Eccoci qui: anche quest’anno siamo giunti in quel periodo in cui le nostre panoramiche sulle nuove birre italiane si riempiono di produzioni pensate appositamente per il Natale. Oggi iniziamo dunque con la Call me Claus (10,5%) di Birra dell’Eremo (sito web), una delle creazioni italiane con l’etichetta più natalizia di sempre. Dietro l’apparenza innocente si nasconde una Quadrupel potente e avvolgente, ma anche molto elegante, la cui ricetta è impreziosita dall’aggiunta di caramello salato. Si presenta con un colore tonaca di frate e una schiuma densa e persistente, prima di svelarsi all’olfatto con note di miele di castagno, caramello, frutta sotto spirito e uva sultanina. Le sensazioni che regala al palato sono quelle di un morbido abbraccio caldo, che accompagna la bevuta prima di chiudere secca con una delicata nota salina.
Da alcuni anni non tutte le birre lanciate espressamente per le festività natalizie appartengono alla tipologia delle Kerstbier o a stili ad esse assimilabili. Ne è un esempio il Birrificio Rurale, che in previsione del Natale ha annunciato due nuove creazioni. La prima si chiama Crossover (6,3%) e si ispira al modello delle Belgian IPA, birre che alcuni anni fa ebbero un grande successo, per poi essere quasi dimenticate. Il produttore lombardo propone la sua interpretazione “contaminando” una Belgian Blond Ale con la tecnica del dry hopping e con moderne varietà di luppolo. Il risultato è una birra con un ventaglio aromatico caratterizzato tanto dal metabolismo del lievito (aromi speziati e fruttati) quanto dal contributo del luppolo (note agrumate e di frutta tropicale). La chiusura è secca e molto persistente.
La seconda novità del Birrificio Rurale si chiama invece Terminator (8%) e incarna in maniera piuttosto fedele lo stile delle Doppelbock, classiche birre forti e invernali della cultura brassicola tedesca. La Terminator si contraddistingue per una struttura maltata ricca e complessa, che restituisce suggestioni riconducibili alla crosta di pane scuro, uva sultanina e frutta secca, nonché un lieve accenno di cioccolato amaro.
Gioca sull’ironia il nome dell’ultima nata del birrificio Via Priula (sito web). Per sdrammatizzare il periodo che stiamo vivendo da diversi mesi, il produttore bergamasco ha recentemente lanciato la sua nuova Dübal (6,6%), che riassume efficacemente il senso di “vaga” frustrazione col quale siamo costretti a confrontarci quotidianamente. Il riferimento però è anche allo stile di riferimento: la birra è infatti brassata sul modello delle Dubbel del Belgio, risultando moderatamente dolce e caratterizzata da note di caramello, frutti rossi maturi, uva sultanina e miele di castagno. Il colore è chiaramente ambrato scuro e in bocca si lascia apprezzare per una leggera percezione dell’alcol che la rende un’ottima compagna nelle fredde giornate invernali.
Continuiamo a muoverci tra tipologie piuttosto tradizionali per introdurre la Helsinki (7,7%), neonata Baltic Porter del giovane birrificio Liquida (sito web). La birra si ispira ovviamente alle scure dell’area baltica e ricorre a un lievito da Lager – storicamente nacquero come alte fermentazioni, ma poi si adattarono alle mode produttive della zona; oggi sono interpretate in entrambi i modi. Per la ricetta della sua Baltic Porter, il birraio Luca Tassinati ha impiegato tre diverse tipologie di malti Crystal e tre diverse tipologie di malti tostati, ottenendo una birra dal corpo pieno, bilanciata da un discreto amaro finale e capace di restituire un piacevole senso di “warming”. Una curiosità : l’etichetta si illumina al buio.
L’impatto dell’emergenza sanitaria si sta riverberando addirittura sulle scelte dei birrifici per le proprie birre di Natale. È ciò che è successo a Birra Losa, produttore di Latina che ogni anno era solito festeggiare con una cotta di S-Elfi, confezionata nell’inusuale magnum da due litri. Poiché quelle alle porte saranno festività da passare in gruppi ristretti, difficilmente si presenterà l’occasione di stappare grandi formati: ecco allora che il birrificio ha pensato di lanciare una birra natalizia totalmente inedita, imbottigliata nella più consueta (e gestibile) bottiglia da 75 cl. La new entry si chiama Goldie (7,5%) ed è una Belgian Golden Strong Ale prodotta con malto da orzo coltivato in proprio, luppolo dell’azienda I Vizi del Luppolo di Cori (LT) e il miele “urbano” di Bees in town.
Concludiamo la carrellata di oggi con la Karmik (3,8%) del romagnolo Noiz. Il birrificio la definisce una “Session Altbier” per sottolineare la via alternativa che ha ricercato nella produzione di questa Session IPA. Il grist infatti è quello delle classiche alte fermentazioni di Dusseldorf (malti Monaco e Caramonaco), ma la luppolatura è invece ottenuta con moderne varietà di origine americana (Citra e Simcoe). Al di là delle definizioni, la sfida di Noiz è stata la creazione di una Session IPA in cui la parte maltata non scomparisse totalmente: il luppolo è chiaramente sempre protagonista, ma l’obiettivo è creare una base di malti relativamente strutturata anche a fronte di un tenore alcolico molto contenuto. Una valida alternativa come birra defaticante tra una Kerstbier e l’altra.
In tutta umiltà , mi permetto di aggiungere, alla “recensione” della Karmik del birrificio Noiz, la presenza di una componente amara un po “strana”, rustica e stuzzicante (almeno per me).