Nonostante le sue celebri incarnazioni (Westvleteren 12, Rochefort 10, St. Bernardus Abt 12, ecc.) lo stile belga delle Quadrupel non gode di molta popolarità nel mondo e ancor meno in Italia: nel nostro paese si sono espressamente confrontati con questa tipologia solo Extraomnes, Picobrew, Manerba, Nix e pochi altri. Da qualche giorno però possiamo inserire nella lista anche Brewfist, che proprio recentemente ha annunciato la sua inedita Scuba (11%). È ovviamente una birra potente e dal profilo aromatico estremamente ricco, brassata con un mix di diversi grani (malti Pale, Caramalt, Crystal, Carafa III e fiocchi di frumento), luppoli continentali (Herkules e Hersbrucker) e l’immancabile zucchero candito. Sarà presentata in anteprima venerdì 7 dicembre nella nuova tap room del birrificio: da non perdere se siete amanti delle tradizioni brassicole internazionali.
Nelle passate panoramiche sugli appuntamenti birrari ho colpevolmente dimenticato l’Hammer Dark Fest del birrificio Hammer, tenutosi a fine novembre e totalmente incentrato sulle birre scure. Per l’occasione l’azienda lombarda ha presentato un paio di new entry rientranti nella categoria, ma appartenenti a due filosofie produttive molto diverse tra loro. La Schwarz (5,5%) si ispira all’omonimo stile a bassa fermentazione ed è realizzata con malti speciali tedeschi e con luppolo Northern Brew. La Breakfast Stout (8,3%) è invece una densa alta fermentazione prodotta con l’aggiunta di avena, lattosio, caffè Malatesta, fave di cacao tostate e vaniglia. Da notare che quest’ultima è stata servita in versione Nitro al suddetto evento. Entrambe le birre si inseriscono nella linea “temporanea” definita Workpiece.
In passato abbiamo parlato delle Brut IPA, sottostile proveniente dalla California con il quale si stanno confrontando diversi birrai europei. In Italia gli esempi sono ancora pochi, ma ora possiamo inserire nell’elenco anche il Lambrate di Milano, che un paio di settimane fa ha annunciato la sua collaboration brew con Bagby, birrificio della West Coast americana. Il risultato è la Brut IPA (8%), che a quanto pare esibisce tutte le peculiarità della tipologia: attenuazione totale, corpo esile, perlage evidente, aspetto cristallino e grande secchezza finale. Sarebbe interessante capire se, come da modello statunitense, sono stati aggiunti enzimi per coadiuvare il lavoro metabolico del lievito, ma a occhio e croce scommetterei sul sì. Potrebbe essere l’interpretazione più fedele di Brut IPA in Italia… non resta che assaggiarla.
Torna tra le nostre rassegne sulle novità italiane il Birrificio Pontino di Latina, che negli ultimi tempi ha rivoluzionato gran parte delle ricette delle sue birre luppolate ottenendo risultati decisamente validi. Non è quindi un caso che la nuova Exotic Twist (8,5%) si ispiri alle Double IPA americane, ricorrendo all’ormai inflazionato DDH (double dry hopping) con 24 grammi di luppolo per litro e alle varietà Lemondrop, Azacca ed El Dorado. Il profilo aromatico è dominato da intense note di agrumi e frutta esotica, mentre la bevibilità è garantita dall’ottima capacità di celare il tenore alcolico. Una produzione interessante, che dovrebbe già essere disponibile da metà novembre.
E concludiamo con un salto in Puglia, dove qualche giorno fa il giovane birrificio Lieviteria ha festeggiato il primo anno di vita. E l’ha fatto presentando una creazione inedita, che trae ispirazione dallo stile anglosassone delle Imperial Stout. La particolarità della Holyfield (9%) è di essere stata realizzata con la tecnica del cold steeping, cioè un’estrazione a freddo capace di esaltare le sfumature di cacao e caffè provenienti dai malti scuri e di evitare allo stesso tempo note sgradevoli o astringenti che talvolta possono comparire in queste birre. Una tecnica che dimostra la voglia del birraio Angelo Ruggiero di utilizzare tecniche alternative e di sperimentare nel senso più positivo del termine.