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Presentato il MoBI: Movimento Birrario Italiano

Tra i tanti appuntamenti previsti a Pianeta Birra, uno di quelli che erano attesi con maggiore interesse dagli appassionati era la nascita di MoBI, la cui enigmatica presenza aleggiava nell’ambiente da qualche settimana, ma di cui solo a Rimini sono stati rivelati i dettagli. Si può dire che, almeno sulla carta, siamo di fronte a un evento storico nel panorama birrario italiano: la nascita cioè della prima associazione di consumatori della birra artigianale.

Il Movimento Birrario Italiano è stato presentato sabato pomeriggio di fronte a un nutrito numero di curiosi, compreso il sottoscritto. Elemento che ritengo fondamentale per il futuro dell’associazione è che a spiegare il progetto non c’era un gruppo di perfetti sconosciuti, ma alcuni tra i nomi che hanno fatto la storia della birra artigianale italiana: in primis Kuaska (Lorenzo Dabove), ma anche Schigi (Luigi D’Amelio), Davide Bertinotti, Max Faraggi, Spaghetto (Daniele Merli), ecc.

E’ facile comprendere che si tratta di una parte della costola (più o meno) “hobbystica” di Unionbirrai, che dopo alterne vicessitudini si è allontanata dalla storica associazione per fondare un movimento a carattere nazionale. C’è chi – forse giustamente – vede in questa novità un ulteriore elemento di complessità nel panorama delle associazioni birrarie, sebbene sia d’obbligo sottolineare che si tratta del primo vero e proprio movimento italiano, che ha come obiettivo primario quello di dare voce ai consumatori.

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Ecco come viene presentato il MoBI:

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Dieci anni or sono i birrifici artigianali in Italia erano pochi , meno di 20. Qualche birra di importazione particolare si poteva ritrovare solo in pochissime “oasi” birrarie di illuminati publicans. Gli homebrewers erano probabilmente un migliaio in totale e si ritrovavano quasi clandestinamente come carbonari. Il consumatore medio non aveva mai visto una birra non pastorizzata, e pensava che la birra venisse fatta distillando il luppolo.

Dieci anni dopo molta birra è passata nelle ugole. I birrifici artigianali in Italia sono circa 250 e rappresentano più o meno l’1% della produzione nazionale. In cifre 120-140.000 ettolitri annui per un fatturato di sola birra che non è lontano dai 100 milioni di euro. Numerosi importatori offrono al consumatore produzioni europee e d’oltreoceano. L’intero settore della birra artigianale e di qualità è in crescita mentra la vendita di birra industriale ristagna. I microbirrifici vanno sui telegiornali e fanno tendenza!

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Ovviamente, come in ogni altro settore, ci sono diversi attori e ognuno persegue i propri legittimi interessi: produttori, importatori, commercianti. Poi ci sono i consumatori che – ad oggi – non parlano con voce unitaria. MoBI, Movimento Birrario Italiano, nasce in modo spontaneo da consumatori consapevoli con l’intento di rappresentare i legittimi interessi dei semplici consumatori di birra.

Tra le finalità del movimento trovo particolarmente significative la promozione dell’accesso a un’ampia offerta birraria e l’incoraggiamento di un corretto livello dei prezzi al consumo. Quest’ultimo punto è particolarmente spinoso e lo ritengo attualmente un handicap importante per la creazione di un vero movimento birrario in Italia.

Il carattere “popolare” del MoBI si riscontra anche nell’idea di coinvolgere attivamente le associazioni locali, che potranno identificarsi col marchio del movimento e accedere direttamente alle risorse messe loro a disposizione.

Dopo la presentazione ufficiale, ora il MoBI dovrà iniziare a lavorare alacremente per riunire tutti i consumatori italiani. E’ evidente che si tratta di un progetto ambizioso quanto affascinante. Gli ingredienti per fare bene ci sono tutti, da parte mia spero che alla spalle ci sia anche un disegno atto a trovare le giuste risorse per sostenere l’associazione. Forse mi sbaglio, ma le recenti vicende mi fanno pensare che per il settore artigianale italiano sia finita l’epoca delle iniziative sorrette dalla sola passione.

Per tutte le informazioni in merito vi rimando al sito del MoBI, che sarà attivo da domani mattina.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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8 Commenti

  1. Interessante…
    E’ vero che ci sono in tutti i campi produttivi ruoli diversi che perseguno obiettivi diversi..ma la prima sensazione che si ha di questo “mondo” e’ di grande frammentazione. Associazioni che rappresentano produttori grandi o piccoli, consorizi , associazioni di degustatori, movimenti di consumatori…in un mondo che e’ per dimensione e sviluppo ben lontano dalla maturita’ e dove anche senza vivere di solo passione concentrare e unire gli sforzi potrebbe consentire al prodotto artigianale di qualita’ di uscire dalla ipernicchia in cui e’ relegato
    Anyway aspettiamo di vedere i piani operativi del “moviemento”

    Davide

  2. La presentazione, a parte la mancanza del microfono e una difficolta’ enorme a sentire, mi e’ parsa un po’ troppo “cerchiobottista” e politichese in molte parti.
    Frasi tipo “la birra costa troppo” pero’ “non vogliamo fare i conti in tasca ai birrai che lavorano tanto e con passione”. Il fatto che si dica “adesso possiamo dire che una birra fa cagare”, perche’ prima no?
    Il fatto che si critichi UB perche’ fa un premio dove premia i birrifici associati che “non si vede da nessuna parte” mentre in realta’ un sacco di associazioni, anche a scopo di lucro, premiano i migliori tra gli “associati” in ogni campo (industria, cinema, sport, ecc) e la cosa mi pare normale.
    Poi su Pasturana che non fara’ piu’ la festa con UB per divergenze, pero’ noi “non l’abbiamo rubata ma e’ stata una decisione indipendente dell’organizzazione”.
    Kuaska che non ne fa parte pero’ “non poteva essere presente e dare il suo contributo”.
    Un gran camminare sulle uova insomma, che magari all’inizio permette di avere spazio dai birrifici (es le manifestazioni al piozzo). Poi magari si sentiva male e non ho capito io.

  3. mah, io che sono novizio nel mondo birraio di qualità (e in quello degli homebrewer) ho percepito diverse cose:
    a) i seminari presentati a pianetabirra da unionbirrai sono stati decisamente sottotono rispetto a quelli di anno scorso (almeno per la giornata di sabato) e in generale l’associazione mi è parsa molto meno interessata al rapporto con gli “amatori” e i consumatori
    b) io non conosco personalmente Kuaska, ma devo dire che sentirlo parlare di birra – e non di politica – fa innamorare. E’ stato così anno scorso a rimini e quest’anno a Rovigo.
    c) cominciano a esserci troppi microbirrifici (alcuni davvero senza ragione di esistere) e presto cominceremo a vedere chiusure e sparizioni improvvise
    d) sarebbe ora che i microbirrifici cominciassero a pensare a una distribuzione seria, altrimenti i consumatori come diamine fanno a procurarsi la birra? voglio dire, io sono di Faenza, sarà mica possibile che non riesca a recuperare le birre del Birrificio del Ducato (Parma)!

    Alla luce di tutto questo casino io dico che molto probabilmente parteciperò volentieri alle iniziative del MoBi, che spero facciano crescere seriamente il movimento della birra artigianale in Italia.
    Il politichese lo lascio agli altri. E intanto non vedo l’ora di poter andare al pub sottocasa per bermi una pinta di Open!

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