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Boskeun di De Dolle: brindare alla Pasqua stappando la giusta birra

In condizioni normali l’articolo di oggi avrebbe presumibilmente presentato gli appuntamenti birrari previsti per le festività pasquali alle porte. Sappiamo bene però che il momento che stiamo vivendo è tutt’altro che normale, quindi in assenza di eventi a tema non ci rimane che trovare altri argomenti. Per fortuna però la ricchezza della nostra bevanda ci permette di rimanere sulla stretta attualità e parlare di una tipologia brassicola nata appositamente per il periodo: quella delle birre pasquali. Si tratta di una tradizione piuttosto diffusa in Europa settentrionale, la cui interpretazione assume nomi diversi in base alla nazione di riferimento: a titolo d’esempio possiamo citare le Easter Beer dell’area anglosassone, le Paske Øl della regione scandinava e le Paasbier del Belgio. Tra quest’ultime va citata quella che è forse la birra pasquale più celebre in assoluto: la Boskeun di De Dolle. Oggi parleremo proprio di questo ennesimo gioiello del patrimonio birrario belga.

Partiamo dal birrificio, che in realtà tutti gli appassionati di birra dovrebbero conoscere perfettamente. De Dolle Brouwers (letteralmente “i birrai pazzi”) è un produttore situato a Esen, un piccolo villaggio delle Fiandre Occidentali. Il birraio, Kris Herteleer, è giustamente considerato uno dei più grandi geni dell’arte brassicola mondiale. Non solo è un professionista di altissimo livello, ma anche un artista a tutto tondo: basti pensare che, tra le altre cose, realizza personalmente le iconiche etichette delle sue birre. Per questi e per altri mille motivi De Dolle è un birrificio quasi leggendario nel panorama del Belgio, non ultimo per i suoi straordinari prodotti, tra i quali vale la pena menzionare Oerbier (anche nella versione barricata), Dulle Teve e la natalizia Stille Nacht.

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Oltre alla Stille Nacht, il birrificio fiammingo produce un’altra birra stagionale: la già citata Boskeun, prodotta per il periodo associato alla Settimana Santa. La Boskeun è molto meno famosa della sua sorella natalizia, ma certamente non meno meritevole di attenzione poiché capace parimenti di esprimere tutta la maestria e il carattere del birraio. Il nome significa “coniglio dei boschi” ed è anche il soprannome di Jo, fratello di Kris Herteleer e cofondatore con lui del birrificio. L’etichetta riproduce proprio il tenero animale seduto in maniera rilassata tra alberi e cespugli di campanule, con in mano un bel bicchiere della birra a lui dedicata (da notare che il colore di quest’ultima è identico al manto del coniglio). Il sottotitolo non lascia dubbi sull’occasione per cui la Boskeun è brassata: “Speciaal Paasbier”, cioè “Birra speciale di Pasqua”.

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Ma quali sono le caratteristiche della Boskeun? Il primo dettaglio che salta all’occhio (e poi al nostro organismo) è il contenuto alcolico, che in base all’annata varia tra il 9% e il 10%. Questo dato ci dice due cose. La prima è che si tratta di una birra molto forte, nonostante sia rilasciata in un periodo dell’anno non così freddo, almeno alle nostre latitudini. Il motivo non è da ricercarsi tanto nelle differenze meteorologiche con il Belgio, quanto piuttosto nella tradizione che vorrebbe le Paasbier prodotte originariamente nei monasteri come ricostituente per i frati durante i digiuni della Quaresima. La Boskeun negli anni è diventata sempre più alcolica (in passato si attestava intorno al 7%), ma qualcuno giura che il reale titolo alcolometrico sia molto più alto di quello presente in etichetta. Il secondo aspetto che emerge da quanto affermato poco sopra è che la Boskeun, come la sorella Stille Nacht, presenta una certa variabilità di anno in anno (e quindi da cotta a cotta), elemento che aggiunge ulteriore interesse alla bevuta.

Seguendo i dettami della scuola belga, la Boskeun rappresenta un perfetto compendio di come valorizzare il lavoro del lievito. Si presenta di colore aranciato scarico con una maestosa schiuma pannosa, molto persistente. Il suo ventaglio aromatico è esplosivo, un trionfo di note fruttate e speziate che ricordano l’albicocca, la pesca sciroppata, l’arancia candita, la pasta di mandorle, il pepe e la noce moscata; tutte sensazioni che trovano il corretto spazio in un’armonia “succosa” difficilmente spiegabile a parole e che attiva immediatamente le ghiandole salivari. Al palato conferma potenza ed eleganza allo stesso tempo. L’attacco è ovviamente dolce, ma è impossibile non rimanere ammaliati dall’eccezionale equilibrio ottenuto con una leggera acidità finale, che bilancia e rinfresca. Nonostante il contenuto alcolico, splendidamente celato, e il corpo, tutt’altro che esile, la Boskeun scorre “pericolosamente” e invita subito a un altro sorso. Dall’inizio alla fine è facile ritrovare il marchio De Dolle, che possiamo riassumere nella capacità di unire opulenza e facilità di bevuta come pochi altri birrifici al mondo.

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Sebbene sia probabilmente la Paasbier più famosa al mondo, la Boskeun non è la prima birra pasquale prodotta in Belgio. Lo stesso sito di De Dolle cita come antesignana la Paasbier del birrificio Slaghmuylder, per capirci quello conosciuto per il marchio Witkap. Ma gli esempi sono diversi: possiamo citare le birre di Pasqua di St. Bernardus, Gouden Carolus, Den Hopperd e quelli meno famosi di Gaverhopke, Maasland, St. Servattumus, Diamond (quest’ultima non più prodotta). Non è una specialità diffusissima, ma alcune birre sono reperibili anche in Italia, compresa la gemma di De Dolle.

Vi auguriamo che in questi giorni possiate stappare una Boskeun o qualsiasi altra birra pasquale. Ci risentiamo la prossima settimana.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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