Ormai manca poco, tra pochi giorni sarà il momento di salutare anche questo 2014 birrario. E come di consueto qui su Cronache di Birra l’avvicendamento tra un anno e l’altro è fatto di previsioni, speranze e scommesse per il futuro. Dodici mesi fa vi chiesi di immaginare come sarebbe stato il 2014 per il mondo della birra italiana e internazionale e in tantissimi avete voluto partecipare al giochino sparando ipotesi più o meno realistiche. Ora è il momento di rispolverare quel post e verificare i pronostici, così da incoronare il miglior nostradamus tra i lettori del blog. L’anno che si appresta a chiudersi è stato ricco di stimoli interessanti, con importanti evoluzioni per il settore anche se non sempre accompagnate da buone notizie. Il dato sicuro però è che la birra artigianale ha continuato a crescere in tutto il mondo e l’Italia è stata ancora tra i protagonisti di questa ascesa. Ma entriamo nel dettaglio delle previsioni di un anno fa…
I trend della birra artigianale in Italia
Come accennato la birra di qualità in Italia non ha mostrato rallentamenti neanche nel 2014. Nonostante il clima economico deprimente, il contatore di Microbirrifici.org ha continuato a salire di giorno in giorno, superando proprio recentemente quota 850 birrifici censiti. Ricordo sempre che il numero non corrisponde a quelli realmente attivi (include anche quelli ormai chiusi), ma è indiscutibile che non si è realizzata quella brusca frenata che alcuni di voi avevano ipotizzato. Dodici mesi fa avevo pronosticato il raggiungimento delle 700 unità brassicole attive (lo stesso fece Carletto) e il numero reale è praticamente quello. Non so se gli 800 previsti da Angelo Jarrett fossero riferiti a quelli censiti o a quelli effettivamente operativi – diamolo per buono comunque 🙂 – tuttavia è il dato sulle beer firm ad essere molto preciso e vicino a quel 24% del totale che ho indicato in un recente post.
In effetti questo 2014 è stato in Italia l’anno delle beer firm, al punto che per molti mesi uno dei temi più caldi è stato proprio quello relativo alle aziende brassicole senza impianto di produzione. In generale abbiamo assistito a molti fenomeni interessanti, che solo marginalmente avete indovinato: nessuno aveva previsto la rinascita di antichi marchi birrari, l’ampliamento di tanti importanti birrifici, neppure il proliferare delle Session IPA durante i mesi estivi. È complicato verificare le condivisibili previsioni di chi aveva ipotizzato una crescita dell’export italiano in Estremo Oriente, ma a naso direi che sono state confermate. Facile poi pronosticare un crescente interesse della politica per la birra artigianale – a causa dell’aumento delle accise, che qualcuno aveva erroneamente immaginato in riduzione – così come la diffusione di “ristopub” modaioli, con i riflettori puntati sui prodotti di qualità. Segnalo le previsioni di Angelo Jarrett, che aveva previsto la crescita del servizio tramite handpump; di Carletto, che tra le sue ventimila ipotesi aveva anche ipotizzato la conferma della riscoperta degli stili storici; di Ghost Writer, che aveva preconizzato l’apertura di “brewfirmpub”, cioè di locali di mescita di beer firm.
I trend della birra artigianale nel mondo
Lo scorso anno Lupi se ne uscì affermando che un grande birrificio americano avrebbe aperto una sede produttiva in Europa. L’annuncio di Stone risalente a luglio scorso conferma pienamente la previsione: l’azienda statunitense aprirà a fine 2015 un suo impianto di produzione a Berlino. Insomma, Lupi ha solo sbagliato l’anno di realizzazione 😛 . Non male il pronostico del nostro Marcello Mallardo (Manvi) che scommesse su proposte di qualità da parte dell’industria, presumibilmente per stili inglesi: la notizia di due Porter prodotte da Guinness è esattamente in linea con la sua previsione.
Matteo di Birramoriamoci e Roberto avevano ipotizzato la nascita di una nuova tipologia birraria proveniente dagli USA: le White IPA non sono certo nate in questo anno, ma è nel 2014 che probabilmente hanno ottenuto la loro consacrazione internazionale. Curioso poi che molti (tra cui Velleitario) avessero previsto l’ascesa di birrai donne nell’ambiente: a ottobre Anne-Francoise Pypaert ha preso le redini del leggendario birrificio trappista Orval, ma in generale anche da noi abbiamo assistito a un’ascesa di professionisti di sesso femminile. Infine molti tra voi avevano puntato facilmente su una crescita della rivoluzione craft nell’Est Europa: crescita che c’è stata, ma ancora in maniera non così preponderante.
I birrifici italiani in evidenza
Nessuno, neanche i lettori pugliesi, avevano previsto il boom della Puglia nei concorsi internazionali (in particolare al Brussels Beer Challenge). A proposito di contest birrari, le performance dei nostri birrifici quest’anno sono state di buon livello, sebbene al di sotto del 2013. In particolare abbiamo assistito ai trionfi di tanti nomi nuovi, eccezion fatta per gli immancabili Ducato e Croce di Malto. Nessuno di voi aveva invece previsto gli importanti riconoscimenti ottenuti da due esponenti della vecchia guardia come Birra del Borgo e Baladin. Fuori dai concorsi uno dei nomi più ricorrenti tra i vostri commenti fu Extraomnes ed è pacifico che il 2014 sia stato anche il suo anno.
La sfera di cristallo
E finiamo con i pronostici più fuori di testa, ma per questo in grado di regalare punteggi stratosferici a ogni aspirante nostradamus 🙂 . Nessuno tra voi aveva previsto due delle notizie che ritengo più sorprendenti: la nascita in Italia di impianti con vasche aperte (prima Birra del Borgo, poi Baladin) e l’apertura – dovrebbe avvenire proprio a inizio 2015 – del primo Italian craft bar a Londra, di cui spero di parlarvi a breve. Zero previsioni anche per il proliferare dei bicchieri a tema firmati Spiegelau. In questa sezione un piccolo premio lo assegno a me stesso: avevo puntato sul primo birrificio comunale italiano e il progetto di Open Brew di cui scrissi a febbraio punta a costruire qualcosa del genere nel comune di Artena. Clamoroso infine l’errore di Schigi che aveva previsto una collaboration brew tra Extraomnes e Ducato 😛 .
I migliori nostradamus birrari
Dodici mesi fa i vostri pronostici furono tantissimi – non sapete il tempo che mi ha impiegato verificarli tutti 🙂 – ma devo ammettere che in pochi di voi si sbilanciarono davvero. Non ho citato tutte le previsioni azzeccate in parte e quelle un po’ troppo vaghe, non me ne vogliate. Basandomi su un criterio di precisione e sul rapporto tra pronostici sparati ed effettivamente verificatisi, assegno il premio di nostradamus birrario del 2014 ad Angelo Jarrett. Evidentemente gestire con puntualità un blog birrario ha i suoi effetti… certo che ora qualcuno potrebbe fare ricorso per presunto abuso di potere 😛 . Scherzi a parte, complimenti Angelo!
Grazie a tutti per aver partecipato, ora non rimane altro che lanciarsi nelle previsioni del 2015. Ma aspettate un secondo! Il luogo deputato per i prossimi pronostici sarà il post di domani. Intanto cominciate a ragionarci su.
Grazie Andrea, stasera offro un giro! 😀
Leggo molto, parlo e commento poco….. ma la mia previsione la becco sempre!