Come capita ormai regolarmente, diamo un’occhiata alle nuove birre italiane annunciate nelle ultime settimane. Anzi, iniziamo subito con una notizia fresca fresca, ufficializzata proprio nel pomeriggio di ieri: una nuova creatura di Bad Attitude, chiamata Hipster. Si tratta della quarta birra creata da questo giovanissimo marchio, che – giova sempre ricordarlo – ha base nel Canton Ticino e si è da subito imposto all’attenzione del settore per aver puntato esclusivamente sulle lattine. Almeno fino ad oggi…
Ebbene sì, la Hipster sarà disponibile in bottiglia di vetro, anche se si tratterà di una bottiglia molto particolare. Ma su questo aspetto tornerò in seguito. Innanzitutto siamo al cospetto della prima Bad Attitude BIO, creata partendo da una ricetta in stile Pils, le cui caratteristiche sono state “espanse” fino ad ottenere quella che viene definita una “Pilsner Wine”. Inoltre sono state usate alcune spezie “assolutamente fuori stile” (non che le Pils prevedano l’impiego di spezie, sia chiaro) che, a detta dei creatori, rappresentano i loro Timothy Leary tickets. Insomma, l’ispirazione ancora una volta proviene da una certa controcultura americana.
Coerentemente con il rispetto per l’ambiente – uno degli argomenti che hanno giustificato la scelta delle lattine – alla Bad Attitude hanno puntato su una bottiglia in grado di ridurre la Carbon Footprint: peso contenuto (145g nel formato da 33cl), etichette in carta riciclata, colla idrosolubile. Inoltre la Hipster sarà venduta “vuoto a rendere”, anche se la filiera di recupero al momento è attiva solo in Svizzera – cercano partner per l’Italia, quindi chi è interessato si faccia avanti.
In attesa di assaggiare questa quarta creatura di Bad Attitude, non nascondo che la notizia dell’utilizzo del vetro mi ha lasciato spiazzato. Nonostante la scelta della bottiglia sia stata fatta nell’ottica di restare coerenti con la filosofia aziendale, abbandonare la lattina (anche solo per una singola birra) la vedo come una sorta di “tradimento” (occhio alle virgolette eh 🙂 ) all’elemento centrale della comunicazione di Bad Attitude. Ma d’accordo, sono pure impressioni soggettive di contorno… l’importante è il contenuto, non il contenitore.
Chiusa l’ampia parentesi Bad Attitude, vediamo le altre novità. Gli appassionati di più vecchia data probabilmente conosceranno Eraldo Corti, homebrewer e da poco più di due anni proprietario del beershop Nabbirra di Cosenza. Il suo passato da produttore casalingo lo ha convinto a lanciare sul mercato la sua birra, la Riulì. E’ prodotta presso il birrificio Aeffe di Castel San Giorgio (SA) sulla base di una ricetta che Eraldo ha perfezionato negli anni.
Ecco come viene descritta:
Si tratta di una birra ambrata, rifermentata in bottiglia, dal profumo gradevole di pane, miele ed agrumi, con un impatto morbido in bocca che fluisce in maniera naturale verso un amaro elegante, in un finale lungo e soddisfacente.
La Riulì è ovviamente disponibile presso il beershop Nabbirra (piazza Misasi 7) oppure on-line, tramite e-commerce. Se vi interessa approfondire il discorso, vi segnalo questa recensione pubblicata sul sito dell’associazione Beer Emotion.
Parlando ieri dell’anniversario di Open Baladin ho citato la Hoppycat di Birra del Borgo. Si tratta della terza birra collaborativa realizzata insieme a Ken Fisher di Grateful Deaf, dopo la Stim Bir e la Summer Sue. Non ne so molto, l’assaggerò venerdì sera. Invece stasera sarà ufficialmente presentata a Roma un’altra novità del birrificio di Borgorose: l’Equilibrista. E’ una produzione molto particolare, per la quale è impiegato mosto di Sangiovese, ed è realizzata secondo il classico metodo degli Champagne. La provai in una versione assolutamente primordiale alcuni mesi fa e già prometteva bene, ora credo che abbia raggiunto la piena maturazione.
Se siete curiosi di provarla in anteprima, l’appuntamento è per stasera alle 20,30 all’osteria L’Incannucciata a Roma, dove Paolo Mazzola condurrà una serata di degustazione e abbinamenti gastronomici con alcune Porter italiane e internazionali. Non mancheranno lo chef Dino De Bellis e il birraio Leonardo Di Vincenzo. Per ulteriori informazioni sull’evento potete consultare Facebook.
anche io voglio fare la birra col vuoto a rendere!!!
come si fà?!?!?!
ho avuto modo di assaggiare la hipster al Sana e trovo che sia una buona birra.
se davvero badattitude riesce a realizzare la vendita vuoto a rendere bisogna fare i complimenti al coraggio ed alla coerenza dell’azienda.
li seguirò
il vuoto a rendere non è per niente una novità..Beba da Villar Perosa lo fa da sempre.. Noi che siamo distributori di birra pure.. Il problema è che lo puoi attuare con filiera corta, diversamente diventa ingestibile il ritiro dei vuoti
mi sembra che la proposta sia interessante.
non credo sia importante l’imprimatur del primo produttore.
ciò che conta è che è sia una proposta seria