Come ormai capita con regolarità, oggi vi aggiorno sulle novità brassicole provenienti dall’estero. Come al solito le notizie non mancano, anche se questa volta partiamo dal Belgio. Su Belgian Beer Board è recentemente apparso uno scoop riguardante l’ulitma nata tra le birre di Smisje. Si chiama Smiske e sarà presentata ufficialmente a inizio maggio durante la festa organizzata per celebrare il primo anniversario del trasferimento dell’impianto produttivo nei pressi di Oudenaarde. Non ci sono molte informazioni aggiuntive al riguardo, per il momento bisogna accontentarsi della foto della bottiglia.
Rimaniamo in Belgio, ma spostiamoci nell’abbazia cistercense di Chimay. In questo caso non parliamo di una nuova birra trappista, ma di un restyling alle etichette del produttore belga, improntato verso un disegno più moderno. Per noi che ci preoccupiamo soprattutto del contenuto delle bottiglie, la notizia può apparire marginale, ma è comunque una notizia interessante per la birra trappista più diffusa al mondo.
Da In.birrerya veniamo invece a sapere che da qualche mese Pierre Tilquin ha aperto a Bierghes la sua attività di assemblaggio di Lambic. D’altra parte la città è a due passi dal Pajottenland, la terra santa di questa splendida specialità birraria. Dopo una carriera caratterizzata da esperienze presso 3 Fonteinen e Cantillon, ha deciso di lanciarsi in questa avventura. La speranza è che riesca ad ottenere dei prodotti di ottima fattura!
Chiusa la parentesi belga, spostiamoci nella vicina Olanda. Qui Urthel, un nome in forte ascesa, ha comunicato il lancio della sua nuova Saisonnière. Come si può intuire dal nome, è una birra prodotta con frumento (20%), che si ispira non solo alle birre “bianche” del Belgio, ma anche alle Saison e alle Golden Ale. Molto bello il bicchiere creato appositamente, che potete vedere sul sito The Beer Spot.
Abbiamo citato le Saison. Ebbene sarà questo lo stile di riferimento del frutta della nuova collaborazione tra gli americani Stone, Dogfish Head e Victory. La Saison du BUFF sarà una birra molto particolare, brassata con prezzemolo, salvia, rosmarino e timo. Sì lo so, sembrano più le spezie per una ricetta di cucina mediterranea 😉 . La birra sarà realizzata tre volte, una in ogni birrificio partecipante.
Stone è anche coinvolta in un’altra collaborazione a tre, stavolta con 21st Amendment e Firestone Walker. come riportato da Beernews, il nome della nuova creatura è El Camino (Un)Real Black Ale. Sarà un’alta fermentazione di colore nero, realizzata con malti torrefatti, generosa luppolatura, semi di finocchio, fichi e pepe rosa.
A proposito di collaborazioni, Charlie Papazian ha in passato rivelato una partnership tedesco-americana. I due produttori coinvolti sono Weihenstephan – il più antico birrificio del mondo – e Boston Beer Company, creatore del marchio Samuel Adams. Ancora si conosce poco di questa nuova birra, se non che sarà venduta sia negli USA che in Germania. Un dettaglio non da poco, perché significa che la produzione dovrà rispettare gli stretti vincoli imposti dalla Legge della Purezza. A detta dei protagonisti, l’idea è proprio quella di spingersi ai limiti della Reinheitsgebot per creare qualcosa di estremamente innovativo. Staremo a vedere…
Rimaniamo ancora negli USA, per il lancio di una nuova serie di birre a firma Rogue. La linea si chiama John John Ales e si riferisce ai nomi di battesimo dei due personaggi coinvolti nel progetto: John Maier, birraio della Rogue, e John Couchot, mastro distillatore della Rogue Spirits. Come avrete capito, saranno birre affinate in botti utilizzate precedentemente per ospitare distillati di diversa natura. Tuttavia non si tratterà di nuove produzioni brassicole, ma di quelle standard della gamma del birrificio. Per capirci, la prima birra della serie si chiamerà John John Dead Guy Ale.
Concludiamo infine con una curiositò non certo di stampo artigianale, ma di sicuro interesse. La Guinness sta infatti per lanciare in Irlanda la sua nuova Guinness Black Lager, con l’intento di catturare l’attenzione delle fasce di consumatori più giovani. Come riportato dal blog Definitive Ale (grazie a Luca per la segnalazione!) non è la prima volta che l’azienda fa un tentativo di questo genere: nel 1979 la Guinness Light ebbe vita breve, stesso destino per la Guinness Breo ebbe un destino simile. Il passato non è certo confrotante, vedremo se si tratterà del terzo clamoroso flop.
Qualcuno ha provato l’Urthel Saisonniere? Volevo qualche riscontro, io l’ho trovata davvero buona.
La Black Lager cosà sarà… tipo una Danish Stout? Qualcuno sa se quella della Ceres vende bene (mi sa che è un po’ strong per essere commerciale). boh.
la Smisje non mi dispiace come birrificio, però la Belgian IPA ho fatto fatica ad arrivarci in fondo… troppo eccessiva.