Alcuni di voi saranno ancora seduti sul divano a boccheggiare dopo le mangiate di questi giorni, altri invece staranno comunque boccheggiando, ma davanti al computer dell’ufficio. In ogni caso una rilassante panoramica sulle nuove birre italiane è il modo migliore per ripartire col piede giusto e allora cominciamo subito da una birra che sembra uscita direttamente dagli avanzi delle feste: la Purple Drunk (8%), nata dalla collaborazione tra i birrifici War (sito web) e Nama Brewing (sito web). La definizione, dal gusto sarcastico, è tutto un programma: Raspberry Blackcurrant Marshmallow & Vanilla Imperial Pastry Smoothie “Gently” Sour. A una base delicatamente acida (presumibilmente il mosto è acidificato con lattobacilli) vengono aggiunti lamponi, ribes nero, vaniglia e marshmallow, ottenendo un prodotto con richiami agli smoothie, ma dal tenore alcolico tutt’altro che indifferente. Insomma, se gli eccessi gastronomici di questi giorni non vi sono bastati, la Purple Drunk è lì ad aspettarvi: dovrete solo attendere il 12 gennaio, quando sarà ufficialmente disponibile.
Se invece ciò che cercate è una birra leggera e defaticante, ma non priva di un certo carattere, date un’occhiata all’ultima creazione del birrificio umbro Altotevere (sito web), annunciata proprio prima di Natale. La Circle (4,8%) è un’American Lager dall’anima a cavallo tra le culture brassicole di Germania e Stati Uniti. La luppolatura infatti prevede l’impiego del tedesco Hallertau Mittelfrüh in bollitura e dell’americano Centennial a freddo (dry hopping molto leggero), con il risultato che il profilo aromatico si muove tra note erbacee e sentori agrumati. La base maltata fornisce supporto al luppolo restando nelle retrovie, mentre il lievito a bassa fermentazione non interferisce in termini aromatici. La Circle peraltro è la prima birra gluten free di Altotevere, dunque indicata anche a chi soffre di intolleranze al glutine.
Nelle ultime settimane il birrificio Karma, uno dei nomi storici del panorama brassicolo campano, ha annunciato diverse novità, molte delle quali nel segno delle collaborazioni. La Sour Trip (8,5%), ad esempio, è il frutto della partnership con Cask Irpinia (pagina Facebook): una Tripel lasciata riposare per oltre un mese in botti ex Aglianico, con aggiunta di fiori di sambuco nelle ultime due settimane. Il contributo degli esteri e dei fenoli tipici del metabolismo del lievito si fondono con note di legno e di sambuco e con una sfumatura citrica dei lattobacilli, la cui presenza al palato si distingue per una leggera acidità utile a snellire il sorso. La Hop to Hop (5,9%) è invece la primogenita di una linea dedicata espressamente ai pub e che prevede il loro diretto coinvolgimento nell’elaborazione della ricetta: la birra d’esordio è una India Pale Lager che utilizza luppoli freschi delle varietà Chinook, Cascade e Columbus, sia bollitura che in dry hopping, coltivate in Italia da Italian Hops Company.
Molto importanti sono anche le collaborazioni da cui nasce una nuova serie di Italian Grape Ale del birrificio Karma, realizzata grazie alla partecipazione di alcune cantine campane. Le prime due incarnazioni del progetto sono quelle realizzate con la cantina Enoz di Sessa Aurunca (CE): Incontri di attimi (6,3%) è creata con l’aggiunta di mosto di uve Falanghina, che apporta vivacità aromatica con note fruttate, erbacee e minerali; Un Incontro Caotico (6,3%), invece, è ottenuta con l’aggiunta di mosto di uve Primitivo con lavorazione rosato, che regala toni di frutta a polpa gialla, frutti rossi, erbacei e minerali. In entrambi i casi si distingue un finale secco, leggermente amaro e contraddistinto da note citriche. Fuori dalla collaborazioni, infine, bisogna segnalare la San Diego (7,2%), una West Coast IPA relativamente muscolare e piuttosto in stile, luppolata con varietà americane che conferiscono un profilo aromatico con note di agrumi, frutta tropicale e un leggero resinoso.
Chiusa l’ampia parentesi dedicata a Karma facciamo un salto nelle Marche per segnalare la Kölshederana (4,7%), una birra in stile Kölsch frutto della collaborazione tra il birrificio Babylon (sito web) e il locale Piabè Drink’n Food (sito web) di Chiaravalle (AN). Come nella migliore tradizione delle alte fermentazioni di Colonia, la Kölshederana risulta dorata e rinfrescante, con il tipico aroma leggermente fruttato (mela e pera) derivante dal lievito Kölsch e un sottile erbaceo speziato dato dai luppoli nobili tedeschi. In bocca si caratterizza per un corpo medio-leggero, con il ritorno delle sensazioni di malto e il leggero speziato dei luppoli, bilanciati dal fruttato della fermentazione. Delicata, fresca ed estremamente bevibile, merita attenzione anche per la bella grafica che campeggia in etichetta, di cui si è occupato il Piabè.
E concludiamo con l’ennesima collaborazione – se non a Natale quando… – per introdurre la Brado Bang (4,9%), brassata presso il birrificio abruzzese Bibibir (sito web) in partnership con due importanti locali italiani: il ristorante Brado (sito web) di Roma e la birroteca Beer Bang (pagina Facebook) di Teramo. La ricetta è quella di una classica Pils buona per tutte le occasioni, ma che sicuramente non rinuncia a mostrare un certo carattere. È stata presentata ufficialmente lo scorso 18 dicembre durante il Brado Bang Day, che ha visto coinvolte diverse realtà in tutta Italia. Per l’occasione Brado ha preparato un menu ad hoc, omaggiando la cultura gastronomica abruzzese con tartare di pecora, polenta taragna con cinghiale, costine di maiale e bombette ripiene di pecora alla callara. Perché abbuffarsi solo a Natale quando si può farlo tutto l’anno?