La fotografia che vedete qui a fianco è stata pubblicata per la prima volta ieri pomeriggio sul sito di Dogfish Head, ma in brevissimo tempo è già stata rilanciata da siti specializzati e da tanti appassionati in giro per il mondo. L’immagine ritrae il nuovissimo bicchiere ideato dal birrificio di Calagione in collaborazione con Sierra Nevada e che si propone di diventare il nuovo standard per quanto riguarda le (American) IPA. Un recipiente studiato quindi appositamente per lo stile birrario che ha rappresentato la rivoluzione brassicola degli Stati Uniti: non è un caso che a progettarlo sono stati due dei più importanti birrifici craft d’America, con il supporto realizzativo dell’azienda Spiegelau. L’obiettivo dichiarato? Cambiare il modo di degustare birre decisamente luppolate.
Come potete vedere il design del nuovo bicchiere è molto particolare e ciascun aspetto è studiato per rendere ogni sorso di birra un’esperienza migliore. In particolare:
- Le pareti sottili e arrotondate servono a mantenere la giusta temperatura più a lungo.
- La forma ad arco amplifica gli aromi di luppolo.
- Le sagomature tondeggianti alla base favoriscono l’ossigenazione della birra mentre sale e scende nel bicchiere.
- L’apertura molto ampia permette un’analisi olfattiva confortevole.
- Il logo inciso al laser sul fondo sostiene la carbonazione e la schiuma.
Curiosamente il bicchiere non ha un nome distintivo – a mio parere è un passo falso in termini di marketing che difficilmente mi sarei aspettato da un progetto americano. A livello organolettico i suoi effetti saranno di amplificare e bilanciare anche le IPA più luppolate. A detta dei protagonisti, la prima candidata a ricevere i vantaggi del nuovo bicchiere sarà la Rhizing Bines, che non a caso è una collaboration brew proprio tra Dogfish Head e Sierra Nevada (un incrocio tra East e West Coast Imperial IPA).
Le parole del vice presidente di Spiegelau, Matthew Rutkowski, spiegano meglio gli obiettivi di questa novità:
Lo scopo di questa iniziativa era lo sviluppo di un bicchiere che si proponesse come nuovo standard globale per lo stile delle American IPA, allo stesso modo di quanto accade per i bicchieri di Weizen, Pils e di altre tipologie birrarie. Siamo elettrizzati per aver collaborato in questo progetto con due dei più importanti produttori di IPA, aspetto che conferma che stiamo offrendo ai consumatori di birra un bicchiere in grado di esaltare la loro esperienza gustativa al suo massimo potenziale.
Un dettaglio da non sottovalutare è che i due birrifici doneranno gli introiti provenienti dalle fee di licenza alla ricerca sul luppolo. Il prezzo della versione marchiata Dogfish Head è di 9 dollari e potete acquistarlo anche online.
Fin qui la cronaca, ora le opinioni personali. È chiaro che dietro un progetto del genere si nasconde un’operazione commerciale che, se si svilupperà nel giusto modo per i suoi protagonisti, rappresenterà un colpo non da poco. Impossibile non fare un parallelismo allora con il Teku italiano: il bicchiere ideato da Teo Musso (Baladin) e Kuaska ha ottenuto in questi anni un successo che è andato ben oltre le aspettative. Nessuno (forse) poteva immaginarsi che un calice progettato per la degustazione diventasse uno dei principali veicoli visivi della birra di qualità (e non, purtroppo… ma questa è un’altra storia).
Data la loro origine anglosassone, fino a oggi il bicchiere ritenuto corretto per le IPA era stata la classica pinta (inglese o americana). Se da una parte è vero che la pinta viene utilizzata per stili assai diversi tra loro (Bitter, Stout, ecc.) – e quindi si presume senza valorizzare le caratteristiche di ognuno di essi – dall’altra bisogna ammettere che la sua forma e la sua consistenza si adattano molto bene alle IPA. Senza considerare che la pinta resta sempre uno dei simboli del pub inglese: ho difficoltà a pensare che lo stile più rappresentativo della rivoluzione artigianale debba privarsi di questo aspetto.
Fermo restando che per crearsi un’opinione valida bisognerebbe provare il bicchiere di Dogfish e Sierra Nevada, le mie prime impressioni non sono certo positive. Innanzitutto non capisco come va afferrata: se nella parte bassa, come se fosse un’impugnatura, oppure più in alto, come un normale bicchiere. Trovo poi pessima l’idea delle pareti sottili, che sono uno dei principali motivi per i quali odio il Teku con tanti stili birrari: a mio avviso la birra si beve sempre meglio con bicchieri più spessi, a parte casi particolari per i quali funzionano anche pareti sottili (tipo le Pils). Concettualmente poi questa leggerezza mi sembra poco adeguata a IPA potenti e arroganti, non certo rare negli Stati Uniti. E in ultimo non amo questa concezione da “degustazione”: preferisco che la birra rimanga quel fluidificante sociale che è stata per secoli, senza che si connoti eccessivamente di significati che non le appartengono.
Se il nuovo bicchiere sarà un successo o un flop lo diranno i mesi a venire, l’unica cosa certa è che a me non piace affatto 🙂 . Voi invece che ne pensate?
A me pare un sex-toy…XD
L’inizio è buono perché parte come un dildo, peccato che poi si allarghi troppo diventando inutilizzabile per la maggior parte delle persone.
http://www.my-personaltrainer.it/benessere/vaselina.html
E io che pensavo che il bicchiere adatto fosse quello a forma di barattolo di marmellata…
ahahahahahah dai che sono carini quei bicchieri XD
Avoja! Pe le marmellate de priugne che fa mi nonna so ‘na bomba!
da quando abbiamo conosciuto 4:20 a Roma, beviamo SOLO nei barattoli di marmellata!!!
inguardabile. e originalissssssimo… http://www.totalwine.com/_static/webupload/730/3_110572920_3.jpg
Almeno quello di Sam Adams sembra ancora una sorta di pinta. Questo che roba è? Come di impugna? Tipo fiaccola della Statua della Libertà?
è veramente orrendo. spero non se lo fili nessuno che vedermi a San Diego con in mano uno di quei robi mi vengono già i brividi…
Per chi beve con quel coso consiglierei una polizza infortuni per trauma distorsivo del rachide cervicale.
ho bevuto in quello della Samuel Adams e devo dire che ha un suo perchè, mentre questo sembra più un’arma bianca. Ma poi se lo afferri nella parte bassa, dato anche il sottile spessore, non è che la birra si scalda tipo piscio?
Meno male che ne hai parlato, appena ho visto la foto nell’articolo comparso ieri mi è passata la voglia di saperne di più.
Mi viene difficile da pensare come delle pareti più sottili possano mantenere la temperatura più a lungo, dato che invece riscalderebbero più velocemente la temperatura del bicchiere. E’ fisica.
E poi mi ricorda molto il bicchiere della Staminee De Garre di Bruges dove servono l’omonima Tripel. Con la differenza che lì la base è di vetro e non è cava per ospitare birra. Bicchiere di cui mi sono perdutamente innamorato, sia per l’impugnatura che per la birra stessa per la quale è stato forgiato.
Detto in tutta sincerità, dubito possa ricalcare le orme del TeKu.
Basta e avanza la pinta americana “shaker” per i miei gusti e concordo col significato sociale intrinseco di quest’ultima.
Anche io mi stavo facendo la stessa domanda…le pareti sottili come possono mantenere la temperatura????? E poi se si leva quella specie di manico da spada e si mette uno stelo è un perfetto Calice da Vino!!!! Niente di nuovo, ma visto che arriva da amici dei creatori del Teku non mi stupisce affatto! E tra poco sarà sicuramente da Eataly!
Difficile dire se sia peggio questo o il teku, una cosa è certa, non c’è limite al peggio.
E noi che ci lamentavamo della bottiglia UB…’tze!
La funzione del logo inciso laser rispetto alla carbonazione è davvero da fantascienza comunque!
non sono affatto un esperto ma mi pare di aver letto in giro che per le bevande con molta CO2 sia utile avere una superficie non perfettamente liscia dove sprigiona il perlage
ecco qua: http://www.darapri.it/immagini/nuove_mie/spumante/puntoperlage.htm
Interessante, in effetti anche a me quel passaggio quadrava poco
Chi l’avrebbe detto! Molto interessante.
Ma fine articolo, in realtà, si arriva quasi a sconsigliare questo eccessivo perlage ai fini degustativi. Quindi…”mah”!
orrendo…jar tutta la vita
analisi perfetta e condivido in pieno..
Io conic tutta la vita! Possibilmente quello vero da 47, la pinta farlocca da 37 ancora ancora per verso una 33.
.. e non il massimo per lavarlo… sai i residui di sapone e sale per lavastoviglie che…
La vera domanda è: arriverà a Eataly?
🙂
Certo che arriverà. In una confezione con 2 bottiglie di Peroni IPA.
in quel giorno si spalancheranno le porte degli inferi….
Mi accodo ad Andrea, ma come caspita andrebbe impugnato?
Che domande, da dietro ovviamente, come dice Pastorello.
Bella boiata, abile mossa.
Concordo con le tue impressioni Andrea
Un bicchiere assolutamente inutile. Il suo costo eccessivo spingerà i pochi publicans che lo adotteranno ad abbandonarlo in fretta dopo averne rotto qualcuno di troppo a causa del suo vetro sottile. Sarà un flop colossale!
Don’t like. Se il bicchiere esalta realmente gli aromi e si adatta perfettamanet allo stile, porto rispetto e approvo, ma ciò non toglie che per me l’IPA vuole la PINTA tutta la vita.
Brutto!
Ma talmente brutto che non so se vale la pena dire altro!
Si presta ad essere tenuto in mano anche dalla statua della libertà a new york!
Ma poi viene fuori la spada laser come in guerre stellari?
si vede che calagione fa troppi viaggi in italia ultimamente.
P.S.
il jar funziona eccome
eccezionale per le risse del sabato notte
Mai visto cosa più orrenda!
Vado un po controcorrente… a me non dispiace la parte superiore che in effetti, essendo larga, si riesce a sentire meglio i luppoli che caratterizzano le American IPA, la parte sotto invece sembra proprio un dildo…
Comunque è una vera e propria mossa commerciale, perchè con la classica pinta finora si beveva che era una meraviglia…
perché usi il passato? ma chi lo vuole quel robo? vedrai che la pinta non scompare…
E ci mancherebbe pure che scompaia la Sacra Pinta!
Al via la CAMRP Campaign for Real Pint.
La pinta non scomparirà mai! C’è pure chi la usa per servirti doppelbock e zwickel in un fest dedicato alle birre tedesche. W la pinta!
Ma che forma strana sto bicchiere, non si capisce bene cosa sia. Alla fine una IPA sta benissimo in una pinta, ma anche in un calice a tulipano o in un teku volendo.
Comunque una cosa è certa, non potrà mai raggiungere lo scandalo del teku perchè in fin dei conti qua dice che è un bicchiere apposito per uno stile ( che è una cosa che in fin dei conti già esiste come concetto), mentre lì parliamo di un bicchiere buono ( secondo loro) per qualsiasi birra, cosa che che chiaramente non è fattibile….prova a spillarci una weizen o una blanche lì dentro e poi ne riparliamo se è un bicchiere universale….Alla fine non lo sono neppure i simpatici barattoli per la marmellata che qualcuno ha già citato, ma almeno quella è una goliardata per prendere per il culo quelli che rompono con gli ultra calici da degustazione
Veramente è la versione tarchiata del weizenglass Aventinus, come già fatto notare da molti…Teoricamente quindi sarebbe ottimo anche per una weisse…Praticamente è la solita mossa commerciale che ci fa ricordare che il mondo della birra è invaso da birrofighetti pronti ad essere presi per le chiappe da ste minchiate…
E’ una stronzata!
Come la Jar….
Andrea …non è che stai già facendo i primi pesci di Aprile ???
Sì, magari…
Altro che Italia, il bicchiere delle IPA sì che nasconde brutte storie http://beerblog.genx40.com/archive/2013/february/nowtheresaside