La panoramica di oggi sulle nuove birre italiane è inevitabilmente influenzata dal recente Eurhop, poiché diversi birrifici hanno comprensibilmente scelto il festival capitolino per presentare le loro nuove creazioni. È interessante notare come molte novità rientrino nel regno delle basse fermentazioni, confermando un trend ormai in atto da qualche anno: il fenomeno ha probabilmente superato la dimensione della moda passeggera, (ri)acquistando la posizione che merita. Non deve dunque meravigliare se oggi menzioneremo diverse Lager, partendo dalla Slip (5%) di Opperbacco (sito web). Si tratta della seconda Pilsner per il birrificio abruzzese dopo la This is my Pils ed è prodotta con solo malto Pils da orzo coltivato in casa. Simpatico l’effetto ottico che si ottiene capovolgendo la lattina, con la parola Slip che si trasforma rivelando lo stile di appartenenza della birra. Se vi state chiedendo perché in etichetta campeggi Gigi la Trottola, è nel nome che dovete trovare la (facile) risposta.
È una Pilsner anche la collaboration brew tra i birrifici MC-77 (sito web) e Lariano (sito web), annunciata esattamente una settimana fa dopo una lunga maturazione, cominciata intorno a fine agosto. Protagonista della ricetta è l’Akoya, un nuovo luppolo tedesco che i due produttori hanno utilizzato in late hopping, a bassa temperatura, al fine di esaltare il suo delicato contributo aromatico e l’amaro equilibrato. Come spiega il birrificio marchigiano sulla sua pagina Facebook:
Le varietà tedesche, sia autoctone che quelle di recente rilascio, come ad esempio l’Hallertau Tradition o l’Akoya sono caratterizzate da delicati sentori aromatici che spaziano dall’ erbaceo al floreale fino ad arrivare allo speziato e danno un contributo amaricante più bilanciato grazie ai composti amaricanti ausiliari di cui sono ricche le resine, contribuendo in maniera positiva all’armonia e all’equilibrio della birra, soprattutto se usati in momenti diversi del processo di produzione.
Il nome della birra è Ndo Koya Koya (5%) e dunque ora non resta che attendere la sua prossima evoluzione: So’ tutta un Talus – questa la capiranno in pochi ma non potevamo esimerci.
A proposito di luppolo, a Eurhop non poteva mancare una nuova birra hop-forward del birrificio Porta Bruciata, specializzato in creazioni dalla forte connotazione luppolata. La Fasten Seat Belt (9%) è una Double IPA realizzata con la tecnica del double dry hopping e ricorrendo a varietà molto caratterizzanti: Ekuanot, Chinook e soprattutto Vic Secret, vero mattatore della ricetta. La Fasten Seat Belt punta al giusto compromesso tra potenza e finezza, tra forza ed eleganza, con intensi aromi di frutta tropicale (ananas, frutto della passione) ben supportati da una base maltata solida, ma non pesante. Possiamo aspettarci una corsa tendenzialmente vellutata (c’è una percentuale di avena maltata nel grist) e una chiusura amara ma non aggressiva. Porta Bruciata ha in serbo anche la nuova Wet Hop prodotta con i luppoli di Italian Hops Company, che sarà oggetto (insieme ad altre due creazioni del birrificio) del prossimo appuntamento di Italia a sorsi sul nostro portale Formazione Birra.
Torniamo a bomba sulle basse fermentazioni con due Marzen, stile con cui quest’anno molti birrifici italiani si sono confrontati, complice l’Oktoberfest e a conferma di quanto espresso in apertura. La prima si chiama Roger (5,5%) ed è l’ultima new entry del birrificio Liquida (sito web). Prodotta con malti Pils e Monaco, che le conferiscono un carattere leggermente rustico, si contraddistingue per un colore ambrato e per note di crosta di pane e miele di castagno, con un ingresso dolce ben bilanciato da un delicato amaro. Nella base fermentescibile troviamo anche una frazione di orzo non maltato e di avena. Sicuramente molti di voi l’avranno assaggiata durante Eurhop.
La seconda Marzen di giornata arriva invece dal romano Eternal City Brewing (sito web) ed è stata presentata in occasione dell’evento dedicato proprio all’Oktoberfest, tenutosi nel weekend a cavallo tra settembre e ottobre. La birra si chiama Beata Quartina (5,2%) ed è una bassa fermentazione dal colore ramato chiaro, in cui le sfumature di crosta di pane e biscotto sono accompagnate da una leggera nota caramellata, bilanciata da un’elegante luppolatura. Il nome è un omaggio all’inossidabile film Il Marchese del Grillo, mentre nel corso della serata di presentazione la birra è stata servita a caduta dalla relativa botticella.
Concludiamo questa lunga carrellata con altre due creazioni disponibili a Eurhop, entrambe provenienti dal giovane birrificio Nama Brewing. La prima si chiama Demon Cleaner (7%) e si ispira alle Cold IPA, ultima trovata stilistica nell’ampia famiglia delle luppolate di origine americana. Nata dalla collaborazione con l’azienda Lallemand, è fermentata con un lievito Lager di nuova generazione e luppolata con varietà El Dorado, Citra e Simcoe. Nel grist troviamo infine fiocchi di riso in aggiunta al malto d’orzo (solo Pils). La seconda novità di Nama Brewing è invece la Mariposa (6,3%), definita Smoothie Sour. La ricetta infatti è molto particolare, perché prevede l’impiego di lamponi, fragole e mirtilli oltre all’aggiunta di marshmallow. La morbidezza palatale è favorita dalla presenza di frumento e avena, mentre della fermentazione è responsabile un ceppo Vermont Ale.
[…] di Bergamo. La prima si chiama Mariposa White (6,3%) ed è la sorella minore della Mariposa, uscita nell’autunno del 2022. L’idea è ancora quella di proporre una Smoothie Sour, cioè una birra acidula che ricorda […]