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Un weekend a Tirana alla scoperta delle birre artigianali albanesi

Tirana è una capitale figlia di una storia travagliata, caratterizzata dagli anni bui della dittatura di Enver Hoxha, che per ben quarant’anni, dal 1944 al 1985, ha stretto nella morsa del terrore un intero popolo. I segni di quel regime si scorgono un po’ ovunque: nella brutale architettura sovietica, nelle statue sparse per la città e nei grandiosi murales di propaganda che adornano il centro cittadino. Oggi Tirana è una città sorprendentemente vivace e frizzante. Un’aggressiva opera di rinnovamento cittadino l’ha resa un grande cantiere e l’antico grigiore è stato superato dai colori sgargianti dei nuovi edifici. La città ha raggiunto quasi un milione di abitanti (sui tre che ne conta l’intera Albania) ed è diventata un vibrante centro culturale e di intrattenimento.

La relativa vicinanza e il notevole numero di voli dall’Italia la rendono una meta interessante per una breve vacanza di un weekend, magari alla scoperta della scena birraria locale. Come nel resto dei Balcani, il mercato è dominato dalle referenze industriali: Korça (fondata da un italiano, Umberto Umberti, nel 1928), Birra Tirana (la più diffusa), Eibar (del gruppo Heineken), Stela e Peja (prodotta in Kosovo ma molto diffusa anche in Albania). Tuttavia anche gli appassionati di birra artigianale posso trovare ampie soddisfazione, poiché la rivoluzione della craft beer è arrivata anche qui.

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Kaon

L’Albania conta sei birrifici artigianali: Kaon, Birraria e Gjyshit, Pan’s Microbrewery, Ikon, Dyst e Puka. Kaon (sito web) è stato il primo microbirrificio ad aprire nel paese, nel 1995 a Tirana. Da allora è cresciuto sensibilmente. Il nome è un omaggio alla tribù Kaon, appartenente al popolo balcano degli Illiri, che era conosciuta proprio per la produzione di una specie di birra ottenuta dalla fermentazione di frumento e di miele. Il core range conta tre birre: una Pale Lager, una Pils e una Helles, disponibili sia in bottiglia sia in lattina. Occasionalmente vengono prodotte anche una Weisse e una Dunkel. Il posto migliore per assaggiarle è il Kaon Brewhouse Restaurant (sito web), situato nel vibrante quartiere di Blloku, a una decina di minuti a piedi dalla centralissima piazza Skanderbeg.

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Birraria e Gjyshit

Birraria e Gjyshit (sito web) è un progetto che nasce nel 2019 nella città di Korça, dallo spirito d’iniziativa di un gruppo di homebrewers che producevano nella casa di uno dei loro nonni. Il nome Birraria e Gjyshit significa proprio “birrificio del nonno”. Si tratta del primo birrificio albanese ad essersi lanciato nella produzione di stili non appartenenti alla famiglia delle Lager. Nella loro gamma base troviamo una IPA, una Blonde Ale e una Helles. Per assaggiarle i posti consigliati sono il Radio Bar (sito web), un locale molto trendy specializzato in cocktail di ottima fattura nel quartiere di Blloku, e il popolare ristorante Oda (sito web), nella zona del bazaar, dove sono presenti sia in bottiglia che alla spina.

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Pan’s Microbrewery e gli altri birrifici artigianali albanesi

Il birrificio più interessante è Pan’s Microbrewery (pagina Instagram). Nato nel 2021, è diventato in breve il produttore più conosciuto nel paese e con l’ambizione di uscire dai confini dell’Albania. Nella gamma regolare di Pan troviamo la Siringha, una Helles di buona fattura, la Vagabondi (IPA) e la Midas Kiss (Blanche). Nella loro tap room (The Taproom by Pan’s Brewery), situata sempre nel vivace quartiere di Blloku, si prossono assaggiare anche altre referenze. Al momento della mia visita era presente la Strawberry Milkshake, una Milshake IPA alle fragole. La tap room è molto bella, arredata in maniera vintage e con un grazioso beer garden. Ottima la possibilità di ordinare un beer flight (per provare più referenze) e buona la qualità del cibo.

Sempre nella taproom di Pan è possibile assaggiare i prodotti degli altri birrifici artigianali albanesi: Ikon, Dyst e Puka. Ikon (sito web) è un progetto recentissimo che si ispira ai birrifici della West Coast americana. Nel loro range sono presenti la Goat Head (American IPA), la Blue Eye (American Pale Ale) e la piacevole Adriatic Blonde (Golden Ale). Puka (pagina Instagram) è invece il birrificio dell’Hotel Turizem Puka, situato nella località sciistica albanese di Pukë. Producono la Puka (Pale Lager), una Bock e la Vishnje (Amber Lager). Pur essendo presente nel menu, i relativi prodotti non erano disponibili al momento della mia visita. Era invece disponibile la IPA di Dyst (pagina Instagram), altro microbirrificio di Tirana, una delle bevute più interessanti del mio tour. Producono anche una Porter, una Stout e una NEIPA.

Altri locali

Dal punto di vista dei pub, oltre al già citato Radio Bar, è consigliatissimo l’Hops Bar (pagina Facebook). Situato a una ventina di minuti a piedi da Piazza Skanderberg, offre una validissima selezione di birre belghe, oltre alle referenze di Dyst. Vale una menzione anche l’Illyrian Saloon (pagina Facebook), sempre nel quartiere di Blloku, dove accanto a svariate birre industriali si trovano le birre di Ikon.

Pur non offrendo una qualità eccelsa, la scena birraria di Tirana è sicuramente interessante. Come in tante altre capitali balcaniche, l’onda lunga delle craft beer ha fatto breccia e va di pari passo con il rinnovamento di un paese che guarda ogni giorno di più all’Europa, non solo dal punto di vista politico.

Niccolo' Querci
Niccolo' Querci
Bergamasco di nascita. Vive a Bruxelles dal 2011 dove si occupa di fondi europei. Ha ottenuto la qualifica di Beer Sommelier presso la Beer Academy di Londra, ha scritto una guida birraria su Bruxelles ed è membro della British Guild of Beer Writers. Ama girovagare per il Belgio e per l'Europa per scoprire nuovi birrifici e nuove birre. Ha una predilezione per le Saison e una venerazione per la birra trappista Orval.

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