Il 2023 sembra l’anno delle linee parallele. Non che sia una novità rispetto al passato, sia chiaro, eppure negli ultimi mesi gli esempi in questo senso non sono mancati. È tuttavia un fenomeno abbastanza normale se consideriamo l’età del nostro movimento – non più in fasce, diciamo – e i vantaggi che garantisce ai birrifici, capaci così di esplorare nuove strade produttive. È proprio questo l’obiettivo della linea Foravìa del veneto Siemàn, che dopo essersi imposto sin dal debutto con le sue fermentazioni non convenzionali, ora ha deciso di dedicare una gamma a stili tradizionali, senza tuttavia perdere il suo marchio di fabbrica. Le birre sono fermentate e maturate in acciaio, ma vengono inoculate con un mix composto sia da lieviti ordinari, sia da lieviti indigeni (tra cui Brett) della cantina di Siemàn. Sono dunque creazioni secche, bevibili e non acide (niente batteri lattici), con note funky derivanti dal particolare tipo di fermentazione. Le prima tre birre della linea Foravia sono Blond (5,6%), una chiara di stampo belga fresca e profumata, IPA (5,8%), con un’abbondante luppolatura moderna, e Saison (5%), secca e profumata, con note rustiche e di luppolo. Le birre saranno presentate questo fine settimana in circa quaranta locali italiani, trovate l’elenco su Facebook.
Due sono invece le novità annunciate di recente dal giovane birrificio Nama Brewing (sito web) di Treviglio, in provincia di Bergamo. La prima si chiama Mariposa White (6,3%) ed è la sorella minore della Mariposa, uscita nell’autunno del 2022. L’idea è ancora quella di proporre una Smoothie Sour, cioè una birra acidula che ricorda alla lontana la tipica bevanda “morbida” a base di frutta (o verdura). In questo caso la ricetta prevede l’impiego di ananas, lime e cocco, aggiunti a una base costituita da malto Pilsner, frumento e avena e fermentata con un ceppo Vermont Ale. Il suo gusto spiccatamente tropicale vi catapulterà immediatamente su una spiaggia dei Caraibi. La seconda novità è invece la Renegades of Funk (4,5%), una Session IPA realizzata in collaborazione con il birrificio basco Gross (sito web). Per la luppolatura si è fatto ricorso a diverse tecniche innovative, la cui resa è stata esaltata dall’impiego di un ceppo di lievito Verdant. Il grist è composto da malti Pilsner e Pale e da fiocchi di avena, mentre i luppoli impiegati sono di provenienza pacifica e americana (Motueka e Citra).
Conoscete il termine kolschkränze? Indica il particolare vassoio con cui vengono servite le Kölsch nelle taverne di Colonia: la sua particolarità è nella presenza di fori in cui adagiare i piccoli bicchieri cilindrici tipici dello stile e una maniglia, posta sulla sommità di un piccolo cilindro centrale. Questo suggestivo arnese è ora presente anche nella tap room del birrificio Alder (sito web) e viene utilizzato per servire la nuovissima Happen (4,8%), che – inutile sottolinearlo – si ispira proprio alle alte fermentazioni della città tedesca. Prodotta con solo malto Premium Pils, è luppolata con varietà Select e Crystal e fermentata con ceppo di lievito tradizionale proveniente da una birreria storica di Colonia. Aspettiamoci una birra limpida, con fragranze di pane e una luppolatura elegante e florale che accompagna la chiusura delicatamente amara. Se siete amanti delle tradizioni brassicole europee, vi suggeriamo di non lasciarvela sfuggire.
Uno dei produttori italiani più interessanti degli ultimi anni è senza dubbio Maestri del Sannio (sito web). Di recente l’azienda campana ha lanciato la Marialga (5%), una birra realizzata in collaborazione con Marianna Vitale, chef stellata del ristorante Sud di Quarto (NA). La ricetta è molto particolare e prevede l’impiego di lattuga di mare, un’alga che in qualche modo rappresenta la cucina della Vitale. La birra viene fermentata e affinata in botti di rovere francese, poi viene aggiunta la lattuga di mare e lasciata macerare prima del confezionamento in bottiglia. Le alghe macerate sono poi recuperate e utilizzate per le preparazioni del ristorante. Come riporta Italiangourmet, è proprio la chef a spiegare la scelta dell’inusuale ingrediente:
Il gusto di quest’alga è universalmente riconducibile a quello del mare, il suo profumo ci preannuncia la vicinanza di una scogliera. La lattuga di mare cresce su formazioni rocciose, con la bassa marea l’alga emerge e il vento effonde il suo odore che per tutti diventa “odore di mare”.
Nel frattempo sta andando avanti il progetto Be Grapeful del piemontese Birrificio della Granda (sito web): una serie di variazioni sul tema delle Italian Grape Ale, prodotte in partnership con prestigiosi birrifici stranieri. Dopo le collaborazioni con Moor e Brlo, ora è il momento del norvegese Lervig (sito web) e del suo birraio Mike Murphy. L’ingrediente principe è sempre lo stesso, cioè il mosto di uve moscato della cantina Vite Colte, che nella Be Grapeful with Lervig (6%) è stato aggiunto a un mosto di malto d’orzo (Pilsen) farro e frumento e quindi prima acidificato con batteri lattici, poi fermentato con lievito Kveik. La scelta del ceppo è ovviamente un omaggio alla Norvegia e il risultato è una birra leggermente acida e piuttosto fruttata, che spinge lo stile birrario di origine italiana verso nuovi confini.
E concludiamo la panoramica odierna con la Zio (4%), una Session IPA nata dall’incontro tra i giovani Birrificio Abruzzese (pagina Facebook) e Cerbero Brewing (pagina Instagram). La luppolatura è ottenuta con un interessante mix di varietà di origine americana, composto da Talus, Mosaic, Citra e Centennial (quest’ultimo coltivato sulle colline veronesi), il cui contributo aromatico è valorizzato dall’impiego di lievito Vermont. Il risultato è una birra leggera ma di carattere, con intense note di frutta gialla e frutta tropicale (cocco in primis), fino a sfumature di caramello. Il corpo è esile ma non sfuggente, grazie alla presenza di una percentuale di segale abruzzese che fornisce “sostanza” alla bevuta. Per chiudere il cerchio di questo articolo, segnaliamo che la Zio appartiene alla linea Evolution Series del Birrificio Abruzzese.