Con un imprevedibile post apparso ieri sul sito di Bad Attitude, Lorenzo Bottoni ha annunciato la sua dipartita dal marchio svizzero, di proprietà del Birrificio Ticinese. Un fulmine a ciel sereno, verrebbe da pensare, visto che nessuno si aspettava una comunicazione del genere in modo così perentorio. E criptico direi: non si capisce se l’addio sarà temporaneo o definitivo e soprattutto quali sono i motivi che hanno spinto Lorenzo a prendere questa decisione. Decisione che appare clamorosa, perché Bad Attitude è sempre stato la diretta emanazione di Bottoni, un combattente (Marcos il suo nickname) e quasi sempre un personaggio sopra le righe, amato e odiato come pochi altri nell’ambiente.
Cosa ne sarà di Bad Attitude senza il suo massimo interprete? Difficile dirlo. Al momento possiamo solo ripercorrere le tappe di un brand presentato solo un paio di anni fa e in poco tempo diventato protagonista nel settore. Era il 2010 e il nuovo “birrificio indipendente” svizzero apparve senza preavviso tra gli spazi dell’ultima edizione di Pianeta Birra – da lì in poi si sarebbe chiamato Selezione Birra. Ma mentre tutti gli altri stand esibivano il solito allestimento standard, quello di Bad Attitude era estremamente personalizzato, addirittura con un mini-palco per la musica dal vivo (se non ricordo male). Al timone del progetto c’era proprio Lorenzo Bottoni, che da quel momento sarebbe diventato il promotore di una serie di iniziative legate al marchio ticinese.
La prima e più sorprendente fu l’uso delle lattine. Bad Attitude si presentò così: un birrificio che distribuiva le sue birre esclusivamente in lattina. Una soluzione che si credeva possibile solo in realtà più avanzate (tipo gli USA), ma che improvvisamente si concretizzava anche in Italia – o per meglio dire, in territori confinanti. Da lì tante altre idee: coinvolgere i blogger italiani nella Tasting Room, creare il primo collettivo birrario italiano, organizzare eventi innovativi, inserire la birra in manifestazioni di carattere diverso, supportare ogni iniziativa con grafiche accattivanti. A mio avviso in questi due anni Bad Attitude è stato uno dei migliori marchi “italiani”, sicuramente il più innovativo e tra quelli in grado di impostare discorsi di alto profilo, paragonabili ai giovani birrifici rampanti stranieri.
Il merito di questa grande crescita è ovviamente da ascrivere alla fervida mente di Bottoni, che in questi due anni è sempre stato in prima linea con il suo modo di intendere la birra. Una mente quasi visionaria quella di Marcos, o comunque estremamente creativa: un vulcano senza sosta, mosso da una profonda irrequietezza che è alla stesso tempo forza creatrice e – forse questo è il punto – distruttrice. Non distruttrice della sua creatura, che è ancora in una fase estremamente positiva, ma del suo riuscire a legarsi in modo stabile a un progetto e a trovare una certa “pace interiore”.
Quando lo conobbi la prima volta fu a Cheese nel 2005. Presso lo stand del Piccolo Birrificio di Apricale presentava le sue birre in qualità di birraio e quelle acide di Hanssens in qualità di distributore. Era già il Bottoni che conosciamo oggi, anche se si muoveva in modo più “cauto” rispetto al presente. La sua avventura con il Piccolo Birrificio continuò diversi anni finché le notizie sul produttore iniziarono a diventare poco chiare. Alla fine il birrificio chiuse e si persero le tracce di Marcos, almeno come birraio. Sul web invece continuava a essere una presenza fissa, intavolando acerrime litigate un po’ con chiunque (anche col sottoscritto), come si addice al suo personaggio.
Come detto, nel 2010 tornò alla ribalta con Bad Attitude e il resto è storia. Oggi è di nuovo di fronte a una svolta, proprio qualche mese dopo la pubblica riesumazione del brand Piccolo Birrificio. Questo potrebbe essere il motivo del suo addio dall’azienda ticinese: volersi dedicare totalmente alla sua prima creatura. Sarebbe bello e lo spero davvero, perché in realtà leggendo tra le righe del post citato in apertura, i riferimento sono piuttosto inquietanti. Si parla infatti di “aziende che non possono fare le spese delle tue battaglie” e la mente corre subito a questioni assai spinose.
La speranza è che sia davvero un arrivederci e non un addio, perché per quanto ingestibile e folle, Lorenzo è una persona di cui il nostro movimento ha assoluto bisogno.
ARRIVEDERCI FRATELLO DI BIRRA
Un grande. In bocca al lupo Marcos.
é stato un piacere poter giocare con te in svizzera…. brinderò alla tua ultima pazzia con l’ultima bomb rimastami… arrivederci comandante… a presto….
Mi sa che farò lo stesso, Andre.
In bocca al lupo al Subcomandante!
Ti aspetto…..;-)
Bellissima istantanea Andrea.
Con Bad Attitude Lorenzo ha dimostrato di saper vedere con gli occhi del visionario e quelli del consumatore.
Si partecipa e si è parte del progetto.
C’è identificcazione, senso di appartenenza.
Come nel birrificio la sua presenza è quasi altrodimensionale.
Ognuno felice di contribuire ed essere parte del sogno.
E’ un lavoro, ma è il TUO lavoro!!!
Emblematica la sua ricorrente frase, “ho creato l’ambiente nel quale avrei sempre voluto lavorare”.
Forse la stessa filosofia è stata applicata alla birra.
Ha creato la birra che avrebbe voluto trovare.
Coinvolgimento totale, comunicazione, prodotto.
Ricetta semplice.
Mettici il cuore, mettici te stesso.
Certo che devi essere disposto a misurarti. A rischiare.
Questo è il futuro della birra.
Oggi in Italia vedo Marcos.
Spero non rimanga l’unico.
Ma una cosa è certa.
Marcos c’è ….come ho intravisto su vari piloni dell’autostrada ticinese ;-).
MARCOS C’E’
in italia?
Dispiace davvero tanto…..spero anch’io sia solo un arrivederci 😉
Speriamo continui a far birre, secondo me la realtà birraria italiana ha tanto bisogno anche di persone cosi.
Speriamo che:
1) Bottoni continui a fare birre.
2) Bad Attitude porti avanti la filosofia fondante, come qualità, come prezzo, come comunicazione, come innovazione e come voglia di non seguire lo status quo.
ma dai ma che cazzo, con tutta la passione che ci hai messo, gli sbattimenti, le lattine? si poteva solo andare avanti e continuare e migliorare. Prendere in mano le situazioni, plasmarle in un continuo confronto tra modi di essere e rappresentare.
-che palle!
ma che fai copi e incolli il solito commento dappertutto??
perchè? non si può?
daje..altro giro, altro flame…..
Evitiamo direi, anche perché siamo già OT
Avendoti conosciuto,Lorenzo,grazie al progetto 101’er/BomB che è stato un esperienza/evento molto interessante per me spero che ovunque tu vada tu possa restare sempre così come sei,forte delle tue idee,delle tue convinzioni e della tua passione per quello che fai e in quello in cui credi.
Stasera anch’io berrò una Bomb alla tua salute!!:-)
A presto,Fabrizio.
mi dispiace per il mitico Marcos, e pensare che a Rimini era difficile vederlo “tranquillo”…
spero che la birra non ne risenta!
non so se essere più lusingato o preoccupato di tutte queste attenzioni.
Andrea grazie per il post.
E’ fatto talmente bene che sembra quasi un coccodrillo preparato appositamente.
A chi mi ha chiesto di spiegare cosa sia successo voglio solo dire che il business ha le sue regole.
Le aziende vengono prima dei singoli, e chi ha la maggioranza decide.
Se non sai d’accordo ti devi fare da parte.
Perché le guerre non fanno bene all’azienda chiunque ne esca vincitore.
In quanto a me, non crederete mica che rinunci a fare incazzare qualche sceriffo ….
stay tuned!
ciao
eheheh..keep on rockin man!
😉
Complimenti, veramente, hai spiegato in poche righe che è possibile non cedere all’individualismo. Cosa, purtroppo, abbastanza difficile.
Quello che il bruco chiama fine del mondo….a presto Lorenzo!
Beh spiace abbia lasciato il birrificio ma da non sembra vi fossero aternative, un grosso in bocca al lupo per il prossimo progetto, la scena birraia ha un bisogno estremo di persone comr Marcos.