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E Mikkeller si diede alla didattica…

mikkeller-yeast-series-brettMikkeller è un produttore danese ormai ben conosciuto anche in Italia, quindi probabilmente vi sarà capitato di imbattervi nelle sue birre, in particolare in quelle della serie Single Hop. Si tratta di un progetto controverso (dopo spiegheremo il perché) che consiste nel proporre produzioni caratterizzate dall’impiego di una sola qualità di luppolo, con l’intento di valutarne e apprezzarne nel miglior modo possibile le relative caratteristiche. Ovviamente è anche possibile comparare due o più birre della serie, per scoprire le differenze tra una varietà e l’altra di luppolo.

Per queste ragioni le Single Hop sono considerate birre didattiche, quasi degli esperimenti su cui incentrare delle lezioni di degustazione. Nonostante questo aspetto, tali birre hanno ottenuto un successo commerciale che probabilmente è andato ben oltre gli auspici della stessa Mikkeller, tanto che il birrificio danese ha deciso di lanciare altri due progetti analoghi.

Il primo si chiama Yeast Series e, come potete immaginare, è molto simile alla Single Hop Series, con la sola eccezione che a variare non sarà il luppolo, ma la tipologia di lieviti. Quindi la base sarà sempre la stessa, una Strong Pale Ale da 8% alc. ben luppolata, ma non in modo eccessivo. Gli ingredienti impiegati rimarranno uguali in ogni birra della serie – identici malti, acqua e luppoli – ma varieranno i lieviti utilizzati. Le prime birre in programa verteranno sui seguenti lieviti: Lager, “regular US ale”, Belgian Ale / Trappist, Weiss e Brattanomiceti.

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Come suggerisce Beernews, si tratta di un’idea forse ancora più didattica delle Single Hop, poiché rispetto a quest’ultime, si otterranno birre molto diverse tra loro. Ma al di là della forza pedagogica del progetto, lascia perplessi il fatto che l’attenzione per il risultato finale passi in secondo piano. Qualcuno l’ha giustamente definite “esperimenti da homebrewers”, sottolineando che come “prodotto birra” da vendere in beershop e pub hanno poco senso. Una perplessità che, visto il successo ottenuto fino ad oggi, non sembra tuttavia essere condivisa da tanti appassionati.

Comunque sia, in apertura parlavo di un ulteriore progetto didattico. Ebbene Mikkeller lancerà sul mercato quattro diverse versioni della sua Black Hole, ognuna delle quali maturata in un particolare tipo di botte. L’obiettivo è di rendere palesi le diverse influenze sulla birra di una qualità di legno rispetto a un’altra. Un’idea non proprio originale, visto che sembra trarre ispirazione dalla Woodwork Series del birrificio romano Revelation Cat.

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Concludiamo tornando di nuovo sulle Single Hop, poiché sono previste cinque nuove produzioni della gamma, che si aggiungeranno alle 10 già esistenti. I prossimi luppoli a essere utilizzati saranno Summit, Apollo, Bravo, Citra e Sorachi Ace. Dopo gli inizi caratterizzati da varietà piuttosto conosciute, ora Mikkeller sembrerebbe puntare su luppoli meno diffusi. In ogni modo, è prevedibile che il birrificio bisserà i successi ottenuto fino ad oggi.

P.S. Visto che si parla di Mikkeller, riporto questa notizia freschissima segnalata da Knut Albert: il produttore sta per aprire un suo pub in Copenhagen, dove saranno disponibili le sue birre, quelle degli “amici” Brewdog (coinvolto in un progetto analogo in patria), De Molen, Nøgne Ø, Struise e De Dolle, oltre a prodotti americani e lambic alla spina.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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53 Commenti

  1. Ma la black hole è un catrame, non poteva scegliere qualcosa di più appropriato per far emergere il carattere delle botti?

    Mah…

  2. Quando si vuol collaborare…
    Mikkel avrebbe anche potuto aprire un pub con le sue sole birre, visto quante ne produce.

  3. Io lui lo capisco e anche bene.
    Fa i soldoni veri senza nemmeno avere un impianto. Poco sbattimento, tanto cash.
    Su chi osanna stenderei un velo pietoso.

  4. Non ho ancora capito se siano prodotti one-shot o birrificati costantemente… In ogni caso se il pub aprirà i giorni dell’Oelfestival, un giretto ci sta tutto.

  5. @Leo

    scommettiamo? il prossimo passo sarà un best of Single Hop Series con 3 o 4 luppoli, magari dopo una bella campagna web con votazione degli appassionati e tamtam di vari blog. quindi una votazione sui lieviti. e alla fine la birra Totale Definitiva Fine Del Mondo col meglio del meglio dei suoi esperimenti da homebrewer votati dai suoi fans. ci lavora ancora un annetto minimo, poi si dovrà inventare qualcos’altro per far soldi

    @Superciccio

    come non quotarti

  6. Ahaah.
    Pensi una stronzata, e c’è sempre qualcuno che l’ha già fatta. E il più delle volte rientra nel ristretto club dei 3-4 “modernisti”.
    La cosa figa, torno a ripetermi. è che ci fanno il grano.

    Interroghiamoci.

  7. @Andrea

    czz… te lo dico io che fanno: organizzano una specie di champions league dei luppoli. torneo a scontri diretti, squadre di 3 o 4 luppoli combinando tutti quelli disponibili. orca, così ce li dobbiamo sorbire ancora per almeno 3 o 4 anni…

    ma voi davvero regalereste anche solo 3 o 4 euro a questi cialtroni? almeno Brewdog è un birrificio vero…

    @Leo

    il grande Beppone, quando si studiava una birra, da grande interprete dell’amaro si studiava la ricetta facendosi dei the di luppolo. per tutto il resto c’è Mikkeller…

  8. @SR
    Per me che sia Mikkel/Beppe/MrX poco importa: sei buona + ok il prezzo è giusto = leo ti compra. Certo, poi la poesia sta da tutt’altra parte…

  9. D’accordo con Leo, tanto che 3 o 4 euro per qualcuna di quelle Single Hop ce le metterei pure. Poi sul progetto in sè nel suo complesso, il mio parere è rimangono birre didattiche e nulla più.

  10. @Leo

    abbé, certo. ci sono centinaia di birre grandiose fatte con estratto di luppolo per l’amaro. io se fosse buona ed economica la birra fatta con la polverina, me la berrei (se è scritto in etichetta, altrimenti ci arrabbiamo). è che ogni tanto la giustizia trionfa, e l’accoppiata talento-ricerca è quella che paga di più. e a me purtroppo, con un paio di eccezioni (su stili non anglofoni), Mikkeller nei pchi assaggi lo trovo il peggiore dei modernisti. paradossalmente peggio pure di Alvinne, pur non avendo mai riscontrato problemi di infezioni in Mikkeller. spesso sgraziato nell’amaro. spessissimo inutile come nelle Single Hop (sorvolando sul fatto che non piace sentirmi un pollo quando spendo dei soldi). punitivo nella sofferenza che ebbi anni fa in un lontano assaggio di Black Hole: me ne diedero un ditale, mi pareva troppo, ne rimase sul tavolo quasi tutta. cito il Beppe pensiero 2.0: “fa cagare”

  11. @Andrea

    io non le compro proprio mai, perché è un birrificio in cui non credo, e se non credo in un birrificio proprio non mi sorge la curiosità (potrei citartene tanti “tradizionali” per cui vale lo stesso discorso). ma potrebbe anche capitare di spendere ‘sti 5 euri (o 6, 3 o 4 era un utopico auspicio). è proprio ciò che vogliono loro: una falange di adepti, una maggioranza di curiosi possibilisti (5 euro qui 5 euro là tanto per provare), una setta di criticoni che danno aria al volano. più o meno quello che Lelio ribadisce sempre. ognuno è fatto a modo suo: a me questa cosa mette tristezza

    per par condicio visto che siamo sotto elezioni, ti condanno a fare un post sulla Ligneum del Birrificio Il Chiostro. non l’ho ancora assaggiata, ma non vedo per quale motivo debba meritare meno spazio di ‘sti danesi… di sicuro di poesia ce n’è un po’ di più, che non guasta… e poi la birra la fanno loro, non De Proef…

  12. @SR
    Con la differenza che delle novità di Mikkeller si può leggere ovunque grazie ai loro comunicati stampa, mentre della Ligneum del Birrificio Il Chiostro non si sa niente (a meno che non ho preso una buca clamorosa… cosa possibilissima). Forse c’è qualcosa di buono da imparare da Mikkeller…

  13. lo so, lo so, mandare un email non ci si ammazza ma la maggioranza dei “professionisti” -2.0 non ci arriva… vedila così: è ancora un angolo di tradizione old style, come certi caffé nelle campagne del Belgio, il piacere della scoperta. forse non è del tutto negativo. quantomeno una news news, di casa nostra

    vabbé, cmq se serve due cose le so. cadeau dei alcuni ragazzi incrociati in Belgio. ah, ci sono anche 5 o 6 news romane… certo che non vi fermate mai voi…

  14. La Stateside è una buona birra e non costa tanto (sotto i 4 euro per una 0,5 L). Pensate piuttosto alle pippe mentali che si fanno alcuni produttori italianìi con birre che vedo ormai sui 12/14 euro.

  15. le single hop sono ottime da stappare mentre decidi le luppolature per la birra (sabato scorso l’abbiamo fatto) ma alla fine non è il mix di luppoli che rende buona una birra? l’uso di un singolo lo vedo limitativo e se penso a chi le chiede per bersele per divertimento lo prendo solo per una moda!

    per ImHoppy concordo con te, certe birre italiane che fanno un decimo del kilometraggio che fanno molte altre birre come fanno a costare 14 e più? va bene mantenere il prodotto di nicchia, ma quanto c***o è piccola ‘sta nicchia!?!?!?!?

  16. @ WW
    Sai, leggo tanti commentatori che sono bravi a criticare a destra e a manca. Molti sono anche produttori. Si attacca Mikkel per quante birre fa, dove le fa e bla bla. Non dicono che magari le birre che fa sono buone (molto di più di molte italiane artigianali), hanno ottimi prezzi (e vengono dalla Danimarca, dove i prezzi non sono più bassi che da noi) e fanno tanta concorrenza alle “italiane”. Ma ste cazzo di birre italiane, che compro sempre meno anche per via dei prezzi, cosa hanno in più delle altre estere per costare tanto? Io, dopo tutti i post aperti da Andrea sul punto, ancora non trovo valide giustificazioni. Non ditemi che Nogne, Mikkeller e altri birrifici del Nord Europa hanno costi di gestione inferiori ai nostri, meno accise e bla bla, perchè NON – CI – CREDO!

  17. Io non comprendo questa avversione per Mikkel…non c’è una delle sue birre che ho assaggiato che non mi sia piaciuta. Mi sembrano tutti prodotti di alta qualità e se, come leggo da quello che avete scritto,non possiede un birrificio ma se le fa produrre su sua ricetta….a noi consumatori….che cosa ci cambia??
    Parlate di paraculata nelle sue invenzioni ma a ragion veduta? Lo chiedo perchè vorrei veramente sapere se e perchè secondo voi ci prende per il culo perchè davvero non capisco..Se sperimentiamo noi italiani siamo fighi e se lo fa un danese è un paraculo?
    E ancora,le birre artigianali non hanno un mercato di massa, dunque non mi sembra opportuno parlare di mode, in quanto chi compra una birra del genere, invece che una qualunque al supermercato,lo fa chiaramente per una questione di gusto altrimenti non sborserebbe il triplo dei soldi(quando va bene..).

  18. Faz…se non capisci, oltre alle sue birre da homebrewer fatte da altri, metti nel calderone anche questo.
    Qui, sul suo blog, sta parlando della Grecia, in questi termini:

    “We are after all talking about a country where a lunch at the local taverna is inextricably linked with a couple of days of diarrhea.”

    Parafrasando Albertone nostro, direi che i Greci costruivano il Partenone mentre i suoi avi si dipingevano la faccia di blu e si tiravano addosso gli escrementi.

    Quindi per le sue birre e per questo:” Mikkel….ma va a ca**re va….!!”

  19. partenone? facce blu? ma stiamo ancora parlando di birre? scusate ma non credevo che si potesse arrivare a questi deliri xenofobi. quoto appieno Faz. e basta con questa invidia mascherata da orgoglio puritano! finiremmo per perdere la curiosità. lasciate che si sperimenti con il legno, con il lievito, con un luppolo o con due o con mille… e non dimentichiamo che non sono pochi i “birrai” che qui in italia pur di vendere i loro sciroppi maltosi nelle ricette sfoggiano misteriose spezie, vegetali ignari delle proprie potenzialità afrodisiache, pellicce di animali estinti, fagioli, motozappe o che-ne-so. altro che un paio di giorni di diarrea!

  20. un po’ come faz parlo per quello che ho bevuto:
    tante mikkeller e nessuna delusione, tutti ottimi prodotti.
    Di altri birrifici citati non posso dire la stessa cosa.

    la single hop serie, anche se un po’ paracula, è un ottima iniziativa.
    altre questioni le lascierei da parte.

  21. @destrutto
    deliri xenofobi… quella di Schigi era una citazione da Alberto Sordi, l’ha pure scritto chiaramente…

  22. @INDASTRIA
    Io non riesco a scindere il prodotto dal produttore, difetto mio.

    @Andrea
    Grazie di aver spiegato la mia citazione e per gli asterischi, anche se l’invito era assolutamente IT.

  23. @Andrea
    dai, avevo capito. non stiamo a prenderci troppo sul serio e (chiedo scusa se così non è stato) non volevo offendere nessuno. mi sembrava solo un po’ eccessivo prendersela con Mikkel. per quanto riguarda le argomentazioni mi pare che ci si stia un po’ arrampicando sugli specchi: non ha un suo impianto e tutto il resto, e allora? le birre sono passate in secondo piano. le avete bevute? vi sono piaciute? vi hanno fatto schifo? troppo amare? troppo poco amare (magari c’è qualche matto…)? costano troppo? e poi l’esperimento è stato screditato etichettandolo come “da homebrewer”. nessuno però finora ha parlato dei risultati: la birra riesce ad annullarsi per mettere in luce il luppolo? berle una per volta o metterle in fila per confrontarle?….o forse ne avete parlato in qualche vecchio post e devo solo passare più tempo a spulciare CdB?

  24. @destrutto
    sarà il fatto che, avendo fatto il giudice nei concorsi homebrewers per molti anni (ahimé) , mi hanno fatto assaggiare molto spesso esempi monoluppolo, o plurilievito, fatti molto bene a volte anche meglio di Mikkeler.
    E quindi?Devo gridare al miracolo?Preferisco birrai che mettono qualcosa in più nella ricetta di un’idea pure obsoleta.(e ripeto, che manco birrifica lui personalmente, ma di che cosa stiamo parlando?)

  25. @destrutto
    ah ok, pensavo non l’avessi capito, meglio evitare fraintendimenti sai…

    Di Mikkeller si è parlato spesso su queste pagine, come di altri produttori che seguono la stessa filosofia. Io non parlo per partito preso, né mi piace costruirmi un’opinione dividendo tutto nella dicotomia “buono vs cattivo”.
    Personalmente, di Mikkeller ci sono alcune cose che mi piacciono e molte che non mi piacciono. Fare una birra secondo me significa pensare a una ricetta e lavorarci su, affinandola e modificandola finché il risultato non è qualcosa di buono. Se mi produci 100 birre diverse o mi tiri fuori una nuova birra ogni settimana, credo che non dedichi molto tempo al perfezionamento dei tuoi prodotti.
    Allo stesso modo, puoi anche sperimentare quanto ti pare, ma la sperimentazione dovrebbe servire a trovare nuove soluzioni, da adottare dedicando loro il giusto tempo. In molti casi mi sembra che sia fine a se stessa e stop. Poi oh, se vuoi sborsare ogni volta TOT euro per provare l’esperimento di turno, fai pure.
    Alcune Single Hop mi piacciono molto, altre assolutamente no. Ma al di là di questo, non ne capisco l’utilità, se non in un contesto didattico. Fare birra secondo me è qualcosa di diverso che proporre mille IPA, ognuna con il suo luppolo particolare. Poi oh, la Amarillo me la berrei a secchiate, ma è un altro discorso.

  26. @schigi
    le single hop sono felice di averle assaggiate (quasi tutte, me ne mancano un paio) ma a meno che non siano l’unica alternativa a una bella pe.oni ghiacciata penso che aspetterò un bel po’ prima di berne ancora. è che a lungo andare mi annoiano. come molte altre mikkeller. in fondo io e te non siamo così diversi, tranne che io non ho (ahimé) esperienza pluriennale come giudice nei concorsi di hb. ma se avessi boicottato mikkeller dal principio e per principio penso che avrei perso un’occasione, soprattutto per qualche sorso di USAlive! che mi aveva davvero colpito. e se non vuoi berle “c’hai ampia scerta!” (cito Ettore Scola)

    @Andrea
    non avevo dubbi sulla tua imparziale saggezza. e ti quoto in ginocchio. è vero, spesso vedo che la gente sceglie le birre come si sceglievano le figurine da scambiare: ce l’ho, mi manca…mah!

  27. ho una domanda per destrutto ed INDASTRIA. le birre di Mikkeller sono generalmente pulite (senza difetti), vero. siete così sicuro che se le facesse nel proprio impianto invece che da De Proef sarebbero sempre così perfettine? giusto per aprire nuovi spazi alle considerazioni di Schigi…

  28. @destrutto

    non sarai un autarchico, ma spero tu non sia nemmeno sovietico. altrimenti, con una citazione incrociata, te lo meriti Alberto Sordi

  29. SR ma su quello che chiedi condivido anche. Per esempio mi piacciono molto le varie GEEK che hanno oltre che gli impianti, anche la mano della nogne dietro.
    Come anche penso che facciano troppe brirre e troppe edizioni diverse (è opinabile come cosa)

    Però, in generale, mi basta il risultato finale.
    Proprio ieri sera ho apprezzato molto una single hop nelson. e dopo averne bevute 3 4 della serie capisco bene il senso della cosa.

  30. io ad esempio le varie geek (due quantomeno) le ho trovate di scarsa beverinità. per me è un problema, anzi, credo sia IL problema di Mikkel, che non ha una mano (la sua o di De Proef?) per nulla elegante a mio avviso. le IPA single hop (assaggiate 3 o 4 in due occasioni) le trovo scolastiche e due gradini sotto una IPA americana di grande livello in quanto a piacevolezza e beverinità. tralasciando la Black Hole, assaggiata prima che la moda si affermasse, praticamente ghisa fusa, lasciata nel bicchiere. molto buona invece la Santa’s Little Helper 2008. un bilancio un po’ magro, per quanto mi riguarda, per uno che viene celebrato come un innovatore. non dico che faccia solo birre grame e che non debbano esserci birre così sul mercato, anzi. ma mi pare che una certa frangia (che poi sono quelli più “nuovi” e appassionati) guardi solo a quello. se fosse un brewpub del Montana non starei qua neanche a discuterci. ma visto che fa scuola, io lo trovo un cattivo maestro. perché disabitua il consumatore ad apprezzare l’equilibrio, seppure (per dirla alla Kuaska) nel proprio territorio gustativo, per portarlo ad apprezzare il monocorde ed il difficile a mo’ di sfida

    del resto, avrei potuto limitarmi a quotare Andrea #34…

  31. @SR
    sai che c’è? ‘ste single hop me le state facendo odiare. sento una specie di voglia di incendiare un luppoleto – a scopo didattico, si intende.

    @tutti gli altri
    sono nuovo su questo blog e volevo chiedervi una cosa: mi sento la gola secca a stare a discutere di birre, come se avessi sete…succede anche a voi?

  32. @de-strutto

    prova a cercarne uno nelle Langhe, se lo trovi… 🙂 e beviti una Blind Pig (ok, questa è una battuta da malato di mente che per fortuna nessuno capirà…)

  33. non si può secondo me parlare di beverinità in assoluto visto che alcuni stili sono proprio poco beverini. secondo me una IPA non sarà mai beverina come una Pale Ale o come una Bitter o come una Pils. detto questo la Toma e la Amarillo di Mikkeller sono eccezionali (secondo me) e non le ho trovate così poco beverine. a me le sue birre piacciono molto, in linea di massima.

  34. Vedo una critica piuttosto feroce verso Mikkeller.
    Io di lui ho assaggiato per bene la Singol Hop con Nelson Sauvin e posso dire che per me è stato un buon modo di approcciare quel luppolo che prima non conoscevo.
    Ora, non credo ci si possa amare/odiare Mikkeller in generale, in quanto fa birre molto estreme e molto diverse tra loro.
    Cmq non mi sembra che agisca in modo scorretto, da dove arriva tutto questo astio ? (spero non solo dal fatto che sia un pò di moda ultimamente)

  35. Ma si, parlavo in generale, non soltanto qui! Anche se nei messaggi di chi mi ha preceduto ci sono diverse critiche a Mikkeller (forse non così feroci). In ogni caso, volevo sapere se c’è qualche motivo particolare percui è così spesso attaccato….

  36. @isenbeckk
    E’ un produttore (produttore?) che si ama o si odia. Ci sono tante critiche, ma anche tante lodi da parte di altri… anzi forse in generale sono più i supporter dei “detrattori”, se così vogliamo definirli. Quando ti esponi con prodotti ad effetto o con una strategia commerciale particolare, è normale che vai incontro a molte critiche. Così come puoi fare breccia nel cuore di altri.

  37. Ok, capisco..mmh..e io che mi aspettavo qualche scoop 🙂
    Ma perchè “(produttore?)” …forse non produce?
    Probabilmente mi sfugge qualcosa ma non colgo…

  38. @isenbeckk
    Esatto, non produce. Nel senso che non possiede un proprio impianto produttivo, ma si affida ad altri birrifici, tipo De Proef

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