Quando pensiamo alle birre forti della cultura brassicola tedesca, magari brassate per la stagione fredda, ci vengono subito in mente Bock e Doppelbock. Esiste perĂ² una variante delle Altbier di DĂ¼sseldorf, le antiche alte fermentazioni locali, chiamata Sticke e brassata in occasioni speciali, soprattutto in autunno e in inverno. Ăˆ un sottostile molto raro in patria, quindi figuriamoci all’estero: i birrifici italiani che si sono confrontati con la tipologia sono pochissimi. Tra questi si aggiunge ora il lombardo War (sito web), che di recente ha annunciato la sua ultima one shot, battezzata SuperG (7,7%). Ăˆ definita Doppelsticke – non è un neologismo del birrificio – perchĂ© il tenore alcolico è superiore allo standard, aspetto che la rende particolarmente rotonda e appagante. Gli aromi ruotano intorno alla frutta secca e disidratata, con sfumature caramellate del malto e speziate del luppolo mitteleuropeo. Il finale è secco e leggermente amaro.
La SuperG non è l’unica novitĂ di War, perchĂ© proprio qualche ora fa è stata annunciata la Portobello (5,4%), ispirata alle Porter londinesi del passato. Ăˆ prodotta con soli malti inglesi (Maris Otter, Crystal Extra Dark, Chocholate, Brown e fiocchi d’orzo) e un’acqua modificata per avvicinarsi a quella della capitale inglese. Interessante la scelta del birrificio, cha ha deciso di inserire la Porto Bello nella linea base, sostituendo in modo definitivo la Babau, una Stout. Evidentemente se bisogna andare su tipologie complicate da vendere – le “nere” in Italia faticano da sempre – meglio farlo con un prodotto dalla forte componente storica e culturale. Curiosi di assaggiare le due novitĂ di War? Anche noi, ma occorrerĂ attendere metĂ gennaio.
Proprio a metĂ gennaio si terrĂ il consueto concorso Birraio dell’anno e come sempre sarĂ accompagnato dal premio per il migliore produttore emergente. Tra i seri candidati alla vittoria di questo trofeo c’è Mattia Bonardi di Nama Brewing (sito web), che proprio negli scorsi giorni ha annunciato l’ennesima creazione inedita del 2023. La C-Double (8,5%) è ispirata alle Double IPA della West Coast americana, facendo dei luppoli statunitensi i suoi protagonisti assoluti. Il Citra e il Chinook, impiegati sia a caldo che in dry hopping in varie fasi, conferiscono primariamente note di agrumi e resina. La birra ha un contenuto alcolico importante, ma risulta molto scorrevole grazie a una base maltata leggera (malti Pale e Pils) e a una decisa secchezza. Ottima per chi non vuole rinunciare a birre luppolate anche in questo periodo dell’anno.
Due sono invece le novitĂ annunciate recentemente dal birrificio laziale Eastside (sito web). La prima è la Black Celebration (11%), una Imperial Stout brassata appositamente per le festivitĂ natalizie, che non a caso tra gli ingredienti annovera agrumi canditi e vaniglia del Madagascar. L’abbinamento proposto dal produttore è scontato ma decisamente appagante: va accostata a panettoni o torroni agli agrumi, due specialitĂ con cui starete (ri)prendendo familiaritĂ in questi giorni. La seconda new entry è invece la Fatted Calf (8%), un’American Strong Ale realizzata con grandi quantitĂ di luppolo (varietĂ Chinook, Simcoe e Columbus) aggiunte in caldaia per tutto il tempo della bollitura. Vuole essere un omaggio alla leggendaria Arrogant Bastard Ale di Stone, una birra che, come saprete, ha segnato la storia del movimento craft negli Stati Uniti.
Anche il birrificio Styles (sito web) di Monte Urano (FM) ultimamente ha lanciato due birre inedite. La prima è la Ho ho ho (10%) che, come il nome suggerisce, è dedicata al Natale. Rientra nella categoria delle Kerstbier del Belgio e prevede l’aggiunta di buccia d’arancia dolce, miele millefiori dell’azienda agricola Colli 35 e zucchero candito chiaro. La resa aromatica degli ingredienti speciali si sposa con quelle del metabolismo del lievito, riconducibili a chiodi di garofano, pepe, arancia candita, albicocca e frutta matura, offrendo un profilo opulento e in linea con l’abbondanza delle tavole natalizie. La seconda novità è la Open Your Mild (3,5%), brassata in occasione del quinto anniversario del pub Loop di Napoli. Ăˆ ovviamente una Mild – una Dark Mild per la precisione – che si contraddistingue per note di caramello, pane tostato, frutta secca e una sfumatura di cioccolato, il tutto accompagnato dal tocco terroso e floreale del luppolo.
E continuiamo con le doppie novitĂ per introdurre quanto annunciato negli ultimi giorni dal birrificio Aimara (sito web) di Subiaco (RM). Partiamo dalla Traktor (6,3%), una Bock piuttosto fedele allo stile di riferimento, che rappresenta la seconda bassa fermentazione del produttore laziale. Chiaramente è il malto a essere protagonista in termini aromatici, grazie al carattere della varietĂ Monaco che contribuisce a fornire toni caramellati e tostati, con richiami biscottati. La secchezza finale, dosata il giusto, bilancia la bevuta e la percezione alcolica. La Buio (11%), invece, è una Imperial Stout realizzata in collaborazione con il giovane Linfa Brewery (pagina Facebook). Prodotta con un doppio mash e con un buona dose di cereali in fiocchi (avena, frumento e orzo), è aromatizzata con l’impiego di caramello salato in bollitura e di banana e cannella a fine maturazione. Ne risulta una birra complessa, importante, ricca, in cui i diversi ingredienti trovano la corretta armonia.
Chiudiamo la carrellata odierna con la Ipogea Arenara (7,7%), neonata Italian Grape Ale del birrificio Skapte (sito web) di Cairano (AV). Il mosto d’uva impiegato (20%) è quello appena pigiato di Fiano, vitigno autoctono dell’Irpinia molto intenso e complesso a livello aromatico. Nello specifico proviene dalla Cantina Agricola Cianciulli di Andreatta, situata nella contrada “montana” di Arenara, da cui una parte del nome della birra. L’altra parte, cioè Ipogea, è lo stesso della prima IGA di Aimara e anche in questo caso omaggia le grotte tufacee millenarie della zona, dove veniva conservato il vino. In particolare il comune di Cairano ne conta circa quaranta, tutte esposte a nord. La Ipogea Arenara è disponibile da meno di una decina di giorni.