Siamo da poco entrati in quel periodo dell’anno dedicato al raccolto del luppolo, un’attività che fino a qualche anno fa in Italia era praticamente sconosciuta. Negli ultimi tempi però il settore ha ricevuto un impulso impressionante, favorendo la moltiplicazione dei progetti di coltivazione in tutta Italia. La conseguenza più immediata per i consumatori è la disponibilità di molte birre italiane realizzate con luppolo di aziende operanti sul territorio nazionale, come la nuovissima Umbra (5,2%) del Birrificio Altotevere (sito web), creata grazie alla partnership con l’azienda Luppolo Made in Italy. Si tratta di un’American Pale Ale brassata con l’impiego di varietà Cascade (60%) e Chinook (40%) sia in whirpool che in dry hopping, oltre a malto Pils e un lievito neutro. Il risultato è una birra facile da bere ma con un carattere deciso, identificato da note agrumate e resinose e da sfumature tropicali e floreali. La Umbra è stata presentata durante una tre giorni di degustazioni e tour guidati organizzata in concomitanza con il raccolto del luppolo.
Restiamo in Umbria, dove c’è un altro birrificio che per la sua ultima creazione ha puntato esclusivamente su luppoli italiani. In realtà Mastri Birrai Umbri (sito web) si è spinto oltre, perché la sua inedita Dorian Red (5,8%) è realizzata con soli ingredienti 100% made in Italy: non solo luppolo, ma anche malto d’orzo, lievito e ovviamente acqua. Il nome della birra è un omaggio al personaggio di Oscar Wilde e al Regno Unito in generale, tanto che lo stile di ispirazione è quello delle Extra Special Bitter: versioni più alcoliche e “piene” delle semplici (Ordinary) Bitter. Si presenta leggermente velata con un colore ambrato intenso e riflessi rubino, mentre all’olfatto e al gusto ostenta aromi tostati e caramellati che bilanciano la chiusura amara. La Dorian Red è stata presentata in anteprima durante il recente Cibus per esaltare ulteriormente il legame della birra con tutta la filiera agroalimentare.
Restiamo in Italia centrale ma cambiamo totalmente genere per introdurre la Pop The Casbah (6,8%), ultima creazione di Jungle Juice (sito web). È una birra rientrante nella famiglia delle DDH IPA, che impiega i prodotti più all’avanguardia dell’azienda Yakima Chief in tema di luppoli Cryo. Le varietà impiegate sono Ekuanot e Mosaic, in aggiunta allo speciale blend dell’azienda americana denominato Pop, che regalano decise pennellate di frutta tropicale. La base fermentescibile è costituita da malto Golden Promise e da una percentuale di avena e frumento, che aggiungono morbidezza e slancio a una classica luppolata di stampo moderno. Nonostante la Pop The Casbah sia terminata e catalogata come one shot, dovrebbe tornare disponibile a breve.
Nasce invece da una collaborazione la Quo Vadis? (5,2%), una DDH Kveik IPA realizzata dal Birrificio dei Castelli (sito web) insieme a Birraformante (sito web), entrambi marchigiani. Il protagonista della birra è chiaramente il particolare ceppo di lievito Kveik, che è stato lasciato fermentare a 35 °C per permettergli di sprigionare i suoi tipici profumi fruttati. Questo elemento aromatico è poi stato integrato dalla inconfondibile resa dei luppoli Citra e Mosaic, creando un bouquet ricco e variegato. Il risultato è una IPA chiara, fresca e morbida, con una chiusura in cui l’amaro è presente ma molto contenuto. Se siete interessanti alle applicazioni moderne del “miracoloso” lievito norvegese, non vi resta che provare questa interessante novità.
Il Kveik è anche uno degli elementi distintivi dell’ultima limited edition del Birrificio della Granda (sito web), battezzata What Else? (4,5%) e uscita in concomitanza al nuovo corso della linea The Girls. Il ricorso al Kveik è però solo una delle peculiarità della What Else?, poiché la ricetta prevede aggiunta di frutti di bosco e lattosio, oltre a una luppolatura generosa. Il risultato è una IPA morbida e fresca, caratterizzata dalla frutta che conferisce aroma e acidità e da sfumature fruttate del lievito ed erbacee dei luppoli. Il nome è la risposta immediata allo “stile” di appartenenza, che il birrificio ironicamente definisce – prendete fiato – Double Dry Hop Milkshake Session Kveik IPA ai frutti di bosco Gluten Free. A proposito, la What Else? è anche priva di glutine (ma non adatta a chi è intollerante al lattosio).
E concludiamo con la Donna Summer (8,9%), la nuova Belgian Strong Ale del birrificio Radiocraft (pagina Facebook). È una birra potente ma anche relativamente facile da bere, che si contraddistingue per aromi morbidi di malto e cereali, esteri e fenoli tipici del lievito belga e una buona secchezza finale. Per la descrizione vi lasciamo quella del birrificio, che ci sembra decisamente ispirata:
Potenza vocale, un enorme carisma: definirla solo “Queen of Disco” è sminuente; Donna Summer fu una grande sperimentatrice sonora che legò indissolubilmente il proprio nome al genio di Giorgio Moroder, conosciuto in Germania quando a Berlino pulsava il cuore elettronico d’Europa. Donna Summer poteva cantare con grande talento qualsiasi genere musicale dal rock al soul, dal gospel al pop e la sua voce è stata la colonna sonora di intere generazioni ‘danzanti’. La Disco music non è certamente musica d’autore, eppure per un decennio è stata la colonna sonora di una generazione inquieta, che passava con difficoltà dagli anni dell’impegno (i Sessanta) a quelli del riflusso (gli Ottanta). Questo è il genere a cui leghiamo la nostra Belgian Strong Ale.