A quasi un anno di distanza dal lancio ufficiale, oggi ritorniamo su un progetto molto interessante e che potrebbe avere profonde ripercussioni sul panorama birrario nazionale. Sto parlando della “bottiglia birra artigianale italiana” ideata da Unionbirrai e alla quale accennai – non senza generare una stimolante scia di commenti – subito dopo la fine di Selezione Birra 2011 (quando fu presentata). A distanza di quasi un anno i lavori sono andati avanti e la bottiglia comune è oggi realtà, con i primi birrifici aderenti pronti a uscire con questa importante novità. Con il conforto di un articolo pubblicato sul numero di ottobre di Unionbirrai News, direi che è arrivato il momento di tornare sull’argomento per fare il punto della situazione.
Partiamo da principio. A inizio 2009 Unionbirrai iniziò a sottoporre ai suoi soci la possibilità di creare una bottiglia comune, capace di caratterizzare immediatamente il prodotto birra artigianale. I primi responsi furono positivi, al punto che l’associazione proseguì sviluppando l’idea con il contributo di diversi aderenti. Dalle pionieristiche immagini dei prototipi apparsi su Facebook oggi si è passati alle foto delle prime bottiglie Unionbirrai rivestite con le etichette dei birrifici, che consentono anche di farsi un’idea del relativo impatto estetico.
Gli obiettivi di un simile progetto sono molteplici, ma essenzialmente si possono riassumere nella possibilità di comunicare in modo organico il prodotto brassicolo nazionale e di abbattere i costi delle bottiglie grazie a forniture collettive. A tal riguardo la prima fornitura riguarda 250 mila pezzi per formato (esistono da 33 cl e 75 cl) e della realizzazione è stata incaricata l’azienda Saida di Longiano (FC). Ampio spazio è lasciato alla personalizzazione di ogni birrificio tramite etichettatura, mentre alla base della bottiglia è visibile in rilievo la scritta “birra artigianale italiana”.
Rispetto ai prototipi, la forma della bottiglia si è decisamente addolcita e “modernizzata”, mantenendo però un certo gusto retrò che le regala una sicura caratterizzazione. Fortunatamente ha poco da condividere con le bottiglie di vino, piuttosto mostra una sua precisa tipicità. Se la volontà era di ricercare una forma identificativa – e non ci sono dubbi che questo sia stato uno dei principali obiettivi – bisogna sottolineare l’ottimo lavoro svolto in questo senso da Unionbirrai.
Le prime bottiglie “vestite” che potete vedere in giro, oltre che in questa pagina, sono quelle del birrificio Cittavecchia (uno dei promotori dell’iniziativa) e del giovanissimo Birrificio del Forte. In entrambi i casi direi che il risultato estetico è decisamente gradevole, aspetto che probabilmente sarà confermato anche per gli altri birrifici aderenti. A tal proposito finora hanno dato il proprio assenso al progetto le aziende Atlas Coelestis, B63, B94, Cittavecchia, Birrificio del Forte, Foglie d’Erba, Birrificio Italiano, Opperbacco, Bibere, Free Lions e San Paolo. Verosimilmente la lista si amplierà nei prossimi mesi.
Personalmente a suo tempo avevo profetizzato un mezzo flop per il progetto e oggi posso felicemente affermare di aver preso un bel granchio 😛 . Ritenevo che i birrifici italiani, spesso attenti a differenziarsi con bottiglie dalle forme particolari, avrebbero riposto poco interesse in un’idea del genere. Evidentemente mi sbagliavo ed è facile immaginare che il costo vantaggioso della bottiglia Unionbirrai abbia avuto la sua importanza.
Ora non rimane che visionare di persona le bottiglie “Birra Artigianale Italiana”, che presumibilmente saranno a breve disponibili in molti beershop d’Italia. Nel frattempo possiamo riprendere in mano la discussione: vi piacciono le prime versioni ufficiali? Ritenete il progetto una valida idea? Unificare la birra artigianale italiana mediante una bottiglia universale può avere effetti positivi o negativi? A voi la parola…
La forma non mi fa impazzire di gioia, ma se serve a catturare qualche curioso e a caratterizzare ed identificare il prodotto va bene così.
E’ un peccato che non ci sia anche il formato da 0.5 litri.
Concordo per lo 0,5 e spero che in futuro sia aggiunto, anche se mi sembra che i birrifici italiani che lo utilizzano siano pochissimi
vero. dalle mie parti il Birrificio degli Archi.
E’ soprattutto interessante per abbattere i costi e quindi favorire veramente le piccole produzioni…
parliamone, un birraio mi ha detto che per ora costa più delle loro vecchie bottiglie.
Ma ho capito male io, o la dicitura Birra Artigianale è vietata per legge (Almond docet) ?
No, non facciamo confusione. E’ vietato scrivere “birra artigianale” come denominazione commerciale (laddove bisogna indicare “birra”, “birra speciale” o “birra doppio malto”), ma si può usare tranquillamente con qualsiasi altra finalità. Inoltre nella fattispecie è in rilievo sulla bottiglia e non stampata sull’etichetta.
A me non piace, sa di poco.
Anche se probabilmente è sempre meglio dei formati da vino/olio/aceto/champagne che sono tanto in voga in Italia…
Più che altro, mi chiedo: perché? Dov’è davvero l’utilità? Invece di pensare di unificare altro, si dilettano col formato della bottiglia. Mah…
magari ad abbassare un po i costi…. visto che l’aumento dei prezzi viaggia parallelo all’apertura di nuovi beer shop!!
A me piacciono molto sia il progetto che la bottiglia realizzata.
Visto che avevo accennato all’argomento qualche tempo fa sul mio bloggettino e visto che il tema è caldo (e non solo per la birra) mi e vi chiedo: in base a quali criteri si definisce una produzione artigianale (e poi sarà proprio il nome adatto)?
complimenti per il blog, che seguo sempre volentieri!
Ric.
Ciao Riccardo, la tua domanda rischia si creare un casino 🙂 No a parte gli scherzi, la questione che sollevi è lecita e anche qui se ne è dibattuto a lungo, però così rischiamo di andare ampiamente fuori argomento, sebbene il concetto sia collegato con la bottiglia di Unionbirrai
in effetti tutti i torti non li hai, anzi.
edita pure se vuoi, non mi offendo 😉
Comunque la forma è molto particolare e quindi è normale che piaccia molti e non piaccia ad altrettanti molti.
Inoltre, proprio per le particolari fattezze, credo ci saranno anche problemi di adeguamento di etichette e retroetichette.
No perché mai dovrei editare? La tua domanda era lecita visto che sull’argomento c’è molta confusione
bhè, se rischia di mandare il discorso OT…
Mi affido alla ragionevolezza dei lettori 😉
P.S.: la bottiglia del B.I. è diecimila volte meglio di questa.
vero
A me piace poco il collo ma sembra ottimo per le risse
con qualche minimo cambiamento sarebbe risultata decisamente migliore.
la forma non è esaltante, ma è caratteristica…sicuramente manca sto benedetto formato da 50 cl 🙁 interessante è anche il fatto che potrebbe abbassare i costi per i piccoli e di conseguenza essere più appetibili sul mercato. Ma mi chiedo e vi chiedo…i birrifici più affermati scenderebbero a patti e userebbero anche loro queste bottiglie “anonime”?
Più che altro i birrifici che hanno legato la propria immagine a una forma specifica. Al di là delle questioni associative, non credo ad esempio che un Baladin o una Birra del Borgo abbandonerebbero le loro bottiglie. Tra i nomi fin qui coinvolti comunque non ci sono solo aziende dell’ultima ora, anzi.
infatti proprio da quest’ultima cosa nasce la mia domanda, cioè siccome Birrificio Italiano è un “pezzo grosso” ed ha risposto positivamente all’iniziativa ci sarà pure un motivo?!?!….vuoi il costo delle bottiglie, vuoi il partecipare ad un progetto collettivo per far fronte ad un mercato sempre più intasato, ecc ecc. Fatto sta che Patrick ha ragione, le attuali bottiglie del B.I. sono più belle 🙂 ma non faccio una questione di estetica, quella rimane comunque soggetiva.
Per quanto riguarda Baladin e Borgo…beh la penso come esattemente come te.
Infatti visto che BI è coinvolto sarebbe stato il caso di utilizzare le loro di bottiglie che sono splendide e davvero mi danno l’idea di “birra italiana”
Ma poi, domanda maliziosa, il produttore sarebbe unico?
Indastria, su questo non mi trovi d’accordo, anche il B.I è coinvolto in questo progetto e anche se le sue bottiglie sono di gran lunga meglio rispetto a quelle proposte da unionbirrai, non sarebbe giusto nei confronti degli altri birrifici che potrebbero vedere un favoreggiamento nei confronti del B.I a discapito loro.
Ciò potrebbe portare ad una maggiore identità del B.I mentre gli altri birrifici potrebbero perdere la loro identità trovandosi con bottiglie diverse e quindi cambiare, molto probabilmente anche l’etichette.
Il fatto che si sia cercato di trovare un’unica bottiglia che rappresentasse la birra artigianale italiana con il consenso di molti birrifici fa capire che è impensabile adottare lo stile di una bottiglia di un altro birrificio ma che bisogna cercare qualcosa che identifichi tutti quanti!!!
Certo la bottiglia a mio parere lascia molto a desiderare; anche se è molto ammirevole questo progetto ci sono molti punti su cui non mi trovo a favore!!!
Sinceramente non ci vedo poi questo grande problema nell’adottare la botigglia di BI che non è neanche tanto diversa da questa ma molto più riuscita. Sicuramente ci sarebbe un periodo di disorientasmento ma penso ci sarà in qualunque caso.
Se poi un birrificio è riuscito in qualcosa, gli altri ne potrebbero pure trarre vantaggio senza questionare troppo.
Riguardo la forma: vero è che forma = funzione (mi pare che fosse spiegato altrove del perché del lungo collo. sarebbe interessante rileggerlo), però la bottiglia risulta all’occhio effettivamente sgraziata.
Che poi, alla faccia della birra artigianale italiana, secondo me la bottiglia che più grida “italia” è la peroni da 66cl; un ottimo restyling del bomber americano.
Continuo a pensare che la birra, anche se di qualità, dovrebbe comunicare questo tipo di feeling più che elitarismo
Il mio un parere estetico: Cittavecchia ha centrato le etichette tra le “spighe” (e sulla scritta “artigianale”) e la resa è migliore di quelle del Forte che non le ha “centrate”.
Il fatto è che se non etichetti a mano (!) o modifichi la linea il risultato sarà “tipo Forte”…
Inutile dire che hai perfettamente ragione ma la scelta di “campo” di una bottiglia in particolare implica che ci sia la voglia di sforzarsi ulteriormente modificando la linea per etichettarla nel modo migliore.
Chi non si sforza di far risultare la bottiglia etichettata nel modo giusto dimostra poca professionalità….a questo punto meglio rimanere con le bottiglie proprie.
Ciao Tyrser,
nella nostra foto le etichette erano state messe per far vedere la scritta al completo (birra artigianale italiana). Chiaramente, come dici tu, in fase di etichettatura non ci sarà uno “stardard” nel posizionamento! Almeno per noi! 🙂
Si ma quanto costa? Altrimenti parlare di successo o flop e’ prematuro. Se costa di meno e, magari, fa attivare il circuito del riciclo/cauzione e’ un successo. Se costa uguale o di più e si butta nel cestino non so che successo sia onestamente. Anche perché, de gustibus, è bruttarella.
Beh amarillo, il successo di un progetto del genere si misura nella quantità di birrifici che aderiranno e nella diffusione della bottiglia, non credi?
ESATTO!!!!va bene che molti di noi conoscono bene le birre prodotte dai diversi birrifici prima di questo cambiamento di bottiglia e quindi conoscendo quella birra anche se dovesse cambiare la sua bottiglia il sapore che la caratterizza dovrebbe rimanere quello, presupponendo che sia così, ma per quelle nuove persone che si stanno affacciando al mondo della birra artigianale come potrebbe essere la loro risposta?positiva o negativa?
Io credo che molte persone forse più superficiali (come me, non lo dico con disprezzo ne come vanto, ma come una caratteristica di una persona) per essere invogliata a bere una birra che non conosce e si trova davanti questa bottiglia forse potrebbe fare fatica a sceglierla rispetto ad un’altra che sempre non conosce!!!
Quindi per concludere se non ci dovesse essere la stessa precedente domanda dei consumatori o una maggiore il gioco non vale la candela!!!Va bene che c’è un risparmio sul costo della bottiglia ma se non c’è pure il dovuto guadagno non vedo il motivo per cui continuare…
per attivare il circuito del vuoto a rendere serve una bottiglia uguale per tutti? Onestamente, in paesi più “evoluti” del nostro sotto questo punto di vista, le bottiglie non sono tutte uguali eppure sto benedetto circuito è assai attivo…no? 🙂
@stefano. Hai ragione ma avrebbe comunque una motivazione valida dietro che la spingerebbe. sul prezzo della bottiglia nessuno pero’ ne parla. UB?
belle, mi piacciono. spero anch’io nella 0.50 e nell’abbassamento dei prezzi
Anche quello. Pero’ non penso che si possa gia’ dire che e’ un successo e non un flop. Qual e’ la quantita’ per definirlo un successo? I birrifici, inoltre, si pesano e non si contano (quasicit) secondo me. Sapere se costa non e’ un dettaglio secondo me, visto che usare una bottiglia unica lo vedo come un vincolo.
Beh sì ancora siamo lontani dal definirlo un successo e i prossimi mesi saranno cruciali in questo senso, ma le adesioni stanno arrivando e mi pare che i sostenitori del progetto possano essere moderatamente ottimisti. Allo stesso tempo però mi sembra che già si possa affermare che non è un flop, e questo nonostante le mi previsioni da uccello del malaugurio 😛
sincermanente non trovo l’utilità di un’operazione del genere, l’unico guadagno mi pare sia per il produttore dei vuoti.
Ma davvero queste bottiglie costeranno MENO di quelle da 0.33 usate in belgio (da de dolle per esempio)?
Oppure stiamo prendendoci in giro?
Ed il prezzo della birra artigianale italiana puo’ cambiare in base alla bottiglia oppure ci sono logiche di marketing che fanno il prezzo indipendentemente dal costo?
La bottiglia non mi piace per niente. Secondo me quel collo rimanda sempre molto al vino/olio/aceto. In più mi piacerebbe conoscere le modalità con cui è stato scelto il produttore (spero ci sia stata una lecita gara d’appalto, e non le solite ruffe all’italiana) dato che il mercato non è affatto piccolo..
Non mi piace granchè nemmeno il marchio UB (non mi piace molto il fatto che ci sia, non il logo in se).
Altra cosa, ma l’italico formato, non era il 66cl?
“Altra cosa, ma l’italico formato, non era il 66cl?”
Applausi. una cosa che sostengo da anni
Cito da UB News: “Innanzitutto, c’è voluto molto tempo solo per individuare l’azienda giusta per la fornitura. Alla fine la scelta è caduta sull’azienda Saida di
Longiano (FC). Oltre alla definizione e alla personalizzazione della bottiglia, l’azienda in questione è stata scelta per l’ottima organizzazione logistica lungo tutta la
penisola. Un fattore non irrilevante, visto che la bottiglia deve essere fornita ai nostri associati in tutta Italia”.
Questa è solo una delle motivazioni, io parlavo di soldi, quindi convenienza (e poi Forlì non mi pare proprio piazzata nel mezzo della penisola). Ma non voglio aprire un caso.
Comunque quelle bottiglie sono davvero bruttine 😀
IMHO
Ho avuto modo di visionarle qualche tempo fa dal buon Raffaele di B94. Il fatto di uniformare la produzione può venire incontro ai costi dei piccoli birrifici, e comunque giovare sui bilanci di quelli un poco più grandi e “anziani”. Resta il fatto che personalmente non mi fa’ impazzire l’estetica della bottiglia, inoltre è molto pesante, pur garantendo la stessa tenuta atmosferica. Domando: questo non graverà sul costo delle spedizioni dal momento che la confezione costa di più? Io sinceramente avrei optato per uniformare le informazioni, ed eventualmente la dicitura “Birra Artigianale Italiana”, proponendo almeno una rosa di 2-3 modelli tra i quali scegliere….ah, ovviamente prodotte da aziende diverse….altrimenti mi sa’ tanto di “monopolio”.
Bruttissima non è, ma anche io, per far sì che abbia ancora maggiore utilità sarei favorevole al formato da 0,50 l perchè la 0,75 l è un freno per buona parte degli appassionati, ma soprattutto ad attivare il circuito del vuoto, il che permetterebbe anche ad un produttore di (per esempio) Cagliari, di utilizzare la stessa bottiglia sua ma recuperata da un consumatore cagliaritano che ha bevuto una birra di (per esempio) Trieste, con relativi risparmi di trasporto delle bottiglie stesse. Magari chiedo troppo, però…
Il fatto dei vuoti a rendere sarebbe davvero un’ottima cosa, specie in questo momento dove gli sprechi sarebbe meglio evitarli.
Stessa perplessità sul peso della bottiglia citato da Tannhauser, in effetti sembra parecchio cicciotta.
la 33 non mi dispiace per niente… ho i miei dubbi sulla 75. Come frizz e indastria, sostengo anche io da tempo il formato 66 cl
….UnionBevitori: “Attendiamo riscontro sui prezzi al pubblico!” 😉
avanti avanti avanti avanti avanti con la bottiglia unica della birra artigianale italiana…….ogni pretesto per fare squadra è buono!!!!
Avanti avanti avanti avanti….il bello o il brutto non conta conta la squadra.
Mi ricorda il ROBERTO: ROma, BERlino, TOkio.
??
Sembra uno slogan incitante allo squadrismo. Voleva essere una battuta naturalmente.
sarò pessimista?…….
a mio parere per noi consumatori finali non cambia nulla, dubito fortemente su un abbassamento dei prezzi…….. :o(
concordo sul formato da 50 cl……..
In effetti una bottiglia da 66 cl (quella della Sierra Nevada che ha una certa consistenza non sarebbe affatto male) è molto più vicina alla birra rispetto che questa simil bordolese dal collo lungo.
La sensazione è che si prenda come modello sempre il mondo del vino.
In ogni caso le bottiglie che odio in modo particolare sono quelle esageratamente larghe, occupano troppo spazio nelle scatole e non stanno nello sportello del frigo. Spero che la nuova bottiglia di UB non sia tra queste.
A me non sembrano tanto diverse da quelle di St. Peter’s, ma meno tozze e con il longneck
mi sa che queste non entreranno nel frigo…ho seri dubbi!!!
Mi sembra una bottiglia da “Birra Agricola” ……..
Io ho qualche dubbio sulla riduzione dei costi: potrei sbagliarmi ma penso che – pur essendo senz’altro piu’ economica di una bottiglia “strana” fatta su misura per un singolo birrificio – possa tuttavia costare di piu’, o non di meno, rispetto a una bottiglia da 75cl “standard” di quelle di forma piu’ diffusa e non personalizzata
Credo che se questi birrifici si fossero consorziati per un acquisto di gruppo di normali 0.33 longneck (stile brewdog/brewfist o quelle stile de dolle/extraomnes); o anche le shortneck (quelle leggere di badattitude/salsa di pomodoro o quelle pesanti tipo maredsous/duvel) avrebbero potuto ottenere un ottimo prezzo.
Forse migliore, chissa’.
Quoto.
Credo anche io.
Boh…non mi entusiasma la bottiglia,spero per i birrifici che porti loro un cospicuo risparmio,ho i miei dubbi…però a noi consumatori non credo porti vantaggi,i prezzi delle birre a mio avviso rimarranno i soliti con la storiella dell’adeguamenti vari,trasporti iva ecc.ecc. quindi sono sempre più convinto che si pensa più alla forma che alla sostanza,non mi pare ci sia la stessa spasmotica ricerca nel trovare i migliori prezzi sulle materie prime,in Italia è difficile vista la poca concorrenza,ma probabilmente all’estero qualche margine c’è,se si vuol agevolare il mercato nazionale ci si potrebbe impegnare per sviluppare ed incentivare progetti sulle coltivazioni di orzo,grano o luppolo in loco.
Come ho scritto in precedenza la scelta di una bottiglia unica per tutti i birrifici che fanno parte dell’unionbirrai è “VINCOLANTE” per una questione di identità del birrificio che ho già spiegato ed è “LIMITATIVA” per secondo me si dovrebbe spingere s altri formati e anche su altri stili della bottiglia, come il 33-50-66 cl, questi dovrebbero essere formati da usare in base alla quantità del tipo di birra che si riesce a vendere; cioè se un birrificio si accorge di riuscire a vendere tanta birra di un certo tipo allora deve spingere per il formato 33-50, e se la domanda di un’altra birra risulta essere minore allora si usa il formato 50-66, e poi solo per delle birre che sono delle chicche che vengono prodotte ogni morte de papa, per alcuni birrifici usare il formato 66 al massimo 75 come extremis!!!
Dove il 75 potrebbe usare una bottiglia diversa da tutti gli altri birrifici perchè è quella birra speciale fatta unicamente da quel birrificio, una sorta di cavallo di battaglia!!!
Mi domando se effettivamente poi il consumatore potrà godere anche lui del risparmio economico dovuto al cambio di bottiglia oppure gli unici a goderne saranno il fornitore di bottiglie(sicuro) e il birrificio che ha aderito!!!
Solo il tempo ci potrà togliere dubbi e perplessità su questa scelta azzardata da unionbirrai…
Con tutti i problemi che ancora affliggono la birra artigianale Italiana, come: accise, sistemi di controllo degli enti da industria, quasi monopolio delle materie prime, scarsa preparazione di molti birrai, prezzi alti, scarsa comunicazione dei birrifici, conservazione a sorpresa, prezzi elevati, distribuzione rateizzata, diciture in etichetta, ecc, ecc.
Si pensa ad unificare il formato delle bottiglie, con una bottiglia che ricorda di tutto meno che la birra, con formati (0,75) anti-consumo, per ottenere un risparmio nell’ordine dei 5/10 centesimi, che non risolve minimamente il problema dei prezzi.
Sembrerebbe un modo per giustificare l’esistenza dell’associazione dei birrai, che impotente davanti ai veri problemi, risolve un non problema per accaparrarsi qualche consenso in più. Mi sembra come chi ha come destinazione la luna e si compiace d’aver raggiunto la cima della collina.
Io partirei da quanto riportato da Andrea in neretto, che è poi l’obiettivo che si è posta UB con questo progetto: “caratterizzare immediatamente il prodotto birra artigianale”.
La bottiglia può picere o meno, però è la prima bottiglia con stampato sopra “birra artigianale italiana” e se i birrifici che l’utilizzeranno saranno molti, forse si riuscirà nell’intento di far associare al consumatore bottiglia UB = birra artigianale (italiana)
Non mi sembra male come progetto comuni di comunicazione!
Se si fosse costituito un corsozio per approvigionarsi di bottiglie “standard”, forse si sarebbe spuntato un prezzo migliore, ma si sarebbe riusciti a “caratterizzare immediatamente il prodotto birra artigianale” (che ricordo essere l’obiettivo dichiarato) ? Io credo di no.
Caratterizzare la birra artigianale Italiana con una bottiglia da vino/olio/aceto? Sapendo già in partenza che a fronte di qualche adesione, ci si scontrerà con moltissime non adesioni? Considerando inoltre che la bottiglia in questione non è di tipo standard e quindi difficilmente riuscirà a raggiungere i numeri necessari a renderla competitiva in termini di prezzo. Pertanto quel piccolo risparmio preventivato si trasformerà facilmente in un’ulteriore piccola voce di costo. Io avessi un birrifici non ci terrei molto a farmi caratterizzare in quel modo.
Uno scafale o la vetrina di un frigo pieno della stessa bottiglia, con decine e decine di etichette diverse, è un attentato agli occhi. E per chi si affaccia la prima volta nel mondo della birra artigianale, scegliere potrebbe risultare sfiancante! Poi non ho capito una cosa… Sono accessibili solo ai birrifici associati UB o a tutti indistintamente? E sopratutto, c’è solo un’ azienda che le produce o anche altre sparse per l’ Italia hanno l’ autorizzazione per produrle?
Non ci avevo pensato, ma l’immagine proposta da Crumb è inquietante. Ve lo immaginate uno scaffale di una rivendita pieno di bottiglie clone e l’ignara massaia che ci passa accanto pensando: no di balsamico ancora ne abbiamo….
Scusa stai contestando la bottiglia o l’idea ?
Nel primo caso ci può stare. Ognuno ha i suoi gusti. A me piace, a te no. amen.
Nel secondo caso non riesco a capire.
Ci sono già adesso birrifici che usano bottiglie standard, ed altri che usano bottiglie personalizzate.
Se 10 o 20 birrifici decidono di unire gli sforzi per creare una bottiglia personalizzata (cosa che, ripeto, fanno già decine di altri birrifici) e cercano di fruttare “il numero” per dare un’identità al loro prodotto, non ci vedo niente di male.
Se gli stessi 10 o 20 birrifici che hanno aderito al progetto UB, averro fatto 10 o 20 bottiglie personalizzate diverse, ognuno per proprio conto, scommetto che nessuno avrebbe avuto niente da ridire.
Quindi di che parliamo ? Non è che ormai è diventata abitudine polemizzare ad ogni costo su qualsiasi iniziativa ?
credo che stia contestando l’idea della bottiglia 😉
Invece di pensare in piccolo come 10/20 birrifici prova a pensare in grande ovvero ad una partecipazione totale dei birrifici italiani 300/350 e prova ad immaginare cosa potrebbe uscire fuori!!!
Non penso, a mio parere, che si voglia polemizzare su ogni iniziativa, ma su quale sia realmente il messaggio che si voglia dare con questa “nuova bottiglia” proposta da unionbirrai, tutto qua!!!
C’è chi ci crede, c’è a chi gli puzza…ottenere un riscontro favorevole univoco è difficile come per una birra che si beve…
Io mi domando, sperando che qualcuno possa darmi una risposta valida e concreta, cosa ci dovremmo aspettare da questa azione di unionbirrai?quali sarebbero, per noi consumatori, gli effetti positivi che dovremmo ottenere da tutto ciò?
Se la birra al pub o al beershop dovrà costare meno dipende esclusivamente dal birrificio…
Scusa ma non mi pare che siano stancanti scaffali pieni di birre belghe, tedesche o americane; nazioni praticamente monopolizzate dal formato unico. E loro ne sanno di birra da decenni più di noi.
Non so dove vai a fare la spesa, ma io vedo che sia Belgi, che Tedeschi, che Americani utilizzano formati diversi sia tra di loro, sia rispetto agli altri. Molti birrifici Tedeschi e non solo, standardizzano le bottiglia per via del vuoto a rendere, ma solo perché organizzati da anni in tal senso. Col vuoto a perdere che senso ha?
senza prendere le eccezioni (che sempre ci saranno), nell’80% dei casi:
tedeschi usano il classico 50cl che è la loro caratteristica (basta farsi un giro nei super tedeschi per vederlo);
belgi bottigline da 33 e bottiglioni da 75 (basta farsi un giro in qualsiasi beershop);
americani minibomber da 35 e bomber da 65 (“purtroppo” in italia arrivano parecchi birrifici molto “fancy” che fanno di testa loro)
Non so cosa facciano in patria, ma prendiamo ad esempio i Tedeschi, Franziskaner, Wairsteiner e Oberdorfer hanno bottiglie completamente diverse l’uno d’altro. Poi se in patria abbiano le stesse confezioni non so, però so che i Cechi uniformano parecchio con la Vichy 0,5, ma sempre per il discorso del riutilizzo. Quindi c’è uno scopo, ma da noi?
hai citato le maggiori tre eccezioni. Fai un giro in qualsiasi supermercato tedesco: casse e casse di 50cl standard
Non ne dubito, ma li c’è uno scopo è qui no o perlomeno io non lo vedo e visto che nessuno sembra spiegarmelo, la cosa continua a risultarmi inutile.
Vino=bottiglie tutte uguali con etichette diverse,non mi pare che sia un prolema.
Vino=bottiglie tutte uguali, da quando?
Quoto
Alex anche se l’obiettivo dell’unionbirrai fosse quello di riuscire ad ottenere un unica bottiglia come formato della birra artigianale, ma secondo me non é certo una bottiglia a risolvere i problemi legati alla birra artigianale mancano delle leggi che la riconoscono e la tutelino e tutelino i diversi birrifici,per esempio…ed in italia sembra avvenire il contrario!!!io direi che la scelta di una bottiglia per identificare la birra artigianale debba essere l’ultima cosa da fare, a mio parere ci stiamo muovendo al contrario e quindi male…
Barone Birra,
Se la bottiglia UB o BAI (Birra Artigianale Italiana) fosse l’unico obiettivo dell’associazione, sarei d’accordo con te.
Ma UB, stando a quanto dice, si sta muovendo su più fronti: Bottiglia, Accise, Salvaguardia della Birra Artigianale.
Ora tra questi obiettivi quello della bottiglia è sicuramente il più semplice da raggiungere (si sono accordati più o meno semplicemente, hanno deciso che bottiglia fare, e hanno cacciato un pò di soldi per farsi fare uno stampo da una vetreria)
Gli altri due mi sembrano decisamente più difficili da portare a casa.
Si tratta di far approvare leggi e creare disciplinari.
Questo non vuol dire che non si debbano perseguire, e, sempre a quanto dice UB, lo stanno facendo.
Tornando OT, lo stesso Cerevisia (aka criticatutto) ha fornito (involontariamente) un esempio della potenzialità di una operazione di questo tipo.
Ha subito parlato di aceto balsamico, perchè secondo lui la bottiglia UB la ricorda.
Non si tratta forse di una associazione mentale che si è creata perche alcuni/molti produttori di aceto balsamico usano la stessa bottiglia ?
Perchè non dovrebbe/potrebbe funzionare anche con la birra artigianale ?
Più produttori useranno la bottiglia UB, e più il consumatore medio assicierà la bottiglia con il suo contenuto.
Esattamente come criticatutto fa con l’aceto balsamico 🙂
Salve. In quanto utilizzatore della bottiglia, nonchè iniziatore del progetto, e progettista, ( con la Saida) della stessa aggiungo un po’ di dati: (non sarò breve)
Vedo che mediamente, ai frequentatori di questo sito dal punto di vista estetico non piace granchè. non entro minimamente in questo aspetto, sia perchè de gustibus etc etc, sia perchè non sta all’oste dire se il vino è buono. Ma siccome Design non è la traduzione della parola disegno ( o stile), ma della parola progetto, gli elementi che identificano il Design sono oggettivi e non puramente estetici.Oggettivamente, quindi, assieme alla bella bottiglia B.I. è l’unico progetto di bottiglia originale per la birra artigianale italiana. Altre bottiglie custom di birrifici italiano non hanno nulla di originale nel disegno ( la baladin è una bottiglia da spumante marchiata baladin, e così via). Quindi questa soddisfa la necessità di riconoscibilità. Il fatto poi che sia marchiata veicola un messaggio di garanzia. Questo fine settimana ero al Merano Wine festival, e nel tavolo a fianco del mio c’era una birra industriale che nell’etichetta diceva Birra Artigianale. Linformazione contenuta nella nostra bottiglia vuole evitare queste “truffe”. Poi se tra gli appassionati qui dentro c’è qualche avvocato che ha tempo di fare una azione legale in tal senso avrà reso un buon servizio alla causa.
L’utilizzo della bottigli arichiede l’appartenenza ad UB, quindi la bottiglia garantisce l’artigianalità secondo i parametri di UB. Per altro senza entrare nell’annoso discorso, la legge italiana stabilisce cos’è una azienda artigianale, quindi tante ambiguità non ci sono. Ringrazio Andrea per avere spiegato in manier asintetica e chiara la questione Birra artigianale /Almond 22. E’ importante perchè c’è ancora molta confusione in merito.
Come dicevo la B.I. È molto bella. Ma dal punto di vista ergonomico questa ha dei vantaggi: quella ha un diametro un po’ ampio. Questa è il massimo diametro che una mano normale possa tenere senza difficoltà. Il long neck è comodo, oltre che nelle risse, quando in imbottigliamento ne maneggi 1500. Alcuni hanno una imbottigliatrice automatica ( io semi) ma pochi hanno un depallettizzatore o un inscatolatore automatico. Prenderne più di una per il collo con una mano, agevola molto. Il collo da’ poi la possibilità di utilizzare delle collarette adesive. Anche il corpo è studiato per permettere una ampia possibilità di etichettatura. La superfice cilindrica è piuttosto alta. Le mie etichette sono centrate a mano per la foto, io non ho un centratore , ma sia la scritta che il marchietto si ripetono quindi l’allineamento rispetto all’etichetta non è un elemento critico. Si nota più in foto che nella realtà.
FORMATI
il progetto nasce per 33, 50 75. Perchè questi sono i formati usati dai birrifici italiani. Sarebbbe piuttosto sciocco fare una bottiglia in un formato che nessuno usa. E certo nessuna vetreria la produrrebbe. Il 50 esisterà non appena ci sarà richiesta in numero sufficiente. Uno degli elementi importanti è stato il permettere a chi usa 75 e 33 di usare lo stesso tappatore ( quelle macchine costano un sacco). Le uniche bottiglie da 33 con tappo 29 sono della vetreria etrusca ed hanno un costo molto alto.
COSTO
Non porterà la birra a costare 4 euro per un 075 come si vorrebbe, ma come ho già detto i motivi degli alti costi della birra artigianale italiana sono altri. Le bottiglie costano certo di più di quelle economiche fatte in milioni di pezzi, siano belghe o tedesche o italiane, ma costano meno, oltre che delle custom, anche delle standard di qualità, tipo prosecco. Nel mio caso mi permetterà di non aumentare il prezzo della 75 fermo da 3-4 anni, e di ridurre un po’ quello della 33.
Quanto al solito discorso dei gruppi di acquisto per ridurre i prezzi, non credo che acquistare in gruppo 250000 bottigliette belghe che vengono realizzate in molti milioni di pezzi, il cui costo è già rasatissimo e che poi dovranno essere spediti diecimila qui e diecimila là possa fare scendere molto. Parliamo di merci molto povere in cui il costo di spedizione incide moltissimo.
PESO
550 per la 75, 350 per la 33. Ancora una volta più di quelle dozzinali ma molto meno delle speciali.
INGOMBRO
Stanno nello sportello del frigorifero. Era ovviamente un requisito essenziale. Sono più basse delle prosecco o champenoise, e anche delle bordolesi.
VUOTO A RENDERE.
Il vuoto a rendere è una falsa ecologia, ed è nato quando il recupero del vetro non era sviluppato. Si è mantenuto in alcuni paesi dove ormai sono organizzati in tal senso. Se poi questo paesi riusciranno ad imporlo alla comunità europea non sarà un progresso. E’ una falsa ecologia perchè l’impatto ambientale del ciclo del riuso, col trasporto di bottiglie vuoto avanti e indietro e del lavaggio e sterilizzazione, è superiore di quello del riciclo del rottame. Ormai affermato. Anche per la sicurezza, non vi è la possibilità di sapere quante volte la bottiglia è stata usata, e comunque usa che ti usa, il vetro perde le sue caratteristiche di igienicità.
SCELTA DEL PRODUTTORE
faccio notare a chi spera che UB si sia comportato in maniera corretta e abbia fatto una gara, che noi non compriamo le bottiglie con soldi pubblici e non dobbiamo renderne conto ai contribuenti. Siamo imprese che operano in un sistema capitalista, e la responsabilità delle scelte fatte ricade su noi stessi. Le regole di trasparenza valgono per chi maneggia soldi degli altri.
Comunque dei vetrai interpellati alcuni non erano interessati al progetto, ( salvo rifarsi poi vivi quando hanno visto che la cosa andava avanti) e volevano venderci i prodotti già sviluppati da loro ( peraltro costosetti) Un altro era molto interessato, ma non riusciva a scendere con i costi. Non credo occorra fare il nome, perchè tanto i produttori si contano sulle dita. Il fatto che Saida abbia magazzini in tutta italia (anche in sardegna) è certo un ulteriore vantaggio.
LE TANTE COSE DI CUI C’E’ NECESSITA’ anziché la bottiglia.
Si c’è bisogno di tante azioni. La proposta di legge UB sulle accise è in parlamento, anche se assobirra dice che l’ha fatta lei. Purtroppo il parlamento ha avuto altro di cui occuparsi. C’e’ bisogo di tanto altro ancora. Questa probabilmente è una piccola cosa, ma come si suol dire cosa fatta capo ha. Poi la nuova associazione di birrifici di Catalizzatore e Polli, ne farà ancora altre importanti, anche considerando che grazie ad una quota associativa considerevole (due o temila euro?) avrà mezzi economici all’altezza del compito
10 minuti di applausi….
@ Michele Barro
Poi la nuova associazione di birrifici di Catalizzatore e Polli, ne farà ancora altre importanti, anche considerando che grazie ad una quota associativa considerevole (due o temila euro?) avrà mezzi economici all’altezza del compito.
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Devo ridere?
fattela una risata ogni tanto…….
aggiungo una cosa riguardo alla personalizzazione:
Nessuno immagina che TUTTI i birrific usino la stessa bottiglia. Siamo italiani e quindi individualisti. Tuttavia la maggior parte dei produttori di vino usano la stessa bottiglia ( o due tre tipi) e riescono a personalizzarla senza che nessuna massaia si sgomenti. e poi qiual’è l’oggetto birrario più collezionato? la lattina che per definizione è sempre uguale.Anche li non ho sentito di nessuno che abbia perso la vista
Permettimi una battuta, ma dai nomi delle vostre birre non mi aspettavo molta fantasia nemmeno nel progettare le bottiglie.
Tornando a cose serie io, da consumatore, posso solo sperare che tutto ciò serva ad abbassare i prezzi delle birre italiane, anche se la vedo molto difficile. Credo onestamente che, se ci sarà davvero un risparmio da parte dei produttori, saranno solamente questi a trarne i vantaggi.
PS: non hai scritto correttamente l’indirizzo del tuo sito nel link del nome, e il collegamento non funziona.
Frizz,
Anche io come te dubito che i prezzi si abbasseranno per via della nuova bottiglia.
Ma a dire il vero, UB non ha promesso che la birra costerà meno.
Non ho trovato dichiarazioni in cui si dice che la bottiglia servirà ad abbassare i prezzi.
L’obiettivo dichiarato è diverso.
UB ha portato avanti il progetto per creare una bottiglia che renda la birra artigianale visibile e riconoscibile già dal suo contenitore.
Personalmente non la trovo male come iniziativa.
Da consumatore mi aspetto dei vantaggi qualitativi e non economici (anche se questi ultimi non mi farebbero affatto schifo).
Se UB sarà capace di aggregare birrifici validi, sarò abbastanza sicuro che scegliendo una di queste bottiglie avrò tra le mani un prodotto fatto bene. (non vivo sulla luna e so benissimo che non sarà così nel 100% dei casi 🙂 )
Poco fa ho dato una letta ai birrifici iscritti UB. Purtroppo molti di loro non li conosco, alcuni non incontrano i miei gusti, altri invece sono ottimi nomi. Ma non mi è chiaro il connubio “bottiglia di UB = birra di qualità superiore”, e onestamente la vedo mooolto difficile che qualcuno riesca a spiegarsi in modo completamente chiaro su questo punto.
Non capisco quali market frequentino coloro che trovano somiglianza con contenitori di altri prodotti, non ho mai visto olio, aceto o altro in bottiglie simili alle UB…..ma forse ho guardato male…..
Per i prezzi posso dire, visto che dovevo scegliere le “prime” bottiglie per la produzione che sono stato in dubbio su alcuni tipi per questioni di prezzo e, che facendo TUTTE le somme e le sottrazioni, le bottiglie UB risultano, almeno le 75, al di sotto dei prezzi conosciuti.
Il già citato fatto del tappo 29 per tutti i formati, poi, facilita la lavorazione del confezionamento e rende “economica” la scelta di poter personalizzare i tappi.
La forma del collo, sempre parlando di tappi, non necessita obbligatoriamente (de gustibus) di mettere una casula termoretraibile con conseguente ulteriore risparmio.
Se questi risparmi o economie in genere possano essere un vantaggio per il consumatore finale credo sia un altro discorso, ognuno porta avanti un politica commerciale secondo le sue idee. Non si pensi comunque che il risparmio sia sull’ordine delle decine di centesimi….sia chiaro.
Apppproposito, ma il formato 0,50 non era stato in un passato recente “bollato” perchè non si riusciva a berlo da soli (cosa questa che mi risulta veramente difficile da credere….)?…….
n.b. la mia scelta della 0.75 UB è stata dettata dal fatto che non volevo imbottigliare prosecco, spumantino o lambrusco e le uniche 75 in giro erano “belghe”…..ma io, a parte una birra, faccio birra in stile (ripeto in stile) anglosassone……e cmq a “tenerle in mano” danno una sensazione di “bello”…e anche qui “de gustibus” 🙂
Per il moderatore: a quando il pulsante “mi piace” per interagire coi commenti degli altri ? 😉
Quanti birrifici dovrebbero aderire per considerare l’ iniziativa utile?
A me piu’ che un modo per unificare i birrifici artigianali, sembra un modo per emarginare quelli che non si vogliono uniformare. Marchio UB… produttore unico… dicitura “Birra Artigianale Italiana” (come se chi non aderisse al progetto non lo fosse di principio)… boh, sono l’unico che ci vede il tentativo di abusare di un marchio che si diffonde rapidamente per costruire un monopolio?
Perfettamente d’accordo con Luke.
Personalmente tengo parecchio alla caratterizzazione delle mie birre, sia qualitativa che grafica.
Sarò troppo individualista?Forse! D’altronde sono italiano… 🙂
affatto nicola concordo con te!!!penso che un individualismo sia dal punto di vista della birra che si produce sia dal design scelto siano caratteristici per un birrificio!!!altrimenti come ho detto si va per perdere la propria identità!!!
secondo me l’unica cosa che potrebbe risultare giusta è quella che ogni birrificio mantenga la propria bottiglia per distinguersi, ma si potrebbe lasciare il marchio di birra artigianale italiana e inserire anche qualche marchio sull’etichetta per farne risaltare maggiormente la sua genuinità!!!
Salve Luke,
per carità, chi non aderisce al progetto non perde certamente lo status di produttore di birra artigianale: nessuno vuole l’esclusiva, ma abbiamo ritenuto questa una operazione valida per dare identificazione forte ai nostri prodotti.
Inoltre ricordo che il logo posto sul collo della bottiglia è un marchio collettivo, che potrà essere utilizzato da tutti i nostri soci a prescindere dall’uso del contenitore.
Sono d’accordo anch’io con Luke e Nicola su questo fatto,ognuno è giusto che decida sull’estetica del proprio prodotto e non è detto che riesca a travare una soluzione migliore magari anche più economica,che poi potrebbe permettergli di caratterizzarsi maggiormente attirando l’attenzione nel caso di vendita a scaffale…penso che i birrai sarebbero più felici di usufruire di condizioni di acquisto materie prime più vantaggiose strappate con un duro lavoro da parte del loro consorzio.
Nel caso più utopico questo porterebbe ad un sensibile miglioramento nei prezzi di vendita e probabilmente sarebbe da ulteriore incentivo per invogliare all’acquisto anche chi di birra artigianale italiana non ne ha mai sentito parlare,in pratica forse porterebbe più soldi in tasca ai birrifici,ben venga se reinvestiti per migliorare il prodotto!!
Credo che Michele abbia riassunto (si fa per dire), il lungo dibattito e la lunga trafila che ha portato alla realizzazione di queste bottiglie. Alcuni produttori ci stanno credendo, ed altri no, ognuno con le sue legittime convinzioni. Il fatto che se ne parli mi pare gia molto positivo, poi sarà il tempo a decretare o meno il successo dell’iniziativa.
Bella la definizione del criticatutto, quasi quasi cambio nickname, mi fa venire in mente uno dei personaggio interpretati da Ezio Greggio in Drive-in, ma per ricordarselo bisogna avere una certa età.
Lo spirito critico e l’incapacità di entusiasmarsi di fronte a qualsiasi novità, fosse anche la più insensata (non è questo il caso), nasce dal fatto di essere nel settore da oltre 30 anni e dall’aver precorso la rinascita della birra artigianale Italiana. Quando ne hai vista di birra passare sotto i ponti, prima d’entusiasmarsi sul nulla, fai delle riflessioni, che t’impongono l’essere critico e non credere che sia sempre tutto così bello e positivo, ma discerni tra novità e novità.
Poi si sa che non c’è esperienza al mondo che ti eviti sistematicamente di sbagliare.
Veniamo alla questione, la proposta di UB dovrebbe servire a standardizzare le bottiglie di birra artigianale italiana per renderle riconoscibili.
Bel proposito, ma già da quanto scritto in questo blog si evince che la cosa è poco probabile. Primo: critico il fatto che la bottiglia scelta sia del tipo che normalmente viene impiegato per altri prodotti, come volontariamente ho fatto notare è accostabile a vino/olio/aceto, quindi sempre volontariamente ho affermato che rende la tipicità di prodotti differenti, ma non della birra.
Questo vale per moltissime altre bottiglie impiegate da molti birrifici e non solo per queste nello specifico. Sono convinto che molti possibili clienti, non addentro al movimento, viste le bottiglie, pensino si tratti di vino o d’altro, proprio perché la bottiglia, la capsula e l’etichetta riportano a quelle classiche d’altri prodotti, diversi dal prodotto birra.
Dovendo scegliere una bottiglia che identifica la birra artigianale, avrei scelto una bottiglia che faccia pensare a quel prodotto e non ad altri. Ditemi se la cosa non ha una logica?
Secondo: critico il fatto che già molti birrifici premettono che non l’adotteranno, perché hanno orma immesso da anni sul mercato i loro prodotti, già perfettamente identificati ed identificabili dalle loro classiche bottiglie. Quindi sarà una standardizzazione parziale, oltretutto riservata ai soli associati UB, quindi già fallita in partenza. Può esistere una standizzazione parziale? O è totale o non è standizzazione.
Terzo: critico il formato da 0,75, non solo in questo caso, ma in toto. Secondo me questo formato è anti-consumo, non capisco come si possa pretendere che qualcuno rischi (a certi prezzi), comprando un prodotto che non conosce, in un simile formato, oltretutto difficile da finire da soli. Quando il 90% delle birre in commercio prevede il mezzo litro come misura standard ed al limite il 66 cl, con conseguente convenienza sul prezzo, cosa che in ambito artigianale non avviene. Altro discorso ovviamente, se questo fomato viene perlomeno abbinato al 33 cl.
Quarto: come s’è visto parliamo comunque di una bottiglia personalizzata quindi oltre al costo più elevato, cosa di cui la birra artigianale non penso abbia bisogno, anche se l’incidenza è minima. Inoltre una bottiglia personalizzata offre sempre minore garanzia per via del numero di test limitati, che vengono eseguiti su qualsiasi bottiglia personalizzata, a differenze di quelli eseguiti sulle bottiglie standard. Basta chiedere a qualsiasi vetreria per averne conferma.
Riassumendo quindi assistiamo alla volonta di una associazione di voler standardizzare solo parzialmente, alcune birre artigianali ed altre no, con conseguente aumento dei prezzi e diminuzione della sicurezza, in una bottiglia che ricorda tutto, meno che il prodotto che si vuol identificare, scusate se sono critico, ma non ne vedo l’utilità. Questo volendo tralasciare le mille e risapute problematiche che affliggono il proddotto che s’intende identifcare, per le quali l’associazione proponente, si potrebbe impegnare, invece d’uscirsene con questa proposta. La storia dell’impegno a 360° sarà credibile quando si comincerà ad intravedere qualche risultato, per ora sono solo promesse.
Se quindi il progetto non standardizza, non identifica, non comporta un risparmio (anzi), mi chiedo quale sia lo scopo oltre alla facilità di presa per via del extra long neck? Entusiasmante!
Vero invece quanto affermato per il vuoto a rendere, del quale avevo già ampiamente affermato l’inutilità, nel precedente articolo dedicato a questa iniziativa.
Ci si può entusiasmare a prescindere, oppure si può essere un po più critici, ma l’avevo già scritto, qui e non solo si vedono persone che si entusiasmano sia per la birra a km zero, sia per i birrifici itineranti, per carità è sempre bello vedere dell’entusiasmo, ma ancor più bello e sapere che dietro c’è un ragionamento.
Perdonami ma non riesco quasi mai a leggere tutti i tuoi commenti.. nemmeno volendo! Please, più sintesi!
Grazie
Mi accodo alla richiesta di Frizz perché questa prolissità mi rende difficile la moderazione dei tuoi commenti. Grazie.
In 3^ elementare la maestra ci diceva” in fretta e bene raro avviene” ed aveva ragione, ancora oggi la mia ragazza lo conferma. Scherzi a parte, avete ragione, non ho il dono della sintesi, la prossima volta vedrò di fare un estratto (di malto).
…no, magari rileggi anche i commenti degli altri, se ti interessa……ti avevo chiesto dove avevi trovato prodotti confezionati in bottiglie uguali a quelle proposte da UB…..(così come in altro post ti avevo chiesto di confermare e descrivere la prova dello iodio per la vitalità del lievito)…..
visto che spesso hai riportato il discorso costi sulla bottiglia (che a te sembrano eccessivi), ti chiedo di farmi avere un preventivo per bottiglie 0,33 e 0,75 comprensive di trasporto con sponda idraulica e con il minimi ordinabili…….
n.b. forse (e ripeto forse) la 0,75 è destinata al tavolo della ristorazione? 😉
Forse mi è sfuggita la tua domanda, ma non penso d’essere avaro in spiegazioni, visto che mi si fa notare giustamente, la mia lungaggine. Se la bottiglia di UB è creata appositamente è evidente che non posso averla vista piena d’altri prodotti, infatti parlavo di similitudini. Quella bottiglia a me ricorda…. e non sono stato ne l’unico, ne il primo a scriverlo.
Riguardo al test del lievito, mi sembra d’averlo ampiamente spiegato. Si pone il campione su un vetrino, ci si mette una goccia di iodio che evidenzia le cellule morte e tramite microscopio si procede alla conta. Non è chiaramente necessario contare le singole cellule, appare chiaramente la loro diffusione, sempre in base al numero di generazioni eseguite.
Il discorso dei costi è riferito alla birra artigianale comprensiva di bottiglia, non ai costi della bottiglia, che chiaramente non posso conoscere. Ma lo sanno anche i sassi che una bottiglia personalizzata costa più di una standard.
Per il preventivo ringrazio, puoi farmene richiesta via e-mail, non penso che questa sia la sede più adatta.
PS: La 0,75 non mi sembra si trovi solo nei ristoranti, non si può quindi parlare di confezione dedicata.
“Per il preventivo ringrazio, puoi farmene richiesta via e-mail, non penso che questa sia la sede più adatta.”
Cioè sei un fornitore di bottiglie???
Se così è mi sembra piuttosto scorretto che esponga delle critiche su un prodotto concorrente
Mi scuso per non aver letto attentamente il commento di Cerevisia. Trovo estremamente scorretto un simile atteggiamento, quindi in attesa di ricevere dall’utente in questione un chiarimento (anche in privato), non accetterò suoi altri commenti.
Mai venduta una bottiglia vuota in Italia, ne per birra ne per altro. Contenti?
Ma veramente pensate che il motivo della mia critica sia dovuto ad interesse e non all’idea che ho della vostra iniziativa?
Mi sembra di aver ampiamente esposto i motivi per cui la ritengo inutile, il solo fatto che abbiate questo dubbio è da ritenersi scorretto.
Poi scusate a chi dovrei venderle le bottiglie? Qual’è quel birrificio che non è capace di trovarsele da sé? E quale sarebbe quella vetreria che mi concederebbe uno sconto, necessario alla rivendita?
Interessante inoltre notare che l’accusa proviene da chi scrive qui per proporre apertamente la propria creazione con un post persino più lungo dei miei, facendo il suo bravo spottone all’iniziativa.
Che tristezza.
Inutile che ti inalberi, sei tu che hai scritto “Per il preventivo ringrazio, puoi farmene richiesta via e-mail, non penso che questa sia la sede più adatta.”
E la tua risposta qui sopra non chiarisce il motivo di questa frase
Ringrazio sempre per le richieste di preventivo, anche sapendo che non sono fondate. Il motivo della frase era far capire che la sua pseudo richiesta era inopportuna. Comunque non mi inalbero per così poco, ma provo sdegno per il fatto che uno che lavora professionalmente nel settore, ergo vende qualcosa, non possa esprimere un parere senza che lo si accusi di portare avanti i propri interessi.
Invece di riconoscere nelle sue parole della pura, sana e vera passione, che lo spinge ad esporsi, mettendo a rischio i propri interessi, che lo porterebbero a tacere o tuttalpiù ad unirsi al coro degli entusiasti per guadagnare consenti.
Avete comunque la memoria corta, visto che vi siete già dimenticati della mie perplessità, qui esposte, riguardo la birra agricola ed al decreto che la riguardava e vi ricordo che io vendo impianti ed avrei quindi tutto l’interesse ad appoggiare qualsiasi iniziativa atta a far crescere il numero dei birrifici Italiani, senza preoccuparsi poi della qualità della birra prodotta, invece io …………
Dovremmo tutti, me compreso, ricordarci la famosa ed antica regola delle dieci P:
Parole Poco Pensate Portano Pena, Perciò Prima Pensate, Poi Parlate. (cit.)
Non hai espresso un parere, hai scritto a un utente di contattarti privatamente per un preventivo. Rimaniamo su questo semplice concetto, invece di divagare, perché le spiegazioni che stai dando per il tuo commento non sono esaurienti, neanche un po’. Invece è molto esauriente che nella pagina aziendale a cui punta il link del tuo nome si legga quanto segue: “A differenza di altri forniamo, oltre agli impianti, impianti di spillatura, linee di confezionamento, materie prime, detergenti, strumenti ed accessori, confezioni (fusti & Bottiglie)”.
E in mancanza di spiegazioni chiare, questo mi basta e avanza.
Bottiglie = bottiglioni da asporto da 2 litri, da riempirsi direttamente con l’impianto di spillatura. Non mi sembra che tale articolo sia in concorrenza con quanto proposto da UB. Ma non è questo il punto anche se proponessi bottiglie, cosa che in Italia sarebbe difficile realizzare, senza essere produttori, come spiegato, dove sarebbe il problema?
Allora propongo impianti non posso esprimere un parere personale riguardo ad un impianto o ad una soluzione tecnica adottata da altri. Se produco birra non posso esprimere un parere riguardo ad una birra che non sia la mia?
Questo nonostante le critiche verso decreti o iniziative che avvantaggiano indirettamente il sottoscritto ed i miei colleghi?
Veramente sei convinto di quello che scrivi? Veramente pensi che le miei critiche e/o apprezzamenti riguardo alle iniziative, qui riportate, siano dettate dall’interesse? Anche quando è evidente che vado spesso contro l’interesse personale a favore della cultura birraria Italiana?
Veramente pensi sia qui a farmi pubblicità? Poi cerchiamo di capirci e t’invito a rileggere, non sono stato io ad invitare un utente a contattarmi in privato, è stato lui a chiedere un preventivo. Oltretutto, sottintendendo con questo, che se le bottiglie in questione erano più care, chiedeva prova della bontà dei prezzi da me applicati, per fare eventuali confronti, del tutto inesistenti, visto che io non propongo tale articolo, ma uno con scopo completamente diverso, al solo fine di screditare quanto da me affermato.
Ora stai girando la frittata dicendo che io qui critico le proposte d’altri per vendere le alternative da me proposte, invitando gli utenti a contattarmi in privato per fargli delle offerte. Quando è evidente che lo scopo dei miei interventi non è questo e che l’articolo in questione non è da me proposto e che non ho mai venduto bottiglie vuote e che non sarebbe nemmeno possibile proporlo per i motivi già evidenziati.
Che altre spiegazioni vuoi? Poi la mia critica è ampiamente documentata da una serie di affermazioni e pareri, che non sono stato ne l’unico, ne il primo ad esprimere. Mi dici che devo fare? Devo forse dire che le bottiglie sono bellissime, che sono adatte a fare riconoscere che dentro ci sia birra, che sono tanto originali da caratterizzare la birra artigianale Italiana, che faranno abbassare i prezzi, che per ora sono adottate da pochi birrifici solo se iscritti ad UB, ma sicuramente a breve le adotteranno tutti?
Ma la vogliamo finire? O forse sei anche tu uno di quelli che preferisce commenti del tipo: che bello, figata, bella iniziativa, viva la birra agricola, viva i birrai Italiani e la loro professionalità. Sicuramente così venderei di più e nessuno criticherebbe i miei post, ma si dai lobotomizziamoci.
Sai che bello un blog dove tutti sono d’accordo con tutti e tutti hanno le stesse idee e tutti approvano le iniziative di tutti, dove tutte le birre sono buonissime, tutte le iniziative riuscitissime e tutto è oro colato. Bellissimo per carità, ma che palle! Dimmelo, che se è questo lo scopo mi autobanno all’istante.
Stai partendo per la tangente. Non mi interessa il discorso delle opinioni, non sto parlando di quelle. Tu sei venuto sul sito proponendo a un utente di contattarti in privato per un preventivo, dopo mille discorsi che a questo punto non posso non considerare strumentali.
Tuttavia fai finta di non comprendere questo semplice concetto. Ne prendo atto, visto che non ho altro tempo da perdere con te.
ahhahhahahahaa….un estratto di malto……ahahahahahhahaha
Questa l’hai capita.
sei un simpatico umorista…..un pò come bisio.
Solo che io ho una folta chioma e lo faccio gratis.
mi piace il design,per lo scopo è ottimo,infatti non deve apparire subito bella,ma confortante,un design troppo curato alla fina stucca,l’obiettivo non è cuccare,ma dare identità,l’obiettivo di essere un pò anonima ma riconoscibile a mio avviso è stato conseguito.
Solo per segnalare l’aggiornamento dei birrifici che adotteranno la bottiglia: Atlas Coelestis, B63, B94, Cittavecchia, Civale, Del Forte, Foglie d’Erba, Italiano, Opperbacco gli “apripista”… Bibere, Castelli, Giusto Spirito e San Paolo le “new entries”!
….Simone, ci sarei anche io che ho già imbottigliato un migliaio di bottiglie UB che sono adesso al calduccio in cella 😉
e…Free Lions!!