Il fenomeno delle birre collaborative non solo è una costante da diversi anni nel panorama brassicolo italiano, ma sta mostrando una netta crescita nella fase post Covid. Ed è proprio con questa fattispecie che apriamo l’odierna rassegna sulle novità dei nostri produttori, per segnalare le due creazioni inedite nate sulla direttrice Milano – Roma. Da una parte c’è infatti il Birrificio Lambrate (sito web), dall’altra Ritual Lab (sito web): da loro incontro sono nate due luppolate battezzate in maniera identica, ma diverse come filosofia produttiva. La Round Trip (6%) meneghina è una Hazy IPA morbida e cremosa, moderna come la città di Milano, sempre in evoluzione; la Round Trip (6,2%) capitolina è invece una West Coast IPA limpida, secca e amara, più old-style, in linea con l’antichità della Città Eterna. Se siete curiosi di assaggiarle, magari in parallelo, l’appuntamento è per sabato 18 maggio, quando saranno presentate in anteprima al Ma che siete di Roma e ai due locali di Lambrate a Milano.
Nel frattempo in casa Ca’ del Brado (sito web) è tempo di grandi cambiamenti. Oltre a rivedere il proprio logo, l’azienda emiliana ha recentemente acquistato una inlattinatrice, approfittandone per lanciare il progetto The Wildest Can. Si tratta di una nuova linea composta da birre selvagge a fermentazione mista in vasca aperta, maturate nella cantina dell’azienda con la flora fermentativa presente nell’ambiente. Mantengono la filosofia di Ca’ del Brado, ma con un approccio moderno e innovativo: birre dall’acidità “gentile”, confezionate in lattina, di estrema bevibilità e basso tenore alcolico, connotate anche da botaniche o speziature che strizzano l’occhio al mondo della mixology. Al momento le birre della gamma sono quattro, la prima delle quali si chiama Nunc (4,5%) e può essere considerata la “base” della linea: una fermentazione mista senza ingredienti aggiuntivi. Le altre tre creazioni sono una sorta di upgrade della Nunc: Hic (4,5%) è speziata con pepe nero e scorze di limone, Zing (4,5%) con zenzero e scorze d’arancia dolce e amara, Sip Sip (4,5%) è infine prodotta come una Wild IPA con il contributo dei luppoli Amarillo e Simcoe.
Come vi abbiamo raccontato in una delle ultime rassegne sulle novità italiane, in occasione del suo decennale il birrificio 50&50 (sito web) di Varese ha deciso di lanciare dieci birre collaborative con altrettanti produttori italiani. Recentemente è stata annunciata quella nata dalla partnership con Alder (sito web), battezzata Burning Heads (6,9%). Si tratta di una West Coast IPA brassata con un doppio dry hopping, utilizzando varietà Chinook, Amarillo, Simcoe e Citra. Per il resto la ricetta rispetta totalmente le aspettative: grist formato da solo malto Pils e fermentazione a carico di un lievito neutro americano (US05). Aspettiamoci una birra limpida, secca e amara, molto bevibile ma anche carica di note agrumate e resinose. La Burning Heads è stata presentata sabato scorso presso le tap room dei due birrifici.
A proposito di collaborazioni, il Birrificio della Granda (sito web) ha svelato l’ultima incarnazione del suo progetto Be Grapeful, che sembrava arrivato a conclusione dopo l’Imperial Stout prodotta insieme a De Molen. Invece con un colpa di coda l’azienda piemontese ha inserito una nuova creazione nella linea, coinvolgendo per la prima volta un birrificio italiano con l’obiettivo di allargare gli orizzonti del progetto. La scelta è ricaduta su Brewfist (sito web), con cui, complice l’estate all’orizzonte, si è deciso di realizzare una birra dalle suggestioni tropicali, senza deviare troppo dal percorso delineato da Be Grapeful. Ne è nata una sorta di Catharina Sour impreziosita dall’aggiunta di mosto d’uva moscato della Cantine Vite Colte di Barolo e da succhi di mango, ananas e guava. La Be Grapeful with Brewfist (6,5%) è dunque una birra delicatamente acida, che al naso colpisce per i toni fruttati di stampo esotico e in bocca rilancia con suggestioni vinose. La birra sarà disponibile a partire da domani (mercoledì).
Se in questa carrellata vi sembra mancare qualche stile più vicino alle tradizioni europee, sappiate che una settimana fa il birrificio 100Venti (sito web) di Borgomanero (NO) ha annunciato una classicissima English IPA, creata insieme al birrificio estone Purtse (sito web). La birra si chiama No Borders IPA (5,4%) e nasce da una ricetta decisamente fedele al modello di partenza: solo malto Pale inglese (Maris Otter), varietà di luppolo tipiche del Regno Unito (First Gold e Challenger), lievito britannico (British Ale) e mash classico in single step, con una luppolatura effettuata rigorosamente solo a caldo. Se amate i classici stili da bancone dei pub inglesi, tenete d’occhio questa birra perché 100Venti è specializzato proprio su birre di questo tipo.
Chiudiamo con un salto in Toscana, dove il birrificio Chianti Brew Fighters (sito web) ha in serbo due interessanti novità. La prima si chiama La Sveglia (3,8%) e possiamo definirla una Berliner Weisse non convenzionale, perché fonde elementi tipici dello stile tedesco con quelli delle Breakfast Stout. Può essere considerata una sorta di evoluzione della Good Morning Chianti!, acida al caffè prodotta nel 2020 insieme a La Diana e Podere La Berta: in questo caso è stata scelta un’arabica monorigine etiope (Idido Farmers), accuratamente selezionata della torrefazione Pacamara Coffee Lab, e in più è stato aggiunto lattosio per accompagnare il caffè e giocare con i contrasti che si creano con l’acidità data dai batteri lattici e dal frumento. A vantaggio degli appassionati del genere, vale la pena sottolineare che il caffè è stato aggiunto con tre tecniche diverse, ossia Japanise Ice Brew, Cold Brew e macinazione.
La seconda novità di Chianti Brew Fighters è invece la versione 2024 de La Bestemmia Collettiva (9,2%), la birra prodotta ogni anno per celebrare la community del birrificio. In questa edizione la ricetta, frutto del contributo di tutti gli iscritti alla community, ha preso le sembianze di una Imperial Stout arricchita dall’aggiunta di cacao (Criollo monorigine Perù) e amarene. Una birra forte e da riflessione, che restituisce il senso del progetto: confronto, condivisione, allegria, spensieratezza e prospettive.