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Mondiali 2014: la birra fa litigare Fifa e Brasile

Cosa c’è di meglio del venerdì per evadere un attimo dal mondo della birra artigianale e parlare di altro? Beh, non proprio di altro, ma di birra industriale – quindi sì, di altro… ok la smetto 🙂 – e delle sue influenze commerciali a livello internazionale. Ogni volta che mi capitano sotto mano notizie riguardanti le multinazionali birrarie, rimango stupito del potere che posseggono queste aziende. Potere capace persino di condizionare i Mondiali di calcio e di creare pesanti attriti tra la Fifa e il governo del Brasile, prossimo ospitante della più importante manifestazione sportiva dedicata al nobile giuoco del pallone. In mezzo alla disfida c’è lei, AB Inbev, uno dei principali gruppi brassicoli del mondo e sponsor dei prossimi Mondiali del 2014. Da dove nasce la discordia? Che domande, dalla birra.

Quando la Fifa scelse il Brasile come paese ospitante per la competizione mondiale, probabilmente non era a conoscenza di un piccolo particolare legislativo: in 11 dei 12 stati della confederazione sudamericana non è consentita la vendita di bevande alcoliche negli stadi. Una brutta gatta da pelare per l’ente calcistico, che ovviamente deve aver ricevuto subito le rimostranze di AB Inbev. Come potete vedere nel sito dedicato ai Mondiali in Brasile, infatti, la multinazionale compare tra i partner principali con uno dei suoi marchi di punta: Budweiser.

La questione birra è diventata subito centrale nell’organizzazione dei mondiali brasiliani, tanto che già a inizio anno il ministro dell sport, Aldo Rebelo, aveva annunciato repentine modifiche legislative per consentire la vendita di alcolici negli stadi, pur con restrizioni. Di fronte al giro d’affari rappresentato dai Mondiali, il governo brasiliano si era dunque mostrato subito disponibile a fare un passo indietro, cercando un compromesso tra le richieste della Fifa e l’integrità della normativa in merito.

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Evidentemente però la situazione non è così tranquilla come l’ha voluta dipingere Rebelo, poiché a oggi il governo brasiliano ancora non si è mosso per cambiare la legge. Il prolungarsi di questa situazione di stallo ha evidentemente irritato la Fifa, che negli ultimi giorni ha iniziato ad alzare la voce. Così le dichiarazioni che il vice presidente Julio Grondona ha rilasciato al quotidiano Estado de Sao Paulo sono apparse tutt’altro che diplomatiche: “La Coppa del mondo è della Fifa, il Brasile si limita a ospitarla”. In altre parole: amici brasiliani, vedete di cominciare ad adeguarvi alle regole del gioco.

Sembrava che la Camera dei deputati di Brasilia fosse in procinto di votare la legge in settimana, ma ad oggi ancora non ci sono notizie al riguardo e la situazione rimane sospesa. Dal canto suo, il neo presidente della Federcalcio brasiliana e del Comitato organizzatore assicura che la vendita di alcol sarà liberalizzata in tutti gli stati, ma senza scendere nei particolari delle modalità e dei tempi necessari all’entrata in vigore.

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Appare dunque evidente che i rapporti tra governo brasiliano e Fifa tenderanno a peggiorare nelle prossime settimane, almeno finché non si troverà un accordo. Se una birra sta creando tutto questo trambusto in una paese come il Brasile, cosa dobbiamo aspettarci per i Mondiali del 2022 in Qatar? Quantomeno una questione analoga, di cui si comincia già a parlare con 10 anni di anticipo sul calcio d’inizio.

E noi cosa dobbiamo aspettarci dalla sfida tra Brasile e Fifa? Ma direi che ci importerà poco:  comunque vada ci vedremo le partite in casa o al pub, con una bella birra artigianale in mano. Alla faccia di AB Inbev 😉 .

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Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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8 Commenti

  1. In Germania nel 2010 hanno fatto tanto casino prima dei mondiali, perchè negli stadi sarebbe stata venduta solo Budweiser e poi non s’è sentito più niente, magai hanno piazzato qualche bella pubblicità nei media più importanti…

  2. NOn ho capito la chiusura dell’articoloche mi sembra di un qualunquismo assoluto. La birra la puoi bere quando e dove ti pare, ma puoi anche non berla. SE uno Stato di dà delle leggi qualcosa vuol pur dire o no? O sei anche tu sponsorizzato dalla birra?

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