Il settore italiano della birra artigianale è sempre in evoluzione, come dimostrano le tante birre inedite che puntualmente presentiamo ogni settimana. In occasione dei grandi festival però questo fermento raddoppia, perché molti birrai ne approfittano per lanciare novità assolute. Ed è ciò a cui stiamo assistendo in questi giorni a causa dell’approssimarsi di Eurhop, in programma nel fine settimana, che ha dato un’impennata agli annunci dei nostri birrifici e ci ha costretto a dividere in due puntate il consueto aggiornamento. Oggi partiamo con Crak, che parteciperà alla manifestazione capitolina con la Giant Double Step (7,5%), una versione “doppia” della sua celebre Giant Step. Il tenore alcolico in realtà è rimasto immutato, mentre a essere raddoppiata è la quantità di luppolo usato in dry hopping. Siamo dunque al cospetto di una DDH IPA, che lascia meno spazio al caratteristico “dank” della sorella maggiore a favore di una maggiore espressione dei toni tropicali.
La seconda novità di Crak invece non dovrebbe essere presente a Eurhop, ma è anch’essa una variazione di una birra già prodotta in passato. Qualcuno di voi probabilmente ricorderà l’After Sauna, una Pils realizzata a fine 2018 in collaborazione col birrificio norvegese Sleeping Village. Ebbene è ora il tempo del secondo atto di quella partnership: il frutto si chiama Smoked After Sauna (5,2%) e, come il nome suggerisce, aggiunge un layer affumicato alla ricetta precedente. Curiosamente lo stile riportato in etichetta non è più Pils ma Helles, tuttavia ciò che ci interessa maggiormente è sapere che i malti base sono gli stessi (a eccezione ovviamente di quelli affumicati) e che la luppolatura è più delicata rispetto alla sorella maggiore. Anche la grafica può essere intesa come un upgrade (termico) della precedente.
Sicuramente quest’anno a Eurhop non mancheranno le Imperial Stout e nella lista possiamo tranquillamente aggiungere l’ultima creazione del campano Bonavena (sito web), marchio giustamente in grande ascesa nelle considerazione degli appassionati. La Cassius (10,5%) è il peso massimo della casa (da cui il nome) e si contraddistingue per un colore nero impenetrabile, un ventaglio aromatico decisamente complesso e un corpo quasi denso. Il birrificio la definisce una Russian Imperial Stout, dettaglio che presumibilmente sottolinea una certa aderenza al classico modello nato in Inghilterra per il mercato della Russia zarista. E a proposito di dettagli, ce n’è un altro molto interessante: quella presente a Eurhop sarà la versione base della Cassius, quindi possiamo ragionevolmente aspettarci in futuro versioni affinate in legno della stessa birra.
Sempre a Roma lo scorso fine settimana si è tenuta la festa per i dieci anni dell’Open Baladin. Tra le creazioni del birrificio di casa era presente una novità che ritroveremo anche a Eurhop: la Bianca d’Autunno, una birra che potremmo definire anello di congiunzione tra le Double Blanche e le White IPA. Da quest’ultime eredita una luppolatura piuttosto decisa, sebbene non così incisiva come prevedono alcune interpretazioni dello stile. Per il resto però siamo molto vicini alla versione muscolare di una Blanche: aromatizzazione come da copione (oltre ad altre spezie) e contenuto alcolico discretamente alto. La Bianca d’Autunno è profumata e rinfrescante, si lascia bere bene anche se il corpo non è certo esile e chiude con un amaro elegante difficilmente riscontrabile nelle Double Blanche. La ricetta è stata messa a punto da Baladin (sito web) insieme Elia Barozzi, vincitore del Campionato Italiano di Homebrewing di MoBI.
A Eurhop non poteva certo mancare un’inedita a firma Eastside (sito web), marchio sempre molto generoso in termini di novità. Allo stand del birrificio laziale troveremo la Private Stock (9%), una Old Ale brassata con l’impiego di vincotto di fichi. Se l’ingrediente aggiuntivo vi sembra fuori luogo, aspettate di conoscere la genesi della ricetta, perché in realtà Luciano Landolfi era partito con l’idea di realizzare una Old Ale molto aderente al modello tradizionale. In ogni documento storico che consultava, si imbatteva sempre nel black treacle, una sorta di melassa scura particolarmente amara citata tra i vari ingredienti dello stile. Dopo essere riuscito a procurarselo e averlo assaggiato, si accorse che il sapore era molto simile alla riduzione con cui si guarniscono le cartellate pugliesi, cioè esattamente il vincotto di fichi. Il resto della storia è facile da immaginare… La Private Stock ha maturato per circa un anno in fusto per replicare le tipiche ossidazioni delle Old Ale. È di colore rosso rubino carico e si contraddistingue per note di caramello, liquirizia, fichi maturi e frutta sotto spirito. Se vi ha incuriosito, sapete dove trovarla.
E concludiamo con le due collaborazioni con le quali il birrificio Babylon si presenterà a Eurhop. La prima si chiama Sale in Bock (6,8%) e può essere considerata una via di mezzo tra una Gose e una Bock, stili entrambi tedeschi ma assai diversi tra loro. La birra è stata realizzata insieme al birrificio Elvo e a Nicola Coppe di Bionoc’, che ha fornito un nuovo ceppo di lattobacilli utilizzato in sour kettle. Della componente sapida è responsabile il sale marino di Mothia (Trapani), mentre i lieviti impiegati sono a bassa fermentazione. La seconda collaborazione è stata invece portata avanti con il birrificio Opperbacco e ha dato vita alla Abruxensis di Confine, un blend tra due prodotti delle rispettive aziende: da una parte la Terre di Confine di Babylon (sour con mosto di Pecorino), dall’altra l’Abruxensis del produttore abruzzese (Farmhouse con mosto di Trebbiano). Il mix ha poi riposato per 4 mesi in barrique, dove la birra ha subito un’ulteriore fermentazione con la contaminazione di mosto di Pecorino.