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polockQuella delle one shot è una moda – o, per meglio dire, una scelta strategica – che i birrifici italiani hanno cominciato ad adottare da tre o quattro anni a questa parte. L’aspetto interessante è che molti produttori hanno capito presto che occorreva trovare un filo conduttore comune per identificare queste birre estemporanee, così da aumentare l’interesse intorno ad esse. In questo senso accolgo con piacere la recente convergenza di tante one shot italiane nei confronti di stili storici o di nicchia, tendenza confermata anche ieri dall’annuncio del Birrificio Italiano. L’ultima creatura dell’azienda lombarda, battezzata La Polock, si ispira infatti alle Grodziskie, antiche birre dell’area a cavallo tra Germania e Polonia. Se già questa notizia vi intriga non poco, sappiate che La Polock è stata realizzata in collaborazione con un birrificio straniero: il canadese Trou du Diable.

La Polock è stata brassata seguendo il modello classico della Gradziskie. La ricetta ricorre quindi a solo malto di frumento affumicato (no malto d’orzo) e generose dosi di luppolo in fiore, mentre la filtrazione è stata effettuata con chips di rovere. Il risultato è una birra affumicata, con note di legno e debolmente erbacee, ma anche leggera, acidula ed estremamente scorrevole. Per la cronaca Polock è il nome che i nativi del Quebec davano agli immigrati polacchi nel secolo scorso. La birra sarà presentata venerdì prossimo in una serie di locali italiani, oltre chiaramente presso il locale del Birrificio Italiano. Per i dettagli vi rimando alla news su Facebook, inutile dire che l’attesa e la curiosità di assaggiarla sono ai massimi livelli.

pumpkin jum,pingÈ una stagionale invece l’ultima nata in casa Turbacci, chiamata Pumpkin Jumping. Probabilmente avrete già capito che siamo al cospetto di una Pumpkin Ale, stile di origine americana che prevede l’impiego di zucche. Ovviamente è una tipologia autunnale che fa ampio ricorso al particolare frutto della stagione e che solitamente troviamo in due incarnazioni: quella statunitense, decisamente speziata, e quella “europea”, più bilanciata e con la zucca in evidenza. A quanto pare la Pumpkin Jumping appartiene alla prima interpretazione, poiché oltre a 50 kg di zucche la ricetta prevede l’aggiunta di cannella durante la fase di fermentazione. Non aspettatevi però una birra aggressiva: le sue caratteristiche più evidenti sono invece l’equilibrio e la bevibilità. È stata presentata lo scorso Halloween – quando altrimenti? – al brewpub di Mentana e presso il Gallo di Tivoli Terme e dovrebbe ancora essere disponibile in entrambi i locali.

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Se la zucca vi sembra un ingrediente strano in una birra, aspettate di sapere con cosa è stata realizzata una delle creazioni dell’Orzo Bruno, anche conosciuto come Birrificio Artigiano. Dal nome Macchia Nera è facile dedurre che si tratta di una Stout, ma ben più difficile è indovinare la “spezia” che è stata impiegata: addirittura nero di seppia! Ci tengo a precisare che la birra non è una produzione inedita per il birrificio toscano: essendo però tornata alle spine a fine ottobre e non avendone mai fatto menzione su Cronache di Birra, ero interessato a condividere con voi una delle Stout più insolite dell’intero panorama brassicolo mondiale.

Scheda-WOT!-FronteTornando invece alle vere e proprie novità, c’è da segnalare l’ultima nata in casa Birrificio Sant’Andrea. Si chiama Wot! (5,7%) ed è stata realizzata in collaborazione con il locale Old Tower di Novara. Appartiene allo stile delle Black IPA e, come da copione, unisce le classiche caratteristiche dei malti scuri (tostato e cioccolato) con le luppolature profonde delle American IPA. Se la volete assaggiare, anche in questo caso l’appuntamento è per venerdì 21 novembre, quando al locale di Vercelli sarà regolarmente alla spina accompagnata da musica punk dal vivo. Non per niente il nome della birra è lo stesso di una canzone di Captain Sensible (al secolo Raymond Burns), pietra miliare del punk rock britannico – il sottotitolo della Wot! è “Sensible Beer”.

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hattori hanzoConcludiamo la panoramica di oggi con la Hantori Hanzo, nuova birra del marchigiano Mukkeller. Lo stile di riferimento è quello delle Double IPA americane, stile che si può identificare con un solo aggettivo: muscolare. Aspettatevi quindi un tenore alcolico piuttosto alto (8,3%) e tanta roba nel bicchiere: vagonate di luppolo di provenienza statunitense bilanciate da un tessuto maltato di un certo spessore. Una birra importante dunque, ma anche facile da bere: attenzione perché il suo carattere ingannevole potrebbe rivelarsi letale, così come il famoso samurai da cui prende il nome. Dovrebbe essere disponibile in fusto e in bottiglia tra una decina di giorni.

Incuriositi dalle novità italiane? Quale birra non vedete l’ora di assaggiare?

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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4 Commenti

  1. senza dubbio la collaborazione tra Birrificio Italiano e Trou du Diable. spero di riuscire ad assaggiarla durante questo fine settimana. molta curiosità anche per la Macchia Nera.

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