A distanza di un paio di giorni dall’ultimo aggiornamento, oggi torniamo a parlare di nuove birre italiane per smarcare molte segnalazioni arrivate in redazione negli scorsi giorni. E partiamo con una collaborazione che promette grandi cose, perché vede coinvolti due ottimi birrifici italiani: da una parte Sièman, dall’altra Eastside (sito web). La novità si chiama Bloody Side (6,3%) ed è una Wild Sour Ale ottenuta da un blend di diverse birre, lasciato maturare un anno in botti di rovere con i lieviti indigeni presenti nella cantina di Sièman. Inoltre sono stati aggiunti 350 chilogrammi di visciole dei Monti Lepini (intere), che hanno macerato per più di tre mesi, prima di una rifermentazione (in fusto e in bottiglia) di ulteriori tre mesi. La Bloody Side, che si contraddistingue per un colore rosso rubino e per un prorompente carattere fruttato, sarà presentata venerdì 5 novembre presso il Ma che siete di Roma. Non è la prima volta che Sièman si lancia in un esperimento del genere con un birrificio laziale: nel 2020 aveva prodotto la Ritual Blend insieme a Ritual Lab, una delle birre migliori dell’anno.
A proposito di Ritual Lab (sito web), recentemente l’azienda di Formello (RM) ha annunciato due nuove versioni della sua Papanero passata in botte. La prima è la Papanero Bourbon (12,5%), in cui le note di vaniglia, cocco e caramello provenienti dall’affinamento si sposano perfettamente con l’importante struttura dell’Imperial Stout della casa, impreziosendo le sensazioni con le peculiarità aromatiche del distillato. La seconda new entry è invece la Papanero Maple Syrup & Bourbon (12,5%), maturata in botti provenienti dal Canada che hanno ospitato prima Bourbon e poi sciroppo d’acero di altissima qualità. In quest’ultima versione di Papanero è stato effettuato un blend prima dell’imbottigliamento con la Papanero Bourbon, così da ottenere il giusto equilibrio gustativo. Inutile specificare che entrambe le birre sono disponibili in quantità limitate.
Restiamo nell’ambito di “versioni” speciali per introdurre l’ultima novità del birrificio Baladin (sito web) di Piozzo (CN). La Metodo Classico Cuvée 36 Mesi (10%) è la massima espressione di uno dei prodotti più ricercati scaturiti dalla creatività di Teo Musso, che, come il nome suggerisce, è realizzato prendendo il prestito le tecniche tipiche dei vini spumante. Rispetto alla Metodo Classico base, il complesso processo di rifermentazione di questa versione dura il doppio: 3 anni rispetto ai consueti 18 mesi. L’idea nacque addirittura nel 2017, quando Teo, durante la fase di remuage, fu particolarmente colpito dall’intensità aromatica di quella precisa annata, decidendo di preservarne una parte per prolungare la rifermentazione. La Metodo Classico Cuvée 36 Mesi, che è disponibile in poco più di 3.000 esemplari, colpisce per l’elegante profilo aromatico, nel quale si possono rintracciare note floreali e balsamiche (anice) bilanciate dal tocco dei cereali e una chiusura speziata che si accompagna alle intriganti sfumature di legno.
Si chiama invece Utopia (5,6%) la birra con cui il birrificio Mastri Birrai Umbri ha deciso di festeggiare il suo decimo anniversario. Il nome è un richiamo alla visionaria idea di partenza: produrre una birra con soli ingredienti italiani e umbri in particolare – l’azienda ha sede a Gualdo Cattaneo, in provincia di Perugia. La novità è dunque la realizzazione di quella utopia, perché realizzata non solo con l’orzo coltivato e maltato in casa, ma anche con il luppolo proveniente da una giovane ma apprezzata realtà umbra: Luppolo Made in Italy. Lo stile di riferimento è quello delle IPA di stampo moderno: facile da bere, risulta caratterizzata da note di erba tagliata, tè, clorofilla pompelmo e mandarino, tutte per lo più provenienti dai luppoli, usati anche in dry hopping. La Utopia è disponibile in lattina e rientra nella linea Monkey di Mastri Birrai Umbri.
Cambiamo totalmente genere introducendo l’ultima fatica del birrificio Railroad, che di recente ha annunciato una Vienna Lager. Il nome è Viennetta (5,8%) e ricorda lo storico dolce lanciato negli anni ’80. Penserete che è un nome simpatico per una birra appartenente al classico stile austriaco, se non fosse che la ricetta prevede proprio l’aggiunta di Viennetta. Esttamente così: tra i vari ingredienti c’è anche il semifreddo della Algida, che chiaramente caratterizza il profilo aromatico della birra. Fantastica la grafica dell’etichetta, con il logo Railroad opportunamente modificato per ricordare quello dell’Algida anni ’80 – per inciso, quanto è brutto in confronto quello di oggi? Non è la prima volta che il birrificio si lancia in un esperimento del genere: la scorsa primavera aveva presentato la sua Rauch against the Macine, una affumicata realizzata con l’aggiunta dei celebri biscotti del Mulino Bianco.
E concludiamo con due birre al pane, tipologia sempre più presente nelle nostre panoramiche tanto da definire quasi un trend a livello nazionale. Questa volta l’iniziativa è del birrificio Birdò (sito web), che qualche settimana fa ha lanciato le sue SoBona Chiara e SoBona Rossa, create in collaborazione con il forno bio SoBon di Padova, che ha fornito il pane di scarto usato per integrare il malto d’orzo nella base fermentescibile. La SoBona Chiara (4,5%) è una birra semplice e leggera, con i cereali in primo piano e una luppolatura delicata; la SoBona Rossa (5%) prevede invece l’impiego di pane integrale e semi tostati, che la rendono più complessa ma non meno facile da bere. Infine, per supportare la produzione continuativa di SoBona è stato lanciato un progetto di crowdfunding, che ha come obiettivo l’acquisto di attrezzature aggiuntive per il birrificio.