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E fu così che la birra finì al centro delle elezioni politiche

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Bersani si spilla la sua birra all’Open Baladin

Mentre la data delle prossime elezioni politiche si avvicina inesorabilmente – col problema che molti di noi in quel fine settimana saranno a Rimini – è da qualche tempo che un nuovo attore ha fatto il suo ingresso nel ring della campagna elettorale. Non stiamo parlando dell’ennesimo candidato premier, ma della nostra amata bevanda, che senza alcun preavviso è diventata protagonista di dichiarazioni, celebrazioni e spot in qualche modo legati alla politica italiana. Perché questo sia accaduto non è facile spiegarlo, sicuramente alla base c’è una rivalutazione della birra: non più demonizzata dall’opinione pubblica, piuttosto elemento importante delle abitudini degli italiani. Ma andiamo con ordine…

In tempi recenti la prima “invasione” della birra nella politica (o viceversa) è arrivata con Pierluigi Bersani, fotografato in due diverse occasioni presso uno dei suoi locali preferiti: l’Open Baladin di Roma. La prima volta venne immortalato mentre rifiniva il proprio discorso in compagnia semplicemente di un bicchiere di birra, la seconda quando utilizzò la sala interrata del locale capitolino per festeggiare la propria vittoria alle primarie (con tanto di foto dietro al bancone mentre era intento a spillare). La predilezione di Bersani per i prodotti artigianali attirò la curiosità di tanti appassionati e in alcuni casi solleticò le opinioni dei commentatori politici. Qualcuno cominciò a capire che la tradizionale idea di birra andava riconsiderata.

Più o meno nello stesso periodo un altro esponente del PD, Nicola Zingaretti, esprimeva il suo interesse nei confronti dei birrifici artigianali, affermando la necessità di supportare queste piccole aziende in un momento di crescita del relativo settore. Ma l’ingresso prepotente della birra nel panorama delle prossime elezioni è arrivato attraverso le campagne pubblicitarie di due grandi marchi brassicoli: Ceres e Bavaria.

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ceresLa prima sicuramente non sarà passata inosservata ai più, visto che tra l’altro ha goduto di una diffusione capillare su diversi canali pubblicitari. Lo slogan di Ceres si riferisce in modo esplicito alle prossime consultazioni elettorali: “24 e 25 febbraio – Prima si vota, poi si beve. Non come le altre volte”. E più sotto il payoff “L’Italia ha bisogno di eroi”, prima di un “Don’t drink and vote” che ironicamente scimmiotta – o almeno spero – analoghi inviti alla guida sicura.

La campagna di Ceres ha colto nel segno, riuscendo a far parlare di sé pubblicitari, commentatori politici e semplici cittadini. In particolare ha colpito la contestualizzazione con un importante evento d’attualità, per di più “sacro” come quello delle elezioni. Il cambio di prospettiva dell’opinione pubblica rispetto alla birra ha permesso a Ceres di creare un legame irriverente con due concetti originariamente agli antipodi. L’impegno richiesto dalla scelta elettorale è in contrapposizione con la leggerezza e il disimpegno della birra, tuttavia il linguaggio ironico scelto – che immancabilmente strizza l’occhio ai giovani – ha contribuito a una campagna di successo, che procede sul filo di lana ma che per questo risulta vincente. L’uomo comune pensa: “Cosa c’entra la birra con le elezioni?” e questa domanda lo costringe a riconsiderare l’idea di birra nelle abitudini dei (giovani) italiani.

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bavariaLa stessa contestualizzazione, iconograficamente ancora più diretta, è stata scelta dai pubblicitari di Bavaria. Si tratta di una campagna molto più semplice, ma non meno efficace. Due gli slogan scelti, entrambi ironici e irriverenti: “- Tasse + Casse” e “Vuota Bavaria”, quest’ultimo accompagnato dalla classica X posta sul “simbolo elettorale” del marchio olandese. La campagna in questione offre meno connotazioni rispetto a quella di Ceres, ma lo stretto legame tra birra ed elezioni viene confermato pienamente.

La direzione inaugurata da Bersani e poi confermata dalle campagne dei marchi birrari – pur con le differenze qualitative dei rispettivi prodotti – ha trovato successivamente nuovi riscontri. La forza informale e aggregante della birra comincia a essere percepita anche da alcuni esponenti politici, dopo che dall’altra parte dell’Oceano un certo Barack Obama l’ha trasformata nel filo conduttore della sua campagna elettorale. La nostra bevanda diventa anche il mezzo per sembrare più umani e strizzare l’occhio agli elettori: ne sa qualcosa l’ex premier Mario Monti, che in una recente intervista con Daria Bignardi ha svestito i panni dell’automa “crozziano” grazie a un cagnolino e a una birra.

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monti birraLa birra diventa strategica anche a livelli più bassi. Ad esempio Liliana Ventricelli (candidata alla Camera per il PD) lo scorso 10 febbraio ha proposto un incontro con i suoi elettori presso un pub di Cerignola (FG), chiaramente con birra al seguito.

E infine la birra è entrata persino nei programmi elettorali, anche se questo passaggio è avvenuto nella maniera peggiore. Molti di voi ricorderanno infatti le dichiarazioni di Berlusconi di fine 2012, quando dichiarò che alcuni fondi necessari a compensare l’abolizione dell’IMU sarebbero arrivati dalla tassazione di birra e alcolici. Una soluzione che se non sbaglio non è stata confermata in seguito (probabilmente per la sua impopolarità), ma che ragionevolmente potrebbe tornare di moda nel caso in cui la coalizione di centro-destra dovesse rivincere le elezioni.

In ogni caso la certezza è che mai come in questa occasione la birra si ritrova intrecciata con le elezioni politiche italiane. Sembra assurdo che due concetti così lontani abbiano trovato il modo di avanzare a braccetto, come dimostrato dalla campagna Ceres. Ma evidentemente il motivo è in una rinnovata immagine della birra, che è sempre più vista come parte integrante delle abitudini di consumo e socializzazione degli italiani. I dati degli ultimi anni sembrano confermare questo fenomeno, che ormai l’opinione pubblica pare aver metabolizzato in pieno.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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10 Commenti

  1. devo ammettere che aspettavo con ansia un articolo su questa “combo”. lo spot della Ceres non poteva passare inosservato ai vigili occhi e alle attente orecchie dei “blogger brassicoli” 😀
    ma a parte questo, mi sembra un dato di fatto, confermato da foto e video del genere, che la birra si stia prendendo lo spazio che merita. vederla “strumentalizzata” in questo modo è quasi un lusinghiero occhiolino al fatto che la birra è ormai un’icona positiva e come tale venga sfruttata.
    certo, per ora sono ancora di più le foto di politici con cani “dolci e coccolosi”, ma magari la prossima volta B. si farà ritrarre mentre stappa una Cronache di IPA 😀

  2. Concordo con quanto scritto poco sopra: la birra “strumento” pubblicitario è indice del suo potere comunicativo (e dunque ben venga il suo impiego). Che poi venga davvero solo strumentalizzato, quello magari fà storcere il naso. Non sò Bersani, ma quella di Mario Monti è una mossa che dà sui nervi. E comunque bisogna ringraziare il più originale Obama, il cui zampino in tutto ciò si vede eccome 😉

  3. Le campagne pubblicitarie di Ceres e Bavaria le trovo solo strumentali e irritanti per banalità e mancanza di vivacità creativa. Meglio qualche balzello in più piuttosto che vuotare casse di Bavaria 😀 !

  4. Visto che hai accennato alla sovrapposizione tra votazioni e fiera di Rimini vorrei nel mio piccolissimo incentivare tutti i lettori di CdB a trovare un modo per riuscire comunque a recarsi alle urne.
    Direi che mai come stavolta è importante partecipare e contribuire ad un cambiamento.
    Ciao.

    • Pare che Beppe Vento, vista la condotta specchiata ed irreprensibile, sia stato delegato dal Ministro Cancellieri alla raccolta dei voti presso lo stand del BiDù.

  5. Trovo la pubblicità di Ceres assolutamente azzeccata: creativa e pungente al punto giusto.
    Critica al be…….ismo? Voglia di rinnovamento? L’Italia ha bisogno di eroi.
    Niente di più geniale.
    Esortazione a compiere i propri doveri di cittadino (votare), suggerimento di mettere prima il dovere e poi il piacere (prima voti e poi bevi) e… bevi BIRRA.
    Al di là del prodotto Ceres, abbastanza discutibile in termini di qualità, non sottovalutiamo il ruolo che attribuisce al prodotto BIRRA in sè e per sè, come prodotto sempre più al centro delle abitudini degli italiani.

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