Mentre voi eravate sdraiati in spiaggia o impegnati in qualche escursione montana, i birrifici italiani hanno continuato a sfornare novità birrarie con una certa costanza. Dopo la pausa delle scorse settimane è quindi arrivato il momento di riassumere alcune birre inedite lanciate di recente sul mercato. È ovviamente una panoramica parziale, perché dopo l’interruzione estiva è impossibile citare tutte le ultime novità. Per una visione più completa vi rimandiamo come sempre al nostro portale Whatabeer, dove censiamo tutte le birre inedite italiane, o almeno quello che non sfuggono ai nostri potenti radar. Ma ora lanciamoci nella carrellata odierna, ricca di birre e di suggestioni interessanti.
LZO
In questo 2025 il birrificio LZO (sito web) ha incrementato ulteriormente il lancio di birre inedite, tanto da aver mantenuto un ritmo febbrile anche nelle scorse settimane. Le novità da registrare sono tre, a partire dalla Beerger (5,2%), una Lager affumicata pensata per affiancare le immancabili grigliate estive. La ricetta è elaborata sul modello del classico hamburger, letteralmente: oltre al malto Rauch è prevista l’aggiunta di bacon, cheddar, pomodoro e cipolla. Guarda invece alla fase finale della stagione la Thyme Bloom (4,6%), una Farmhouse Ale brassata con l’aggiunta di polline e timo limone, mentre l’ultima novità, annunciata proprio in questi giorni, è la PuRRplex (6%), una Hazy IPA torbida e cremosa e luppolata con varietà Ella ed Eclipse, che non lascerà indifferenti gli amanti dei gatti. Le tre birre fanno parte della linea sperimentale Drop Out.
Wild Raccoon
Se parliamo di novità ovviamente non possiamo non citare il friulano Wild Raccoon (sito web), che sarà protagonista del primo appuntamento di Italia a sorsi – Next Gen su Formazione Birra. Le nuove birre lanciate nelle scorse settimane sono ben quattro, quindi le riassumiamo velocemente. Cominciamo dalla Dolci on Fire Tropical Fruits Smoothie (5,5%), ultima arrivata della fortunata serie di Pastry Sour di Wild Raccoon: la ricetta prova a replicare le sensazioni di un frullato tropicale, grazie all’impiego di guava, albicocca, frutto della passione, vaniglia Bourbon e zest di lime. Più convenzionale è invece la I Feel the Need (6,3%), una West Coast IPA realizzata con luppoli Mosaic, Chinook e Saaz, che si distingue per note tropicali, agrumate e leggermente speziate. Si posiziona idealmente tra le due precedenti creazioni la Dream of the Fool (6,5%), una New England IPA in chiave “smoothie”, luppolata con Mosaic, Simcoe e HBC1019 e aromatizzata con mango e aghi di pino. Infine in occasione dello storico festival di Castellalto, Wild Raccoon ha presentato la Could Be Raining (4,1%), una Session IPA decisamente profumata grazie all’impiego di luppoli Nelson Sauvin e Mosaic.
Birra MC77
A proposito di birre presentate in concomitanza con festival birrari, al recente Villaggio della Birra il birrificio MC77 (sito web) ha portato una novità assoluta, uscita peraltro con invidiabile tempismo. La Gaume – Set – Match (6,4%) è infatti un omaggio a quella che ormai si può definire l’epopea tennistica di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, il cui ultimo atto è andato in scena proprio in concomitanza con la manifestazione toscana. Quel “Gaume” nel nome però non è un errore: la birra è infatti una Belgian Pale Ale – il Gaume è una regione vallona – rifermentata con lievito Brettanomyces bruxellensis che aggiunge intriganti aromi funky. La base è costituita da solo malto Pils, mentre i luppoli utilizzati sono il Brewers Gold in bollitura e lo Styrian Golding in dry hopping. Aspettiamoci una birra profumata e complessa, ma anche secca e facilissima da bere.
War
L’estate 2025 sarà ricordata anche per le Mexican Lager, sottostile americano che, dopo anni di totale assenza sul mercato italiano, sta cominciando a fare breccia tra i nostri birrifici. A confermarlo c’è la El Paso (4,5%), recentissima novità del birrificio lombardo War (sito web), che rientra perfettamente nel filone messicano di Lager semplici, pulite, leggere e poco amare. Il grist è composto da malto Pils tedesco e mais e orzo italiani, mentre la fermentazione, avvenuta a 10 °C, è opera del ceppo di lievito Diamond. Al pari di altri birrifici italiani che si sono confrontati con la tipologia in questione, anche War consiglia di berla ghiacciata e con una fetta di lime sul bicchiere. Un suggerimento che qualche anno fa avrebbe creato un polverone nell’ambiente e che invece oggi appare giusto un po’ audace. Anche questo è il segno dei tempi che cambiano, per fortuna.
Kashmir
A proposito di trend, non sembra arrestarsi l’interesse dei produttori italiani per i tradizionali stili della Repubblica Ceca. Qualche settimana fa il molisano Kashmir (sito web) ha annunciato la Zlaty Boy (4,2%), una bassa fermentazione ispirata alle classiche Výčepní světlé, cioè le chiare quotidiane della cultura brassicola ceca. È realizzata con malti Pils e Monaco e fermentata lentamente con l’iconico lievito W34/70. Nonostante la ricetta guardi alla tradizione, per la luppolatura è stato scelto il Kazbek, una varietà relativamente recente (almeno se paragonata al Saaz) che contribuisce a creare un profilo aromatico elegante ma complesso, con sfumature agrumate (limone), pepate, erbacee e floreali.
Nama Brewing
Chiudiamo questa prima carrellata di settembre con tre novità provenienti dal birrificio Nama Brewing (sito web). La prima si chiama Autopilot (7%) ed è una West Coast IPA brassata in collaborazione con il varesino 50&50 (sito web). La base fermentescibile è molto semplice (Pils e Pale), mentre ben più articolato è il mix di luppoli, costituito da Nelson Sauvin, Nectaron, Krush e Centennial. La One Inch Man (2,8%) rientra invece nel filone delle low alcohol, puntando su una trama maltata un po’ più consistente (Pale e Cara) e sulla potenza dei luppoli, che rispondo alle varietà Citra, Mosaic, Krush e Nelson Sauvin. La Zdenek (5,2%) è infine una Pils in tipico stile boemo, realizzata insieme al birrificio emiliano Bastian Contrario (sito web). La ricetta è studiata per allinearsi al modello di riferimento, con solo malto Pils e il ricorso alla decozione. La luppolatura invece è ottenuta con l’Hersbrucker, una varietà originaria della Germania.











