento gettò le basi per l’ascesa della “birra agricola”, concetto che tenne banco per alcuni anni con ripercussioni non trascurabili. Poi la moda si sgonfiò, ma nel frattempo emerse l’interesse per le materie prime italiane: luppolo in primis, ma anche orzo e altri cereali. Così nonostante il concetto di birra agricola sia andato eclissandosi nel tempo, è rimasto alto il numero di aziende agricole che hanno deciso di trasformarsi in birrificio, talvolta incorporando parte dei vari step previsti dalla filiera. Rientra proprio in questa fattispecie il neonato Birrificio Foràn, che ha inaugurato a inizio mese nella sua sede di Castions di Strada (UD), piccolo comune della bassa friulana. L’apertura del birrificio è la conclusione di un percorso iniziato nel 2017.
L’azienda produce orzo e altri cereali impiegati nelle proprie birre. La maltazione è eseguita dal CoBi: l’orzo viene inviato al maltificio consorziale delle Marche e torna indietro in forma di malto, dove viene utilizzato su un impianto da 5 hl. Le birre prodotte attualmente sono quattro: Foràn è una Helles semplice e facile da bere, presumibilmente considerata il prodotto entry level del birrificio; Armeria è una Blanche brassata secondo i dettami della scuola belga; Little Angel è una Scotch Ale morbida e intensa; Enigma C327 è infine una Stout dai toni di caffè, cioccolato e liquirizia. Il birrificio si avvale anche di un sala degustazione dove, oltre a bere le creazioni della casa, è possibile acquistare e assaggiare altri prodotti dell’azienda agricola. Per maggiori informazioni potete consultare il sito dell’Agricola Mondini, l’azienda proprietaria del marchio Foràn.
La rivoluzione internazionale della birra artigianale ha favorito la nascita di tanti nuovi stili birrari, ma anche il declino di altri. Le Weizen, tipiche birre di frumento della cultura teutonica, sono tra le tipologie che più di altre hanno subito questa evoluzione, a causa principalmente del loro gusto tendente al dolce. Sorprende quindi che l’azienda Quality Beer abbia deciso di puntare proprio su questo stile per lanciare il suo marchio brassicolo, denominato Birra Vais. L’obiettivo è ricondurre il piacere della bevuta a una dimensione “facile” e di approccio immediato, senza rinunciare però a infondere carattere nella ricetta. Vais (5,5%) è una Weizen piuttosto fedele al modello originale, con qualche libertà per quanto riguarda la carbonazione e l’opalescenza, ma sorprendente in termini di equilibrio e valorizzazione delle varie componenti aromatiche. Se volete saperne di più vi rimando al sito di Birra Vais.
Negli ultimi anni la Sicilia ha sfornato diversi giovani birrifici che si sono affiancati ad alcuni nomi consolidati nella regione. A Modica, in provincia di Ragusa, troviamo curiosamente i rappresentati di entrambe le generazioni brassicole: oltre allo storico Birra Tarì (ex Rocca dei Conti) nella cittadina famosa per il suo cioccolato è ora attivo anche il nuovissimo Birrificio Belè. Anche in questo caso siamo al cospetto di un progetto partito nel 2017, figlio di un’iniziativa tutta familiare: i proprietari sono i coniugi Giorgio e Daniela Bellaera, affermati imprenditori del settore automobilistico, insieme ai figli Marco e Simone. Particolare attenzione è rivolta al packaging e all’identità visiva, che si avvale del contributo dell’illustratore Andrea Tarella.
Tutte le birre del Birrificio Belè (tre al momento) sono ad alta fermentazione e richiamano la loro terra di origine. La Muo Rika, di colore oro antico, è una birra equilibrata e facile da bere, aromatizzata con l’impiego di spezie; la San Giò, di colore dorato carico con sfumature aranciate, si contraddistingue per un profilo intenso e complesso e toni erbacei provenienti dal luppolo; la San Piè, infine, è una birra “da meditazione” in cui emergono profumi di tostatura e note biscottate e di cacao. Ulteriori approfondimenti sono possibili consultando il sito del Birrificio Belè.
E concludiamo la nostra carrellata come avevamo cominciato, cioè con un birrificio nato all’interno di un’azienda agricola. Come si può leggere sul sito di Alessio Porcu, il marchio si chiama Thirsty Brothers ed è il frutto dell’amicizia tra tre ragazzi ciociari: Gianmarco da una parte, i fratelli Matteo e Marco dall’altra. Situata nel cuore della Valle del Comino (siamo in provincia di Frosinone), la loro azienda agricola si occupa della coltivazione dell’orzo e del luppolo usati poi per la produzione delle birre. Come molti altri “colleghi” italiani, i tre alla spalle hanno un’esperienza di alcuni anni come homebrewer e molta passione, due ingredienti spesso indispensabili.
Attualmente a marchio Thirsty Brothers sono realizzate cinque birre, tutte di stampo alquanto moderno. Fox Trot (5,5%) è una West Coast IPA dal colore leggermente ambrato, che si contraddistingue per aromi di frutta a pasta gialla e tropicale e per un amaro piuttosto deciso. Hellboak (5%) è una Golden Ale che strizza l’occhio alle luppolature di stampo americano, pur mantenendo un piede in Europa. Drunk’n’Deer (5,5%) è un’American IPA in stile, realizzata con l’impiego di varietà americane di luppolo coltivate in loco. Liquid Snake (5%) è invece il nome di una Pils elegante e delicata, ma anche di carattere. Wish u were Beer (6,5%) è infine una birra natalizia discretamente robusta, brassata con l’aggiunta di zucchero candito e miele. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito di Thirsty Brothers.
Segnalo anche il Birrificio agricolo L’ultimo Piceno. Attivo da qualche mese nel maceratese, a S.Severino Marche.
https://www.facebook.com/birrificioagricololultimopiceno/?ref=page_internal
Il birrificio dei Thirsty Brothers e’ un fiore all’occhiello del territorio del basso Lazio. L’invito di una Romana a visitarlo e’ d’obbligo!