Sapevate che, nonostante le tante birre realizzate negli anni, fino a qualche giorno fa il Birrificio Lambrate ancora non aveva creato una sua “acida”? Personalmente no, tuttavia è ciò che l’azienda milanese afferma introducendo la sua ultima novità, presentata ufficialmente lo scorso 28 marzo. La Sal Aqua (5%) è ispirata alle classiche Gose di Lipsia e quindi aromatizzata con sale e coriandolo e brassata con una percentuale di frumento e l’aggiunta di Lattobacilli. Il gusto è leggermente acidulo e salato – è stato impiegato sale di Cervia – ma anche decisamente speziato, in grado però di lasciare spazio a note finali maltate e di crosta di pane. Fresca e tutto sommato facile da bere, è con lei che apriamo la panoramica di oggi sulle nuove birre italiane.
Restiamo in tema di stili tradizionali con l’ultima creazione del birrificio Hammer, per il momento ancora appartenente alla linea sperimentale denominata Workpiece. La English Pale Ale (4,8%) prende a modello il classico stile del Regno Unito, prevedendo in ricetta solo malto Pale inglese e fiori di luppolo Sterling – proveniente in realtà dagli USA, ma dotato di peculiarità organolettiche molto “british”. Inutile specificare che il lievito è di origine anglosassone. Il risultato è una birra con leggere sfumature erbacee e pepate provenienti dal luppolo, che ben si fondo con i toni biscottati del malto e con le note del lievito. È disponibile solo in fusto ed è stata confezionata con una carbonazione ridotta così da essere servita agevolmente anche in handpump.
La rivalsa degli stili classici si completa con la Damka (5,1%), new entry della giovanissima beer firm Muttnik e appartenente alla tipologia delle Vienna Lager. È dunque una bassa fermentazione d’ispirazione tedesca, di colore ambrato e con una luppolatura piuttosto delicata. L’aroma è dominato da gentili note di caramello e leggeri sentori tostati, frutto dell’attenta selezione dei malti. Nonostante l’aspetto “old style”, risulta fresca e inaspettatamente facile da bere. Il nome è ancora un omaggio a un cane spaziale, nella fattispecie a una delle due cagnette che sopravvissero allo schianto del razzo che nel 1960 le avrebbe dovuto portare in orbita.
Tipologia molto più moderna è quella delle White IPA, a cui si sono ispirati i ragazzi di MC-77 per la loro ultima novità. Il nome è Into The White (6,7%) e interpreta lo stile nella sua incarnazione più “belga”: oltre a essere stata fermentata con lievito Belgian Wit, prevede una piccola aggiunta di coriandolo. Rispetto alle Blanche mancano invece gli agrumi, mentre la luppolatura è stata ottenuta con varietà Pekko, Lemon Drop e Citra. Il risultato è perciò una birra fresca, profumata e molto facile da bere, che rischia seriamente di rivelarsi una killer application per le calde giornate all’orizzonte.
Fino a questo punto abbiamo parlato di quattro birre e neanche di una collaborazione, perciò è il caso di correre ai ripari: lo faremo però in modo alternativo, presentando delle partnership tra birrifici e artisti. La prima si chiama Peeta (5,5%) e nasce dall’incontro tra il Birrificio Artigianale Veneziano e il writer omonimo, al secolo Manuel Di Rita. Quest’ultimo è conosciuto in tutto il mondo per il suo stile tridimensionale e anamorfico, che ha ispirato una “birra 3D”: un prodotto complesso ma anche diretto, ricco di sfumature e capace di solleticare i tre sensi dell’olfatto, del gusto e della vista. La Peeta è una IPA brassata con una percentuale generosa di fiocchi d’avena e grandi quantità di luppolo. A questa edizione limitata ne seguiranno altre del BAV legate al mondo dell’arte.
Altro sodalizio tra un birrificio e un artista è quello da cui è nata la Cosmic Dancer, una Gose decisamente sui generis. Qui abbiamo da una parte la beer firm laziale Deep Beer – abituata da sempre a collaborazioni del genere per le sue birre – e dall’altra lo street artist Oniro. L’etichetta ritrae il “danzatore cosmico” che lo stesso Oniro ha disegnato a inizio marzo su una parete del quartiere popolare di San Giuliano a Sora, come progetto di riqualificazione di aree urbane. Tornando alla birra, l’ho definita sui generis perché oltre alla classica aromatizzazione già vista in apertura con la novità a firma Lambrate, qui è prevista l’aggiunta di Kumquat (mandarino cinese) dell’azienda agricola Homemade. La Cosmic Dancer sarà presentata il 12 aprile.
E a proposito di aziende agricole, concludiamo col birrificio Luppolajo, che recentemente ha lanciato un’intera linea dedicata alle maturazioni in legno. La nuova gamma Cellar si compone di quattro produzioni inedite: Imperial Stout Amarone Barrel e Imperial Stout Rum Barrel, entrambe evoluzioni della Calì della casa ed entrambe invecchiate 12 mesi in botte; Tripel Brandy Barrel, basta su una ricetta studiata appositamente che prevede frumento, avena e spezie; Barley Wine Rum Barrel, maturata per ben 18 mesi in barili di Rum Caroni del 1997. Le birre sono state presentate a metà marzo, ma dovrebbe essere ancora in corso il tour itinerante di presentazione.