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5 canzoni di Natale “sincere” da abbinare alle Kerstbier

La birra di Natale non ha una definizione unica. Non è uno stile, non è una categoria codificata e non ha regole precise. È piuttosto un rito, una tradizione che si rinnova ogni inverno. In Belgio la chiamano Kerstbier, e ogni birrificio la interpreta a modo suo: ambrata o scura, speziata o più lineare, morbida o robusta. L’unico filo conduttore è il periodo dell’anno, la voglia di scaldarsi con un sorso pieno, spesso complesso, pensato per accompagnare il tempo sospeso delle feste.

La Kerstbier è abbondanza. Malti tostati, note di frutta sotto spirito, caramello, spezie, miele, talvolta zucchero candito. Non si tratta solo di bere: è un invito a fermarsi. A prendere tempo. A lasciarsi avvolgere da una birra che non è quotidiana, ma rituale. Nel suo bicchiere convivono la celebrazione e il raccoglimento, la convivialità e il silenzio. È un simbolo del Natale liquido, che non ha bisogno di regole per raccontare lo spirito della stagione.

Una birra che non si lascia incasellare

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Il fascino della Kerstbier sta proprio nella sua libertà. Non c’è un disciplinare a cui attenersi, né un canone da rispettare. Ogni birra natalizia è diversa dall’altra: alcune puntano sulla dolcezza e sulla speziatura, altre sull’intensità alcolica e sulla morbidezza, altre ancora preferiscono un profilo più asciutto e bilanciato. È una tavolozza di possibilità, che permette ai birrai di esprimersi con creatività e di tradurre la propria idea di inverno.

Eppure, nonostante le differenze, c’è sempre un filo conduttore: la capacità di evocare un’atmosfera. Le Kerstbier non si limitano a dissetare: raccontano storie. Hanno il colore delle luci calde, il profumo delle cucine in festa, il gusto delle sere lente davanti a un camino. Sono birre che parlano al palato ma anche alla memoria, che sanno di famiglia, di attese, di riti che si ripetono ogni anno.

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Una colonna sonora per il Natale liquido

Se dovessimo raccontare le Kerstbier attraverso la musica, non potremmo che partire da lì: da un genere che, come questo stile birrario, nasce dal bisogno di creare un’atmosfera riconoscibile e condivisa. Parliamo delle canzoni natalizie. Ma non di quelle zuccherose, pensate per i centri commerciali e per il consumo veloce. Parliamo dei brani che riescono a catturare la doppia anima del Natale: da un lato la gioia luminosa, dall’altro la malinconia che spesso accompagna la fine dell’anno.

La musica natalizia autentica ha qualcosa in comune con le Kerstbier: non si accontenta di fare da sfondo, ma costruisce un mondo. È fatta di cori avvolgenti, campanelli, melodie senza tempo, ma anche di note blues, jazz, folk che hanno imparato a raccontare il Natale con profondità. Non è il Natale di plastica, ma quello che profuma di legno, di resina, di dolci al forno. Lo stesso che si ritrova nel bicchiere quando si versa una birra natalizia belga.

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La Kerstbier si avvicina alla musica natalizia nel suo senso più autentico: entrambe vivono di ritualità e variazioni. Non esistono due birre uguali, così come non esistono due versioni uguali dello stesso canto. È sempre lo stesso tema, ma ogni esecuzione lo rende nuovo. La dolcezza può trasformarsi in forza, la leggerezza in profondità. Ciò che conta è l’atmosfera che riescono a evocare.

Cinque brani per raccontare le Kerstbier

Ecco allora cinque canzoni che possono accompagnare la scoperta di una Kerstbier. Non la playlist scontata da sottofondo, ma una selezione che restituisce la profondità, il calore e la contraddizione del Natale.

Bing Crosby – White Christmas

Un classico assoluto, che ha segnato la memoria di intere generazioni. White Christmas è la coperta che si stende sul cuore, il brano che ha reso il Natale una colonna sonora universale. Come una Kerstbier tradizionale, è dolce senza essere stucchevole, intramontabile senza bisogno di artifici.

The Pogues feat. Kirsty MacColl – Fairytale of New York

Un brano che racconta l’altra faccia del Natale: sporca, dolente, vera. Fairytale of New York è una ballata che alterna poesia e disincanto, un duetto che è litigio e carezza insieme. Come le Kerstbier più intense, non nasconde le asperità: le abbraccia, trasformandole in melodia.

Wham! – Last Christmas

Forse la canzone pop natalizia per eccellenza. Last Christmas non è soltanto un ritornello orecchiabile: è malinconia travestita da festa, è la memoria di un amore perduto che ritorna ogni dicembre. Una Kerstbier potrebbe fare lo stesso: regalare calore mentre ti ricorda che le feste non sono mai solo luce, ma anche nostalgia.

Mariah Carey – All I Want for Christmas Is You

Qui il Natale diventa pura esplosione di gioia. Una dichiarazione d’amore travolgente, capace di riempire qualsiasi stanza in cui viene suonata. Come una Kerstbier speziata e vivace, All I Want for Christmas Is You è il simbolo dell’eccesso felice, di quella parte delle feste che non ha paura di essere sopra le righe.

Bruce Springsteen – Santa Claus Is Comin’ to Town

Chiude la playlist un brano che porta sul palco la festa. Springsteen trasforma un classico natalizio in un rito collettivo, con energia, calore e un sorriso che diventa grido. È il lato conviviale delle Kerstbier: quello che unisce le voci, che scalda la compagnia, che fa sentire parte di qualcosa di più grande.

L’attesa che ritorna

La Kerstbier, come la musica natalizia, vive di ritorni. Non è mai una sorpresa, eppure ogni anno porta con sé qualcosa di diverso. È il piacere di riconoscere un gusto e allo stesso tempo scoprire sfumature nuove. È la conferma che certe tradizioni resistono perché sanno trasformarsi senza perdere identità.

In fondo, il senso delle birre di Natale è proprio questo: ricordarci che anche nei giorni più bui dell’inverno c’è spazio per la luce. Che la convivialità può convivere con la riflessione. Che un bicchiere di birra può essere un rito tanto quanto un canto. E che ogni anno, mentre fuori fa freddo, possiamo ritrovare in un sorso e in una melodia lo stesso calore che ci tiene insieme.

Oreste Poverello
Oreste Poverello
Appassionato di birre artigianali dal 2007 con un piccolo passato da publican nella provincia milanese. Ha completato con successo il percorso di formazione come sommelier della birra, alimentato da sete e curiosità. Ha una missione per conto del luppolo: raccontare e far conoscere la birra non solo come prodotto, ma come linguaggio popolare, vivo, a volte stonato ma sempre vero.

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