È ormai tradizione – sebbene tutt’altro che cercata – dedicare l’apertura delle nostre consuete panoramiche sulle nuove birre italiane a una creazione collaborativa. Questa volta però le collaborazioni sono due ed entrambe vedono protagonisti altrettanti non-giovani birrifici laziali: Jungle Juice di Roma e Hilltop di Bassano Romano (VT). Recentemente Umberto Calabria (Jungle Juice) e Conor Gallagher-Deeks (Hilltop) si sono infatti incontrati per creare due birre inedite, ognuna delle quali brassata nel rispettivi impianto. Dai fermentatori del birrificio capitolino è nata la Jungle On The Hill (4,8%) una West Coast IPA in versione “session”, mentre da quelli del produttore viterbese è scaturita la Top Juice (4,8%), una “Vermont IPA” (quindi immaginiamo una IPA nello stile del New England) realizzata con double dry hopping e anche in questo caso più leggera rispetto al modello di riferimento. Entrambe le new entry sono state presentate la scorsa settimana presso Beer Time on Tap e ora dovrebbero essere disponibili in diversi locali romani (e non solo).
Doppietta anche per il sardo P3 Brewing, che negli ultimi giorni ha lanciato sul mercato due inedite one shot. La prima di chiama I Nodi nel Pozzo (5,4%) ed è una India Pale Lager prodotta in collaborazione con il Birrificio 4Mori, anch’esso isolano. È la prima bassa fermentazione dei ragazzi di P3, che nell’occasione hanno potuto avvalersi dell’esperienza dei loro partner con questa famiglia di birre. Il ventaglio aromatico è dominato dal contributo del luppolo (Mandarina Bavaria, Polaris, Chinook, Citra e Simcoe), che regala freschezza in aggiunta alla facilità di bevuta, rendendo I Nodi nel Pozzo particolarmente adatta alla stagione estiva. Nel nome ritroviamo due elementi ricorrenti nelle creazione delle due aziende: i “nodi” di P3 e il “pozzo” di 4Mori.
La seconda one shot si chiama Turondola (4,2%) ed è realizzata per il quinto anniversario dell’omonimo locale di Sassari. Se il nome non vi suona nuovo, è perché nel 2016 i ragazzi di P3 crearono in collaborazione con lo stesso pub una birra battezzata in maniera identica: all’epoca di trattò di un’APA che partecipò al Ballo delle Debuttanti, mentre questa volta siamo al cospetto di una Summer Ale in chiave moderna. La base fermentescibile presenta una percentuale di frumento, mentre al palato risulta estremamente dissetante grazie al corpo leggero e alla delicata acidità finale. Non aspettatevi però una birra anonima, perché al contrario il profilo è di grande carattere grazie ai toni floreali e fruttati che ne contraddistinguono il profilo aromatico sia all’olfatto che al gusto.
Continuiamo con le collaborazioni e segnaliamo La Bucaiola (4,5%), curiosamente creata anch’essa per i cinque anni di un locale: il Brewdog Bar di Firenze (sito web). L’altra metà della partnership è rappresentata dal Birrificio Lambrate (sito web), che si è occupato di brassare questa Session IPA che – così come una delle due novità di apertura – si ispira al modello delle West Coast IPA. Non è la prima volta che una creazione del genere si accompagna all’esplicita volontà di riappropriarsi di un modo “tradizionale” di intendere le IPA americane, senza ricorrere a soluzioni moderne come quelle che prevedono double dry hopping od opalescenze estreme. La Bucaiola è stata presentata ufficialmente venerdì scorso presso il locale fiorentino.
Chiusa la parentesi collaborativa apriamo quella dedicata alle birre acide. Come abbiamo visto in passato, in occasione del suo decennale il Birrificio Rurale ha presentato tantissime novità, come la rivisitazione di alcune sue storiche ricette in chiave moderna. C’è però un’altra sorpresa di cui non abbiamo parlato e che se vogliamo è ancora più interessante: un terzetto di tre birre sour, che andranno a rimpolpare la linea denominata Barrel Works. La base è la Simphonia (6%), una fermentazione semi spontanea effettuata in barrique, dove la birra ha anche maturato per un lungo periodo. Oltre a questa versione “liscia”, che avevamo già incontrato di sfuggita nel 2017, Rurale ha creato due variazioni sul tema con l’aggiunta di altrettanti frutti: Simphonia di Pesche (6%) e Simphonia di Prugne (6%). Dedicate agli amanti del genere, ma non solo.
È un’acida alla frutta anche l’ultima creazione della linea Limited Edition del Birrificio Amerino (sito web). La #BA02 (5,3%) si contraddistingue per l’aggiunta massiccia di polpa di pesca e fragola, due frutti che insieme abbiamo incontrato raramente nel mondo brassicolo. Interessante il modo in cui si percepisce la loro presenza: la fragola si nota soprattutto alla vista (colore rosato) e nel finale acidulo; la pesca emerge soprattutto nella parte iniziale della corsa grazie alla sua morbidezza. Anche in questo caso siamo al cospetto di una birra leggera e rinfrescante, che vorremmo sorseggiare con avidità in queste caldissime giornate di fine giugno.
E come non concludere la panoramica di oggi se non con un’altra Session IPA? Si chiama La Marisa (3,5%) l’ultima creazione del birrificio La Villana (sito web), giovane realtà attiva in provincia di Padova. Chiaramente è una birra molto leggera, fresca e facilissima da bere, ma con un amaro deciso (50 IBU) e un profilo aromatico da luppoli americani (varietà Cascade, Simcoe e Falconer’s Flight) che regalano sfumature di passion fruit, pompelmo, mango e mandarino. Anche se a me il ricorso all’aggettivo “session” per una IPA non piace molto, la descrizione sembra adattarsi perfettamente a un consumo seriale.