Le panoramiche sulle novità italiane che pubblico sul blog non riguardano solo le birre, ma anche i birrifici di recente apertura. Oggi andiamo proprio alla scoperta delle nuove realtà del settore partendo dall’Umbria, che si sta confermando una delle regioni più vive in questo senso. Le novità sono ben due e la prima di cui parliamo porta addirittura il nome del suo capoluogo: Birra Perugia. Si tratta ovviamente di un marchio storico, che, secondo una tendenza che in Italia troviamo con sempre maggior frequenza, è stato riesumato in chiave “artigianale”. Ma rispetto ad altri progetti analoghi, qui le cose sembrano davvero fatte con attenzione e passione, a partire dal dettaglio – per niente secondario – che siamo al cospetto di un birrificio a tutti gli effetti e non di una semplice beer firm.
Secondo quanto riporta Perugia Today, l’incubazione del progetto è durata più di 10 anni. Un periodo lunghissimo, che ci fa pensare che dietro non ci sia una mera operazione commerciale. A confermare la tesi troviamo anche il report dei ragazzi di Umbria Birra, di cui ci possiamo fidare ciecamente. Attualmente le birre prodotte sono due: una Golden Ale di stampo statunitense, che per il pubblico di Perugia è meno scontata di quanto si possa pensare, e un’American Red Ale con protagonista luppolo di varietà Citra (oltre a Mosaic e Amarillo). Birra Perugia è stata presentata ufficialmente lo scorso 10 giugno, in occasione di un evento presso il Non C’era di via Bartolo, esattamente dove si trovava il vecchio birrificio.
L’altra novità umbra si chiama Birra Flea, un marchio già attivo da qualche tempo ma che giusto un mese fa ha inaugurato il suo impianto produttivo a Gualdo Tadino (PG). È quindi una realtà già ben consolidata, al punto che, come si può leggere su Qui Flaminia Umbra, l’azienda conta al momento una decina di dipendenti.
Le birre attualmente prodotte sono quattro: Costanza (una Blonde Ale), Bianca Lancia (una Blanche), Federico II (una IPA) e Bastola (ESB). Guardando le etichette ho notato che sotto al nome di ogni birra c’è un “sottotitolo” abbastanza vago: “chiara speciale”, “bianca”, “rossa doppio malto”. Unica eccezione la Federico II, definita “chiara tipo IPA”. Evidentemente il successo di questo stile gli sta facendo valicare i confini della nicchia di appassionati.
Dall’Umbira ci spostiamo a Bologna, dove dopo l’estate è prevista l’inaugurazione dell’impianto del birrificio Zapap. Questo marchio ha debuttato nel 2012, ma inizialmente come una beer firm che si poggiava presso il Mastino II di Verona. Il suo fondatore è Christian Govoni, che per diverso tempo ha lavorato come publican presso lo Swans Pub del capoluogo emiliano. Attualmente le birre prodotte sono la Not So Blonde (una Blonde Ale), la Ch’Apa (ovviamente un’APA) e la Vermilia (una IPA).
Il nome è strettamente legato al mondo dell’homebrewing, visto che identifica il sistema di filtraggio delle trebbie mediante l’inserimento di un tino forato all’interno di un tino con rubinetto. Il suo inventore fu nientemeno che il guru Charlie Papazian (da cui il nome). Se ne volete sapere di più su Zapap e sulle sue evoluzioni dopo la trasformazione da beer firm a birrificio vi rimando a questa intervista di Ales & Co.
E concludiamo salendo ulteriormente al nord per fermarci tra le province di Milano e Lecco. È questa infatti la zona di provenienza di tre amici appassionati (Matteo, Manuel e Nicola) che hanno deciso di compiere il salto dall’homebrewing al mondo pro con una loro beer firm. Battezzata TrePupazzi, al momento produrrà solo una birra, la Titty Twister, piazzatasi bene nella seconda edizione del concorso di Malto Gradimento. Si tratta di una IPA di ispirazione inglese più che americana, discretamente alcolica (6,2%) ma anche facile da bere. Il loro birrificio di riferimento sarà l’Hibu di Bernareggio (MB).
Già in programma la seconda produzione, che sarà una Golden Ale. Se ne volete sapere di più vi rimando all’articolo pubblicato da Malto Gradimento.
grandi birre di sicuro a Gualdo Tadino… (Città di Carilli?)
http://tinyurl.com/lq2fk5n
mi sembra che la Titty Twister sia risultata vincente come migliore etichetta.
Sì vero, avevo capito che si era aggiudicata entrambi i premi. Correggo.
mi sapete dire qualcosa sul birrificio Leardi di Pescara!
Grazie mille
Il nome preciso della blanche di Birra Flea è “Bianca Lancia”, che al pari di Costanza d’Aragona, fu moglie di Federico II di Svevia 😉