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Assaggi di… Casa Veccia – Ivan Borsato Birraio (reprise)

Ormai sono diversi i birrifici di nuova apertura che mi invitano ad assaggiare le loro produzioni per un parere. E’ un’attività che porto avanti sempre con piacere e che mi permette di farmi un’idea, seppure parziale, di come sta procedendo l’evoluzione del movimento. Quasi sempre di tali assaggi trovate qui le mie impressioni, tra le quali a novembre 2011 ci furono anche quelle relative al birrificio Casa Veccia. Col senno di poi, devo ammettere che quelle birre sono state un buon biglietto da visita per il birraio Ivan Borsato, piazzandosi oltre la media delle produzioni di tanti birrifici emergenti. Di conseguenza sono stato ben felice di tornare sull’argomento quando Alessandro Colonelli (che si occupa di far conoscere l’azienda fuori dai confini regionali) mi ha proposto l’assaggio di altre tre birre della casa.

Inizialmente Casa Veccia partì con tre birre: Dazio, Formenton e Calibro 5. Le prime due ebbi modo di provarle a suo tempo, mentre l’ultima rientra in questa nuova tranche di assaggi. A cui si aggiungono anche la Vacanze Romane e la nuovissima Molo. Ma andiamo con ordine…

La Calibro 5 – nome che presumibilmente si riferisce alla gradazione alcolica (5%) – è definita Belgian Pale Ale, sebbene faccia ricorso a lievito Koelsch. Si presenta di colore giallo pallido, piuttosto limpida e con una netta effervescenza. La schiuma, abbondante ma disordinata, tende a scemare abbastanza rapidamente. Al naso emergono profumi di albicocca e crosta di pane, ma soprattutto un avvolgente floreale che si accompagna a una piacevole nota pepata. Più in lontananza è avvertibile un leggero ma deciso tocco erbaceo. Al palato la birra scorre secondo un iter ben preciso: dolcezza notevole in ingresso, carbonazione in evidenza a metà corsa, delicato amaro nel finale piuttosto prolungato. Dopo i profumi intensi, in bocca gli aromi appaiono leggermente più timidi.

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A mio parere è una birra ben costruita, che al naso promette più di quanto regali in bocca. Si potrebbe pensare che manchi di carattere, ma bisogna anche tener presente che, a detta dello stesso birraio, la Calibro 5 rappresenta la classica “chiara da battaglia” per il birrificio. In questo senso si può affermare che la creazione riesca nel suo intento, anche perché caratterizzata da una grande bevibilità. E’ gradevole e per certi versi anche complessa (soprattutto all’olfatto): di fronte a questi aspetti la suddetta mancanza di carattere passa in secondo piano.

La Vacanze Romane (6,8% alc.) – che fuori dalla Capitale è commercializzata semplicemente col nome Special – si ispira alle birre d’abbazia. Alla vista appare di colore ottone e con un perlage fine e tutt’altro che prorompente. L’abbondante schiuma non può certo definirsi compatta, ma gode di un certo livello di persistenza. E’ una birra che eleva il lievito a protagonista, da cui derivano profumi speziati e fruttati di uva spina. Anche il malto gioca un ruolo primario, con una piacevole nota di miele millefiori. La complessità del naso si ritrova al palato: ingresso dolce di malto, corpo spesso ma in modo non eccessivo, retrogusto con note speziate e amare, lungo finale con una nota amara molto pronunciata.

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In generale questa Vacanze Romane mi è piaciuta non poco. La definirei quasi una “double Saison”, con quella gradevole nota speziata sempre presente, a partire dall’olfatto per finire col retrogusto. Buon equilibrio generale, corpo adeguato, finale lungo ma non invadente. Forse la migliore birra di Ivan Borsato.

Il terzo e ultimo assaggio è stato dedicato alla Molo, la nuovissima Porter di Casa Veccia. Talmente nuova che sarà presentata ufficialmente solo nei prossimi giorni – leggete più avanti se la cosa vi interessa. Chiaramente si ispira all’antico stile anglosassone, ma prevede anche l’aggiunta, per niente usuale, di vino Porto prima dell’imbottigliamento. Alla vista è di colore mogano scurissimo e assai opalescente, con una schiuma abbondante, cremosa, aderente e persistente. Come preventivabile, al palato emerge un netto carattere vinoso, oltre il quale si distinguono profumi di melassa, nocciola, caffè e “bruciato”. Il naso è complesso e appagante e in lontananza appare anche una vaga nota vegetale. L’ingresso in bocca è morbido e dominato inizialmente da caffè e frutta secca, il corpo pieno e avvolgente. Il retrogusto è una festa di sapori: dapprima le sensazioni conferite dai malti scuri, poi la nota alcolica e vinosa del Porto, che domina (forse in modo eccessivo) il finale.

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E’ sicuramente una Porter insolita, ma indubbiamente di buon valore. Piacevole sin dall’aspetto estetico, si mostra in tutta la sua complessità al naso, per poi ribadire il concetto in bocca. L’aggiunta del Porto è ardita, ma l’ingrediente è in grado di regalare una profondità di aromi ancora maggiore. Nel finale tende a diventare protagonista quasi assoluto, conferendo una nota dolciastra che alla lunga potrebbe stancare. E’ infatti una Porter non facilissima da bere (insomma, non una Session Beer), ma che va gustata a piccoli sorsi. Se non cercate una birra per dissetarvi, sarà in grado di appagarvi pienamente.

In conclusione mi fa piacere scoprire che il birrificio Casa Veccia sta proseguendo per la sua strada, iniziata in modo molto interessante quasi due anni fa. Se volete valutare di persona le creazioni di Ivan Borsato, sappiate che nei prossimi giorni le sue birre saranno protagoniste di 3 cene di degustazione in altrettanti locali romani: martedì 23 ottobre presso la rinomata pizzeria La Fucina di via Giuseppe Lunati, mercoledì 24 presso Coromandel di via Monte Giordano e giovedì 25 presso Cheese and Cheers di via Paola Falconieri. L’ultimo evento sarà anche il teatro della presentazione ufficiale della Molo.

A qualcuno di voi è capitato di assaggiare le birre di Casa Veccia? Cosa ne pensate?

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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6 Commenti

  1. se non sbaglio l’aggiunta di porto a stout e porter era pratica tutt’altro che inusuale in terra britannica
    ancor oggi mi pare che ci sia qualche produzione d’oltremainca (e oltreoceano) che riprende questa vecchia tradizione

    • Ciao Simone, grazie della recensione su Beer Travels. Speriamo di vederti ad una delle nostre prossime degustazioni così avrai modo di assaggiare anche le altre birre della produzione.

  2. I blend di bevande alcoliche (vino/birra) ad esempio, sono complesse dal punto di vista fiscale: quanti Plato vengono fuori? Come ci pago le accise ? Ricordiamo che l’evasione di accise è penalmente perseguibile, magari non si va in galera ma ti tolgono sicuramente la licenza… Spero che la vostra provincia ia clmente sui controlli, la nostra non lo è e preferiamo non rischiare… E farci i blend per uso personale! 😉

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