Quando si pensa a un viaggio birrario in Repubblica Ceca, solitamente si tende a considerare quasi esclusivamente Praga e, al limite, Plzen. In realtà l’intera Boemia è una destinazione di primo livello, che permette di conoscere diverse realtà brassicole per dimensione, filosofia e storia. In Europa esistono poche mete così suggestive e ricche di cultura birraria come la Boemia, un luogo speciale che si muove tra tradizioni produttive del passato e retaggi del socialismo, pur dimostrando un’insospettabile propensione verso la modernità, almeno in alcune sue espressioni. Lo straordinario viaggio organizzato da Czech Tourism, a cui ho preso parte di recente, è sì partito da Praga, ma ha riguardato principalmente la Boemia. E così lasciata la capitale, abbiamo passato i successivi due giorni in giro per la Boemia Centrale.
Černokostelecký Pivovar
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La prima tappa è stata una delle esperienze birrarie più evocative che mi sia mai capitato di vivere. A una cinquantina di chilometri a est di Praga è situato il comune di Kostelec – il nome completo è Kostelec nad Černými lesy – dove ha sede il Museo nazionale della Birra (sito web). Il museo consiste fondamentalmente nel birrificio locale fondato nel 1842, che negli anni è stato recuperato insieme ai macchinari utilizzati in passato. L’edificio, costruito in stile barocco, fu rinnovato tra gli anni ’20 e ’30 dello scorso secolo, quando fu introdotta la tecnologia a vapore; poi con l’avvento del socialismo il birrificio prima fu nazionalizzato, poi dismesso e abbandonato. Nel 2001 Tomáš Vodochodský e Milan Starec acquistarono lo stabile con l’idea di riqualificarlo, aprendo sei anni dopo il museo, parte del quale è oggi tutelato dallo Stato. Come ciliegina sulla torta, nel 2009 ripartì la produzione brassicola grazie all’installazione di un piccolo impianto e aprì il ristorante del birrificio.
La visita al museo, cioè il vecchio birrificio, è qualcosa di incredibile. Nei suoi 4.000 metri quadri di superficie sono presenti una zona destinata alla maltazione dei cereali, due gigantesche vasche di raffreddamento, immensi tini di fermentazione aperti, una cantina sotterranea e naturalmente il vecchio impianto produttivo in rame. Il fiore all’occhiello è la presenza di diversi motori a vapore ancora funzionanti, che Milan ci ha fatto vedere all’opera. Dopo un lungo e suggestivo tour, abbiamo pranzato presso il pittoresco ristorante e assaggiato la Tmavé di Černokostelecký Pivovar (sito web) – il marchio con cui il birrificio oggi commercializza le sue birre – che ci ha colpito per la valorizzazione della componente maltata e la chiusura secca, nonostante una leggera nota metallica che è subito scomparsa. Insomma, la meta è altamente consigliata sia per la visita al museo, sia per un pranzo con birra in occasione di una gita fuori porta da Praga.
Kozel
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Come spiegato nella prima puntata del report, viaggi del genere possono tranquillamente includere anche grandi marchi. Così lasciata Kostelec, abbiamo prima smaltito il pranzo con una visita al bellissimo parco del Castello di Průhonice (sito web), poi ci siamo diretti verso il birrificio di Velké Popovice, conosciuto per il brand Kozel (sito web). Si tratta proprio della marca di birra del caprone che da qualche anno è regolarmente disponibile nei supermercati italiani e che, dal 2016, è controllata dalla multinazionale giapponese Asahi – come Peroni del resto. Come spesso accade per realtà di questo tipo, il tour del birrificio presenta elementi tecnologici e innovativi accanto ad altri appartenenti a epoche passate, in una commistione tra nuovo e antico che ha sempre il suo fascino.
Nella tap room di Kozel ho scelto di assaggiare la loro Dark Lager, che rispetto a quella acquistabile nei supermercati era disponibile nella versione non filtrata e non pastorizzata. Inutile sottolineare che è tutto un altro bere, sebbene la versione commerciale sia comunque dignitosa. Dal tour mi sarei aspettato qualche stimolo in più: rispetto ad altri grandi birrifici manca quell’aspetto “esperienziale” che è ormai sempre più presente in simili contesti. A ogni modo merita la visita, soprattutto per comprendere come realtà molto grandi si sono evolute nel tempo.
Pivovar Kytín e Pivotel MMX
La successiva tappa ci ha portato a Kytín, comune situato a una quarantina di chilometri a sudovest di Praga. Qui sorge il brewpub di Pivovar Kytín (sito web), una piccola realtà a conduzione familiare immersa in un contesto rurale. Al momento della nostra visita avevano disponibili alla spina sei birre, che rappresentavano la gamma classica che si può trovare in una birreria della Boemia: una Lager chiara leggera, una Lager ambrata, una classica Pils, una birra di frumento, una Vienna e un’alta fermentazione di ispirazione più moderna. La Pils (Kytínská Světlý Ležák 12°) è davvero equilibrata, con amaro contenuto e una buona mouthfeel; il profilo aromatico risulta delicato, ma anche piacevole e ben definito. La Ale è una IPA con solo Saaz, mentre la Vienna (Vídeňský Ležák 13°) è delle tre quella che si fa notare meno.
La nostra prima, lunghissima giornata in Boemia Centrale si è conclusa presso Pivotel MMX (sito web), dove abbiamo dormito. Se conoscete un minimo il ceco, avrete capito che la parola “pivotel” è una crasi tra “pivovar”, cioè birrificio, e “hotel”. MMX è infatti una struttura ricettiva con birrificio interno, situato in una sala a vetrate che affaccia direttamente sulla strada statale. Chiaramente c’è anche un ristorante interno, dunque si tratta di una valida sosta nella regione se non volete rinunciare a cenare (o fare colazione) con birra prodotta in loco.
Pivovar Řevnice
La mattina successiva si è aperta con una visita alla vicina Pivovar Řevnice (sito web). Si tratta di un piccolo birrificio ospitato nella ex stazione ferroviaria del comune di Řevnice, all’interno di un edificio molto affascinante. Il piccolo impianto di produzione da 5 ettolitri è situato al primo piano della palazzina ed è affidato a Roman Řezáč, giovane birraio che ci ha colpito per il suo entusiasmo. Anche per questa ragione la gamma di Pivovar Řevnice è piuttosto variegata e “sperimentale”, quantomeno se confrontata con quella di realtà più tradizionali. La birra preferita da Roman, ad esempio, è una Oat Lager, leggera (3%) e brassata con un 70% di avena maltata, mentre insieme a Černokostelecký Pivovar è stata messa a punto una birra fermentata con lievito Kveik e aromatizzata con ginepro. Ma chiaramente il piatto forte sono le basse fermentazioni tradizionali: la Výčepní è davvero molto piacevole ed equilibrata, priva di spigoli, mentre ancora meglio è la Světlý Ležák, di grande livello.
Pivovar Dvůr Všerad
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Non molto distante da Řevnice sorge il birrificio Dvůr Všerad (sito web), situato nell’ex cortile del castello di Všeradice, comune nel cuore della celebre regione naturalistica di Beroun. Dal 2010 il complesso è stato riqualificato con l’idea di costruire un’area sportiva e ricreativa, dove mangiare e bere bene, soggiornare, fare attività fisica e partecipare a eventi culturali. L’attuale birrificio è attivo da 11 anni e recentemente ha subito un ammodernamento in termini di attrezzature. È una realtà piccola, che produce 500 hl annui, sebbene punti a raddoppiarli nel prossimo futuro. L’acqua locale è molto dura a causa della presenza di calcio e solfati, ma hanno scelto di non trattarla: queste caratteristiche tendono a ridurre il corpo delle Lager e aumentare la percezione dell’amaro, dunque la sfida è trovare il giusto bilanciamento nella scelta degli ingredienti e dei vari passaggi in fase produttiva. Abbiamo mangiato presso il ristorante della struttura, accompagnando l’ottimo pranzo con la Světlý Ležák della casa (Jiřík), nel complesso gradevole.
Němý Medvěd
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La seconda parte della giornata è stata riempita da un paio di destinazioni “turistiche”. Prima abbiamo passato un paio di ore alla scoperta delle Koněprusy Caves (sito web), le principali grotte della Boemia e le seconde per estensione di tutta la Repubblica Ceca. Poi ci siamo diretti a Mělník, pittoresca città famosa soprattutto per la produzione di vino. Non ci siamo sottratti a una degustazione del locale succo d’uva, ma poi ci siamo diretti verso un indirizzo prettamente birrario. In centro si trova infatti Němý Medvěd (sito web), una birreria che propone le birre autoprodotte in uno stabilimento vicino. Il menu predilige hamburger e American bbq al posto della tradizionale cucina ceca, mentre la produzione brassicola si concentra sugli stili nazionali, con qualche incursione nel mondo luppolato. Se la Světlý Ležák non ci ha impressionato particolarmente, rimanendo comunque su livelli più che discreti, a colpirci è stata la Polotmavy, una Vienna Lager decisamente pulita ed equilibrata, che non rinuncia a mostrare un finale amaro e qualche nota tostata. Dopo cena ci siamo sistemati presso la Rezidence Liběchov, prima di proseguire il nostro viaggio in giro per la Boemia.