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Pedali, pinte e passione: quando la birra incontra la bicicletta

Il mondo della birra e quello della bicicletta sembrano appartenere a universi distinti, eppure condividono molto più di quanto si possa pensare. Dalle birre dedicate ai ciclisti ai birrifici che scelgono la bici come simbolo, questo legame si ritrova in etichette, eventi e iniziative in tutto il mondo. In Belgio, patria di grandi birre e grandi pedalatori, il connubio è particolarmente sentito, ma esempi curiosi arrivano anche dagli Stati Uniti e dall’Olanda, nonché dall’Italia, dove esiste una lunga tradizione ciclistica. Persino la Radler, la famigerata bevanda a base di birra e limonata, affonda le sue radici nel ciclismo. Pedalare e sorseggiare una buona birra rientrano tra i piaceri della vita: è forse per questa ragione che il legame tra i due mondi è più profondo di quanto si immagini.

Il legame tra birra artigianale italiana e bicicletta

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Qual è il rapporto tra i birrifici e la bicicletta? C’è chi, come la beerfirm ferrarese Lost Road, ha un legame molto stretto con le due ruote: il birraio e titolare Michele Massellani vanta un passato da ciclista professionista e continua a coltivare la sua passione consegnando la birra in cargo bike. Altri birrifici hanno dedicato birre al mondo delle due ruote. Brewfist, ad esempio, ha creato La Bassa, una Lager contraddistinta da un’etichetta rosa che richiama la Gazzetta dello Sport e il Giro d’Italia, raffigurando un ciclista stilizzato. Un concetto simile è stato adottato da Birranova con la sua Spinning Wheels.

Alcuni produttori italiani celebrano la bici e il Belgio, terra di birre e pedalatori. È il caso del milanese Picobrew, che ha in gamma la Road to Vallonia, sull’etichetta della quale campeggia un manubrio di bicicletta; oppure del birrificio Hibu con la Eil, contraddistinta da un’illustrazione in cui è compare un ciclista intento a bere una birra. Infine alcuni birrifici italiani hanno scelto di inserire direttamente la bicicletta nel loro logo, come nel caso di Venafro Brewing (pagina Facebook). È opportuno citare nuovamente Picobrew, che iniziò la sua avventura proprio affidandosi a una cargo bike: un modo originale e intelligente per raggiungere le zone a traffico limitato di Milano e creare dei “pub” temporanei per le vie della città (ovviamente il tutto normato grazie al conseguimento della relativa licenza).

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Il Belgio e la tradizione ciclistica-brassicola

Il Belgio vanta una tradizione ciclistica pari alla nostra, ma con radici brassicole decisamente più antiche. Qui le due passioni si intrecciano in modo naturale. Tra le birre a tema spicca la Kwaremont del birrificio De Brabandere, che prende il nome da una delle iconiche salite in pavé spesso affrontate nel Giro delle Fiandre. Sul sito del produttore viene presentata così:

“Kwaremont è la ricompensa finale dopo ogni pedalata. Con le tue sole forze o con un po’ di aiuto. Corta o lunga. Su ciottoli o su asfalto. Veloce o lenta.”

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Altre due birre belghe a tema sono la Cyclist di Brouwerij Boelens, che ho avuto occasione di bere al Biking Bar di Ypres, un locale che sia negli arredi che nella selezione di cibo e bevande è a tema ciclismo, e la Vélo (“bicicletta” in francese) della De Bie Brouwerij.

Meritano menzione anche i vicini Paesi Bassi, altrettanto importanti in termini di tradizione ciclistica e patria della Vals Nat (“falso piano”), una birra leggera (3,5%) realizzata da Pronck Brouwerij e pensata per il post-pedalata. Particolarità? È confezionata in un formato che permette di agganciarla direttamente alla canna della bicicletta per facilitarne il trasporto. Sempre nei Paesi Bassi, grazie a un’operazione di crowdfunding, è nata la Ablock, una Blonde Ale non pastorizzata e non filtrata, arricchita con sali minerali per essere particolarmente adatta al recupero post-pedalata.

Birra e ciclismo nel mondo

Ma l’abbinamento birra e ciclismo non è solo europeo. Nel mondo esistono sia birrifici che richiamano esplicitamente la bicicletta, come l’americano Cycle Brewing o il danese Bicycle Brewing Company, sia birre con nomi chiaramente ispirati a questo sport. Persino un mostro sacro della birra artigianale americana come Dogfish Head ha collaborato con Priority Bicyclesmarchio indipendente di bici a bassa manutenzione – per lanciare una bicicletta personalizzata e una birra dedicata, la In Tandem, con un tandem raffigurato in etichetta. Anche Flying Bison Brewing ha scelto di legare il proprio nome al ciclismo con la sua flagship beer Rusty Chain, pensata per promuovere la cultura della bicicletta a Buffalo. Come non citare infine New Belgium, birrificio che ha nel logo una bicicletta e la cui avventura è cominciata proprio grazie alle due ruote: nel 1988 fu un bike trip in Belgio a convincere due appassionati americani a brassare gli stili locali fondando il proprio birrificio a Fort Collins, in Colorado.

Radler: una bevanda nata sui pedali

Il legame tra birra e bicicletta è talmente forte che il drink più famoso a base di birra, la Radler, deve la sua origine proprio ai ciclisti. La leggenda narra che nel 1922 un publican bavarese, trovandosi a corto di birra per servire 13.000 ciclisti, decise di miscelarla con soda al limone. Per giustificare la scelta, dichiarò di averlo fatto per evitare che i pedalatori si ubriacassero. Il successo fu immediato e la bevanda prese il nome di Radler, che in tedesco significa proprio ciclista.

Eventi e turismo: quando la birra incontra la bicicletta

Alcuni birrifici italiani sono da anni legati a eventi ciclistici non competitivi. Il trentino Impavida, ad esempio, produce una birra dedicata al BAM!, il raduno internazionale dei viaggiatori in bicicletta. Il locale Terminal 1 di Brewfist è una tappa dei tour organizzati nel basso lodigiano dal gruppo Passione Gravel ed è anche il punto di ritiro del “brevetto” per chi partecipa ai loro eventi. Un connubio perfetto tra birra e ciclismo è rappresentato dal Craft Beer Trail, un evento di due giorni in cui i partecipanti pedalano incontrando quattro birrifici e potendo “reidratarsi” durante le soste.

Negli ultimi anni sono nate numerose iniziative di beer tourism dedicate ai ciclisti. Un esempio sono le beer bikes, particolari veicoli a pedali che possono trasportare 8-10 persone, dotati di impianto di spillatura per bere birra mentre si visita una città. Un’idea simile è quella di Beer Cycling, un tour operator che organizza itinerari birrari con il motto “from PINT A to PINT B”.

Gadget e curiosità

Esistono anche gadget per chi vuole portare la birra in bicicletta, come le clip che sostituiscono il portaborraccia e permettono di trasportare lattine (scelta che personalmente sconsiglio fortemente). Curiosamente, nelle immagini promozionali non compaiono mai lattine di bibite analcoliche, ma sempre di birra.

L’abitudine di bere una birra dopo una pedalata è talmente diffusa che il dibattito sui suoi effetti è sempre acceso. Diversi siti specializzati – Bikeitalia, MTBcult, Mtb Mag, Accademia Nazionale MTBhanno analizzato la questione, arrivando a una conclusione comune: per chi non è un atleta professionista e beve con moderazione, il valore sociale del terzo tempo e i suoi benefici superano di gran lunga gli eventuali effetti negativi.

Quindi… cheers e buone pedalate!

Fabio Marrale
Fabio Marrale
Già appassionato di birra, incontra casualmente la bici per potersi muovere liberamente tra i festival senza rischi per la patente, raddoppiando così le sue passioni. Continua ad allenare le gambe con viaggi alla scoperta di birre e birrifici e contemporaneamente perfeziona gusto e olfatto fino al completamento del corso di secondo livello di Unionbirrai.

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