Come forse avrete letto, venerdì scorso ho pubblicato un post leggero sulla birra più costosa del mondo. Mai avrei pensato che quell’articolo così innocuo arrivasse a ben 70 commenti, che rapidamente hanno abbandonato l’argomento principale per affrontare un problema piuttosto importante: quello del prezzo della birra artigianale in Italia. Così il confronto off topic più interessante di sempre ha rivelato che la questione è centrale per moltissimi appassionati, che siano operatori o semplici consumatori. Si parla dei nostri portafogli e non potrebbe essere diversamente. Non sono intervenuto nei commenti perché volevo esprimere le mie idee in questo post, che cerca di riprendere e approfondire l’argomento.
Lo chiarisco sin da subito: in queste righe non troverete una soluzione al problema, né un’analisi che finalmente chiarisca il motivo di prezzi così elevati. Per simili conclusioni occorrerebbe portare avanti un’inchiesta seria, poiché tante volte si è tentato di sciogliere la matassa, ma senza ottenere risultati soddisfacenti. Non è ciò che mi propongo in questa sede, dove invece mi limiterò a sollevare alcuni spunti di riflessione, ispirandomi e riprendendo i tanti commenti letti in questi giorni. Naturalmente ogni opinione al riguardo è ben gradita e contribuirà ad arricchire il discorso.
Il primato del pub
Credo che quasi tutti, nei loro primi mesi di contatto con la birra artigianale, sognino un mondo diverso. Un mondo in cui i prodotti di qualità possano lottare con – o quantomeno rosicchiare fette di mercato a – le birre industriali. Il presupposto è che chiunque assaggi una birra artigianale sia poco propenso a tornare indietro: a parte qualche sporadico pregiudizio, a volte è proprio questo che accade. Poi ci si accorge che il sogno si infrange sulla realtà, caratterizzata dalla evidentissima differenza di prezzo delle bottiglie: i marchi commerciali costano un terzo, un quarto o anche un quinto di quelli artigianali, relegando questi ultimi a semplici prodotti di nicchia.
L’unico luogo in cui ciò non avviene è il pub. Anche solo per i prezzi assurdi delle birre industriali alla spina, chiunque in teoria con i suoi 5 euro (centesimo più o centesimo meno) ha la possibilità di decidere cosa bere: potrà investirli sulla solita scialba Tennent’s Super oppure destinarli a un’appagante Ale belga. Semplice capire – se i lcliente sa di cosa si parla e se non è masochista – quale sarà la scelta finale. Poter agire senza che il portafoglio influenzi la propria scelta secondo me è fondamentale, per questa ragione è importante che i pub mantengano i prodotti artigianali in linea con i prezzi di quelli industriali. E vedendo quanto costa un Guinness al centro di Roma in orario pomeridiano (4,5 euro una pinta piccola), direi che ancora siamo in linea di galleggiamento, nonostante gli ultimi ritocchi verso l’alto. Se poi consideriamo il valore socializzante del pub, perfettamente in linea con quello della birra, allora si capisce perché considero le birrerie il luogo principe per la diffusione della birra artigianale.
Le differenze con gli altri paesi sono nettissime…
Alzi la mano chi tra voi, viaggiando all’estero per la birra, non sia rimasto senza parole di fronte ai prezzi bassissimi delle birre artigianali. A parte il nord Europa, dove occorre accendere un mutuo per una sera al pub, gli esempi sono tantissimi: Belgio, Germania, Inghilterra, Irlanda, fino agli eccessi della Repubblica Ceca. Superati i confini nazionali è facile trovarsi a bere spendendo sensibilmente meno che da noi e non è insolito provare a tal proposito un certo sconforto. Com’è possibile che le differenze sono così nette? Certo, le risposte potrebbero essere tante: sono paesi con una cultura birraria secolare, le materie prime costano di meno, le leggi sono meno invalidanti, le produzioni sono maggiori. Eppure l’amaro in bocca rimane e le spiegazioni appaiono come una magra consolazione.
…anche in Italia
Forse la beffa maggiore per gli appassionati è entrare in un beershop nostrano e scoprire quanti prodotti stranieri hanno prezzi sensibilmente inferiori a quelli italiani. Ma come? Queste birre vengono prodotte all’estero, sono importate, sopportano viaggi costosi e ciononostante arrivano sugli scaffali dei negozi costando di meno della bottiglia prodotta a 100 km di distanza? Siamo ai limiti del paradosso, ma la verità è questa. E qualsiasi spiegazione non riuscirà a rendermi felice della situazione.
Il problema è nella filiera
Come qualsiasi altro prodotto, anche la birra passa attraverso diverse mani prima di arrivare nei beershop o nelle birrerie. Ci dicono che il prezzo che vediamo è la conseguenza del giusto ricarico che ogni soggetto della filiera attua, però quello che conta alla fine è che il costo finale è percepito come troppo esoso per il consumatore. Quindi si può anche continuare a credere che sia tutto corretto, ma purtroppo la verità è che il prezzo elevato è un freno inimmaginabile alle potenzialità della birra artigianale.
Pensando alla questione della filiera, mi è sorto un dubbio. Ma se la filiera non esistesse, o se fosse ridotta nel numero di soggetti partecipanti, il prezzo sarebbe diverso? Prendete i brewpub: lì si passa direttamente da produzione a locale di mescita, senza intermediari. In questi casi la birra costa sensibilmente di meno?
Con il tempo i prezzi scenderanno da soli
Ma neanche per sogno! Non me ne voglia Rik, che nei commenti aveva espresso questa sua previsione, ma ho difficoltà a credere che i birrifici, una volta aumentata la produzione e ammortizzati i costi iniziali, siano disposti a tagliare i prezzi delle loro birre in modo spontaneo. Chi si priverebbe di una sostanziale parte di entrate annuali solo per il gusto di farlo? Per raggiungere una clientela più vasta? Sì sarebbe una strategia interessante, ma da quello che abbiamo visto in questi anni, mi sembra che i produttori siano più interessati ad uscire con birre di nicchia piuttosto che ad aggredire il mercato.
La scelta consapevole
Allora, tiriamo le somme: i prezzi sono alti, i motivi non si conoscono, il mio conto in banca non è senza fondo. Mi piace credere che i consumatori abbiamo uno strumento formidabile tra le mani: la loro scelta. Quindi se qualcosa si può fare – mentre qualcuno cerca di darci risposte – è seguire delle scelte di acquisto sensate. Il mondo della birra artigianale è un mondo di nicchia, in cui ognuno di noi – ammettiamolo – è un po’ nerd: si lascia affascinare dall’ultima creazione particolare, dal nome esotici, dalla birra realizzata con un doppio salto carpiato. Tanti birrifici europei e americani l’hanno capito e cavalcano l’onda, spesso andando anche contro i propri gusti personali. Cosa vogliamo fare? Sborsare mille miliardi alimentando questa corsa all’assurdo (peraltro dannosa per la cultura birriara internazionale), oppure fermarci, riflettere e scegliere di conseguenza?
Lo sapete che c’è? Non ho voglia di dovermi svenare per bere buona birra e da quando ho preso coscienza di ciò mi sono accorto che esistono tanti classici dell’arte brassicola mondiale a prezzi super concorrenziali. Pietre miliari come Orval, Rochefort, Bitter & Twisted, Rodenbach Grand Cru, alcune americane più diffuse, belghe da 75cl a un prezzo inarrivabile. Se vado al beershop spesso punto sul sicuro, con eccezioni di tanto in tanto per togliermi qualche giusto sfizio.
Conclusioni
Nessuna conclusione, ovviamente. Solo riflessioni, che forse qualcuno potrebbe considerare retoriche e inutili, ma che sono quelle di un appassionato e consumatore come tanti. Di cose da dire ce ne sarebbero ancora tante, attendo le vostre impressioni…
ciao , non ho capito una cosa a proposito della filiera di produzione. I birrifici artigianale che vendono la lora birra nei loro pub perchè la fanno pagare 4/5 euro dato che la loro filiera è assai breve. Non potrebbero farla pagare un pò meno attraendo così molti più clienti? spero che qualcuno mi spieghi tutto perchè mi sto avvicinando al mondo della birra artigianale da poco e non sono in grado di capirlo da solo. vi ringrazio molto ciao
Potrebbe esserci anche la componente qualità nel prezzo cosi’ diverso fra birre artigianali estere e nostrane? O magari la componente “resa”?
ribadisco ancora..io cerco il piu’ possibile di andare indietro nella filiera della birra artiganale! prendendo la birra direttamente nei birrifici! perche’ nei beer shop la birra artigianale italiana e’ troppo cara! -di 8 euro non compri niente (bottiglie da 75 si intenda) ciao lallo
Qualità? Orval ha qualcosa da invidiare alle italiane?
una ridgeway IPA da 50cl ha qualcosa da invidiare ai “nostri” tentativi di IPA, una liberty in confronto alle “nostre” APA?
nulla da aggiungere a quello che scrive Turco, straquoto tutto con l’amaro in bocca (e non per colpa del luppolo…)
il brew pub in effetti ha la filiera cortissima (4 metri di tubo). Pero’ uno puo’ dire che c’e’ sempre il rischio d’impresa del locale (che solitamente ha costi altini se devi assumere dipendenti). Pero’ e’ un dato di fatto che dei brew-pub falliti se ne vedono pochi.
In ogni caso la filiera della birra non mi pare diversa dagli altri scandali di filiera (parmigiano reggiano, ortaggi…) o di speculazione. In italia non c’e’ mai stata la cultura di tagliare i prezzi una volta che i costi sono stati ammortizzati visto che nessuno, o quasi, ragiona strategicamente ma solo tatticamente alla giornata.
Li morte’ nostri.
@Mauro
Se c’è differenza di qualità (eh sì, c’è), non è certo a favore dell’Italia. Le birre che ho citato e quelle riportato BieK sono mostri sacri, che le nostre produzioni possono solo sognare di raggiungere un giorno.
Se per “resa” intendi quella del vuoto, credo che abbia un impatto minimo…
in questi anni la qualita’ dell’ orval senza offesa e’ andata a quel paese! e la politica commerciale dei frati trappisti..di tutte le abbazie belghe o quasi ha portato i loro prodotti d’appertutto!(bella roba…) io di sta gente ne ho piene le….w la birra artigianale italiana!
@Lallo
Tu sei il cliente ideale.
Ricambio i saluti che mi hai fatto nell’altra discussione, dopo l’incontro di Domenica al Birrificio Italiano.
Ti ho visto provare l’intera gamma e uscire con un sacchetto ben pieno di bottiglie.
Mi puoi dire con precisione quanto hai pagato ogni bottiglia?
Per me va bene che il prezzo della birra alla spina nei brewpub rimanga in linea con altre spine, quello che mi chiedo è perché anche quando compri direttamente sul posto qualche bottiglia da portar via queste abbiano prezzi pazzeschi… Lì non c’è storia di filiera che tenga dato che me la imbottigliano in cantina e poi la prendo direttamente dalle mani del produttore…
@Nella
Ti risponderanno che non possono penalizzare il proprio distributore!
Sono tutti molto corretti in questi casi 😉
@schigi allora ti diro’ nelle birre assagiate al birrificio italiano ..tutte ok! tranne la imperial pils…e la bibock che mi hanno detto che gli e’ stata cambiata la ricetta! ossia che’ e’ piu’ secca! forse sara’ la prima volta che la assaggio cosi’ io sono sincero non mi e’ piaciuta! comunque..5 spine piu’ 2 bottiglie d 75 di tipo pils piu’ 2 75 di cassisona! tot 48 carte! ciaoooo bevete birra italiana!
@Lallo
Mi permetto di farti i conti in tasca:
5 spine 15 euro
2 cassissona 30 euro
2 Tipopils Gratis
e quindi schigi? che poi 30+15 fa 45 e non 48.
@turco
ti quoto con fervore. l’educazione del consumatore, non solo nel gusto ma anche nelle sue scelte e nel suo ruolo, è l’unica possibile chiave di svolta. ne leggerei sul primo numero di MoBI
Riprendo velocemente il commento fatto nell’altro articolo riguardo appunto la possibilità che i produttori calino un po’ i loro prezzi:
Se io fossi un produttore e col tempo mi trovassi ad aver ammortizzato tutti i costi più pesanti senza avere più il fiato delle banche sul collo, molto probabilmente per essere più competitivo di altri che magari ancora annaspano con mutui o presititi, potrei decidere di abbassare leggermente i prezzi delle mie birre. E così facendo può darsi che anche altri produttori, nelle stesse possibilità, decidano di ritoccare al ribasso i propri prezzi.. Non mi sembra un’idea così malsana e improbabile…
Una specie di moratoria dei prezzi della birra, cosa che è già successa in parte con il vino..
E’ pur vero che quando la maggior parte dei consumatori pensa ad un calo di prezzo,magari senza essere troppo informata,probabilmente pensa ad un calo addirittura di 1/1,50 euro a bottiglia,che è l’unico che la massa percepirebbe come “sensibile”,in riferimento a chi acquista una media di 2 bottiglie a settimana.Un corno! Già una differenza di 0,50 tra beershop e beershop non è poco per niente,considerando che sul guadagno netto del dettagliante stiamo parlando della differenza che c’è tra un ricarico del 30 e del 40%,ovvero,ad esempio,una bella Tipopils pagata 7,50 invece di 8 o addirittura di più.Il problema è che il ragazzino che passa e va via con una birra X,si accorgerebbe della differenza di prezzo e direbbe -‘Bbono- solo se la stessa bottiglia da 8 fosse passata a 6,50,tanto ne compra una ogni tanto,senza rendersi conto che anche un risparmio di “soli” 0,50″ centesimi,sul totale delle birre comprate e in ottica allargata a tutto il mercato,sarebbe altro che “”Bbona”.
Benedetta Dupont..Non è che organizza master d’istruzione? Superqualità e prezzi ridicoli..Probabilmente l’Onnipotente ha una villetta lì a Tourpes..
per carità se abitassi vicino andrei al BI una volta a settimana ma non tutti abitano nel triangolo della moda Lurago-Bizzarrone-Lambrate
poi vabbè sulla Orval decaduta di qualità…da quando si trova al supermercato puo’ capitare che venga stoccata un po’ alla ca..volo e magari ne risente.
ma poi è il solito discorso, per chi compra al dettaglio meglio una orval a 2 € anche se ogni tanto ce n’è una partita che una italiana d 33 al doppio o quasi (sempre che dove abita si riescano a trovare)
@Supersonic
Hai ragione, due Tipopils da 75 a 3 euro.
Scusate ma il BI ha aumentato i prezzi? Da listino le birre non stavano a 2,90?
Me lo ricordo perchè mi stupivo sempre di trovare birre a meno di 3 euro al bicchiere… ma se hanno aumentato, comprenderò e mi adeguerò!
@Schigi
Allora, se come dici zucchina, la spina costa 2,8 e secondo i vari beershop online (birraland,birratrovo,decanter) la cassisona costa da 10 agli 11 euro e non 15.
vedi che il conto di lallo si trova…
2,8 x 5 = 14
10 x 2 = 20
7 x 2 = 14
tot….. 48!!! Bingo!
momento! se non sbaglio una birra alla spina al birrificio italiano costa da ottobre dello scorso anno 3,50! poi a 48 euro bisogna scontare -1,70 che e’ il sacchetto porta birre se tu lo riultilizzi -1,70! non esegeriamo una cassisona 15 euro! he’ he’ la nuova scires costa 15 euro!
@schigi
Dicci dove vuoi andare a parare perché credo che alla gente i calcoli sui centesimi di Lallo interessino il giusto… 🙂
Di la verità Andrea, oggi vuoi battere il record di commenti!!..:-)
x Turco: dici il vero: se un birrificio sceglie di vendere le birre piccole a 2,90 fa una scelta piuttosto evidente: quella di tenersi sotto i prezzi di molti altri pub, e di mantenersi sotto la soglia psicologica dei 3 euro.
Se arriva qualcuno e dice che le piccole costano 3 euro tende a cancellare un pò il messaggio che scelgono di lanciare, quello dei prezzi sotto certe soglie.
Capisco l’approssimare per comodità di calcolo, è ovvio: però non si rende giustizia a chi si sforza di tenere i prezzi bassi anche guardando i centesimi se si arrotonda per eccesso senza specificare che lo si è fatto.
Però non vado a BI da almeno un mesetto, forse più: potrebbero aver aumentato i prezzi, per questo ho domandato.
Lallo, io poco tempo fa le pagavo 2,90 le piccole… forse intendi la grande a 3,50?
che bello fare in conti in sacoccia agli altri.
Vediamo un po di mie considerazioni personali
1) se la birra artigianale non fosse costata (per lo meno in bottiglia) cara sarebbe passata inosservata e avrebbe fatto chiudere in breve i proprietari.
2) i primi birrifici hanno fatto i conti sui loro costi e sulle possibilità (modeste) di mercato, questo ha giustificato prezzi moto elevati.
3) nessuno (per lo meno quasi tutti) di quelli che conosco ha iniziato economie di scala
4) quasi nessuno è dotato di una struttura commerciale in grado di ottimizzare costi e vendite.
5) entrando nel mercato “del vino” (che aveva bisogno di nuova linfa) i ricarichi e i costi sono stati gli stessi e vi riassumo a spanne quali
10-15% spese di rappresentanza (i rappresentanti costano)
8-10% spese di trasporto
5% sconti merce, pagamenti omaggi ecc ecc
4-6% mancati pagamenti (purtroppo è così)
quindi, ipotizzando che in fattura il birrificio venda una bottiglia da 0,75 a 4 euro
in tasca gli arrivano:
4-12%(rappresentanza) – 10% (trasporto) -5% (sconti ecc)-5% (mancati pagamenti) per un totale di 2,85 euro incassati.
costo bottiglia etichetta e tappo 0,85 euro (occhio che se la triade non è piu che trendy..non si vende il prodotto)
costo birra con accisa (facciamo una media a spanne comprensivo di manod’opera dei dipendenti/soci ecc ecc) 1,2 euro
guadagno netto 0,80 euro
se ci facciamo 50 mila bottiglie (e sono tante tante tante…occorrono almeno 2/3 persone) arrivano in sacoccia all’imprenditore 40.000 euro LORDI da cui deve pagarsi mutuo, affitto, benzina tasse ecc ecc, alla fine gli resta un buon stipendio ma nulla più (e solo da quando vende 50mila bottiglie)
L’enoteca ricarica 40-80 % (credetemi 40% è il minimo per sperare di sopravvivere)
quindi i 4 euro che diventano 4,8 euro con l’iva al 20% fanni si ce le bottiglie si paghino da 6,72 a 8,64
la ristorazione va da un fattore 1,8 a un fattore 3..e questo spiega (non giustifica…ho scritto SPIEGA) i 15 euro di alcune birre servite al tavolo.
DIverso il conto se si ha un locale dove la birra viene proposta direttamente a 8-10 euro al litro (e senza le spese di imbottigliamento)
continuo a pensare che chi produce solo bottiglie con impianti da 250/500 litri deve essere un mago…o un poeta.
saluti
Lelio
p.s al solito sono di solito piu bravo con le parole che con i numeri..quindi verificate i conti!!
ma infatti quotando Lelio, voglio proprio sentire qualche nome di qualche birrificio che secondo voi lucra più del dovuto, con qualche birraio che secondo voi può campare di rendita in maniera comoda per il resto della vita…Io non ne conosco.
Nel mio lavoro continuo a dire che chi lavora birre artigianali sicuiramente si diverte di più, sicuramente ha gli incassi più alti delle sue reali possibilità, sicuramente può contare su un bacino di clientela affezionato che rappresenta quasi una certezza, parola impossibile da pronunciare quando si parla di commercio…ma i ricarichi saranno MOLTO più bassi di chi vende prodotti industriali. Questo perchè se salti i distributori non puoi nemmeno vantare degli sconti sui fusti che loro ti fanno per invogliarti a comprare.
Esempio: un avolta mi hanno proposto un contratto incredibile: 60 euro di sconto ad ettolitro con assegnuccio a 5 cifre ogno fine anno, un fusto su cinque GRATIS…a parte il nostro deplorevole rifiuto, ma se loro avrebbero guadagnato COMUNQUE con quello sconto, ma quanto ce stanno a ricaricà sui fusti???
Ovvio che i NUMERI fanno la differenza, più roba produco, più roba vendo, meno la pago. Nessun artigiano è in grado di garantire un ricarico accettabile per mantenere i prezzi delle birre a un costo umano.
ciao lelio.
ti quoto, aggiungendo che chi si trova nelle isole di trasporto paga ancora di più.
una soluzione potrebbe essere i gruppi di acquisto ?.
Posso fare una domanda a chi lo sa? Avevo sollevato nell’altro post il problema dell’altissima pressione fiscale italiana.
Purtroppo non so parlarne nello specifico perchè non sono a conoscenza di dati esatti, ma sulla birra artigianale in che percentuale, sul prodotto finito e venduto – diciamo al brewpub o in bottiglia direttamente dal birrificio che se ci mettiamo pure i vari passaggi non ne usciamo più – dicevo, che percentuale del costo del prodotto finito va in tasse di vario genere e natura?
La vera questione è la qualità. Il prezzo è fumo negli occhi.
Se pagassimo questi soldi per prodotti sempre presentabili non saremmo qui a menarcela troppo.
Le birre che beviamo sono la fascia alta della birra. Sennò c’è la Lidel con le sue mezzolitro a 0,50.
Se decidiamo di comprare la pasta di gragnano invece che quella della Lidel lo facciamo perchè siamo disposti a pagare per la qualità. Ben più di un 20% in più. E mica diciamo che i gragnanesi (esiste?) son dei ladri. Perchè sappiamo o siamo convinti di pagare per qualcosa in più. Invece qui spesso si vorrebbe il mercedes al prezzo della lada (usata). E spesso ci danno una birra italiana traballante al prezzo di una buona. Un boero di pasticceria mi causa libidine, un moncherì in coda alla cassa dell’esselunga meno… 10 euro al litro per una Tipopils , una Rodersch, una Reale in forma sono accettabili. Per altre no. Se la mia pizzeria mi mette la 0,4 di Nastro (0,3 di liquido e 0,1 di schiuma) a 4,50 mica la incendiano perchè gestita da bottegai arricchiti.
E poi sto Belgio… ok la birra lassù costa meno. Ma il viaggio, le spese, etc. le contiamo mai? Onestamente credo che ognuno di noi debba rispondere a questa domanda: “Vuoi una bevanda alcolica con del malto o vuoi una buona birra che si posiziona nell’alta gamma dell’offerta di mercato?” La mia risposta è sì. E se ottengo quello che voglio il prezzo è giusto (Iva compresa). Altrimenti no. Ma non perchè la birra costa troppo, ma perchè nel bicchiere ho un prodotto modesto.
Amen
😉
Grazie Andrea per stare sul punto riprendendo il successo del tuo precedente post. La tua analisi mi sembra quella più sensata fatta sul tuo nuovo invito alla discussione.
Ieri sono stato a Napoli, in quello che è l’unico beer shop della Campania, credo (a proposito: guagliù, scetatev’!!!!). Aveva poche birre artigianali italiane (Gennaro: le tue c’erano, ma a prezzi incredibili), per lo più campane e toscane. Comprato: le uniche americane che aveva (Sierra Nevada), le belghe (tutte, non solo DUPONT, tra i 5 e i 6 euro!!!), le inglesi (alcune IPA a buon costo), nessuna italiana!!!!! La cosa mi è dispiaciuta molto, Gennaro mi è successo lo stesso un mese fa e le bottiglie italiane giacciono sul bancone in bella mostra, mentre le belghe tirano molto commercialmente, dati i prezzi e la qualità ed anche le inglesi. Ma perchè non riusciamo a essere competitivi?
@tyser
hai ragione, piu che il problema (reale) dei prezzi bassi, dovremo pretendere che come nel caso dei latticini che la birra cruda che viene venduta al supermarket o al beershop sia mantenuta in cella al fresco e venduta nel reparto freschi a temperatura controllate.
dovremo anche pretendere che sia fatta bene e non con i piedi, però poi c’e’ chi ama il lambic involontario e spesso lo osanna nelle serate vintage.
@i’m hoppy .
forse perchè il governo da aiuti statali alla fiat e nel mentre fa morire il tessile in Italia?.
la politica Italiana non ha mai amato le piccole medie imprese sono troppo piccole per pagare le tangenti ai politici.
@Tyrser
non ho toccato il discorso qualità altrimenti si sarebbe aperta una parentesi infinita, con sfumature grottesche. Il mio punto non è se la birra costa tanto a me o a te, disposti a chiudere un occhio magari, ma alla massa, a coloro che, dopo aver assaggiato per “sbaglio” un’artigianale, vorrebbero approfondire, ma si rendono conto che è un prodotto per pochi eletti, diciamo così. E comunque di Mercedes al prezzo della Lada se ne trovano a bizzeffe, o magari sono le Lada a costare più delle Mercedes, chissà…
@Lelio
Non entro nel merito della questione economica, sulla quale non c’è nulla da agigungere. Non condivido però il punto 1 e il 4: sul primo è una questione puramente soggettiva e bon, sul 4 anche chi potrebbe permetterselo fors epreferisce evitare… come in altri settori
@ Tyrser
Dici “La vera questione è la qualità. Il prezzo è fumo negli occhi.”
Hai centrato in pieno!
Il prezzo che un individuo spende per un bene è proporzionale al valore/piacere che quell’individuo attribuisce a quel determinato bene.
Se dal produttore pago 6-7 euro la birra “base” e 10-12 euro la birra “strana” (parlo di 75cl), e se quella birra mi piace perchè è buona e trovo sempre la stessa costanza/qualità, perchè mai dovrei lamentarmi del prezzo?!
Mi piace, spendo i miei soldi, mi godo la birra e ho speso il giusto.
Il tutto, senza stare a vedere quanto il birrificio potrebbe aver speso per produrre quella determinata birra.
Al mio pub di fiducia sono arrivato a pagare un’americana a 6 euro la 0.40; mi rendo conto che è caro, che non mi posso permettere di superare i 5 bicchieri in una serata, ma quella birra mi piace, ergo apro il portafoglio e pago.
Non vado a fare i conti in tasca al gestore del pub, o a capire quanto potrebbe essere il ricarico del distributore.
Se il produttore fa un prezzo più alto rispetto alla qualità/piacere che io percepisco bevendo la sua birra, semplicemente bevo di meno.
Se poi la birra non è costante e fa scherzetti quando la apri, smetto di comprare birre di quel birrificio.
Idem per il pub.
Del resto, non ce l’ha ordinato il medico di bere sempre e ogni giorno Birra Artigianale, no?!
@Andrea
Bhè se tu vedi “Guinness al centro di Roma in orario pomeridiano (4,5 euro una pinta piccola)”: non credo che quegli avventori, a quei prezzi, si facciano spaventare dai prezzi del Macche o del Mastro.
Forse John, Bir&Fud Bottega e pure il Macche da asporto incutono loro un po’ più di terrore 😉 ma, come dici tu, ci sono San Dupont e San DeRanke a salvarli.
Ah, i nomi dei locali romani sono puramente indicativi, sostituiteli con quelli che più vi aggradano.
@Andrea Turco. Come resa intendo il numero di bottiglie di birra che si riescono a ricavare con la stessa quantità di terreno coltivato per esempio, magari in Germania o in Francia hanno molte più coltivazioni dedicate alla produzione di birra artigianale, quindi hanno più resa, fanno più bottiglie e riescono a spuntare il prezzo.
@ Andrea
sul punto 1 (prezzo caro uguale popolarità e curiosità iniziale)
puoi vedere la stessa cosa in molti altri settori, pasta (piu su si parla di gragnano…ci ho scritto un libro), ristoranti…per non dire di telefonini…si parla sempre dei modelli top (i.phone n97 etc), quasi mai di quelli che poi effettivamente fanno il fatturato. E’ una mia opinione, ma quante birre “a prezzo” godono di così tanta attenzione e popolarità?? Amarcord (4 cambi di proprietà in 10 anni) è un esempio eclatante.
sul punto 4 (mancanza di struttura commerciale) è una mia osservazione, d’altronde chi glielo fa fare di investire quando si vende tutto a prezzi alti!
@Tyrser (marco)
allora, ti smarrono anche oggi, ma ognuno ha i suoi problemi, avendo macinato troppa statistica e matematica io ce li ho con i numeri… 10 euro al litro per una Reale (al minuto) fanno 3.33 euro la piccola da 0.33 lt e 0.45 euro la pinta americana truffa da circa 0.45 lt con 3 dita di schiuma d’ordinanza (che vanno benissimo, ma visto che poi dentro di sono 0.4 lt mi aspetterei 0.4 euro…). se i prezzi fossero questi la discussione sarebbe demenziale. ma io conosco un solo locale che serve birra italiana con questi prezzi che non sia il locale annesso a qualche birrificio. peraltro, è un locale gestito da 3 soci con 2 cameriere serali e lavora che è un piacere, proprio per i prezzi (non sto parlando di location piazza duomo ovviamente)
I costi alti sono dovuti anche ai costi di partenza…. parliamoci chiaro, un birrificio artigianale, tolti alcuni casi sporadici, non produce milioni di litri l’anno, e non compra milioni di bottiglie, etichette,tappi, fusti e menate varie.
La cosa che nessuno si domanda è quanto costa produrre 1 litro di moretti? se cercate un po in giro su internet, le stime danno dai 12 ai 15 centesimi di euro per bottiglia da 66 cl…. la pagate 1,20… ok ci sono i costi di spedizione, i ricarichi dei rappresentanti e del venditore finale… cmq sta che il fattore moltiplicativo è di 10…
La guinness di dublino distribuisce al giorno 1 Milione di pinte (c’è scritto dentro la fabbrica visitata 3 mesi fa) + o – 500.000 litri al giorno….
Prendete un birrificio artiginale senza grossi numeri diciamo 50.000 litri di birra l’anno
il costo di 1 bottiglia a bancale è di circa 19/20 centesimi + iva … etichette… se le fai belle (quadricromia) e ne fai tipo 5 / 6000 ti costano 10/13 centesimi + iva l’una. I tappi sono circa 1 centesimo, la birra considerando materie prime, corrente, accisa e menate varie arriva ad almeno 1,40 + iva al litro, aggiungete l’ammortamento, uno stipendio per chi lavora, costi vari…. se prendete una bottiglia da 50 cl avete 70centesimi di birra + 20 centesimi di bottiglia + 1 centesimo di tappo + 10 centesimi di etichetta + 2/3 centesimi per le scatole + costi vari: spedizione, rischi, rotture, insolut: vuoi che non costi almeno 1,30 + iva la bottiglia… a questo aggiungi il guadagno netto di alemno 1 euro a bottiglia e sei a 2,30…. poi arriva al pub e te la vende a 6/7 euro…. dil fattore moltiplicativo arriva 3… che è ben lontano dai 10 della industriale… non vendono acqua sporca…ma un prodotto di qualità. e poi cmq non capisco… comprate una bottiglia di vino da 75cl… se compri meno di 5 euro compri merda e gia sei al limite, ma nessuno si lamenta…
@Tyrser
Infatti per quanto riguarda i pub ho detto che sono l’unico luogo esente da problemi di differenza di prezzo. Cosa che non avviene per la birra da asporto
@Lelio
Se il telefonino in quanto tecnologia ha successo è per motivi intrinseci. Poi magari si parla sempre dei modelli più fighi, ma è lo strumento in sè a ottenere penetrazione di mercato. Secondo me la birra artigianale si sarebbe fatta conoscere comunque, anche senza partire come prodotto elitario… magari con tempi e modalità diverse, ma la superiorità intrinseca ne avrebbe comunque decretato il successo
Il problema delle birre artigianali italiane è il rapporto qualità/prezzo,tutti noi siamo amanti del biondo nettare eppure è innegabile che saremmo stati molto più fortunati a nascere negli USA o in Belgio (tanto per citare 2 patrie della birra artigianale).Questo non solo perchè sono 2 paesi dalla lunga tradizione brassicola ma perché lì i birrifici pur partendo dalla condizione di microbirrifici(questo è valido sopratutto per il caso statunitense) si evolvono,crescono,diventano brewing co. e di conseguenza estendono la loro rete di distribuzione(penso per esempio a Stone che è ditribuito in metà degli USA)e si reperiscono con facilità pure nella grande distribuzione a prezzi molto ragionevoli.In Belgio tra beer shop e store si possono acquistare ottimi prodotti a prezzi ridicoli (se paragonati all’Italico prezzo) il tutto con un livello qualitativo in genere costantemente elevato(cosa che molti nostri birrifici hanno difficoltà a mantenere).Non nego che da noi ci siano molti bravissimi mastri birrai ed alcune ottime birre ma a livello di prezzi siamo ancora ben lontani da quelle reatà che dovrebbero essere di esempio per noi che in questo mondo siamo dei “novellini”(seppur talentuosi),
@cippadimerlo
13 centesimi ad etichetta è da malati di mente….beh uòtimamente le ho vist fatte di ceramica capodimonte (non scherzo)
Ma la cosa più assurda è “a questo aggiungi il guadagno netto di almeno 1 euro a bottiglia”….
Un euro a bottiglia???
@Andrea volevo solo far comprendere come sia assurdo che uno che fa un aperitivo in un brewpub e compra qualche bottiglia ci debba lasciare il 5% dello stipendio mensile di un precario.
@cippadimerlo
le bottiglie costano quasi il doppio (da 25 a 40 cent).
le etichette non sò di preciso ma direi attorno ai 7-8 cent se non hanno colori oro o carta particolare.
[…] dai litri venduti e dal prezzo che il birrificio decide di applicare.. intanto Andrea ha pubblicato un interessante articolo appunto sul prezzo della birra, se volete dare una […]
@i m hoppy
Ciao grazie per la tua osservazione. Ma devo chiederti se erano proprio le nostre o quelle che produciamo per conto di un distributore, perchè io da quelle parti non vendo niente, non ho nessun contatto e sinceramente neanche lo cerco. Se poi le hai trovate a prezzi altissimi allora diventa chiaro su chi lucra, considera che due anni fa da quelle parti ho preso una sola di diverse migliaia di euro rischiando fortemente la chiusura e se fa parte di quella partita fai due conti su chi ci guadagna. Riallacciandomi poi al discorso questi tristi fatti succedono spessissimo e diventa doveroso per i birrifici selezionare la clientela perchè vi assicuro non paga nessuno. Io ho dovuto smettere di stare in produzione con mio fratello per andare a fare il recupero crediti, che non era proprio quello che immaginavo di fare quando abbiamo iniziato.
Vorrei anche dire, non uccidetemi per questo, che un birrificio appena apre, senza brew pub o mescita autonoma, lavora sei mesi all’ anno perchè ad esempio in inverno le richieste calano fortissime e le spese di gestione restano.Mica possiamo dire alla banca “aspetta che ricomincia il lavoro”..
i m hoppy puoi darmi la tua mail che vorrei chiederti in pvt una cosa?
ahahhaha schigi, 5 spine per l’aperitivo? e nel cenadopocena cosa bevi? una cassa di rochefort 10?
auguri a shigi! quanti anni compi? oggi e’ d’obbligo che tu beva una westeleteren abt 12! andrea facciamo una discussione se e’ giusto che una west in qualche locale….costi 15 euro! 15 euro una 33….
@ gennaro
Le birre erano le tue. I prezzi erano alti, ma nella media delle birre artigianali italiane vendute, ed erano alti (ripeto: come tutte le altre artigianali italiane) soprattutto in riferimento alle birre artigianali di altri paesi, quali Belgio, UK, Germania ed USA.
la mia mail è la seguente: [email protected]
Io condivido quello che diceva qualcuno più in alto, come Lelio, Tyrser, colonna ed altri e capisco anche I m Hoppy quando va al beer shop e trova certi prezzi (soprattutto se non sono pagate..) ma alla fine se tutte le birre italiane costano più o meno certe cifre è evidente che più in basso non si possa andare, altrimenti esisterebbe il micorobirrificio che per rompere un ipotetico cartello, la metterebbe in vendita ad un prezzo ritenuto basso per entrare nel mercato. Perchè nessuno lo fa? o c’è un cartello (ma non mi risulta) o i costi di gestione per andare avanti sono più o meno uguali per tutti. Come diceva Colonna, io non vedo nessuno girare con auto di lusso o con la scorta. I motivi per cui la birra costa di più è che nel costo d’ impresa ci sono tanti conti e conticini ( e vale anche per gli altri)che poi esulano dal costo nudo delle materie prime (luce, acqua, gas, trasporti, commercialista, mutui, affitti, rata per il furgone e dulcis in fundo banche e interessi bancari dimenticandomi senz’altro qualche cosa).
Senza voler difendere la mia categoria e restando della convinzione che sarebbe giusto e meglio che la birra costasse di meno, devo anche dire che quando abbiamo iniziato questa avventura non è che ci siamo lamentati con enel perchè è troppo cara ad esempio, abbiamo cercato l’ abbonamento per noi più conveniente e siamo andati avanti. La mia considerazione è che comunque, la filiera non inizia dal produttore, ma da coloro i quali egli è costretto a rifornirsi e qui parlo anche di materie prime.
cè chi vende a meno (l’Amarcord di cui sopra…4 cambi di proprietà i 10 anni) o il birrificio di Como (e chi lo vede in giro!!) cera pure il Qbeer ( e adesso non c’è piu)
spiacenti, ma continuo a pensare che il prezzo alto favorisca le vendite!
Se si entraasse sul mercato con bottigle da 2,5 euro…non se le filerebbe nessuno!
Certi vini (in Langa ne abbiamo giusto due o tre) anni fa costavano carissimi e a febbraio erano gia finiti. Adesso costano un terzo (e sono anche piu buoni) e restano in cantina!
@lelio
su questo sono d’accordo, cioè sul fatto che in diverse occasioni i prezzi li fa il mercato più di altri fattori. Ormai la birra artigianale italiana si è fatta una certa nomea e molti tendono a sfruttarla piuttosto che intraprendere nuove vie (dimostrando una certa miopia, aggiungo io).
Non voglio credere però che quella fosse l’unica strada per “diffondere il verbo”, ammesso che attualemente si possa parlare di diffusione di vera cultura birraria.
pur non essendo in generale d’accordo con Lelio, il suo ragionamento ha un fondamento: il prezzo è strumento di marketing e immagine. l’abito firmato va distinto da quello vietnamita (anche se è prodotto dallo stesso laboratorio vietnamita) anche in funzione del prezzo. è la maniera più immediata per comunicare un messaggio di (a volte pseudo) qualità ed ESCLUSIVITA’ ai fresconi, ed in ognuno di noi da qualche parte c’è sempre un po’ di frescone
ci sono altre strade, magari più impegnative o costose, per raggiungere lo stesso scopo e puntare a volumi ben maggiori e sfruttare quindi la peculiarità di un prodotto come la birra, che sono le economie di scala su grossi volumi che un prodotto come il vino non può sempre avere nelle stesse dimensioni (i vigneti dovrebbero essere quelli che sono, anche se poi basta farsi un giro in qualche media cantina per vedere che le differenze di produzione rispetto al micro italiano forse stanno nei paraggi). è una scelta che chi ha segnato la strada della birra artigianale in Italia non ha preso in considerazione. forse perché nell’evoluzione del pensiero la birra artigianale a volte è stata pensata più come ad un paio di scarpe della New Balance (sia da chi la fa che da chi la beve)
io il difetto che vedo nel ragionamento di Lelio è che è il prezzo-immagine è uno strumento per economie opulente ed in espansione, mentre la storia ha preso un’altra direzione, specie in paesi in pieno declino come il nostro. certo, vista la vergognosa sperequazione dei redditi, un mercato di benestanti “fresconi” ci sarà sempre per i birrifici esistenti che si sono fatti strada. ma un boom supportato dai volumi ce lo possiamo scordare. se questo ai birrifici sta bene, che ne pensa invece chi la birra la compra e la beve?
@Gennaro
Io mica mi fido molto del redditometro automobilistico…
Cioè , questa storia “non ho visto nessun collega che gira in Porsche” ha fatto il suo tempo.
Si vede che non vi piacciono le auto veloci, forse preferite i casali nel senese.
@ SR
…..pensa male.
Sottoscrivo
@Schigi
ci puoi scommettere che se avessi i soldi prenderei il casale nel senese piuttosto che la porche:-), cmq sono disponibilissimo a mettere la mia denuncia dei redditi a confronto con la tua o di chi voglia, nessun segreto per me. Poi una rondine non fa primavera, se anche due o tre ce l’hanno fatta non è detto che per tutti sia uguale. Non è facile credimi.
@Lelio
Mi sa che con l’iphone hai sbagliato esempio!
Fai una ricerca, i numeri sono impressionanti.
@gennaro
Nessuno pretende tanto né da te né da nessun altro ma che ci sia una differenza soatanziale tra la realtà nostrana e quella delle “patrie” birraie è lapalissiano.
Che ci siano prezzi elevatissimi per prodotti non sempre all’altezza è altrettanto evidente.
Non è un atto di accusa verso il tuo o altri birrifici ma la presa di coscienza di una situazione che rende la birra artigianale italiana poco competitiva rispetto a quelle straniere,perché detto da consumatore ed addetto ai lavori quando vedo certe birre Italiane uscire al banco a prezzi tra i 15 e i 18 EURO (e non sto parlando di ristorazione o pub ma di beer shop) sinceramente un po di domande me le pongo…..e 9 volte su 10 ripiego su altri prodotti….
@Lelio
A me il marketing di questo tipo fa accapponare la pelle.
E a lungo termine non è vincente, si vuole far passare la birra per un prodotto per fighetti, ma non lo è.
E alla fine rivendica con violenza le sue origini popolari, basta vedere queste discussioni.
@BRUCE
lo capisco anche io infatti. Ma come detto da qualcun’altro prima di me, paragonarci ad altri paesi con tradizione birraria millenaria mi pare prematuro. Poi ognuno è libero di scegliere cosa acquistare.
@Schigi
Dici che la birra “rivendica con violenza le sue origini popolari”
Per cui anche un Barolo, un Crystal o un Port Ellen, bevande originariamente popolari sono troppo care? Ah non vale rispondermi che sono più “difficili” da fare e che ci vuole tempo. Se la Orval fosse facile da fare ce ne sarebbero in giro di cloni…. 😉
E’ qui il busillis per me. La Tipopils è più buona della Nastro della pizzeria? Sì? Quindi è di migliore qualità? Sì. Quindi è giusto che costi di più? Sì. Le risposte sono mie, non assolute, ovvio, leggo altrove che c’è chi preferisce la Moretti a De Dolle…
Certo 15 euro per una bottiglia che tu o io ci fumiamo come aperitivo sono soldi. Ma non accetto a prescindere il fatto che debba costare poco perchè è birra.
Allora le Lacoste dovrebbero costare come le polo del mercato, in fondo sono solo magliette.
E comunque parlo solo di prodotti che ritengo a posto. Una birra fatta o cresciuta male per me non dovrebbero neanche regalarla…
@Tyrser
Nessuno dice che devono costare poco, ma il giusto. Cosa significhi “giusto” evidentemente è un fatto del tutto soggettivo, ma se si arriva a 140 commenti in 2 post (anzi 1) sull’argomento, significa che qualcosa non torna…
@ Marchetto
mi riferivo all’Iphone come esempio di prodotto di alto livello (e costo) che fa parlare (ok forse l’esempio non era così calzante!!). Se l’ Iphone fosse costato “solo” 59 euro e quindi accessibile a “quasi tutti”….avrebbe sollevato tutto il putiferio e farebbe ora i numeri che fa??
@ Schigi
(auguri vecchietto) a me il non cedere a marketing di “questo tipo” è costato un cambio imprevisto di lavoro…ma come ha scritto qualcuno sopra…ci sarà sempre qualche “ricco” disposto ad ostentare il suo benessere anche con la birra che beve. Il problema è che i “ricchi” non sono cosi tanti e tutti si stanno buttando sul loro mercato. (oltretutto i “ricchi” adorano le mode…e gli piace tanto cambiare!! mi sa che a breve andrà di moda il filone “sociale equosolidale a filiera corta”…)
comunque concordo appieno: se il vino è per pochi la birra DEVE ESSERE per tutti!
@SR
Guarda che stiamo dicendo la stessa cosa!! E che di fresconi come noi disposti a pagare anche 25 euro una cuveè speciale con i peli della barba del nonno morto mi pare ce ne siano ancora in giro (non vorrei dirti che mi sembrano i “ricchi” di cui sopra…ma certo che la categoria è abbastanza simile)
Anni fa il mio amico Enrico Borio, che penso non si offenderà per la citazione, (un po’ scazzato per il fatto che solo chi faceva le birre coi peli della barba del nonno godeva di popolarità e attenzione) mi disse:
Li vorrei vedere a fare una Birra Birra, di quelle che si bevono…
Saluti
@Andrea
Concordo che il giusto sia soggettivo. Infatti penso sia capitato a tutti di trovare bottiglie dello stesso prezzo e alcune volte dire “wow, presa!” oppure “ok la prendo”, altre “manco dipinto”, altre “faccio uno sforzo, dai” etc…
Entra in gioco il coefficiente personale che sposta la bilancia.
E la discussione si anima , secondo me, perchè entra in causa una parte profonda di noi stessi.
@Lelio
“se il vino è per pochi la birra DEVE ESSERE per tutti!”
Me la spieghi per favore? La intendo come un’ammissione del fatto che il vino è elitario e che la birra è popolare. O che il vino giustifica i prezzi e la birra no.
@Tyrser
la risposta alla domanda è sì. schematizzo barbaramente. schigi dice una cosa semplice: che il costo dovrebbe essere maggiormente legato al costo di produzione. tu dici una tautologia: il prezzo lo fa l’incontro fra la domanda e l’offerta una volta che il consumatore ha percepito la differenza di qualità da un’industriale. io dico: la domanda impari ad essere meno ingenua, la diretta conseguenza sarà la discesa dei prezzi. i confronti fra chi costa di più o meno non vogliono dire niente. anche la qualità di per sé non vuol dire niente. non è la qualità che stabilisce il prezzo, ma il valore che tu gli dai e il denaro che sei disposto a spendere. a WV è diventata buona solo negli ultimi 5 anni o era buona anche prima?
se TUTTI ci rifiutassimo di acquistare birre inutilmente costose, dove per inutilmente intendo un dislivello insensato fra costi sostenuti e prezzo richiesto, il primo effetto sarebbe la discesa di certi prezzi. garantito al limone. l’obiettivo non è naturalmente affamare i birrifici, ma ridurre gli extraprofitti (e forse in Italia sono pochi quelli che li realizzano) ed indirizzare lo sviluppo futuro verso un modello più consono a chi la birra la consuma e non a chi la produce
una cosa che leggo spesso è quella di associare prezzo e qualità, come se uno giustificasse l’altro. io lo trovo un errore tragico per chi la birra la consuma. sono due binari distinti. fare birra grama e birra buona costa gli stessi soldi. uno deve pretendere qualità e prezzi corretti, non uno o l’altro
@Tyser
è una semplice provocazione a tutela della popolarità della birra.
@Lelio
Grazie. E io che ti facevo un paciere. Invece sei un sobillatore! 😉
@lelio
abbia pazienza, non conoscendo nel dettaglio l’epilogo di cui parli a schigi, qualche volta prendo le analisi come tesi. cmq, ti assicuro, i fresconi da 25 euro sono in aumento. sono un popolo multiforme: giusto l’altra sera ho visto una coppietta farsi 3 bottiglie di una rarissima (e costosa) cuvee italiana (parlo di circa 13°) e poi andare vicinissima all’accoppiamento sul tavolo. tanto per dire. mi stupisce che i vari guru della birra fashion non abbiano ancora attaccato come si deve Milano. è un frescone più ostico del romano, ma se lo attacchi dal verso giusto lo spenni come un (sic!) pollo
Visto che tutti dicono la loro ci provo pure io, ma sarò sintetico:
in alcuni beershop ed enoteche: c’è speculazione sulla birra (italiana e non)(filiera…)
nei pub: c’è speculazione sulle birre alla spina di tutti i tipi
ed allora che si fa????
la risposta sta nelle mie/tue scelte:
ogni tanto parto e vado in quel di borgorose e mi compro due casse di birra
(6 euro a bottiglia da 75cl e se ci scappa 1 o 2 33cl omaggio)
e sei vai al pub ovvio, birra alla spina di qualità
(visto che costa come le birrette da 4 soldi)
e visto che ci sto ora me la faccio anche da solo
(stasera assaggio la mia prima, una oatmeal stout…….)
@ dottorsqualo
6 euro a bottiglia da 75cl, comprata dal produttore, li consideri giusti? abbiam detto fino a qua che a lui produrla, imbottigliarla, stoccarla ecc…non costa piu’ di 2 euro e mezzo…alla faccia! a tourpes la saison la vendono a circa 3 euro e mezzo se non ricordo male…75cl.
anche perche’ ci devi aggiungere, per gli sfortunati che non abitano a breve distanza dallo “spaccio aziendale”, i costi del trasporto e il tempo perso per andarci.
se poi consideri che in italia saranno si e no una decina i produttori che producono birre di qualita’ stabile e sicura, che valga la pena acquistare, capisci che sono moooolto poche le persone che possono fare come te.
gli altri vanno al beershop e comprano su internet a 10-11 euro la bottiglia. poi si trovano di fronte al dilemma, compro a 10 euro una reale o a 7 euro e mezzo una meantime ipa da 75 o a 3.80 (prezzi listino pubblico di beershop online, al lordo di sconti vari)mezzo litro di st peters?!?!!??!?! se parliamo dei 10 birrifici italiani coi controcazzi, io posso starci QUALCHE VOLTA a comprare italiano spendendo qualche euro in piu’, ma la maggior parte delle volte, a meno di essere masochista, supernazionalista, amicodelbirraioditurno, ricco e pulone…comprero’ straniero.
epulone tutto attaccato, mica che mo partono a insultarmi che non ho in casa la bibbia 😀
@Tyrser
Barolo, Crystal o Port Ellen bevande popolari?
Non direi proprio…il Barolo era il vino di Juliette Colbert in Falletti e del Conte di Cavour fino ad Einaudi.
Il Cristal se lo ciucciavano gli Tsar…
Forse i Whisky sono nati più popolari(non a caso sono un distillato di birra….)
Ma il Barolo e il Tavernello non sono mica la stessa identica bevanda? 🙂
Dottorsqualo al momento ho una risposta per te: supermercato.
Incuriosito dai discorsi di questi giorni sono passato in enoteca e il risultato è stato il seguente: solo birre italiane, solo birre da 9 euro e 90 (Baladin e Borgo) e da 12 e 90 (Maiella e Almond). Sono scappato dall’enoteca visto che le uniche birre al di sotto dei 10 euro le ho bevute per anni mentre 12 euro e 90 per una Almond le spenderei in un posto che mi garantisce anche uno sgabello sotto al culo e qualche amico con cui parlare (in realtà neanche è vero, berrei due pinte goduriose spendendo meno ma era per dire).
Sono passato al supermercato per comprare da mangiare e che trovo? Orval a 2 euro e 15. 4 orval da 33? 8 euro e 60. Lunga vita a loro! La duvel costava anche meno. Ironia della sorte la Poretti costa 60 centesimi in più (a bottiglia).
ecco bevete pure poretti becks backs ceres e compagnia briscola…io sto’ bevendo una buonissima lambrate del mitico birrificio omonino! non costera’ 2 euro un po’ di piu’ mane vale la pena! ciaoooo
@Lallo
Ok ma tu sei ricco! puoi spendere tanti soldini per le birre italiane! noi poveracci beviamo orval, rochefort e duvel!
io ricco?v magari! orval rochefort mitiche birre! purtroppo finite nel tritacarne commerciale! erano 12 anni fa’ circa le mie birre preferite…..ultimamente le ho viste che erano bevute a canna..da dei ragazzini ad un aperitivo! (la rochefort 10) aiuto!
Lallo verrai a rimini?
@gennaro rimini e’ ancora molto lontana! ci saro’ sicuramente a suisio in provincia di di bergamo! alla fiera della birra! so’ che ci saranno bidu’ del mitico beppe vento! i miei amici del birrificio menaresta di carate! lambrate un nome e un garanzia! e altri! ciaooo! bevi bene bevi sano bevi italiano!
bè ci provo..vorrei una tua foto da mettere sul comodino, hai il potere di mettermi di buon umore ogni volta che ti leggo:-))
@Tyser
Poiché mi hai tirato in ballo qualche post fa ti rispondo….
La mia critica ai famosi 15 euro per una bottiglia di birra(che l’etichetta indica essere una Imperial Ipa) è data dal fatto ch per me non sono solo tanti,sono pure irragionevoli e questo per molti motivi:perché a 15 euro mi ci compro un buon Bolgheri o una buona riserva,perché con 15 euro mi ci compro un paio di Imperial Ipa americane da 66 cl e mi danno pure il resto(e detto tra noi godo pure di più ma son gusti), perché a differenza del vino(che hai citato tu stesso) che in ciascuna annata puo risentire delle condizioni climatiche ed avere rese diverse(oltre al fatto che il prezzo della bottiglia di vino è influenzato da molti fattori che forse Schigi saprà spiegare meglio di me)la birra è il risultado dell’unione di ingredienti che si potranno pure apprezzare nel tempo ma non giustificano un rincaro del prezzo al dettagliante del 30/40 % solo nello scorso anno(e che poi si riflette sul prezzo finale).Per tutte queste ragioni sostengo che se questo movimento vuole avere un futuro deve iniziare a ragionare sul lungo termine e non sul breve/medio termine come si è fatto fin ora.Poi detto tra noi se tu hai la disponibilità/desiderio di spendere certe cifre io di sicuro non vado a sindacare ma da modesto lavoratore che per guadagnare i sempre famosi 15 euro ci mette 3 ore di lavoro permettimi di dire che io invece non sono disposto a farlo e che per me sta bene dove sta.
@Tyser
p.s. le De Dolle (che conosco ed amo) le compro a 3 euro(la Oerbire,qui in italia)….non conosco birrifici italiani che facciano birre di quel formato con quella qualità e a quel prezzo,ma sono aperto a suggerimenti…..
@Bruce
Stavo pensando alla stessa cosa.
Una 0,33 di Struise in Belgio la pago circa 3 euro (altre belghe le compro a quel prezzo anche da noi). In pratica fa circa 7 euro per una bottiglia da 75. Non molto lontana dal prezzo di una 75 italiana al birrificio. Mi chiedo, se sullo scaffale una birra italiana finisce a 10 euro (cifra approssimata per difetto) vuol dire che il gestore applica un ricarico del 40% sulla boccia in questione rispetto al prezzo del birrificio, giusto? Ok diciamo che il birrificio gliela vende a 5 perchè è un rivenditore, allora vuol dire che il negoziante ricarica il 100%.
A questa stregua la Struise in questione quanto gli deve costare? Se io in belgio la pago 3 euro a lui deve costare 1,50 franco negozio (applichiamo un ricarico uguale all’italiana di prima). Tra importatore e balle varie Struise mette in tasca un euro a bottiglia lordo al massimo.
Se è così allora in Belgio ci fregano quando siam su a comprar birra. Se non è così perchè il ricarico sull’italiana è maggiore che sulla belga?
Sulla qualità non parliamo. Parliamo del formato: il 33 per me è migliore del 75cl e più adatto a noi bevitori “usuali” (una 75 di Dulle Teve o di Pannepot impegnerebbero troppo;-) ) ma meno commerciali: se i birrifici italiani facessero tutti la 33 io avrei comprato birra italiana in quel formato nell’80% dei casi e avrei abbassato la mia fetta di mercato del 60%…..
in italia una pannepot la trovi a 4 E….le de dolle tra i 3 ed i 3.5 E….ok parliamo di formati le italiane da 33 non sono tante e la più economica la trovi a circa 2.90(mentre la 0.75 della stessa birra sfora allegramente i 7 E) le straniere le trovi pure a meno….tuttavia il discorso sulla qualità non è secondario,tra belghe americane ecc si possono comprare prodotti che mi rimane difficile definire secondari…
in ogni caso ti garantisco di aver visto listini in cui una 0.75 nostrana veniva venduta dal birrificio al negoziante a 7 E(iva esclusa) altri in cui mi sono state proposte direttamente birre per il negozio(una pils nello da 0.75 specifico) a 8 E (iva esclusa) cioé 50 cent in più di quanto vendo la Tipopils….ed è per questo che dico che siamo alla follia…
il 40% di rincaro non sono in tanti a poterselo permettere(si devono lavorare volumi elevati per mantenere un rincaro del genere) ma al di là di questo è proprio di listino che le birre straniere(con alcune ovvie eccezioni) costano generalmente di meno delle nostre con tutto che le nostre devono “percorrere” meno km dal birrificio al cliente….
dottorsqualo dice: “6 euro a bottiglia da 75cl”
Concordo!
Le stesse bottiglie però si ritrovano poi al beershop al DOPPIO (sui 10 euro) e in ristorante/pub al TRIPLO (12-15 euro).
Ipotizziamo che il birrificio faccia un prezzo inferiore ai rivenditori, il 20% in meno, dunque 4,8 euro/bottiglia da 75cl:
Il birrificio si assume i rischi di impresa, ha tante spese che vanno al di là di quelle di mera produzione e di ammortamento dell’impianto; ammesso che l’impianto sia pagato, guadagna 2.3 euro a bottiglia da 75cl (a detta di saerdna, se spese sono pari a 2,5 euro/bottiglia). Inoltre, spende oggi per produrre un prodotto che venderà non prima di 45gg il cui ricavo arriverà dopo altri 30-60gg, se va bene.
Il beershop acquista a prezzo da rivenditore, probabilmente da quel che ho capito paga la merce dopo 30-60gg, e rivende a quasi il doppio con un guadagno pulito superiore a quello del birrificio, almeno 4-6 euro a bottiglia da 75cl. Insomma, pratica una sorta di “conto-vendita”, non rischia e ha come spese vive il solo affitto del negozio.
Il ristorante/pub fa come sopra, ma applica mediamente 6-12 euro a bottiglia di solo guadagno.
Ci indigna di più il birrificio, il beershop o il ristorante?
Credo che il baco si trovi in quello che c’è tra il produttore e il cliente finale…non credete?! Se sbaglio, fatemi capire voi..
…nel nostro pub le birre artigianali italiane da 75 cl. le vendiamo a € 10 servite riverite e senza far pagare una % sui cambi di bicchiere … la nostra commercialista è rimasta impietrita perchè per gli studi di settore dovresti calcolare il prezzo per 2,40..siamo a rischio controllo fiscale per evasione!!! Ma ve ne rendete conto??? ..eravamo una birreria pura solo birre e analcolici centrifugati etc….ma abbiamo dovuto inserire i superalcolici che sono tutto guadagno per pareggiare le perdite del basso prezzo delle birre italiane!!! ASSURDO!!
Ci piacciono tantissimo le birre del birrificio del Borgo e le vorremmo vendere nel pub, ma sono distribuite da Interbrau che nella nostra provincia è distribuita da Prinz..come facciamo secondo voi a venderle a 10€?
@michela vai direttamente al birrificio del borgo cosi’ potrai prendere quante birre vorrai! ho incontrato leonardo di vincenzo a bra(cuneo) durante cheese 2009! ho assagiato la real extra! veramente buona! ciaooooo
@Alessandro
Magari fossero quelli i prezzi per il dettagliante…..
@Michela
senza polemica, per pura ingoranza e per avere sentito questa cosa già diverse volte: ma al di là delle tribolazioni, se uno è in regola col fisco cosa avrebbe mai da temere da un controllo del fisco? ci sarà una perdita di tempo, vabbé, ma pur meglio che dichiarare ricavi inesistenti per rientrare negli studi di settore. è una domanda ingenua ma vorrei capire
cosa intendi con “far pagare una % sui cambi di bicchiere”? io in tutti i pub che frequento il cambio di bicchiere lo danno per scontato…
si sta parlando di birra, ma potremmo rifare le stese identiche considerazioni con il latte. la frutta e l’acqua in bottiglia (su questa poi…)
Siamo passati nel giro di pochi decenni da una filiera corta (produttore-negoziante-consumatore)
ad una filiera lunga (produttore-distributore-grossista-negoziante-consumatore)
il bello è che quando si fanno i mercatini a filiera corta…i costi sono ancora più alti.
Ma non divaghiamo troppo.
Si! la birra artigianale italiana costa troppo (paragonata ad equivalente tedesca o belga)
perchè:
1) noi fresconi la compriamo anche se cara
2) nessuno dei produttori attuali ha ancora volumi che gli consentano di abbassare i prezzi pur avviando economie di scala e di distribuzione. (e se i fresconi pagano caro…che gli frega).
Finchè non ci sarà un bel rimpasto conseguente al calo della domanda ed all’ingresso sul mercato di realtà importanti (diciamo 50-100mila hl(anno) tutto resterà uguale…basta aspettare e nel mentre bere Dupont!
@lelio
e anche vero che quanto paghi una torta in pasticceria?
quanto ti costai se te la fai in casa ?.
io aggiungerei anche il punto 3, fare impresa in italia è molto più costoso che da altre parti del mondo.
@Lelio
Ti considero padre dei commerciali della birra artigianale in Italia. Lavoravi per l’azienda numero 1 in quanto a marketing, in quanto ad appeal, in quanto a fama. Ed eri il braccio armato sul mercato. Sbaglio? Se non sbaglio allora conoscevi tutti i minimi ingranaggi. E quello che dici è interessante, nonchè autorevole.
Accetto il fatto che tu ti presenti come provocatore, ma onestamente mi da un po’ l’impressione che tu a volte ti cosparga di benzina e provochi le persone affinchè ti diano fuoco.
Che ti costringano quasi a farti dire cose che vorresti dire ma non dici, che ti permettano di far arrivare a certe conclusioni le persone indicando loro la via ma non la meta. Di spargere indizi, di mettere a posto alcune tessere del puzzle senza finirlo. Che il tuo rancore per certe situazioni affiori palesemente da certe uscite. Sbaglio? Molto probabilmente sì, e quindi preferisco che tu mi dia smentita pubblica. per poter apprezzare i tuoi scritti ancora di più
@lelio
” nessuno dei produttori attuali ha ancora volumi che gli consentano di abbassare i prezzi pur avviando economie di scala e di distribuzione”
ne sei sicuro? se si sono avviate economie di scala dovrebbero avere la possibilità di produrre volumi più elevati…
il fatto è che molti si accontentano del loro orticello e trattano i loro prodotti come se stessero producendo Gaja o Chateau d’Yqueme,però dimenticano che a differenza di questi prodotti la birra ha come solo limite “quanta” ne puoi fare soddisfacendo una domanda crescente e mantenendo standard qualitativi elevati e costanti,il quanta ne puoi fare non dipende(come nel vino) da condizioni direttamente legate al territorio ma dall’impianto di produzione e dalla volontà o meno di espandersi….
mica tutti i beershop vendono al doppio del prezzo di acquisto, mica tutte le birre le paghi a 30 o 60 gg , comprando direttamente dai birrifici non sempre hai sti prezzoni convenienti , spesso paghi subito e non a 30gg ed ogni tanto gli chiedi determinati cartoni e te ne arrivano degli altri perchè ” scusa ma queste le ho finite alla tale manifestazione, ti ho messo 2 caroni di questa…”
@Marchetto
Ho tolto il tuo commento per due motivi:
1) inutilmente OT
2) con toni evitabili
Sono due regole che consiglio a tutti di rispettare, visto le ultime derive di questi giorni. Grazie
@Bruce
Si ma non basta avviare l’economia di scala, bisogna anche ottimizzarla!
Forse SR ci può aiutare.
@ tyser
grazie dei complimenti
ma sai che non ho capito?? ti riferisci al termine “fresconi”?? (uso il noi perche mi ritengo parte della categoria e pensavo di utilizzare il termine in modo “simpatico” )..per il resto mi sfugge proprio dove ho fatto provocazione nel post e cosa ho detto e poi non detto!! Mi sembra di aver fatto una semplice analisi (spannometrica e se vuoi non condivisibile, del mercato attuale) in modo molto obiettivo. Per il resto spiegami che mi sa che forse passa qualcosa che mi sfugge. (sulla parte rancore….come avrai notato, cerco di non intervenire mai in post dove si parla direttamente della mia ex azienda..proprio per evitare qualunque possibililità di conflitto anche involontario)
@bruce
fammi, o meglio, facci dei nomi che sarei felice di essere smentito e di vedere che qualcuno vede un po’ più avanti, il fatto e che chi coltiva il proprio orticello e che spesso non puo fare di più perche gli investimenti diventano davvero troppo elevati.
@Pisti
ok ci sta pure il fatto che in Italia ti tartassano nel fare impresa.
uff..però se diventa un Lelio contro tutti non ce la faccio, una volta c’era solo Schigi 😉
@giaguarino
non ho mai fatto consulenza di processo ad aziende (grazie a dio…). il succo è ovviamente, *una volta ammortizzati i costi* e garantito un cash flow positivo in quel periodo (a questo servono i budget…), che avere lo stesso numero di persone che lavorano su un 500 lt o un 2000 lt ben automatizzato ovviamente abbatte l’incidenza dei costi di personale in modo differente. e probabilmente garantisce migliore efficienza energetica, di stoccaggio, di trasporto e commercializzazione, ecc. in sostanza si aumenta il tasso di remunerazione del capitale investito (tecnicamente ROE), a maggior ragione se il costo di un impiante di capacità superiore non aumenta linearmente col costo (cioè se un 1000 lt non costa il doppio di un 500 lt). il ragionamento va naturalmente esteso anche alla capacità dei maturatori. ovviamente i costi delle materie prime e dei contenitori restano quelli
in soldoni, dicesi economia di scala: se per un 500 lt basta una persona, con un 5000 lt ce ne vogliono meno di 10 e l’impianto non costa 10 volte un 500 lt
@giaguarino
è ciò che intendevo sin dall’ inizio….
@lelio
nomi fin ora non ne ho fatti per educazione e rispetto e vorrei continuare su questa linea…tuttavia diciamo che ci sono in Italia birrifici con storia ormai decennale e che si sono affermati come market leader tuttavia se messi a confronto con altre esperienze di birrifici esteri con una vita decennale(in belgio,in usa,in danimarca,in germania?)i birrifici in questione sono ancora molto al di sotto della dimensione che ormai dovrebbero aver raggiunto.
Poca lungimiranza?Desiderio di mantenere la birra artigianale un prodotto di nicchia?
Impossibilità di investire?
Resta il fatto che il prezzo di listino dei nostri “cari” mastri sono mediamente più elevati dei listini dei distributori su birre provenienti da belgio e germania(discorso leggermente diverso per gli usa) e se andiamo a vedere i prezzi in loco allora il confronto è ancora più darammaticamente perdente.
P.s.
qualche commento fa ho cmq postato un commento in cui la birra di cui parlavo era facilmente identificabile(anche se è un caso molto più recente,e forse per questo più grave a mio parere)
@ bruce
rispetto la tua discrezione,ma pensavo che tu conoscessi realtà a me sconosciute!!
per me, in ordine, la terza e la prima che hai detto! La seconda è la logica conseguenza.
@Lelio
non mi riferivo a questo thread specifico ma a una sensazione che ho da un po’ (ad esempio il post su Eat-Alia), e che spero sbagliata.
Magari non intervieni se si parla di Baladin (oh io lo faccio ‘sto nome…) o di Teo (sento tuonare…) ma comunque sia non puoi negare che appena parli della tua esperienza questi nomi si accendano nella testa di chi ti legge. E se fai allusioni velate su poca correttezza (o qualsiasi allusione) di ambienti che conosci io penso subito a Teo-Baladin-Farinetti-Eataly-Area Selezione Baladin. E’ come il wrestling: vedi che si picchiano ma sai che è finto, c’hai questa associazione mentale automatica. Mentre nella boxe senti il peso dei pugni. E siccome sei un “transfuga” e loro sono mediamente poco simpatici a molti, questi molti che ti leggono tifano per te. Spero di essermi spiegato, ma se vuoi continuiamo in privato. Abbiamo fumato i 100 commenti pure oggi, Andrea non ce la fa più a seguire analytics e le nostre derive.
“Bevi bene bevi sano bevi italiano!” (cit. Lallo)
@Tyser
faccio la massima attenzione…ma ancora non basta..farò più attenzione e scriverò di meno e sopratutto eviterò di farmi mettere in bocca parole inopportune.
Si continuiamo in privato (saremmo drammaticamente OT)
Mi preoccupavo solo di scrivere cose che venissero interpretate in modo errato su questo thread.
Grazie del chiarimento
@ lelio
infatti sul post di eatalia parli di soci e dipendenti di eatly ma a parte Musso chi sono sti relatori soci e/o dipendenti?
@fede
risposto di la che qui si va OT
@sr
sinceramente era una critica al locale dove accade questo…e se passi da AR lo trovi, anch’io lo dò per scontato!!!
Se noti ho scritto che gli studi di settore sono assurdi visto che si aspettano che il prezzo venga moltiplicato x 2.40.
Noi continuamo per la nostra strada..e la birra italiana è sempre più buona!!
Grazie Lallo per la dritta… e quoto anch’io BEVI BENE BEVI SANO BEVI ITALIANO!!!
@michela
non conosco i dettagli degli studi di settore ma posso credere che possano essere un po’ “dozzinali”. resta il fatto che se uno paga tutte le imposte come dovrebbe non ha nulla da temere. non ce l’ho ovviamente con te e la tua attività che nemmeno conosco
@lelio
per approfondire il nostro scambio di opinioni vorrei proseguire in pv….la mia mail è [email protected]
“Il beershop acquista a prezzo da rivenditore, probabilmente da quel che ho capito paga la merce dopo 30-60gg, e rivende a quasi il doppio con un guadagno pulito superiore a quello del birrificio, almeno 4-6 euro a bottiglia da 75cl. Insomma, pratica una sorta di “conto-vendita”, non rischia e ha come spese vive il solo affitto del negozio”
@Alessandro, post 86: magari fosse così, almeno una panda invece dell’Opel astra con 260.000 km di mio fratello me la potevo pure comprare. Almeno nel mio beershop, si paga subito, manco alla consegna, alcune volte in anticipo. Conoscendo molte persone paghiamo le birre alcune volte di meno, ma le mettiamo di meno. Il ricarico medio è sul 50% alcune volte il 60%, è inutile a star li a giocare con i prezzi. Le spese si hanno e pure tante, tasse si pagano, fateve due conti.
In generale non sono mai entrato in ballo alla qeustione prezzi, ma se dal birrificio esce a x, e poi un distributore ci mette su il 30%, arriva al negozio che se è onesto mette su il 50/60% fateve li due conti che il prezzo vola…ma d’altronde il distributore deve vivere, il beershop pure. Una cosa è fondamentale almeno per me nella scelta dei birrifici da mettere in negozio: qualità quando stappi. Se paghi la birra deve essere perfetta o quasi. Vado a letto che sto a morì…domani integro forse, m’avete fatto fa tardi co sti 100 e passa post!
Mirkè..Pensa se Emma tra un’ora ti sveglia..;)
Non sono esperto di filiere. “Ammortamento”, per quanto mi riguarda, potrebbe essere un augurio poco carino. Mi riconosco con assoluta sincerità e lucidità nella categoria dei “fresconi” tratteggiata sopra. Personalmente, al di là del costo delle singole bottiglie (certamente elevato, e pure incomprensibile per chi non abbia la nostra passione), mi accontenterei di abbattere dal totale dei costi che sostengo per la birra quelli della benzina, dell’auto e dei diversi mezzi di trasporto che utilizzo per spostarmi di qua e di là per presenziare ai vari eventi o visitare luoghi e persone.
Se per andare a Pasturana mi partono (sparo un po’ a caso) € 50,00 di viaggio, mi “basterebbe” rinunciare a questa kermesse per eguagliare il risparmio che otterrei acquistando al beershop 20 bottiglie di birra artigianale pagandole 7 euro cadauna in luogo dei mediamente richiesti 10.
Ma perchè dovrei privarmi della gioia di andare a Pasturana?
E per quanto tempo – come provocatoriamente (?) suggerito in un post precedente – dovrei bere la pur ottima Saison Dupont (che, beninteso non manca mai nella mia cantina) in attesa che il livello dei prezzi dei prodotti nostrani si attesti su soglie più popolari? Ho 42 anni, più o meno ben portati, e proprio per questo al momento decido io quanto e per cosa spendere, in attesa che in un futuro spero lontano il coniuge caritatevole o la badante di turno decidano per me cosa e quando bere.
Frescone! E felice di esserlo (cvd).
P.S.: ovviamente abito nel cuore del “triangolo della moda” (Lurago – Bizzarone – Milano/Lambrate), il che – se possibile – qualifica il mio status come “patologico”.
Sopra leggevo di MB che vendono al pub a 4.80.
Per mia conoscienza a tale prezzo vendono in pochi. Parlo di canale diretto, per cui da MB a pub. A parte quindi alcune eccezzione (un nome lo faccio pure io, via: Beppe Vento), gli altri vendono a cifre maggiori. Se poi si passa da qualche intermediario stiamo freschi (mi si dice di Borgo proposto a prezzi tipo 9 euro al gestore del pub).
Per la cronaca poi le bottiglie costano 12 euro a me astante. Ma nel caso specifico vengono proposte anche a bicchiere (4 euro), una soluzione che reputo molto interessante.
uno dei motivi della grossa differenza industria/artigianale è che gli ipermarket mettono come ricarico medio 20/25% + iva sul prezzo del prodotto che è notoriamente piu basso.
ma ad esempio la chimay 5 cent che alla carrefour costa euro 5,50 da me vuol dire che è stata pagata dalla carrefour 3,9 euro piu iva in bancali e bancali, non è un prezzo cosi lontano dalle ns. birre artigianali.
inoltre se qualche microbirrificio nostrano dovesse fare una politica estremamente aggressiva non credo che scenderebbe sotto i 2 euro piu iva per bottiglia da mezzolitro, i consumatori si accorgerebbero di 0,5 euro ?, non credo la gente vuole birre artigianali ai prezzi della peroni.
Anch’io vorrei poter scrivere: bevi bene, bevi sano, bevi solo italiano. Purtoppo, nella realtà ci si deve accontentare di dire: bevi bene, bevi sano, bevi anche italiano. Almeno fino a quando i nostri raggiungeranno i livelli (di prezzo) di Dupont, La Rulles (non mi sembra che Gregory lavori da decenni al progetto Rulles) e tanti altri marchi, anche inglesi e americani.
@ Pistillone
C’è una bella differenza tra i prezzi della Peroni e quelli delle artigianali italiane, ci stanno anche le vie di mezzo…..
Birre oltre i 7-8 euro diventeranno (forse già lo sono) prodotti di nicchia, io già compro, in percentuale, una italiana ogni 10 straniere.
OT:
@Lorenzo: non so se per la birra che va a finire nel latte della mamma o cos’altro ma la piccola Emma va a letto la sera verso le 2330 e se risveglia la mattina alle 830 quindi me va de lusso. Ieri ero stanco per le bevute in serie di:
TriplIpa (@ Lallo provala anche se sarà dura trovarlà lassù)
Mikkeller To From
My Antonia
Canaster del 2006
TH del 2000
Oerbier non me ricordo de che anno
A presto, Mirko e grazie al presidente per lo spazio 😀
i am hoppy.
il senso del mio discorso è che tu sei abituato ad un prezzo per la birra e quindi credi che il prezzo giusto non si discosti troppo da quel prezzo che hai sempre pagato invece purtroppo non è così.
se prendiamo ad esempio una birra peroni da 66 cl si trova all’iper a euro 1,60/1,80 piu o meno.
tutti i prodotti di qualità costano il doppio o il triplo rispetto a quelli fatti dall’industria,mangeresti un panino mc donald a 1 euro ?,eppure al bar li trovi a 4-5 euro l’uno.
se prendo il prezzo di una torta industriale all’iper la pago quanto? 6/7 euro il kg immagino.
il punto è che se vado in pasticceria la torta la pago sui 25/30 euro al kg e non ci bado troppo perchè di torte ne copro al massimo una alla settimana, mentre di birre in una settimana ne bevo 10 o 15.
il sistema artiginale pone dei costi superiori intrinseci, come ho detto a lelio fare impresa in italia è costoso e rischioso soprattutto ora con le banche che non ti finanziano e che ti fanno saltare in aria per una fattura da 10.000 euro in ritardo!
chi si prende questo rischio ha coraggio da vendere e giustamente non vuole farlo gratis.
trovo incivile e offensivo che ogni volta qualcuno chiuda il discorso con un generico “ci rubano”, stiamo parlando di attività sotto la luce del sole e non fà piacere a nessuno sentirsi dare del ladro.
anche io spero che i prezzi scendano ma sono sicuro che per le questioni elencate da turco non arriveremo mai ai livelli del Belgio.
neanche prendo in considerazione il paragone con gli USA
@pistillone
mi sa che non hai ben chiare le cifre.
nel tuo post parli di carrefour che pagherebbe 3.90+iva una cinq cents da 75cl.
io ti posso assicurare che la pagano meno di 3 euro+iva.
Bravo Mirko, io ho provato a dirglielo, pur non essendo del ramo , ma visto che vorrei arrivarci a “sto ramo” sto raccogliendo tanti aneddoti ed esperienze per farmi un’idea
@sea
il ricarico carrefour beverage è quello e più o meno vale per tutto il beverage di quel tipo, io ci lavoro con la carrefour se tu hai notizie migliori delle mie cita le fonti.
il prezzo ovviamente non tiene conto di quelli che possono essere i fine anno/promozioni che vengono versati alla casa madre, ma queste cose NESSUNO di noi può saperle o divulgarle.
inoltre molti produttori di birra artiginale fanno i fine anno anche ai pub.
l’esempio 5 cent è solo uno spunto, sostituite il nome con un altro marchio e fate il calcolo di un 20/25% di ricarico al netto dell’ iva e avete il prezzo di origine di quel prodotto.
un negozio specializzato di alcolici di solito ha ricarichi molto maggiori, anche perché ci sono dei locali che hanno prezzi migliori rispetto a questi locali
@pistillone
te puoi avere fonti carrefour dirette, ma le questioni possono essere due:
-ti dicono, per qualche motivo che le pagano 3,90 e invece le pagano meno,
-le comprano a prezzi piu’ alti di quelli di mercato.
io so per certo che la cinq cents un bar la compra a meno di 3.20+iva, che vuol dire che se ne compri a bancali la paghi meno di 3 euro.
evidentemente considerano le birre di qualita’ un prodotto da ricaricare in modo piu’ pesante di altre bevande.
@Pistillone
non ti do torto su tutta la linea,tuttavia ti chiedo hai mai visto i listini di qualche birrificio nostrano?
Tutto ciò che dici sul credito e le banche può essere vero ora tuttavia mi permetto di ricordarti che non è un anno che esistono birrifici artigianali in Italia,un birrificio è un’impresa e come tale va vista e gestita se un’impresa dopo 5/10 anni(cifra x) vuole esse distribuita in tutta Italia e sbarcare all’estero come pretende di farlo mantenendo le stesse dimensione precedenti?
@sea.
come ho detto queste sono le indicazioni che dà il buyer food and beverage, poi su quei 3,9 euro stimati ci sono fine anno,promozioni e altro di cui sicuramente non gode un rivenditore singolo.
magari il prezzo non è 3,9 euro preciso ma non si discosta più di tanto da quella cifra, è inutile fare un paragone con un listino che non comprende le stesse voci, inoltre ricorda che esiste e anzi è molto diffusa in italia anche l’importazione parallela.
@bruce
conosco bene i listini dei mb, ma ad esempio Adis Scopel – Birra Dolomiti, un produttore con prezzi estremamente aggressivi (circa 2,5 euro il litro), l’attività dopo un lungo periodo di passaggi di gestione e trasferimenti di sede non è mai cresciuta e anzi ora sta per chiudere definitivamente.
se il microbirrificio non riesce a fare margine alla fine chiude come tutte le altre attività e non tutti possono ingrandirsi.
non ti sfiora vero l’idea che oltre ad un prezzo aggressivo occorrano altre cose, non ultima la necessità di produrre un prodotto decente e non indistinguibile dalla nastro azzurro della situazione?
che l’importazione parallela riesca a fornire prezzi del 25% inferiori a chi ordina pallets su pallets direttamente al birrificio lo trovo davvero curioso. spero per il buyer che Mr. Carrefour non legga questo blog
@sr
l’esempio non è fatto a caso perchè il signore in esame faceva un prodotto egregio e molto economico ma come ho detto è in forte difficoltà.
quindi stai forse dichiarando che la birra dolomite fa schifo?
che il buyer della carrefour di quartu s.e. (sai esistono tante carrefour in Italia!) legga il blog non è affar tuo anche perchè non c’e’ scritto nulla di falso o soggettivo.
dovresti sapere infine che le dinamiche che compongono gli acquisti della GDO sono varie e che difficilmente esse acquistano da importatori paralleli ma sempre dalla casa madre per gli elementi che ho elencato prima.
ti è anche sfuggita la sostanza del mio intervento cioè che è il 20/25% il ricarico che la GDO utilizza (nella maggior parte dei casi).
quindi se devi postare qualcosa di utile con esempi reali sono contento perché anche io voglio farmi un idea più chiara della situazione, ma se invece devi continuare a fantasticare sulle tue supposizioni non meriti di essere preso in considerazione.
@sr e pistillone
Io non capisco davvero la necessità di alzare i toni… è tanto difficile esprimere le proprie opinioni senza cercare sempre la rissa?
Se non vi sopportate, ignoratevi
Spero di non dover tornare sull’argomento
@pistillone
l’ho assaggiata a cheese. sto dichiarando che la dolomiti è una birraccia
a te è sfuggita l’essenza del post di saerdna: una 75 di cinq cents costa circa 3 euro + IVA all’ingrosso se sai acquistarla al meglio
@sr
in quale edizione di cheese l’hai assaggiata?.
sai non la vedo tra l’elenco delle birre del 2009
http://www.microbirrifici.org/Montevecchio_-_IBS_Chiara_birra.aspx
questa è la birra in esame
è una birra più che dignitosa al parere mio e di persone abbastanza esperte
capiamoci un secondo: se tu parli di Birra Dolomiti, io ingenuamente pensavo parlassi di Birra Dolomiti, non Montevecchio IBS Chiara…
http://cheese.slowfood.it/pdf/ita/beerlist_cheese.pdf (pag. 14)
speriamo che la mia ultima frase…..bevi sano bevi italiano! non diventi famosa..come scendi dal gradino che sei salito! so’ che in altro blog e’ molto citata! ciaoo a tutti!
@sr
Adis Scopel – Birra Dolomiti.
ho accennando al fatto che la soc. ha cambiato ubicazione e in effetti ora anche nome in “birrificio Montevecchio” dopo l’ultimo trasferimento ma da noi è ancora conosciuto come dolomite.
il birrificio in esame è in forte difficoltà e prossimo alla chiusura se non troverà nuovi soci, nonostante un prodotto abbastanza potabile e molto economico (2,5 euro al litro).
per quanto riguarda i 3 euro della 5 cents, non so che dire se non che la casa madre può imporre prezzi piu alti a fronte di un fine anno che gli viene versato direttamente in francia questo accade anche per altri prodotti(contratti nazionali), ma ripeto chi fisicamente vende il beverage di quel tipo nella gdo ha un ricarico del 20/25%.
@pistillone
ti faccio una domanda: secondo te se Adis Scopel aumentasse i prezzi riuscirebbe a salvarsi? nel caso la tua risposta sia no, ne convieni quindi che non è il miglior esempio per sostenere che i prezzi bassi sono insostenibili per un birrificio? è ovvio che non basta solo quello… negli States (ma anche nel resto del mondo visto che non digerisci i paragoni con gli USA) mentre fior di birrifici e brewpub prosperano che ne sono altrettanti con un sacco di difficoltà e che vanno gambe all’aria
@sr
io penso che alla ex azienda di adis scopel mancavano 2-3 elementi per poter avere successo, ma questo è un blog sulla birra e non sulle strategie aziendali.
sicuramente avere pochi margini poi ti impedisce di investire in comunicazione,immagine del prodotto e promozione dello stesso.
per quanto l’azienda montevecchio/dolomite è probabilmente più vecchia come fondazione del baladin, ha sempre portato avanti una birra non fenomenale ma decente a prezzi molto popolari, forse come ha detto lelio portare avanti la politica dei prezzi bassi in Italia non è così premiante come si tende a credere.
La stessa ondata di porter americana allo stesso prezzo. 50 cl in centro in luogo che sa cosa vende, e ne ha cura. 33 cl in periferia in luogo che cosa vende lo sa di più, e molto probabilmente se ne cura anche di più.
Ma qualche risciacquo dell’impianto di spillatura in più, non giustificano il divario. Alla luce di aveve avuto un tale raffronto.
Sul prezzo nell birra in mescita molti fanno affaroni perchè credono di essere in regime di pochi-polio.
Il problema è quando i suddetti luoghi di mescita di prodotti di qualità aumentano, ma invece di farsi concorrenza sembra che si alleino per mangiarci tanto e tutti.
devo ringraziare di cuore MARCO PION che mi ha fatto passare una sareta INDIMENTICABILE al birrificio di lambrate in compagnia di KUASCA! E’ STATO MOLTO BELLO ASCOLTARE QUESTO GRANDE MAESTRO DELLA BIRRA ARTIGIANALE ITALIANA! E SOPPRATUTTO DEGUSTARE LE BIRRE DI LAMBRATE CON KUASCA! non avrei mai immaginato sabato di passare una meravigliosa serata! GRAZIE A TUTTI!
Magico lallo!!! dai vieni a Roma per birre sotto l’albero!
Nella periferia di Roma ho pagato una weiss 6 euro.
In Scozia una pinta media si aggira sui 2.50 sterline (2 euro e 80 circa).Sono italo-scozzese conosco quindi la realtà
Mi sa che in Italia si sta esagerando….
Ormai i pub non li frequento più. Solo bar.
Rispondo a PISTILLIONE
una birra peroni all’iper da 1,60/1,80?!
Vado spesso al supermercato e non ho mai visto una peroni che costi più di 1,10.
Io so solo che un birrificio del nord offre a pub/birrerie le proprie bottiglie da 33 a 2,80€ iva inclusa….e gli dice che deve metterle a listino a 4,00€….cioè mi vieni pure a imporre il prezzo di vendita?Robe da circo!
Birra artigianale italiana? Beh….il problema è prorpio il prezzo! Non vi è dubbio che le difficoltà dei microbirrifici italiani nel collocare i propri prodotti sta nell’eccessivo prezzo di vendita che non solo è molto più alto rispetto alle birre belghe o tedesche tanto amate dagli italiani ma vi è anche da dire che la qualità non è all’altezza del prezzo. Le birre belghe come quelle tedesche sono non solo più accessibili in termini di prezzo ma anche la qualità è largamente superiore. Gli italiani fanno fatica a produrre birre prive di difetti spesso dovuti alla mancanza di esperienza o all’utilizzo di materie prime di scarsa qualità. Infatti fatta eccezione di pochi produttori che riescono a produrre delle birre discrete tutti gli altri propongono delle birre che spesso sono prive di personalità e accomunate da difetti provenienti da fermentazioni non ben controllate, dall’utilizzo di zucchero liquido, caratterizzate da scarsa formazione di spuma, difetti olfattivi o eccessivi squilibri gustativi. Considerazioni finali? Visto che la qualità e l’esperienza non è ancora a livello della concorrenza straniera occorrerebbe far scendere il prezzo in modo da aumentare le vendite e far crescere l’esperienza.
ahimé. essendo un estimatore di Birrificio del Ducato e di White Dog sono consapevole dell’annoso problema. Nelle bottiglie da 0,75 pago la birra italiana mediamente 2 euro in più di quella straniera. E’ assurdo. Le ragioni le ho lette, ma secondo me bisogna muoversi per fare qualcosa. E’ un macigno al piede per lo sviluppo della birra italiana, secondo me.
premetto che sono un neofita… sinceramente io non capisco perchè dovrei comprare una birra italiana che costa il doppio di una birra straniera, mettendoci che quella straniera come qualità è superiore, qualcuno me lo deve spiegare….
beh discorso e abbastanza semplice per chi vive in mondo della birra per italia tranne solito discorso che siamo ultimi in tutta europa come produzione e specialmente CONSUMO ci sono altri 4 problemi che comportano prezzo cosi elevato rispetto ai altri paesi
1tasse,sgravi fiscali controlli di asur
2prezzo di mano d opera e trasporto(quindi cosi detta filiera costa di meno,anche perche spesso stesso propietario di locale va direttamente al produttore a prendere prodotto
3 prezzi di materie prime (acqua,lievito,orzo ecc…)anche delle bott di vetro che in tutti altri paesi hanno un vuoto a rendere che ovviamente abbassa il prezzo del prodotto finale che aiuta anche a piu poveri del paese che vanno in giro a racogliere i vuoti che gente lascia in giro ,
4 piu consumo quindi piu ricambi
5paesi che investono in tecnologia che comporta abbassamento di costi di produzione una cosa che in italia direi quasi inesistente
quindi sommando tutto prodotto finale costa da 20 a 45% in meno
Ragazzi LE ACCISE!!! Il problema sono le accise e le tasse in genere che la legislazione italiana (di m…..a) prevede per i birrifici nostrani. Li ammazzano sul nascere! Non ultima quella che ha portato l’anno scorso al quasi sciopero di diversi birrifici, anche grandi, vedi Brewfist. Se questi maledetti gli succhiano fino al midollo è normale che loro non possono perderci a fine anno, e devono per forza aumentare i prezzi.
E comunque, da quanto ho sentito in giro, quello che uccide più di tutti è l’ufficio dogana. Li mortacci loro!!!