L’impressionante ritmo di aperture di nuovi birrifici continuerà anche nel 2016? In attesa di poter dare una risposta a questa domanda, torniamo a occuparci di quelli che hanno aperto i battenti nel corso del 2015. Ha sede a Civita Castellana, in provincia di Viterbo, il marchio Birra dei Borgia, ispirato ovviamente alla famosa famiglia che dominò la scena italiana tra il XV e il XVI secolo. I soci sono 5: due si occupano della produzione (Stefano e Angelo), gli altri tre (Roberto, Alessandro e Monica) provengono dal mondo del vino e coprono le esigenze più prettamente commerciali dell’azienda. Birra dei Borgia è un birrificio a tutti gli effetti: l’impianto da 500 litri è un prototipo destinato ad andare in serie, realizzato da Aginox su indicazioni del birraio Stefano Gavazzi.
La filosofia di Birra dei Borgia è molto chiara: puntare alla ristorazione di qualità proponendo poche referenze, ma facilmente riconducibili a uno stile classico. Tre delle prime quattro birre sono state battezzate con i nomi di alcuni esponenti dell’omonima famiglia: Lucrezia (6%) è una Saison rinfrescante, con un fruttato da esteri e toni erbacei del luppolo; Rodrigo (8%) è una Tripel dolce in ingresso e secca e delicatamente amara nel finale; Cesare (7%) una IPA realizzata con generoso dry hopping. La quarta birra, chiamata semplicemente Golden Ale (4,7%), prende invece il nome dallo stile di riferimento e impiega solo luppolo nobili inglesi. Per saperne di più potete consultare il sito del birrificio.
Arriva invece da Galatina (LE) l’ex homebrewer Antonio De Giorgi, che dopo quasi 10 anni di onorata carriera come birrificatore casalingo ha deciso di compiere il grande passo e aprire il suo birrificio Old 476. Il nome fa riferimento alla vecchia strada statale 476, che collegava alcuni comuni della zona e che passava accanto a quello che oggi è l’edificio che ospita il birrificio. Curiosamente lo stesso spazio fu in passato la cantina vinicola del nonno materno di Antonio.
Il birrificio Old 476 produce al momento tre birre. La Katenina (6%) è una Strong Ale ambrata con note di caramello e un corpo abbastanza robusto, il cui nome è l’unione tra quello della compagna e della cagnolina del birraio, nonché un omaggio alla vicina Basilica di Santa Caterina d’Alessandria. La Zeit (4,8%) è invece una Weizen con le classiche sfumature di banana, toni speziati e leggermente erbacei. La Petra Viva (8,5%), infine, è una Christmas Ale forte e scura, ideale per scaldarsi nei giorni più freddi dell’anno. In progettazione ci sono altre ricette, tra cui una con un’erba che cresce solo in alcune zone del Salento. Ulteriori informazioni su Facebook.
Procediamo con il Birrificio La Fortezza, una delle ultime aperture in Abruzzo e più precisamente a Civitella del Tronto (TE). I soci sono due, entrambi degustatori ADB e homebrewer da diversi anni: Antonio Di Giosa è laureato in Scienze e Tecnologie Alimentari, Paolo Scarpantoni in Viticultura ed Enologia. L’impianto è un Toscana Inox da 6 hl, mentre la cantina ha una capacità di 60 hl utili.
Nonostante il birrificio sia attivo da poco meno di un anno, già può contare 5 diverse birre nella sua gamma: la Pale Ale Linda Love (4,2%), l’American IPA Red Head (6%), la Saison P.O.V. (5,5%), la “Session” White IPA White Lips (3,7%) e la Blanche Lady in the water (5,4%). A Beer Attraction sarà presentata la sesta birra, battezzata Dirty Purple (7,8%): una Italian Grape Ale realizzata con aggiunta di mosto di uve Montepulciano d’Abruzzo. Per approfondimenti vi rimando al sito de La Fortezza.
E concludiamo con Beerfulness Brewery, una beer firm – oggi l’unica di questa panoramica! – che si avvarrà di un nome storico della scena brassicola nazionale, quello di Andrea Bertola. Come si può leggere su Fermento Birra, l’azienda ha sede a Cuneo e curiosamente si autodefinisce Filofabbrica Birrosofica. Le birre al momento sono sei, tutte ispirate alla cultura brassicola belga e dai nomi non propriamente facili per noi italofoni: Upekkha è una Blonde Ale, Mettā una Dubbel, Muditā una Strong Dark Ale, Karuna una Dubbel, Satvā una Tripel e Sūnyatā una Blonde Ale. Meritano una menzione il packaging e le etichette delle bottiglie, originali e dalla grande forza identificativa, mentre voci di corridoio riportano che a breve potrebbero essere lanciate anche le lattine. Dettagli sul sito di Beerfulness Brewery.