Avete presente le classifiche delle parole più usate nel corso dell’anno? Una delle più ricorrenti nel mondo della birra artigianale italiana durante il 2024 è stata “tiolico”, termine che a molti potrebbe risultare sconosciuto. I tioli, anche detti mercaptani, sono composti organici che, in alcuni casi, rilasciano aromi piacevoli che ricordano la frutta tropicale e gli agrumi. I loro precursori sono naturalmente presenti in alcuni vitigni ed esistono particolari ceppi di lievito che ne favoriscono la trasformazione. In ambito birrario si è diffuso il Phantasm, una polvere ricavata dalle uve di Sauvignon Blanc che esalta il contributo di alcuni luppoli. Come vedremo però il Phantasm non è l’unico modo di fornire “potenzia tiolica” a una ricetta brassicola: l’alternativa è usare direttamente l’uva. In che modo? Continuate a leggere…
Birra dell’Eremo
Negli anni Birra dell’Eremo (sito web) ha dato dimostrazione delle grandissime qualità del suo birraio Enrico Ciani, capace di destreggiarsi con straordinari risultati tra diversi stili birrari. Le Italian Grape Ale sono solo un esempio di questa predisposizione, che ora viene nuovamente indagata dalla nuovissima Heritage (5,8%). La ricetta prevede l’impiego di un 30% di mosto fresco di uve Verdicchio proveniente dalla marchigiana Cantina Santa Barbara (provincia di Ancona), che fermenta insieme a quello da birra grazie all’utilizzo di un lievito vinario ad espressione tiolica, il quale permette un’importante esterificazione. In altre parole il processo di fermentazione favorisce la produzione di aromi di frutta a polpa gialla (pesca, albicocca), oltre a una certa quantità di glicerolo che rende il corpo piuttosto setoso. Ad arricchire le sensazioni troviamo una piacevole nota minerale che accompagna la bevuta.
Birrificio Lambrate
L’ultima novità del Birrificio Lambrate (sito web) rientra nella linea delle Occasionali, birre sperimentali che spesso sono prodotte una sola volta (“one shot”). La new entry si chiama Dignity (7,5%) ed è una Double IPA realizzata seguendo la moderna filosofia della West Coast americana: base maltata semplice e relativamente leggera, grande potenza aromatica con note fruttate che arrivano fino al tropicale, discreta secchezza finale a pulire il palato. Il mix di luppoli scelto per la Dignity si compone di Citra, Nelson Sauvin e YCH 303, un blend di tre varietà americane (Simcoe, Citra e Mosaic) in egual misura, “potenziate” da un 30% di Phantasm (polvere ricca di precursori tiolici). Il risultato è una birra molto amara, alcolica ma relativamente scorrevole, con intensi toni tropicali, agrumati e di uva bianca.
Eternal City Brewing
Da Milano ci spostiamo a Roma, perché a inizio dicembre il birrificio Eternal City Brewing (sito web) ha annunciato la Saturnalia (6%), una Brown Ale molto particolare. Alla classica ricetta delle antiche birre scure del Regno Unito – tipologia prodotta ormai sempre più raramente – è stato infatti aggiunto miele di melata di bosco proveniente dall’azienda Apicoltura Zorzi. Il risultato è una birra di color castano con riflessi rubino, contraddistinta da sentori di bacche rosse, fichi secchi e caramello, oltre a leggere sfumature di caffè tostato. Il nome è un omaggio alle feste dei Saturnali, che si svolgevano con grande seguito nell’antica Roma dal 17 al 23 dicembre e prevedevano ricchi banchetti a cui avevano accesso anche gli schiavi, realizzando talvolta un curioso rovesciamento sociale con i relativi padroni.
Birra Bellazzi + R-Esist
A proposito di stili quasi scomparsi e rivisitati in chiave personale, tra un paio di giorni potrete assaggiare la nuovissima Cruskziskie (4,5%), realizzata da Birra Bellazzi (sito web) in collaborazione con R-Esist (pagina Instagram). Il nome della birra sembra suggerire l’idea di una Grodziskie brassata con peperoni cruschi, e – credeteci o meno – è esattamente così: i due marchi hanno recuperato l’antico stile affumicato di origine polacca, aggiungendo il tocco inconfondibile degli eccelsi peperoni cruschi. Il risultato è una birra di colore giallo paglierino e dall’aspetto leggermente velato, caratterizzata da note affumicate e leggermente speziate e balsamiche, facile da bere nonostante il suo corpo piuttosto rotondo. Se siete curiosi di assaggiarla sappiate che sarà disponibile a partire dal prossimo weekend in diversi pub italiani, oltre che nella tap room di Bellazzi e presso il locale di R-Esist.
La Diana
Sono ben tre le nuove birre rilasciate di recente da birrificio senese La Diana (sito web). Partiamo da I’m shipping up to Boston (5,5%), un’American Stout che gioca sul connubio tra i profondi aromi di malto tostato (caffè, cioccolato fondente, liquirizia, pane di segale) e il contributo floreale, agrumato (pompelmo, limone) e resinoso dei luppoli americani. È una birra decisa, con una chiusura secca ma equilibrata. La Acid Eyes (4%), invece, è una Sour Beer maturata in botte, il cui rilascio di aromi di vaniglia, cocco e legno stagionato si integrano con intense note agrumate e fruttate. Il bouquet è completato dal metabolismo dei Brettanomyces, nonché dall’aggiunta di mirto, coriandolo e ginepro. Infine la Quando arriva… arriva! (10,5%) è una classica Kerstbier di stampo belga, aromatizzata con l’impiego di diversi ingredienti speciali tra cui miele, coriandolo, anice stellato, fiori di sambuco, fichi freschi, scorze d’arancia e mandarino e tre differenti pepi (bianco, rosa e di Sichuan).
O’Ste Birra Artigianale
Chiudiamo l’ultima panoramica sulle nuove birre italiane prima di Natale con la Verdant IPA (6,5%), recente creazione della giovane beer firm O’Ste Birra Artigianale (sito web). Nonostante la birra rientri nella tipologia delle moderne luppolate, è nata appositamente per celebrare le festività all’orizzonte. Il grist è composto principalmente da malto Pilsner, con una quota residuale di malto Vienna e fiocchi d’avena; la luppolatura invece prevede l’impiego di Chinook a metà bollitura e Simcoe e Galaxy a freddo durante la fermentazione. Inutile specificare che il ceppo di lievito utilizzato è il Verdant, scelto per favorire le biotrasformazioni e amplificare le sfumature tropicali e agrumate.