Nel variegato mondo della birra artigianale esiste un piccolo microcosmo con regole tutte sue e una tradizione secolare. Si tratta ovviamente dell’universo dei birrifici trappisti, collegati in modo indissolubile con la vita monastica delle abbazie in cui la birra è prodotta. I produttori che rientrano in questa classificazione sono solo sette: sei in Belgio e uno in Olanda, più la new entry austriaca di cui parlammo in passato (e che ancora non si può avvalere del famoso marchio esagonale). Tra tutti i trappisiti, sicuramente il più conosciuto è il birrificio Chimay, grazie soprattutto a una distribuzione assai capillare in tutto il mondo: ad esempio in Italia è facilmente reperibile persino nei punti vendita della grande distribuzione. Proprio per Chimay questo 2012 rappresenta un anno particolare, in quanto festeggia il 150° anniversario della sua nascita. Un evento sicuramente speciale, che sarà celebrato in diversi modi.
Chiariamo innanzitutto che i 150 anni sono relativi alla birra, ma non al monastero, che invece fu fondato qualche anno prima. La costruzione dell’Abbazia di Nostra Signora di Scourmont, infatti, risale al 1850, quando un gruppo di monaci provenienti dall’abbazia di Westvleteren posero la prima pietra. Se conoscete il mondo della birra trappista, saprete che anche Westvleteren è un produttore che rientra nel “club”: ebbene, questo legame tra le diverse comunità monastiche non è un fenomeno proprio della nascita di Chimay, ma si ritrova spesso nella storia dei birrifici trappisti.
La costruzione del birrificio all’interno del monastero di Scourmont iniziò nel 1861 e l’anno successivo fu realizzata la prima birra, la Première, conosciuta anche come Chimay Rossa. Ad essa negli anni si sono aggiunte altre due birre “ufficiali”: la Chimay Blue e la Chimay Triple, battezzate rispettivamente anche con i nomi Grand Resérve e Cinq Cents. Nel caffè del monastero è disponibile anche la rara Chimay Dorée, che come in altri birrifici monastici è prodotta esclusivamente per il consumo dei frati – non a caso il grado alcolico (4,8%) è circa la metà di quello delle birre standard.
Per il 150° compleanno la gamma delle birre si arricchirà temporaneamente di una nuova creazione, in versione limitata. La birra celebrativa si chiama Spécial Cent Cinquante (niente di originale, insomma 🙂 ) e sarà proposta in una confezione particolare, una sorta di elegante gabbia di legno. Per chi è interessato a conoscere le caratteristiche della birra, riporto un estratto di un articolo già segnalato da Alberto Laschi su In Birrerya:
E’ di colore dorato chiaro, con un perlage che ricorda lo champagne e sormontata da una bella schiuma bianca. Il sapore unico si evidenzia nelle complesse note fruttate date dal lievito di Chimay, che ben si sposano con i sapori delicatamente speziati dei luppoli nobili impiegati. […] Ha un sapore leggermente acidulo e rinfrescante, che si conclude con una nota frizzante di luppolo.
Se la descrizione vi ha incuriosito, sappiate che la birra in questione sarà protagonista martedì 25 settembre in un evento a tema organizzato dall’Old Station Pub di Tarquinia (VT). A quanto pare sarà presente tutto lo stato maggiore dei Trappist, oltre ovviamente alle produzioni del monastero: le tre birre standard e la celebrativa di cui sopra. Il programma prevede cena con abbinamenti cibo-birra, presentazione della Cent Cinquante e presentazione della Confraternita dei Cavalieri della Birra. Il costo a persona è di 30 euro, mentre l’evento inizia alle 20,00. Per ulteriori informazioni vi conviene contattare direttamente il locale (ecco il sito web).
A questo punto resto in attesa di poter mettere le mani sulla nuova birra di Chimay, anche se immagino che qualcuno di voi l’abbia già provata. O sbaglio?
“… presentazione della Confraternita dei Cavalieri della Birra”
E che caspita sarebbe? 🙂
Ah boh, ma già dal nome mi incutono timore 😛
Alla fine la massoneria è arrivata anche nel mondo della birra artigianale…
Ehhhhh capirai, sono anni… 🙂
Aspetta di vederli in foto 🙂 http://www.einmass.it/cavalieri-della-birra-orval-ordine-trappista-patto-purezza.html
Eheh, la divisa da grande cerimoniere è alquanto inquietante 🙂 Ovviamente si scherza: meglio precisarlo altrimenti qualcuno si risente.
Ho avuto solo l impressione che si ridicolizzasse un argomento che a me stà a cuore dove tanta gente prima di me e tuttora ci ha messo tanto impegno e passione . probabilmente sono un pò “permaloso”e mi scuso di questo xò mi piacerebbe che certe persone si informassero di + prima di etichettare .
Ridicolizzasse? Si stava semplicemente scherzando sul nome oltremodo pomposo (e probabilmente pensato proprio così in modo autoironico) dell’associazione. Io poi che qualche informazione sulla birra la cerco ogni giorno, non avevo mai sentito parlare della confraternita. Né capisco dove avrei dovuto leggerne fino a oggi. Comunque scuse accettate.
La 150 esiste anche in versione solo bottiglia. Ed è anche molto buona IMO
La confraternita dei cavalieri della birra trappista nasce circa 5 anni fa con l intento di diffondere quella che è la filosofia dei monasteri trappisti da un gruppo di amici publican di tutta italia come Fiore del thomas brau ,Andrea dell ein mass , Marino dell old station , Sergio della galleria giulio cesare quindi non si tratta di massoneria come certi ignoranti citano qui sopra .
Perfetto Matteo, hai appena fatto una grande pubblicità alla “confraternita”, te ne saranno grati Fiore, Andrea, Marino, Sergio e tutti gli altri. Hai fatto inoltre una grande pubblicità al tuo senso dello humour e alla tua arguzia. Davvero complimenti.
Per chi non ha il piacere di conoscerli, Fiore è un Maestro assoluto, con lui e il grande Andrea dell’Ein Mass ho passato serate indimenticabili nei loro pub. Anche Marino è un ragazzo di grande passione, incontrato svariate volte al Mastro. Soprattutto mi pare gente dotata di grande ironia e intelligenza e non credo proprio che se la siano presa per due battute che ci stanno, sono dei grandissimi professionisti del settore. Trovo giusta la tua precisazione Matteo, ma i toni usati potrebbero sminuire anche le persone da te citate, almeno questa è la mia modesta impressione…
Approfitto per salutare i grandissimi publican di cui sopra!
Hai ragione per questo mi sono scusato della parola inappropriata .
Ho assaggiato 2 mesi fa i primi campioni arrivati in italia e devo dire che mi è piaciuta moltissimo. Ha un’impronta piu’ moderna rispetto alle altre, piu’ luppolata e piu’ aromatica.
La mia battuta non era eccezionale, ma anche il senso dell’umirismo di qualcuno a quanto pare
…non sbagli Andrea, e’ stata assaggiata per la prima volta i primi di agosto a Bagnatica BG durante la festa del 3′ capitolo dei Cavalieri della Birra . Silvana dell’universita della birra e Andrea Camaschella si sono intattenuti per quanche mezz’ora a discutere della Speciale Cent Cinquante e a recensirla ; sarebbe interessante poter leggere le loro opinioni, era dal 1966 che nel birrificio di Chimay non si sviluppava una nuova ricetta. Si tratta comunque di una birra stile triple ( birra celebrativa per la tradizione belga), rifermentata in biottiglia. Viene prodotta con malto chiaro e frumento ( come cereale non maltato ). Essendo una nuova ricetta, l’incaricato dai monaci a sviluppata e’ Paul Arnott, ( gia padre della Chimay Triple al fusto) che ha cercato di unire alle tecniche produttive tradizionali ( rispetto dei tempi, delle temperature, materie prime naturali) l’attualita’ di una birra di stile triple sviluppata nel 2012, tenendo conto che la tradizione di Chimay prevede di produrre solo birre forti ( ad eccezzione della Doree che non a casa non viene venduta).
Ne risulta una birra da 10 gradi alcolici, di 26 IBU ( vengono utilizzati luppoli in pellet Cascade, Saaz tedesco e Poperinge) . La parola d’ordine e’ l’equilibrio, quindi deve sentirsi tutto, dall’alcool, al corpo all’amaro, ma nulla deve prevealere. Concordo con la descrizione di Alberto Laschi, solo ad eccezzione della nota acidula. Questo e’ quando i monaci di Chimay hanno voluto come simbolo dei 150 anni. Il lievito e’ quello delle altre 3 Chimay e ne sono state imbottigliate in tutto 150000 bottiglie da 75 cl. In Italia ne sono arrivati 8 pallet da 56 cartoni e la distribuzione e’ partita le scorse settimane. ( scrivimi un indirizzo cosi faro’ in modo di inviartene una campionatura). Questa birra non sara’ presente nel canale della grande discrtibusione ma solamente in quanlche beer shop e pub specializzato.
Grazie delle info Alessandro, molto interessanti. Preciso solo che la descrizione non è di Alberto Laschi, ma di un articolo belga (o francese non ricordo) che lui ha riportato sul suo blog. Per il resto ti contatto privatamente.
Sapresti gentilmente dirmi, qualora lo sapessi, dove si potrà acquistarla a Roma?
La doree sarà presto disponibile in fusto nelle migliori birrerie Interbrau… contenti?????
Domanda retorica 😉